lunedì, dicembre 24, 2018

Paolo Borrometi: “Non abbiamo bisogno di eroi, ma di cittadini liberi”. Presto la cittadinanza onoraria della città di Alcamo


Paolo Borrometi ha presentato il suo libro “un morto ogni tanto” e l’Amministrazione annuncia per lui la cittadinanza onoraria

Di Emanuel Butticè
ALCAMO. Un libro con un titolo particolare, “un morto ogni tanto”. “Ogni tanto un murticeddu, vedi che serve! Per dare una calmata a tutti”. È una frase intercettata dagli inquirenti che indagano sulla mafia di Pachino. A Pronunciarla un boss mentre spiega ai figli il piano di morte organizzato per eliminare un soggetto “scomodo”, “fastidioso”. Quel soggetto da eliminare ad ogni costo era Paolo Borroneti, giornalista che ha illuminato a giorno la sua terra, la provincia babba della mafia invisibile, nascosta alla luce del sole. Una mafia che Borrometi racconta quotidianamente, con inchieste puntuali e dettagliate, con nomi e cognomi. È proprio questo che lo espone, il suo lavoro meticoloso. Con gli articoli e adesso con questo libro di inchiesta fa una radiografia all’organizzazione mafiosa della provincia di Ragusa. Una mafia per anni negata, secondo molti non esisteva.
Ieri ad Alcamo ha presentato il suo libro, “Un morto ogni tanto” (Solferino Editore), al Centro Congressi Marconi. Tra i relatori il Sindaco di Alcamo Domenico Surdi, la Vice Presidente del Consiglio Comunale Giovanna Melodia, l’Europarlamentare Ignazio Corrao e Alessandro Cacciato come moderatore. Un incontro organizzato dall’Amministrazione del Movimento 5 Stelle alcamese. Durante l’incontro le letture di alcuni brani del libro sono state curate da Chiara Calandrino della Cooperativa Piccolo Teatro e da Cristian Pirrone del Centro Neapolis.

Durante l’incontro la Consigliera Giovanna Melodia ha annunciato una mozione di indirizzo condivisa da tutto il consiglio comunale avente ad oggetto il conferimento della cittadinanza onoraria al giornalista Paolo Borrometi. Una notizia accolta con un lungo applauso dai cittadini presenti. “Questa sorpresa mi emoziona molto. Sono davvero onorato di poter essere un vostro concittadino. Grazie a tutta l’Amministrazione e al Consiglio Comunale” – ha affermato commosso.
Borrometi, rispondendo alle domande del moderatore Alessandro Cacciato, ha iniziato il dibattito ricordando la figura di Giovanni Spampinato, giornalista ucciso a soli 27 anni a Ragusa nel 1972. Una vittima per anni dimenticata. Il suo omicidio, come in altri casi, ha subìto il mascariamento, il silenzio. “Questione di fimmini”, un modo per archiviare la vicenda e dimenticarlo per sempre. Oggi Spampinato, come ha ricordato Paolo Borrometi, rappresenta un esempio di giornalismo di inchiesta vero, serio e concreto.  “Lui era un giornalista libero che faceva nomi e cognomi. La stampa in Italia è sotto attacco da oltre vent’anni, ma non è tutta uguale. Chiaramente non bisogna generalizzare, né in positivo né in negativo. Spampinato raccontava la provincia di Ragusa, la provincia con il più alto numero di sportelli bancari, superiore addirittura a Palermo e Milano. Ha osato fare nomi pesanti e per questo ha pagato con la vita. Così come Peppino Impastato. Se io oggi faccio il giornalista è grazie ai suoi insegnamenti. Per questo vi chiedo di “adottare” simbolicamente lui e la sua storia, combatteva per il futuro della sua terra, la nostra terra, dannata, ma meravigliosa.” Borrometi ha inoltre ricordato il giornalista italiano Antonio Megalizzi, rimasto ucciso nell'attentato di Strasburgo lo scorso 11 dicembre.

