mercoledì, marzo 27, 2013

Li chiamiamo clandestini.

foto denaro.it
Camminando per le strade di ogni paese, ci rendiamo sempre più conto di quanto siamo diventati multietnici. L’Italia da anni è diventata “rifugio” per molti immigrati che giungono nel nostro Paese per trovare fortuna, o meglio per cercare di avere una vita migliore di quella che il loro Paese non puo' più garantire. Molti sono rifugiati politici provenienti prevalentemente dal nord Africa, quindi dai paesi del Maghreb. Tunisini, marocchini, libici… tutti in cerca di lavoro o qualcosa di simile per sopravvivere. Ma non sono solo loro a giungere in Italia, ci sono anche cinesi, indiani, bengalesi, rumeni, tutti con storie diverse ma nello stesso tempo molto simili.
Spesso incrociamo per strada il loro sguardo ma non ci interessa affatto quello che hanno da dirci, specialmente se vogliono lavarci il vetro della macchina, oppure cercano di venderci fazzoletti, accendini, ombrelli, li trattiamo con indifferenza. Per molti sono solo clandestini che non vogliono lavorare onestamente. È proprio questa la frase che sentiamo dire spesso a chi parla di loro in giro per le città; ma nessuno, o meglio quasi nessuno, ha mai provato a chiedere loro qualcosa, o semplicemente il proprio nome. Sicuramente a qualcuno non interesserà leggere queste righe che cercano di raccontare delle storie molto vicine alle nostre ma che per abitudine ormai ci negano e vengono ignorate. Storie di uomini e donne, storie di bambini, ragazzi, studenti e non, fuggiti dalla propria casa in cerca di un cambiamento. Molte ragazze, come abbiamo potuto apprendere dalle cronache più recenti, finiscono per entrare in giri di prostituzione, altre schiave. Come finiscono schiavi gli uomini e i giovani che lavorano nei campi di agricoltori italiani e anche siciliani, per la racconta di arance, limoni, pomodori, tutti costretti in schiavitù.
Per noi molti di questi che incrociamo per strada sono solo clandestini che non meritano la nostra attenzione. Ma pensando ciò tralasciamo un importante fattore. Questa forte immigrazione verso l’Italia, o comunque verso l’Europa, è la stessa che ci ha colpito negli ultimi anni del 800 e poi nei primi del 900 quando una gran numero di uomini e donne si spostarono dall’Europa verso l’America in cerca di fortuna.
Fortuna condivisa con chi restava nel paese d’origine. Questo ha permesso la diffusione dell’alfabetismo e della cultura. Oggi sta accadendo la stessa cosa. Chi fugge dal proprio paese per raggiungere il nostro, lo fa per disperazione e per garantire una vita dignitosa a figli e nipoti rimasti nel paese d’origine e che vivono in situazioni di assoluta povertà. Per molti aspetti questo succede anche in Italia, visto che la povertà è cresciuta a dismisura in questi ultimi anni (e continua a crescere). Spesso chi giunge nel nostro Paese si accontenta dei lavori più umili, per alcuni addirittura considerati sporchi. Badanti, muratori stranieri, si accontentano di poco, quello che per noi è diventato poco. Ecco anche spiegato “l’odio” verso molti di essi, accusati, a dire di molti, di rubare il lavoro agli italiani. Spesso non ci rendiamo conto che quando additiamo
queste persone nello stesso tempo, indirettamente, accusiamo i nostri nonni, bisnonni, parenti lontani e recenti, che in passato hanno lasciato il Paese per cercare fortuna altrove. I grandi processi di emigrazione che hanno interessato l’Europa il secolo scorso, hanno portato anche alla meridionalizzazione del nord.
