Alessandro Gallo e Marcello Contento |
ALCAMO- presentato mercoledì al centro congressi Marconi
“Scimmie” di Alessandro Gallo edito da Navarra edite e vincitore del premio
giri di parole 2011. L’incontro con l’autore è stato organizzato
dall’associazione Libera presidio di Alcamo “Apuzzo e Falcetta”.
Alessandro Gallo, giovane scrittore e attore teatrale, parla
dell’importanza di raccontare storie e soprattutto di portarle in giro per
l’Italia. Lui da anni ormai si occupa di portare la cultura dell’antimafia
nelle scuole, da nord a sud. Solitamente sono i ragazzi che ama incontrare e
soprattutto ama comunicare con loro. Il libro a tratti è autobiografico,
proprio perché la storia di Alessandro è passata mille volte da quelle storie,
come dice lui stesso “sono stato tante volte Panzarotto, Bacchettone e Pummarò”.
Il padre di Alessandro Gallo è attualmente in carcere perché
affiliato agli scissionisti, sua cugina
è considerata una delle donne più potenti della camorra, soprannominata “Nikita”.
Lui ha scelto di raccontare la storia della sua famiglia non con un romanzo
autobiografico ma creando un romanzo ambientato negli anni 80 e ispirato alla
figura del giornalista Giancarlo Siani ucciso dalla camorra il 23 settembre del
1985.
È proprio la figura di Giancarlo che “salverà” una delle
“scimmie” di Alessandro, mostrandogli quello che realmente è la camorra. La camorra
per le “scimmie” è quella dei soldi, delle auto di lusso, delle motociclette,
delle donne, ma non conoscono la camorra quella vera, quella che spesso ci
nascondono. Alessandro nel libro non si limita a parlare di questi argomenti,
indica anche nomi e cognomi di boss. “La camorra a Napoli negli anni 80 è
riuscita a sostituirsi allo Stato, in queste terre dove ce n’è più bisogno. In
quelle terre la camorra ha dato lavoro , a questo punto da che parte stai? ”
con queste parole Alessandro sottolinea quanto l’assenza dello Stato influenzi
la vita in quelle terre, dove la camorra comanda e detta le leggi, dove la
camorra concede posti di lavoro e macina soldi. Proprio per questo motivo
spesso si sceglie di stare dalla parte della camorra, o della mafia in Sicilia,
perché è più forte.
Infine racconta la camorra dei casalesi, quella che spesso
non uccide ma ti lascia un segno indelebile sulla propria pelle. Deve essere
chiaro chi comanda.
Oggi Alessandro, parlando della Sicilia è convinto di una
cosa: “perché 5 mila mafiosi contano più di 5 milioni di siciliani”? lo stesso
vale per la sua famiglia, “perché 2 persone devono contare più degli altri 58
componenti della famiglia”? Per questo motivi, grazie anche alla figura della
madre, Alessandro oggi riesce a vivere di teatro insegnando i valori della
legalità e dell’antimafia.
“Le storie fanno paura alla camorra, i giornali si buttano i
libri restano e queste storie sono scomode.”
“Nella vita in alcune scelte mi sono sentito Pummarò,
Bacchettone e Panzarotto, ma oggi mi sento mille volte Giancarlo Siani”.
Emanuel Butticè
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