“Dobbiamo imparare anche a cambiare la narrazione delle mafie, cambiare anche termini. Uomini d’onore? Che onore può avere qualcuno che scioglie un bambino nell’acido?”- ha aggiunto rispondendo alle domande del moderatore.  Borrometi ha ricordato anche quando in una scuola una madre si lamentava dell’incontro tra il giornalista e i ragazzi perché lo riteneva un “soggetto pericoloso” da non far entrare a scuola. “Sono i boss mafiosi ad essere pericolosi, così come i politici che con loro fanno affari. Io sono solo un cittadino che fa il proprio dovere. È importante fare i nomi e i cognomi perché sono soggetti che fanno affari sulle nostre spalle e sulle nostre vite”.
Prima di raggiungere il Centro Congressi Marconi, accompagnato dai componenti dell’amministrazione, ha fatto visita alla casa di Babbo Natale, un luogo per i più piccoli realizzato in un immobile confiscato all’imprenditore “re del vento” Vito Nicastri. “Vedere che tanti bambini oggi giocano in quel bene è fantastico. È il modo più bello per ricordare Pio La Torre e la legge Rognoni-La Torre sul sequestro dei beni alle mafie. In quell’immobile lo Stato ha vinto e merita di essere visitato perché rappresenta il simbolo di riscatto di un territorio.”
 “Non sono i lividi e i segni indelebili sul mio corpo che porterò con me per sempre che fanno più male, – ha sottolineato Borrometi raccontando della brutale aggressione subita alcuni anni fa – ma l’indifferenza, l’isolamento e la delegittimazione. Ricordo che all’indomani dell’aggressione, che mi è costata una menomazione alla spalla destra, sembrava come se la responsabilità fosse mia e non del carnefice.”

“Nonostante tutto non ho mai smesso di raccontare. Il giornalista ha un dovere fondamentale: raccontare i fatti. Perché un Paese può cambiare solo se è informato. Il cambiamento – ha sottolineato - quindi passa attraverso la cultura e l’informazione. Io ho fatto solo il mio dovere.”
“È inaccettabile – ha aggiunto - che in Sicilia un ex Presidente della Regione condannato per reati di mafia sia stato invitato a parlare nella sala intitolata a Piersanti Mattarella, Presidente ella Regione ucciso dalla mafia, all’Ars. È accaduto, ed è incredibile.”
Infine ha rievocato quel 10 aprile 2018, il giorno in cui apprese del piano di morte nei suoi confronti. Quel giorno Paolo era atteso al Festival Internazionale di Giornalismo di Perugia, e si apprese la notizia in diretta. Per lui la mafia aveva pronta un’auto bomba che doveva essere piazzata fuori da una scuola al termine di un incontro con gli studenti. I mafiosi, intercettati, dicevano di voler fare “una mattanza”. “Non viene minacciato solo il giornalista, ma la minaccia è contro la libertà di informazione, cioè contro chi legge, i lettori. Noi non abbiamo bisogno di eroi, ma soltanto di buoni cittadini.  La nostra è una terra meravigliosa e una minoranza rumorosa non può infangarla. Ognuno di noi deve essere l’esempio di se stesso. Perché in fondo non è tutto perso, abbiamo bisogno di costruire insieme  e fare squadra per non lasciare questa terra nelle loro mani.”

