mercoledì, dicembre 03, 2014

Condannato Diego "u nicu" Rugeri

“Condannato a 15 anni e 4 mesi di reclusione il rampollo della famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo Diego “u nicu” Rugeri arrestato nel 2012 durante l’operazione “Crimiso”.”

TRAPANI. Il tribunale di Trapani presieduto dalla Dott. Alessandra Camassa e dai magistrati Dott. Samuele Corso e dalla Dott. Chiara Balduccio ha emesso questo pomeriggio la sentenza di condanna nei confronti di Diego Rugeri, arrestato nel 2012 durante l’operazione antimafia denominata “Crimiso” che mise in ginocchio la famiglia mafiosa di Alcamo, ritenuto organico alla cosca mafiosa di Castellammare del Golfo. Il tribunale di Trapani ha condannato quindi Diego Rugeri per tutti i delitti ascrittigli e, unificati i suddetti delitti nel vincolo di continuazione, alla condanna di 15 anni e 4 mesi di reclusione e 5350 euro di multa oltre al pagamento delle spese processuali e a quelle del proprio mantenimento in carcere per il periodo della custodia cautelare, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
I Pubblici Ministeri della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo Carlo Marzella e Antonino Sgarrella avevano chiesto 18 anni di reclusione e 18 mila euro di multa accessoria per tutti i capi di imputazione.

L’attività di intercettazione, i servizi di pedinamento, le indagini della squadra mobile di Trapani e del Commissariato di Castellammare del Golfo, e grazie anche alle testimonianze di alcuni degli imprenditori taglieggiati, hanno evidenziato come Diego Rugeri si era gettato a capofitto nell’attività di taglieggiamento nei confronti di diversi imprenditori e commercianti. Dalle indagini erano emerse anche precise frizioni e contrasti dentro la cosca, Rugeri infatti aveva deciso di scalzare il capo del clan, Michele Sottile. In precedenza con riti alternativi erano stati condannati Michele Sottile, 8 anni e 2 mesi, Vincenzo Campo e Nino Bonura, 8 anni, Nicolò Pidone 6 anni e 6 mesi, Sebastiano Bussa e Rosario Tommaso Leo 6 anni, Giuseppe Sanfilippo 5 anni e 2 mesi, 4 anni per Salvatore Mercadante e Vincenzo Bosco. 

Il tribunale di Trapani ha inoltre condannato Diego “u nicu” Rugeri al risarcimento dei danni alle parti civili costituite: Buscemi Salvatore, D’Angelo Gaspare, Blunda Giuseppe, Centro Studi e Iniziative Culturali Pio La Torre Onlus di Palermo, Associazione Antiracket e Antiusura di Alcamo e Castellammare del Golfo, F.A.I. (Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura Italiane), Associazione Antiracket Libero Futuro, Associazione Castello Libero Onlus di Castellammare del Golfo, Associazione Antimafie e Antiracket Paolo Borsellino Onlus, Confindustria Trapani, Associazione Onlus “Comitato Addiopizzo”, Comune di Alcamo e Comune di Castellammare del Golfo.
Fissato in novanta giorni il termine per la deposizione della motivazione.


Emanuel Butticè
(www.alqamah.it)

martedì, dicembre 02, 2014

Intervista a Pino Maniaci: "L'auto incendiata?Una bravata, non mi fermo e le prossime inchieste toccheranno anche l’antimafia."

Telejato. Auto incendiata a Pino Maniaci. Lui rassicura: E’ una bravata, non mi fermo e le prossime inchieste toccheranno anche l’antimafia.

Accade a Partinico, terra spigolosa dove prosegue il lavoro dell’emittente di controinformazione Telejato diretta da Pino Maniaci e supportata da un team di giovani tra cui figurano anche i figli di Pino. Non è la prima volta che la stessa auto viene vandalizzata per fini intimidatori e, mentre i Carabinieri indagano analizzando le immagini di videosorveglianza che potrebbero avere ripreso movimenti sospetti nella zona, il combattivo direttore dell’emittente partinicese non si ferma e annuncia nuove inchieste interessanti da poter seguire attraverso i suoi telegiornali. Abbiamo raggiunto Pino al telefono per saperne di più..

