L’Alto Belice Corleonese, dal movimento contadino alle terre libere dalle mafie.
Gli alunni dell'I.I.I.S Piersanti Mattarella - Danilo Dolci hanno avuto l’occasione di conoscere il lavoro svolto da Libera Terra in provincia di Palermo, volto alla valorizzazione di beni comuni, quali quelli confiscati, dimostrando che il corretto riutilizzo sociale di questi beni può rappresentare un valore aggiunto in termini di sviluppo economico e sociale per il territori in cui ricadono.
L’iniziativa posta in essere nell’ambito del progetto Castello Lab, realizzato dall'Associazione Castello Libero Onlus in partenariato con il Comune di Castellammare del Golfo e le associazioni E.N.P.A. Sezione di Partinico e l'associazione di promozione sociale Kimera, ha avuto l’obiettivo di far conoscere agli studenti questa realtà, che oggi, raggruppa nove cooperative sociali ed agricole, riunite in un consorzio, anch’esso cooperativa sociale e senza scopo di lucro, e che rappresenta una delle prime esperienze nell’ambito del riutilizzo sociale dei beni confiscati in Italia. I partecipanti hanno avuto modo di visitare la Centopassi, cantina realizzata su un bene confiscato, dove grazie alle professionalità dei tecnici del Consorzio Libera Terra Mediterraneo Coop. Soc. ONLUS, vengono vinificate le uve provenienti dai vigneti confiscati gestiti dalle cooperative siciliane Libera Terra.
Durante
il percorso gli studenti sono stati guidati da Gabriele, mediatore culturale di
Libera Il G(i)usto di viaggiare, realtà dedita al turismo responsabile promossa
nel 2009 da Libera e Libera Terra, che ha contestualizzato il quadro
legislativo che ha reso possibile ad oggi la confisca ed il riutilizzo sociale
dei beni sottratti ai mafiosi dalla legge Rognoni – La Torre, pietra miliare
tra le leggi a contrasto della criminalità organizzata, alla legge 109 del 1996
che ha reso possibile il riutilizzo sociale dei beni confiscati. Legge
quest’ultima voluta fortemente da Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le
mafie, che in favore della sua approvazione raccolse più di un milione di
firme.
Terminata
la visita alla Centopassi gli studenti si sono recati al Memoriale della Strage
di Portella della Ginestra, dove Gabriele, ha raccontato quanto avvenne in quel
luogo il 1 ° maggio 1947. Una delle più grandi ingiustizie che il popolo
siciliano abbia mai subito, una strage compiuta dalla mafia e spinta da coloro
che con essa condividevano interessi a danno dei contadini che rivendicavano il
loro diritto ad avere una vita più dignitosa. In questo luogo così
significativo per la storia del nostro paese, uno degli studenti riflettendo ad
alta voce ha detto “"Un paese senza memoria è un paese che è condannato a
ripetere gli stessi errori". Quanto eslamato dallo studente, ci porta a
riflettere sull’ importanza, oggi più che mai, di conoscere la propria storia e
farne memoria che possa lievitare impegno.
La giornata si è poi conclusa all’Agriturismo Portella della Ginestra, nato dalla riconversione di un bene confiscato alla mafia, dato in gestione ad una delle cooperative Libera Terra, dove gli studenti hanno avuto modo di gustare dei piatti delle tradizione gastronomica del territorio, preparati utilizzando i prodotti frutto del lavoro delle cooperative. Sicuramente il modo migliore per concludere una giornata volta alla conoscenza di un territorio dove, concretamente ed in modo tangibile, si è dimostrato che con professionalità ed impegno si può riuscire a creare un sistema economico e sociale in netta discontinuità con quello mafioso, a partire dalla valorizzazione dei beni confiscati.