Paolo Borrometi inoltre ha ringraziato le forze dell’ordine presenti per il loro prezioso lavoro quotidiano e i ragazzi della scorta che rischiano la propria vita ogni giorno per proteggerlo. “La vita sotto scorta è un inferno. Mi sento un recluso, ma sono libero. Mi guardo allo specchio e vedo una persona pulita. La vera libertà è quella di pensiero. Ricordatevi che il nostro Paese non ha bisogno di eroi, ma di cittadini che facciano il loro dovere. La legalità è un percorso di costante impegno.”

giovedì, giugno 14, 2018

Castellammare: parole, ricordi e musica in memoria di Gaspare Palmeri, vittima innocente della mafia


CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Parole, ricordi e musica in memoria del castellammarese Gaspare Palmeri, vittima innocente della mafia. Un momento per ricordare la figura dell’operaio forestale ucciso da innocente durante un agguato da parte dei corleonesi il 18 giugno 1991. Recentemente a Gaspare è stata intitolata una via di Castellammare.
In questi anni di Gaspare Palmeri si è parlato molto, in particolare nelle scuole. La sua memoria è viva e continua a camminare nei ricordi e nelle parole dei figli Giovanni e Filippo, da anni attivi con l’Associazione Libera.
Quest’anno, a 27 anni dalla sua uccisione, verrà ricordato dalle associazioni Castello Libero Onlus e “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” presidio “Piersanti Mattarella” di Castellammare del Golfo. 

“Parole, ricordi e musica per rinnovare l'impegno a non dimenticare Gaspare e per far sì che quello che è successo a lui non accada più a nessun altro”, affermano dall’associazione Libera. Sarà un momento per fare memoria ma soprattutto per rinnovare un impegno comune che impegna tutti come cittadini. La manifestazione avrà luogo nella zona pedonale di Corso Garibaldi il 18 giugno. La giornata si articolerà con il seguente calendario: Ore 18:00 Percorso visivo in ricordo di Gaspare Palmeri; Ore 19:30 Parole e ricordi su Gaspare, Ore 20:45 Live music con i Pop Corn Band.


mercoledì, maggio 23, 2018

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venerdì, aprile 20, 2018

Libera commenta la sentenza del processo Trattativa Stato- Mafia

"Finalmente si scrive una pagina di verità e giustizia su uno dei periodi più oscuri della nostra Repubblica".

“Dopo cinque anni finalmente si scrive una pagina di verità e giustizia su uno dei periodi più oscuri della nostra Repubblica.La sentenza conferma che la trattativa c'è stata, un risultato importante nell' accertamento di primo grado. Il nostro pensiero va ai tanti familiari delle vittime innocenti delle mafie consapevoli che la sentenza certamente non ripaga le loro ferite e il loro dolore. Questa sentenza invita tutti a continuare ad impegnarci sempre di più con corresponsabilità e maggiore consapevolezza per liberare il nostro paese dalle mafie e dalla corruzione. Libera si è costituita parte civile del processo e ha seguito tutte le udienza per stare vicino ai magistrati, non li abbiamo lasciati soli perché non si costruisce giustizia senza la ricerca della verità.” In una nota Libera commenta la sentenza del processo Trattativa Stato- Mafia.

