giovedì, aprile 25, 2013

Presentata ufficialmente la candidatura di Maria Tesè



CASTELLAMMARE – Si è svolta ieri mattina presso l’aula consiliare la conferenza stampa della coalizione “Cambiamenti” e “il Megafono” per presentare ufficialmente alla stampa la candidatura della pedagogista Maria Tesè a sindaco di Castellammare. Una candidata donna che sicuramente rappresenta una rivoluzione per Castellammare. Come responsabile del direttivo dell’associazione Cambiamenti ha parlato Alessandra D’Anna che ha spiegato brevemente come è nata l’associazione, partendo appunto da pochi ragazzi fino a coinvolgere più di duecento persone, giovani e meno giovani. “Oggi la tendenza è cambiata, non sono più i genitori che coinvolgono i figli nella via politica ma si è invertito il processo. Oggi sono i figli – ha spiegato D’Anna - che devono coinvolgere i genitori nel progetto politico per il bene del paese. Tutti dobbiamo metterci la faccia.”
Presenti anche i rappresentanti del movimento di Crocetta “Il Megafono” . Enzo Abbruscato, coordinatore del movimento provinciale, ha ricordato l’importante progetto che vede coinvolti i ragazzi di Cambiamenti e sottolinea che il Presidente della Regione Rosario Crocetta è davvero molto felice di questa coalizione e crede molto in Castellammare e nei castellammaresi. “Castellammare non merita questa amministrazione, ha davvero bisogno di un cambiamento,  Maria è la persona giusta. – continua Abbruscato - Voi avete già vinto perché di Castellammare si parla anche fuori da Castellammare, e perché non ci sarà nessuno che deciderà chi dovrà essere il vostro candidato, solo voi.” Con queste parole conferma come Castellammare sia un avamposto molto importante per Crocetta e che ci tiene molto allo sviluppo del paese.
Maria Tesè molto emozionata è stata accolta con un caloroso applauso, durato qualche minuto. Tanta la gioia e l’affetto per la prima candidata donna nella storia di Castellammare. Maria si presenta: “La mia carriera professionale nasce a Palermo dentro Arcidonna ed è continuata a Castellammare dove vivo da 10 anni ma che in realtà frequento da quando sono nata. Arcidonna è una associazione nazionale nata a Palermo nel 1986 per promuovere la libertà e le pari opportunità per le donne, combattere le discriminazioni, sostenere la presenza femminile nel mondo del lavoro, dell’impresa e delle istituzioni. Dentro Arcidonna ho iniziato a lavorare occupandomi di orientamento professionale e accompagnamento alla creazione di impresa. Nel tempo sono diventata responsabile dell’area scuola/formazione/giovani. In questi settori ho perfezionato le mie capacità di progettazione nell’ambito dei fondi strutturali con particolare riferimento ai programmi europei (NOW HORIZON, INTEGRA, EQUAL, PROGRESS, FSE,FESR, MEDIA, APQ). Il lavoro di progettazione mi ha permesso di entrare in contatto con l’Europa e di confrontarmi con realtà diverse dalla nostra. Due dei miei progetti: ESSERCI e LABORATORIO DI PARI OPPORTUNITA’ finanziati nell’ambito del programma europeo EQUAL, per circa due milioni e mezzo di euro, sono stati segnalati alla Commissione Europea quali progetti di eccellenza.”
Maria Tesè dal 2006 insieme a un gruppo di ragazzi organizzano la manifestazione artistico culturale PLAS, PER LE ANTICHE SCALE.  Uno dei suoi progetti di eccellenza, LABORATORIO DI PARI OPPORTUNITA’, è stato presentato a Bruxelles in Consiglio Europeo al cospetto dell’allora Commissario Spidla e anche al Quirinale dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Infine parla dell’esperienza con Cambiamenti: “il nostro progetto parte da un’analisi SWOT: abbiamo analizzato i punti di forza e di debolezza del nostro territorio in un’ottica di ricerca e abbiamo individuato interventi di valorizzazione delle risorse e possibili soluzioni ai problemi emersi in un’ottica di sostenibilità, sviluppo e innovazione. Da qui la decisione di partecipare alle prossime amministrative per tentare di entrare nelle istituzioni, nei luoghi di governo della città, dove è possibile agire con atti concreti per realizzare il progetto e per provare a cambiare il modo di governare le cose di interesse comune e i modi di fare politica. Partendo da qui, da Castellammare.” infine sottolinea ancora che “la mia candidatura ha senso e può essere soltanto in un contesto come questo.”
Emanuel Butticè (pubblicato su alqamah.it)