Oggi invece viviamo nel paradosso, i meridionali del nord disprezzano il sud, considerandolo una palla al piede, ripudiando così la propria terra d’origine.
I flussi di migrazione, oggi, spostano milioni di persone dai paesi più disagiati verso i paesi europei, soprattutto Italia, Francia, Spagna, Germania e Inghilterra. Questi enormi flussi portano, oltre alle famiglie disperate, anche le organizzazione criminali del luogo che spesso entrano in conflitto o in collaborazione con le organizzazioni criminali locali come la camorra, la mafia e la ‘ndrangheta. Oggi infatti la mafia cinese in Italia è fortissima.
Tornando a parlare dalle tante storie che ci scorrono veloci ogni giorno davanti agli occhi, vorrei cominciare con quella di M. A. B. giovane ventunenne che vive a Palermo da circa 2 anni. Giunto dal Bangladesh da solo, trascorre le sue giornate alla stazione centrale di Palermo vendendo oggetti di vario genere. La sua è sicuramente una storia molto particolare. Infatti racconta di aver iniziato gli studi di Scienze Politiche presso la National University in Dhaka, ma a causa di una grave crisi che ha colpito la sua famiglia è stato costretto a emigrare in cerca di fortuna. Lui avrebbe voluto tanto proseguire gli studi, ma la famiglia non poteva più permettergli la retta universitaria, così costretto ad abbandonare comincia la sua avventura nelle città italiane. Oggi guadagna circa 10/20 euro al giorno, appena sufficienti per garantirgli un vita più o meno dignitosa. Suo padre pensionato, sua madre non ha trovato lavoro e suo fratello si arrangia in qualche modo lavorando in Bangladesh. Quando racconta la sua storia, si vede chiaramente la sofferenza con cui parla della sua terra e della sua famiglia, triste di essere così distante. Non era questa la vita che sognava. Mi confida che avrebbe tanto voluto continuare l’Università e continuare la sua vita bangladese.
Poi c’è S. D. giovane camerunense che gira per i vari supermercati di Palermo aiutando a spingere i carrelli carichi di borse per la spesa fino alle auto e porta anche le borse dei clienti fino a casa in cambio di qualche moneta. Anche lui è partito da casa giovane perché il padre non riusciva più a sfamare la sua famiglia.
A Milano tra Piazza Duomo e il Castello Sforzesco, vende braccialetti Said, giovane malese che ha girato quasi tutte le città italiane: Napoli, Trapani, Palermo, Roma e tante altre. Ha tanti fratelli, tutti divisi tra Italia e Francia. Da quando è partito dal Mali non è mai riuscito a tornarci.
Altrettanto simile è la storia di A.B. ragazzo di 29 anni che da poco più di un anno vive a Palermo dopo aver trascorso qualche tempo a Torino, Grosseto, Salerno e altri centri italiani, vendendo, come molti altri, oggetti di vario genere. Anche lui vorrebbe tornare nel suo paese, il Bangladesh, ma non ha la possibilità economica. Ha cercato un lavoro più o meno fisso a Palermo, ma non è riuscito a trovarlo.
Adesso è costretto a vendere ombrelli e accendini alla stazione centrale, ogni giorno dalla mattina alla sera, riuscendo a racimolare il minimo per sopravvivere (circa 10/20 € al giorno). Racconta delle sue giornate, tutte uguali fin dalle prime luci del mattino. Dopo la colazione e la preghiera si reca in Stazione, a pranzo mangia riso con altri suoi connazionali e dopo nuovamente in Stazione fino a sera. Cena nuovamente a base di riso e dopo la preghiera dorme qualche ora prima di tornare in Stazione. Non ha saputo spiegarmi dove dormisse, non c’è riuscito, o forse non l’ho capito io. Sarà stato davvero troppo complicato da spiegare.
Emanuel Butticè