Tratto dal sito Libera.it

venerdì, marzo 30, 2018

La memoria ritrovata


Se un tempo la mafia era un tabù, oggi nelle scuole c’è maggiore consapevolezza


CASTELLAMMARE DEL GOLFO. In questi giorni alcuni soci delle associazioni Libera e Castello Libero Onlus sono andati in giro per le scuole di Castellammare per incontrare gli studenti su temi che riguardano la legalità e le iniziative in occasione del 21 marzo scorso. Incontri importanti, che hanno permesso a studenti delle scuole medie e superiori di ascoltare le storie delle vittime innocenti delle mafie e le attività dell’associazione Libera. Incontri che negli anni sono stati sempre più frequenti perché, come affermano i ragazzi di Libera, è da lì, dalle aule scolastiche, che si costruiscono le nuove coscienze. Per poter sperare in un futuro migliore occorre cambiare il presente. Non è un luogo comune. I ragazzi non sono solo il futuro, sono soprattutto il presente.
La cosa che più ha colpito è la conoscenza, da parte di molti studenti, delle storie dei castellammaresi vittime innocenti delle mafie. In ogni scuola, il nome di Gaspare Palmeri, ucciso nel 1991, non è nuovo. “Si lo conosciamo, ne abbiamo parlato in classe” – ha dichiarato un ragazzo della scuola media. “Era amico di mio padre, gli hanno intitolato pure una via qui a Castellammare” – spiega un altro. E finiscono per spiazzare i relatori. Un tempo era impensabile, non si parlava di mafia, figuriamoci delle vittime innocenti delle mafie. Perché Gaspare Palmeri è una vittima innocente e, come ha giustamente sottolineato un socio di Libera, non si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato. Erano i mafiosi nel posto sbagliato. E in realtà lo sono ancora.
Anche nelle scuole superiori il discorso non cambia: “Si, conosciamo la storia di Gaspare, abbiamo incontrato il figlio Giovanni qualche settimana fa”. È molto significativo. Sicuramente testimonia il gran lavoro che viene fatto nelle scuole da pare di insegnanti e dirigenti, sempre più attenti, negli ultimi anni, alla diffusione di certi valori. Ma di pari passo si registra anche l’interesse crescente di molti ragazzi per queste storie. E questo si ripete anche quando si fa il nome del capitano Paolo Ficalora, anche lui un castellammarese vittima innocente di mafia. I ragazzi annuiscono, lo conoscono. Oggi la famiglia Ficalora vive a Palermo, ma a Castellammare in molti si ricordano e i ragazzi conoscono la via a lui intitolata. “Si, sappiamo chi è, anche lui è stato un innocente ucciso dalla mafia” – spiega qualcuno. Paolo Ficalora era un Capitano di lungo corso che aveva iniziato la sua attività di affittacamere nei pressi di Scopello.  È stato ucciso nel 1992 davanti casa, a pochi passi da Guidaloca. Chi lo ha conosciuto descrive un uomo buono, gentile, sempre disponibile, in poche parole “un ottimo vicino di casa, ho davvero bei ricordi di lui” – spiega chi lo ha conosciuto da vicino. E i ragazzi conoscono queste storie, annuiscono. Sorridono.
mafia nel 1985 a Pizzolungo mentre andavano a scuola. I ragazzi conoscono anche questa storia. “A Castellammare la biblioteca comunale porta i loro nomi” – dice qualcuno. È vero. Castellammare gli ha dedicato la biblioteca. Un luogo di cultura in memoria dei gemellini Asta, 6 anni, e la madre Barbara, tragicamente spazzati via dalla ferocia stragista della mafia. Mutuando il concetto di prima, Giuseppe, Salvatore e Barbara non erano nel posto sbagliato al momento sbagliato. Non hanno “accidentalmente” fatto da scudo all’auto su cui viaggiava il magistrato Carlo Palermo. No. Loro erano nel posto giusto, stavano andando a scuola come tutti.  Era la bomba ad essere fuori posto. Non doveva esserci proprio. Perché chi piazza una bomba in quel posto e a quell’ora conosce bene le potenziali vittime. I mafiosi non dovevano esserci proprio sul quel tratto di mare a pochi chilometri da Trapani.
Poi c’è Piersanti Mattarella, il castellammarese Presidente della Regione Siciliana ucciso dalla mafia nel 1980. I ragazzi conoscono anche questa storia. In alcuni casi hanno anche la scuola intitolata a lui. “Era il Presidente gentiluomo dalla carte in regola” – dice qualcuno. La memoria, quindi, è stata ritrovata. A distanza di moltissimi anni, finalmente, sempre più si parla di queste storie. Sempre più se ne parla nelle scuole.
È segno di una generazione che sta cambiando in positivo. Non sono più fatti lontani oltre un quarto di secolo, sono attuali, e i ragazzi hanno acquisito consapevolezza. Lo dobbiamo a chi ha perso la vita. Lo dobbiamo a Barbara Rizzo, Salvatore e Giuseppe Asta, Piersanti Mattarella, Paolo Ficalora, Gaspare Palmeri e tutti gli altri.  Ma soprattutto lo dobbiamo a quelle persone, come Ficalora e Palmeri, per anni etichettati come “vittime di serie b”, quindi vittime una seconda volta del meccanismo diabolico della “diffidenza”, del “mascariamento”. “Sono stati uccisi? Beh, ci sarà stato un motivo, saranno stati vicini a qualcuno…”, si diceva un tempo. No. Non lo sono stati. Dopo tanti anni è stato dimostrato: sono vittime innocenti della mafia. Non avevano nulla a che fare con i mafiosi. Questa memoria ritrovata serve a restituire, in minima parte, l’affetto della società civile che per anni è mancato. Un affetto per troppi anni negato. Dalla mafia prima, dall’indifferenza poi. Lo dobbiamo a loro e ai loro familiari. Coltiviamo questa memoria, non perdiamola di nuovo.