Salve Pino, bentornato sulle nostre pagine, sei a lavoro?
Ciao Fabio, sempre a lavoro!
Quindi, l’ennesimo attacco incendiario ad un’auto di Telejato?
Diciamo che più che altro si tratta di un attacco di “scassapagghiaro”, così l’ho definito, visto che si tratta di una macchina già quasi demolita. Abbandonata sì, ma sempre una macchina storica di Telejato: quella automobile ha accompagnato in galera vari padrini, vari boss mafiosi, come i Lo Piccolo (padre e figlio), come Nicchi, come tanti altri che sono stati appunto accompagnati dalle telecamere con questa macchina all’interno del loro habitat naturale, cioè la galera. Quindi ci tenevo più che altro per questo, ma già era in disuso da qualche anno, messa nello spiazzale lì di fronte la sede di Telejato, dove l’avevano già danneggiata: a qualcuno che gli serviva qualche pezzo ha fatto spesa e se l’è pure portato, qualche altro che s’è divertito a rompere i fanali e adesso gli hanno fatto esalare l’ultimo respiro con l’accendino che ha messo fine a questa autovettura. Lo definisco più che altro un atto di vandalismo, più che un attacco alla mia persona!
Ecco, Pino, da quando è nata Telejato hai fatto tanta informazione, inchieste, indagini sul campo e questo viene ritenuto fastidioso soprattutto da chi non vuole far sapere le cose per agire indisturbato. Così di “atti di vandalismo” ne hai ricevuti parecchi, tanto da rendere necessaria una scorta per continuare a fare il tuo lavoro in modo sicuro. Facciamo un elenco, ricordi le ritorsioni più eclatanti che hai ricevuto da quando hai messo in piedi l’emittente ad oggi?
Beh fino ad oggi sono tre le macchine che sono andate in fiamme, tanto che ci stiamo attrezzando per qualche macchina ignifuga. Vediamo se la stanno costruendo. Poi ovviamente danneggiamenti, vetri spaccati, lettere anonime, i freni tagliati, il tentato omicidio attraverso il nodo della mia cravatta da parte del figlio del boss mafioso.. non ci siamo fatti mancare nulla. Abbiamo un buon curriculum!
Come prosegue l’attività dell’emittente, ci dai qualche anticipazione o qualche notizia in anteprima?
Partiamo dal fatto che per adesso ci stiamo occupando di un’inchiesta molto delicata, per cui qualcuno, anche qualche magistrato, ha detto che non mi ammazza la mafia ma l’antimafia: ci stiamo occupando di beni sequestrati e beni confiscati, di amministratori giudiziari, di giudici collusi e del perché una percentuale altissima di queste aziende vanno a finire in fallimento proprio perché queste persone, quasi parallelamente come una cosca mafiosa, ne succhiano le risorse e buttano in mezzo alla strada migliaia di persone, riconsegnando questi beni totalmente svuotati e falliti, mentre avvocati da quattro soldi si arricchiscono.
Sempre interessante, quindi conviene seguire Telejato anche attraverso il sito www.telejato.it. Un saluto a te, Pino, alla redazione e alla bella famiglia Maniaci!
Grazie, grazie sempre. Salutami i ragazzi del sito!

Di Fabio Barbera

Libera Castellammare e Castello Libero sugli incendi dolosi:”Temiamo una crescente diffusione di una cultura violenta”


Comunicato stampa.
Il presidio “Piersanti Mattarella” di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie e l’associazione Castello Libero intendono esprimere grave preoccupazione per la crescente frequenza con cui si sono verificati atti incendiari negli ultimi tempi nel territorio di Castellammare del Golfo.
Tali attentati ai danni di automobili, case, attività commerciali, veicoli da lavoro e altro segnalano una propensione sempre più spinta di alcuni soggetti a “risolvere” questioni di vario tipo attraverso atti violenti e intimidatori; molti di questi atti, negli ultimi anni, sono stati messi in pratica da soggetti direttamente collegati con la locale cosca mafiosa – come è stato appurato nel corso del processo Crimiso – e per scopi funzionali agli interessi mafiosi. Altri casi, invece, sono ancora tutti da decifrare, così come sono ancora da individuare i responsabili.
L’aumento di episodi di questo tipo fa temere una crescente diffusione nella popolazione di una cultura della violenza, dell’arroganza e della prevaricazione – tipica delle organizzazioni mafiose – in cui prevale il più forte e soccombe il più debole. A questa cultura incivile e barbara, Libera e Castello Libero cercano di contrapporre la cultura della convivenza civile, della non violenza, della corresponsabilità sociale, cercando di condividere gli sforzi con tutte quelle persone, associazioni, istituzioni che sono quotidianamente impegnate nella medesima sfida di crescita culturale e sociale.
Alla luce degli ultimi episodi violenti, è nostro dovere di cittadini impegnarci ancora di più nella diffusione di valori sociali più sani e giusti di quelli veicolati da chi pensa di essere scaltro distruggendo un bene altrui.
Invitiamo pertanto i cittadini, le associazioni, le istituzioni locali e qualunque altro soggetto pubblico o privato a mobilitarsi per contrapporre alla cultura della distruzione e della morte la cultura della costruzione comune e della vita.


Presidio Piersanti Mattarella di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie

Associazione Castello Libero