lunedì, marzo 25, 2013

I giovani di cambiamenti aprono la prima web radio a Castellammare del Golfo

Il gruppo giovani dell'Associazione culturale Cambiamenti, nuovo soggetto politico che intende partecipare alle prossime elezioni amministrative, ha aperto la prima web radio denominata Radio Cambiamenti. Tale canale radio si basa sull'idea di dare un libero spazio ove i giovani del paese possano esprimere le proprie idee, la propria creatività e le proprie esigenze, sempre più nell'ottica che oggi più che mai i giovani hanno la responsabilità di rendersi protagonisti della vita politica. Le esigenze dei giovani di cambiamenti rimbombano come un eco nel paese, sempre più nella convinzione che non bisogna considerarli il futuro del paese, ma come il presente. Si dicono di loro che sono giovani, ma essi precisano che essere giovani non significa essere sprovveduti, e di fatto lo stanno dimostrando realizzando una vera e propria rivoluzione culturale e politica nel nostro paese, una ventata di novità che sta facendo risvegliare tante coscienze assopite. L'idea di aprire una radio mi fa ricordare chi lo ha già fatto in passato, in particolare mi fa ricordare un giovane di Cinisi che aveva il coraggio di parlare, di comunicare con i propri cittadini e che utilizzava quel mezzo come strumento di libertà..... si.... era lui.....Peppino Impastato.....capisco che il paragone è enorme e fa spaventare.....ma non posso fare a meno di farlo.... sperando che questa volta la cittadinanza dimostri di stare vicino a questo gruppo di giovani che esprimendosi liberamente stanno realizzando un vero e proprio cambiamento.

Non ti scordar di me!

Non Ti Scordar - LOCANDINA 2013

giovedì, marzo 21, 2013

AddioPizzo incontra le scuole castellammaresi



CASTELLAMMARE - Domani alle ore 9:30 presso l’aula magna dell’Istituto Piersanti Mattarella – Danilo Dolci sarà presentato il progetto “Fai la differenza – Contrasta il pizzo e promuovi la legalità con il consumo critico,” organizzato dall’associazione AddioPizzo e Libero futuro impegnate nell’assistenza agli imprenditori vittime di richieste di estorsione e di usura. Il progetto rientra nel Pon Sicurezza per lo sviluppo obiettivo convergenza 2007 – 2013 rete di consumo critico “Pago chi non paga”. Con l’occasione sarà inaugurato a Castellammare il percorso che identificherà la “PRIMAVERA ANTIRACKET” che si concluderà a maggio con la settimana della legalità.
“L'idea è quella di intraprendere un percorso culturale con le scuole dove i ragazzi saranno protagonisti attivi nello sviluppo della consapevolezza che siamo tutti artefici della nostra libertà di cittadini e consumatori.
Se un cittadino acquista presso un commerciante che paga il pizzo indirettamente finanzia l'organizzazione mafiosa rendendosi di fatto complice di condotte criminose. Il consumo critico dunque mira ad orientare gli acquisti presso i negozi che hanno detto NO al pizzo per sostenerli e promuovere un' economia sana e legale. Solo un cittadino responsabile, unito ad azioni collettive sostenute dalle istituzioni, acquisterà la forza per togliere il controllo del territorio alle organizzazioni mafiose costruendo un futuro di legalità e progresso. E se anche non si paga il pizzo o non ancora, l’adesione alla campagna rappresenta una denuncia preventiva che comunque identifica gli intendimenti del soggetto che aderisce. Il consumo critico è dunque un forte strumento di lotta.”
Interverranno, in qualità di relatori:
· Ing. M. Bresciani Sindaco di Castellammare del Golfo
· Enrico Colajanni Presidente di Libero Futuro
· Nicola Clemenza Referente provinciale di Libero Futuro
· Sebastiano Cruciata Presidente Associazione Antiracket Castellammare
· Autorità locali
· Rappresentanza delle Forze dell'Ordine
· Seguiranno interventi delle scolaresche
· Moderatore Prof.Pietro Rotolo dell'istituto Piersanti Mattarella – Danilo Dolci.

Quando il treno diventa un incubo.