Fissata l’Udienza Preliminare operazione “Crimiso”



PALERMO – E’ stata fissata per il prossimo 9 maggio alle ore 9:30 presso l’aula Bunker del carcere Ucciardone di Palermo l’Udienza Preliminare a carico di Bonura Antonino, Bosco Antonino, Bosco Vincenzo, Bussa Sebastiano, Campo Vincenzo, Leo Rosario Tommaso, Mercadante Salvatore, Pidone Nicolò, Rugeri Diego detto “Diego u’ nicu”, Sanfilippo Giuseppe e Sottile Michele, arrestati circa un anno fa durante l’operazione antimafia denominata “Crimiso.”
I sopra citati sono accusati di fare parte di Cosa Nostra e di gestire gli affari del mandamento di Alcamo, storicamente composto dalle famiglie di Alcamo, Castellammare del Golfo e Calatafimi. Accusati di acquisire in modo diretto e indiretto la gestione e il controllo di attività economiche, di autorizzazioni, appalti e servizio pubblici, specificatamente nel settore della distribuzione di calcestruzzo.
Tra le vittime delle minacce e del racket ci sono i gestori del ristorante Egesta Mare di Castellammare del Golfo, collocando un copertone e una bottiglia contenente del liquido infiammabile presso l’ingresso del ristorante e in particolare costringendoli ad assumere la fidanzata di Rugeri, Elisa Monticciolo. Vittima anche il gestore del Bar Vogue, gli imprenditori Salvatore Buscemi, Salvatore Magaddino, Giorgio Di Stefano e Salvatore Tamburello (legali rappresentanti dell’A.T.I. Prom. Edil di Giorgio Di Stefano e F.lli Tamburello G.& c. s.n.c), Giuseppe Blunda, Luigi Impastato e il gestore del bar “La Sorgente.”
Emanuel Butticè

martedì, aprile 23, 2013

Brucia amianto, brucia!


CASTELLAMMARE – a Napoli ci sono delle terre denominate “dei fuochi” per i continui incendi dolosi che colpiscono spazzatura, materiale inquinante, gomme, plastica, di tutto e di più. A Palermo l’emergenza rifiuti è diventata ormai una situazione davvero allarmante. A Palermo si registrano incendi ormai quasi ogni ora, la gente disperata riversa i bidoni per le strade e appicca incendi nel vile tentativo di ridurre la “montagna”, ma inquinando in maniera spaventosa l’aria che respirano.