Articolo tratto da Alqamah.it 

mercoledì, marzo 28, 2018

Gli studenti dell’Istituto Mattarella-Dolci incontrano Libera Castellammare


CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Si è svolto questa mattina un incontro tra i ragazzi del presidio di Libera “Piersanti Mattarella” di Castellammare del Golfo, l’associazione Castello Libero Onlus e gli studenti dell’Istituto Mattarella-Dolci di Castellammare. 
L’incontro, all’interno di un’assemblea di istituto, ha permesso agli studenti di dialogare con i rappresentanti delle due associazioni sui temi che riguardano la memoria delle vittime innocenti delle mafie, la gestione dei beni confiscati e in particolare sul lavoro nei terreni strappati alla criminalità. Su quest’ultimo tema i ragazzi hanno dialogato con Vito Mazzara della Cooperativa “Rita Atria” Libera Terra che opera nei terreni confiscati alla mafia a Castelvetrano. Nella cooperativa si produce grano, olio, ceci, e molti altri prodotti biologici della terra, con il prezioso lavoro di cittadini in difficoltà nei terreni che furono di Totò Riina. Presenti, oltre a Vito Mazzara, i soci delle due associazioni Domenico Grassa, Roberto Odisseo e Emanuel Butticè che hanno spiegato come Libera promuove il riutilizzo sociale dei beni confiscati (come nel caso bene confiscato di Castellammare del Golfo in contrada Crociferi).

 Quello di oggi è solo l’ultimo di una serie di incontri in giro per le scuole del territorio, un modo per “seminare il seme” della legalità e diffondere i principi di giustizia sociale, memoria, rispetto per i beni comuni e, soprattutto, impegno quotidiano. Perché come dice don Luigi Ciotti: “è il NOI che vince”.







mercoledì, marzo 21, 2018

Castellammare, gli alunni del plesso “Crispi” ricordano le vittime innocenti delle mafie


CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Questa mattina presso la scuola “Francesco Crispi” di Castellammare del Golfo gli alunni delle classi quinte e alcuni della prima media del plesso “Pitrè” hanno incontrato i referenti del locale presidio di “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” intitolato a Piersanti Mattarella. I ragazzi, in occasione del 21 marzo, primo giorno di primavera ma anche la giornata nazionale in memoria delle vittime innocenti delle mafie, hanno organizzato un piccolo momento di ricordo. In particolare i referenti di Libera hanno puntato l’accento sulle iniziative portate avanti dall'associazione in questi anni e hanno ricordato le storie di alcune vittime innocenti, tra questi i castellammaresi Piersanti Mattarella, Gaspare Palmeri e Paolo Ficalora.  Gli studenti, guidati dalle insegnanti Anna Maria Varvaro, Rossella Barbara, Angela Poma e Vincenza Pirrello, hanno dialogato con i referenti del presidio di Libera Roberto Odisseo e Domenico Grassa. Ma è stato anche un momento per ricordare la storia di Barbara Rizzo e dei suoi due gemellini Giuseppe e Salvatore Asta. Storie che si uniscono a quel lungo elenco composto da oltre 950 vittime innocenti. Un momento di memoria e di impegno collettivo che oggi si svolge contemporaneamente in tutta Italia. Un cammino tracciato nel segno della legalità.