CASTELLAMMARE – Sappiamo tutti quali sono le condizioni dei trasporti siciliani, disperate può sembrare riduttivo. I siciliani sono sempre gli ultimi. Ultimi che non saranno mai primi, se si continua su questa strada.
Per chi viaggia ogni giorno dalla stazione di Castellammare del Golfo, il treno non è solo un miraggio, ma piuttosto, troppo spesso, può essere definito un vero e proprio incubo. I pendolari castellammaresi sicuramente non sono soddisfatti di come vengono trattati da Trenitalia che ogni giorno riserva per loro sorprese sempre più assurde.
Sono tante le storie di chi ogni giorno cerca disperatamente di prendere il treno da Castellammare per raggiungere la vicina Palermo. Studenti, lavoratori, tutti lamentano gli stessi disagi. Le segnalazioni e i racconti, a volte simili alle più fantasiose leggende metropolitane, sono davvero inverosimili.
Treni che scompaiono come fantasmi, treni che dovrebbero fare la fermata ma che inspiegabilmente passano dritto incuranti delle tante persone in attesa del treno che sbraitano nervosamente. Tutto questo già dalle cinque del mattino. Se il buon giorno si vede dal mattino…
Un classico è il treno soppresso all’ultimo minuto, anticipato dal nulla. Nessuna comunicazione, nessuna indicazione. Spesso Trenitalia manda un autobus per “rimediare” al danno; ma la cosa più assurda è che nessuno si preoccupa di comunicarlo ai viaggiatori. Nessuna comunicazione. Addirittura è capitato una volta che l’autobus mandato da Trenitalia restasse vuoto nonostante la stazione fosse piena di persone. Paradossalmente i passeggeri non sapevano che poco distante ci fosse un autobus che li avrebbe condotti alla stazione più vicina per prendere il treno. Quindi totale mancanza di comunicazione. Ma a questo punto ci si chiede: ma non c’è il capostazione? Certamente, ma non sempre è presente o più semplicemente non ha ricevuto nessuna informazione da Trenitalia. Alcuni ci dicono che vedere il capostazione è diventata una rarità. Uno studente ci racconta che in una delle sua rare apparizioni, il capostazione si sia addirittura infastidito per le continua domande sui treni soppressi all’ultimo minuto, rispondendo di non esserne informato e di non avere indicazioni dalla direzione. In poche parole, sbrigatela da solo.
È chiaro che non si può sopportare tutto questo. Com’è possibile che a Castellammare il capostazione non sia informato e disponibile a dare chiarimenti? O meglio, perché è così difficile trovarlo? E in sua assenza, non si dovrebbe annunciare qualcosa dai dispositivi acustici presenti in stazione? Domande che difficilmente avranno risposta.
Oggi sembra che ci siano delle interruzioni vicino alla stazione di Alcamo diramazione e quindi molti treni sono stati cancellati o sostituiti con autobus (dopo qualche giorno sono comparsi gli avvisi anche a Castellammare). Ovviamente non bisogna limitarsi soltanto a questa comunicazione, occorre informare di più i passeggeri su quello che succede e soprattutto sulle condizioni dei treni.
Molti pendolari, oggi, sono costretti a prendere l’autobus per Palermo da Alcamo (da Castellammare gli orari degli autobus per alcuni studenti sono davvero scomodi).
Siamo davvero la periferia d’Italia e purtroppo veniamo ancora trattati come cittadini di serie b, senza rispetto e senza garantire la minima assistenza. Siamo alle solite.
Emanuel Butticè (Pubblicato su alqamah.it)