Questo succede anche a Castellammare. Anche se non c’è nessuna emergenza rifiuti, da anni la vera emergenza è quella delle discariche abusive. Il sindaco di Castellammare ha spesso ricordato quanti soldi sono stati spesi in questi anni per bonificare intere zone trasformate in discariche a cielo aperto. Castellammare non è nuova a questi episodi. Recentemente il sindaco Marzio Bresciani in un’intervista ha dichiarato: “amore per il proprio paese vuol dire prima di tutto rispetto, e questa gente non ha alcun rispetto”. Questo è un problema che ritorna sempre, incessantemente, come problema quotidiano. La discarica a cielo aperto nei pressi del cimitero?è ancora lì. La discarica di amianto (per la maggior parte sotterrato) nei pressi di cala bianca? È ancora lì. Ma c’è di peggio. Aumentano sempre di più. Recentemente abbiamo documentato con un piccolo reportage fotografico la situazione delle terre che dalla statale 187 raggiungono la spiaggia di Guidaloca e cala bianca, ci siamo tornati a distanza di un mese: la situazione non è cambiata, anzi è peggiorata. Adesso per sbarazzarsi dell’amianto, qualcuno ha pensato bene di bruciarlo insieme a sterpaglie e resti di potatura. Si vedono chiaramente i resti di un fuoco e soprattutto dell’amianto parzialmente bruciato lasciato sotto al sole e alle intemperie. Qualche mese fa questi resti di potatura miscelati ad altri rifiuti c’era già, ma il fuoco non era stato ancora appiccato. Oggi ci troviamo di fronte sempre a quella distesa di amianto interrato e adesso anche a quello bruciato. Così ci uccidono, occorre un intervento di bonifica urgente, non possiamo restare a guardare che questo scempio continui.
Emanuel Butticè

lunedì, aprile 22, 2013

Castellammare del Golfo: La Loggia Enrico, abusivo “a sua insaputa”


Cala Dell’Ovo è una delle zone più belle della costa che divide Castellammare del Golfo da Scopello e dalla riserva naturale dello Zingaro. E’ la zona che parecchi anni addietro venne “salvata” dalla cementificazione selvaggia, e dalla speculazione edilizia che anche imprese vicine alla mafia avevano programmato di compiere. Quella marcia fece nascere la riserva naturale dello Zingaro, bloccò cantieri e ruspe che erano già in movimento, ciò che esisteva già non è stato toccato, nessuna demolizione, ma semmai i “paletti” posti dalle norme di tutela ambientale e paesaggistica impedirono che si potesse continuare con il costruire. Ma ovviamente ci fu chi tentò di continuare a realizzare insediamenti abitativi, villette, profittando di una norma sopravissuta a tante leggi di tutela che consente di ricostruire manufatti laddove ne esistevano altri purchè venisse rispettata volumetria e originario impatto ambientale. O anche di recuperare l’esistente quando parecchio degradato senza ricorrere alle demolizioni. Tra le pieghe di questa norma nel 2003 un personaggio eccellente della politica, l’ex presidente dei senatori di Forza Italia ed ex ministro degli Affari Regionali, il palermitano Enrico La Loggia, tentò, assieme alla moglie, comproprietaria di un immobile proprio affacciato sul mare di Scopello, di recuperare un’antica abitazione. La concessione prevedeva il recupero ma quando i forestali andarono a fare una ispezione si resero conto che l’immobile era stato demolito e se ne stava costruendo uno del tutto nuovo. Scattò il sequestro, La Loggia e consorte finirono indagati, l’allora ministro La Loggia si difese sostenendo che “a sua insaputa” si era demolito e si stava costruendo ex novo. La tesi di La Loggia venne accolta dal giudice che alla fine di quel processo condannò il solo progettista e direttore dei lavori, architetto Vittorio Giorgianni che si assunse ogni responsabilità, spiegando che in corso d’opera, durante i lavori di recupero, si era avuto un cedimento che inevitabilmente condusse alla demolizione del vecchio manufatto. In una nota poi il ministro La Loggia ricostruì i fatti, ricordando che sua moglie «affidò ad uno stimato professionista palermitano l’incarico di predisporre, in presenza di un grave pericolo di crollo, tutta la documentazione nonchè il progetto tecnico per la ristrutturazione dell’immobile in questione». Lo stesso immobile – ricordò La Loggia – era stato peraltro acquistato con allegata perizia del tribunale che ne comprovava la precarietà strutturale – ad una vendita giudiziaria. «Con una articolata memoria, i difensori – aggiunse La Loggia – avevano già dimostrato l’assoluta regolarità dei lavori». E concluse dicendo «sarò lieto che ci sarà una circostanza (il processo ndr) nella quale si chiarirà finalmente questa vicenda che, per me, ha veramente dell’incredibile». La Loggia e la moglie non furono condannati, l’arch. Giorgianni si, “un tecnico preparato – chiosò il pm Palmeri nell’appello presentato contro la sentenza (appello poi respinto) come il progettista ed un ministro della Repubblica – stigmatizzò il pm – non potevano non conoscere precisi e logici obblighi di legge”.
Capitolo chiuso? Niente affatto. L’oramai ex ministro La Loggia pare tenga così tanto a quel luogo che è tornato a chiedere autorizzazione edilizia per ricostruire. Pensando forse che nel frattempo l’oblio poteva avere cancellato ogni ombra che si era addensata su quel cantiere. Ma adesso è scattato un sequestro bis, perché pare che tutto sia attorniato dall’originaria illegittimità. Lo scorso 5 aprile i carabinieri hanno nuovamente sequestrato quel cantiere. Stessi indagati, ex ministro e consorte, progettista e direttore dei lavori, arch. Giorgianni, identica impresa. Iscritta nel registro degli indagati anche il dirigente dell’Utc del Comune di Castellammare del Golfo, ing. Francesca Usticano. Una incredibile serie di violazioni ma stavolta si sarebbe provato che la ricostruzione (semmai possa essere compiuta, per la Procura questa non può avvenire in modo così automatico con la sola restituzione della proprietà, così come fu deciso a conclusione di quel processo) stava avvenendo con la costruzione di una volumetria superiore a quella esistente.
Insomma altro sequestro, altro processo si profila all’orizzonte, e probabilmente l’ex ministro la Loggia si appresta a ripetere che tutto ciò stava avvenendo “a sua insaputa”.