sabato, marzo 17, 2018

“La composizione della crisi da sovraindebitamento”, convegno al Castello Arabo Normanno di Castellammare


CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Giovedì 22 marzo 2018 si terrà al Castello Arabo Normanno di Castellammare del Golfo un convegno dal titolo “La composizione della crisi da sovraindebitamento. Istituzione dello sportello di informazione sul sovraindebitamento presso il Comune di Castellammare del Golfo”.
L’evento è organizzato dall’Organismo di Composizione della Crisi da sovraindebitamento di Trapani istituito presso l’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Trapani in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Trapani.
L’incontro è un modo per inaugurare ufficialmente lo sportello distaccato dell’OCC attivato presso il Comune di Castellammare del Golfo, nonché per dare ampia diffusione alla disciplina della gestione della crisi.
La gestione della crisi da sovraindebitamento nasce con la legge n. 3/2012 con l’intento di consentire ai soggetti non fallibili di poter ripianare la propria situazione debitoria ed ottenere l’esdebitazione.
Dunque i soggetti coinvolti sono gli imprenditori non soggetti al fallimento ma anche e soprattutto i privati cittadini.
Il risultato finale della procedura è quello di consentire al soggetto sovraindebitato il cosiddetto “fresh start”, un nuovo inizio che gli possa consentire di riprendere in mano la propria vita in tutta serenità.
L’evento è patrocinato dal Comune di Castellammare del Golfo e dalle associazioni Castello Libero Onlus, Libero Futuro, Associazione Antiracket Antiusura Castellammare del Golfo.
L’evento è accreditato presso l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Trapani e presso l’Ordine degli Avvocati di Trapani per il riconoscimento dei crediti formativi obbligatori.

PROGRAMMA
 17:00
Registrazione partecipanti
17:30
Saluti di benvenuto Nicolò Coppola – Sindaco del Comune di Castellammare del Golfo
Antonio Mercadante – Assessore Comune di Castellammare del Golfo
Mario Sugameli – Presidente ODCEC di Trapani Pietro Bruno – Referente OCC di Trapani
Umberto Coppola – Presidente Ordine degli Avvocati di Trapani
Ornella Navarra – Presidente Associazione Castello Libero ONLUS
Enrico Colajanni – Referente Associazione Libero Futuro Castellammare del Golfo
Sebastiano Cruciata – Presidente Associazione Antiracket Antiusura Castellammare del Golfo
18:00 Inizio lavori
Moderatore Piero Rotolo
18:05 Pietro Bruno
Introduzione al tema del sovraindebitamento e approfondimento sul requisito della “meritevolezza”
18:15 Mirko Di Maria
I presupposti soggettivi per l’accesso alla procedura Le diverse procedure previste dalla legge n. 3/2012 e il ruolo dell’OCC
18:30 Giusy Bosco
Analisi di un caso concreto 18:45 Marinella Raneri Rapporto tra procedure esecutive e sovraindebitamento
19:00 S.E. Pietro Maria Fragnelli Vescovo di Trapani
Conclusioni

venerdì, marzo 02, 2018

Le Associazioni Castello Libero e Libera incontrano gli studenti dell’Istituto “Pitrè-Manzoni”


CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Si è svolto questa mattina il primi di una serie di incontri promossi dall’Istituto “Pitrè-Manzoni” di Castellammare del Golfo sui temi “legalità e beni confiscati alle mafie”. Nel primo incontro gli studenti hanno incontrato alcuni rappresentanti dell’Associazione Castello Libero Onlus e del locale Presidio di Libera “Piersanti Mattarella”  per trattare l’argomento “Riutilizzo sociale dei beni confiscati”. I ragazzi nel corso dell’anno scolastico hanno studiato il tema e hanno rivolto tantissime domande ai ragazzi delle associazioni. In particolare si è parlato di come si è arrivato negli anni al sequestro e poi alla confisca dei beni dei mafiosi con la Legge n. 646/1982 (Rognoni – La Torre) e successivamente a quella promossa da Libera nel 1996, la legge 109, sul riutilizzo sociale di questi beni.
I ragazzi hanno dialogato con alcuni rappresentanti delle 2 associazioni Vincenzo Desiderio, Roberto Odisseo e Giuseppe Provenzano che hanno raccontato la loro esperienza con il bene confiscato alla mafia di Contrada Crociferi, ristrutturato con fondi della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 2014, gestito insieme al gruppo Scout AGESCI Castellammare 1 e l'associazione Antiracket e Antiusura locale, oltre alle due associazioni già citate. Nei prossimi giorni, oltre ad altri incontri promossi dalla scuola, gli studenti andranno a fare visita al bene, piantando simbolicamente alcuni fiori nella aiuole del terreno.

Alla fine del progetto i ragazzi realizzeranno un cortometraggio le cui scene saranno girate all'interno del bene confiscato di Contrada Crociferi.



giovedì, marzo 01, 2018

Le proposte "Libera Formazione" per le scuole verso il 21 marzo 2018

Libera propone alle scuole alcune tracce di lavoro e materiali di approfondimento per accompagnare studenti e docenti nell'approfondire il tema della terra, della giustizia e dei diritti.
A partire dalla parola chiave e dallo slogan della XXIII Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, "Terra, solchi di verità e giustizi", Libera propone alle scuole alcune tracce di lavoro e materiali di approfondimento per accompagnare studenti e docenti nell'approfondire il tema della terra, della giustizia e dei diritti verso il 21 marzo prossimo.
La proposta si articola in 4 aree tematiche, di seguito elencate con i possibili percorsi da sviluppare (n.b. i percorsi, qui elencati in maniera puntuale, presentano numerosi collegamenti che permetteranno anche di sviluppare un lavoro a cavallo delle aree).
1. DIRITTI E DIGNITA' DELLE PERSONE
- diritto al lavoro
- diritto alla mobilità
- diritto all'amore
- diritto alla conoscenza
- diritto al gioco
- diritto al futuro
2. MAFIE
- approfondimento e conoscenza dei fenomeni mafiosi in Puglia
- mafie, violenza mafiosa e controllo del territorio
- legami mafiosi vs legami civili e di comunità 
3. AMBIENTE
- ecomafie
- agromafie e filiera alimentare
- diritto alla salute e a un ambiente sano 
4. MEMORIA
La memoria rappresenta l'elemento comune e trasversale alle aree proposte. Come per l'anno passato utilizzeremo la formula di far adottare una storia alle classi aderenti che sia in qualche modo collegata al tema scelto e aiuti i ragazzi ad approfondirlo e a rielaborarlo partendo dall’incontro con la vita della vittima innocente.
IL SIMBOLO
Chiederemo agli studenti di realizzare un segno materiale che rappresenti il percorso di memoria intrapreso verso il 21 marzo, coerente con lo slogan. Abbiamo pensato di proporre la realizzazione di una pianta (vera e propria da coltivare/curare a scuola, in particolare per i più piccoli, oppure realizzata e rappresentata con altri materiali).
La scelta è dovuta a quanto di positivo questo simbolo evoca:
le radici, l'appartenenza a un territorio, le sue culture, le sue storie, l'identità, tra dimensione individuale e collettiva;
la vita, la crescita e la necessità di curare ciò che è prezioso, con un parallelo con l'idea di memoria che stiamo sempre più coltivando;
il legame e l'armonia tra le parti, la pianta come simbolo di una comunità nella quale tutti gli individui si sentano parte attiva di un unico NOI.