Rino Giacalone su www.malitalia.it

venerdì, aprile 19, 2013

Presentato “Scimmie” di Alessandro Gallo


Alessandro Gallo e Marcello Contento

 ALCAMO- presentato mercoledì al centro congressi Marconi “Scimmie” di Alessandro Gallo edito da Navarra edite e vincitore del premio giri di parole 2011. L’incontro con l’autore è stato organizzato dall’associazione Libera presidio di Alcamo “Apuzzo e Falcetta”.
Alessandro Gallo, giovane scrittore e attore teatrale, parla dell’importanza di raccontare storie e soprattutto di portarle in giro per l’Italia. Lui da anni ormai si occupa di portare la cultura dell’antimafia nelle scuole, da nord a sud. Solitamente sono i ragazzi che ama incontrare e soprattutto ama comunicare con loro. Il libro a tratti è autobiografico, proprio perché la storia di Alessandro è passata mille volte da quelle storie, come dice lui stesso “sono stato tante volte Panzarotto, Bacchettone e Pummarò”.
Il padre di Alessandro Gallo è attualmente in carcere perché  affiliato agli scissionisti, sua cugina è considerata una delle donne più potenti della camorra, soprannominata “Nikita”. Lui ha scelto di raccontare la storia della sua famiglia non con un romanzo autobiografico ma creando un romanzo ambientato negli anni 80 e ispirato alla figura del giornalista Giancarlo Siani ucciso dalla camorra il 23 settembre del 1985.
È proprio la figura di Giancarlo che “salverà” una delle “scimmie” di Alessandro,  mostrandogli  quello che realmente è la camorra. La camorra per le “scimmie” è quella dei soldi, delle auto di lusso, delle motociclette, delle donne, ma non conoscono la camorra quella vera, quella che spesso ci nascondono. Alessandro nel libro non si limita a parlare di questi argomenti, indica anche nomi e cognomi di boss. “La camorra a Napoli negli anni 80 è riuscita a sostituirsi allo Stato, in queste terre dove ce n’è più bisogno. In quelle terre la camorra ha dato lavoro , a questo punto da che parte stai? ” con queste parole Alessandro sottolinea quanto l’assenza dello Stato influenzi la vita in quelle terre, dove la camorra comanda e detta le leggi, dove la camorra concede posti di lavoro e macina soldi. Proprio per questo motivo spesso si sceglie di stare dalla parte della camorra, o della mafia in Sicilia, perché è più forte.
Infine racconta la camorra dei casalesi, quella che spesso non uccide ma ti lascia un segno indelebile sulla propria pelle. Deve essere chiaro chi comanda.
Oggi Alessandro, parlando della Sicilia è convinto di una cosa: “perché 5 mila mafiosi contano più di 5 milioni di siciliani”? lo stesso vale per la sua famiglia, “perché 2 persone devono contare più degli altri 58 componenti della famiglia”? Per questo motivi, grazie anche alla figura della madre, Alessandro oggi riesce a vivere di teatro insegnando i valori della legalità e dell’antimafia.
“Le storie fanno paura alla camorra, i giornali si buttano i libri restano e queste storie sono scomode.”
“Nella vita in alcune scelte mi sono sentito Pummarò, Bacchettone e Panzarotto, ma oggi mi sento mille volte Giancarlo Siani”.
Emanuel Butticè

Sequestrato a Castellammare un complesso alberghiero

Sei milioni di euro il valore del patrimonio sottratto ad un imprenditore condannato 15 anni fa per associazione mafiosa. Avrebbe tentato di mettere in salvo i beni intestandoli ai figli

Sequestrato a Castellammare del Golfo un elegante complesso turistico-alberghiero, il "Grotticelli", attività commerciali tra cui il bar pasticceria "Le Capannelle" e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di circa 6 milioni di euro, ad Antonino Palmeri, un imprenditore di 64 anni condannato nel 1998 per associazione di stampo mafioso e per danneggiamento aggravato dal metodo mafioso.
Le indagini economico finanziarie hanno dimostrato come, in concomitanza del sequestro patrimoniale a suo tempo, l'imprenditore abbia trasferito, solo formalmente, la titolarità di società ed aziende ai figli, all'epoca poco più che ventenni, che negli anni successivi hanno compiuto diverse operazioni di investimento, fra cui la costruzione di un villaggio-residence.
Le indagini delle Fiamme Gialle hanno fatto emergere la evidente sproporzione fra l'entità degli investimenti economico-finanziari effettuati ed i redditi ufficialmente percepiti dall'imprenditore e dai suoi figli, tale da far ritenere che il patrimonio ora posto in sequestro sia stato conseguito grazie al reimpiego di proventi illeciti.

interamente tratto da repubblica.it

Cambiamenti e Megafono uniti per Castellammare.



 

CASTELLAMMARE DEL GOLFO- ieri è arrivata l’ufficialità, per le prossime amministrative Castellammare avrà la sua candidata donna. Infatti è stata ufficializzata la candidatura di Maria Tesè per “Cambiamenti” che troverà al suo fianco  la lista “il megafono”. Si tratta della prima candidata donna a Castellammare.

Maria Tesè con l'assessore regionale alla Formazione Nelli Scilabra

La figura di Maria Tesè esce fuori sicuramente non dai partiti e tantomeno da logiche di potere. Pedagogista ed esperta di progettazione europea  non è stata scelta per soddisfare i bisogni e le direttive dei partiti che stanno ancora cercando di dividersi la torta, ma per la sua figura professionale e umana. Si tratta davvero di una rivoluzione per Castellammare, una rivoluzione che in molti sostengono sia già avvenuta altri che invece la vera rivoluzione può avvenire soltanto cambiando il sistema dall’interno.
Castellammare sicuramente non ha bisogno della solita politica, quella che per anni è rimasta a guardare ma deve essere costruito un vero progetto che cambi realmente lo stato attuale delle cose. C’è chi sostiene che la ricetta giusta sia stata trovata, saranno gli altri a giudicare.
Emanuel Butticè