lunedì, marzo 11, 2013

Cronache dall’inferno


Il nostro è un paese a prova di turista. Proprio così. In giro per il paese si possono ammirare enormi macchie scure che impregnano il terreno, i muri, le case, i portoni. Siamo un paese violentato dal fuoco. Non mi riferisco soltanto a quello estivo che ormai ripetutamente divora ettari ed ettari di boschi uccidendo la fauna locale, nell’indifferenza più totale. Questo, purtroppo, non importa a nessuno. Allo stesso modo, le enormi macchie di bruciato, di plastica, gomma, non importano a nessuno. Dopo qualche giorno ci facciamo l’abitudine. Diventano parte del quotidiano, della vita di tutti i giorni. Sono parte delle strade, del marciapiede, della nostra vita. Gli incendi dolosi che da mesi stanno soffocando il nostro meraviglioso paese, hanno sicuramente preoccupato i cittadini e lasciati spesso sgomenti davanti a quelle auto sventrate dalle fiamme. Ma dopo qualche giorno, dopo la rimozione dell’auto, cosa rimane? Una macchia nera che muta definitivamente la morfologia delle strade. Non sempre è facile parlare e raccontare la cronaca di questi atti criminosi. Soprattutto non è facile trovare un filo conduttore che lega questi eventi, spesso in rapida successione e sempre più violenti, che trasformano Castellammare in un inferno di fuoco, lasciando un segno indelebile nelle coscienze di molti. Invece è facile vedere turisti che fotografano queste strane macchie scure sparse per la città.
Il turista si sa è affascinato da queste attrazioni. Specialmente se prima di venire a Castellammare è passato da Palermo.
Proprio a  Palermo la situazione, ormai da tempo, sembra essere diventata una routine. Palermo è famosa per i suoi cassonetti bruciati, tanto che ormai passando per le strade di molti quartieri troviamo muri e strade completamente divorate dalle fiamme. Addirittura si possono chiaramente distinguere i tanti strati, magari identificando incedi meno recenti e più recenti. Ma la particolarità non è solo questa. Infatti nel famoso quartiere Ballarò, c’è qualcosa di unico, che non è facile vedere in altri posti. Camminando per le strade che scendono nella piazza principale, possiamo trovare un’infinità di motorini distrutti dalle fiamme ma non solo e buttati in mezzo alla strada. Sembrano scheletri, carcasse di animali morti da tempo. Trasmettono un senso di malinconia ma nello stesso tempo di stupore. In tutto gli angoli delle strade trovi queste carcasse di motorini magari rubati e depredati di tutti i pezzi, lasciando sul posto solo il telaio e qualche rottame. Purtroppo non è un racconto di fantascienza, quando vedi un turista che fotografa questo scempio, per un momento lo pensi pure, ma si tratta della realtà. La gente del posto non ci fa più caso, per loro è diventato un’abitudine, la quotidianità. Fanno lo slalom con le auto per schivarli senza stupore, ma con rassegnazione. Parcheggiano in doppia fila o in posti dove non si dovrebbe perché il parcheggio è occupato da qualche resto di motorino. Scendono dal marciapiede per evitare qualche pezzo con una tranquillità estrema, come se nulla fosse. Quindi ormai, sono entrati a far parte della comunità, del quartiere stesso, fanno parte della strada, e nessuno si è mai preoccupato di toglierle, giammai a denunciarli alle autorità competenti. Tornando al nostro caso, per fortuna non abbiamo carcasse in giro per il paese, ma il segno indelebile del fuoco sulle strade. Come rimane il segno in ognuno di noi, almeno nei castellammaresi che hanno a cuore il proprio paese.
Sperando che il turista non si fermi ad osservare una porta divorata dalle fiamme ma piuttosto rimanga affascinato dai nostri magnifici posti.
Emanuel Butticè

sabato, marzo 09, 2013

Le terre dell’amianto a Castellammare

CASTELLAMMARE – Ci troviamo nella statale 187, la strada che da Castellammare raggiunge Guidaloca e Scopello, quello che abbiamo di fronte è uno scempio. Rifiuti sparsi per i campi lungo le stradine laterali che scendono fino a Cala Bianca. Rifiuti di tutti i tipi e generi, dalle lastre di amianto, all’amianto spezzettato e sparso ovunque (pericolosissimo), a quello tagliato rigorosamente e inserito in cassette di legno per la frutta, in poche parole amianto ovunque. Le foto parlano chiaro, l’inciviltà, sembra non avere limite in un pese che si ritiene turistico e regna incontrastata. Oltre all’amianto ci sono cumuli di calcinacci e resti di piastrelle e sacchi di cemento che fanno pensare ad un’improvvisata discarica edile. Ma non solo. Bidoni arrugginiti chissà da quanti anni abbandonati, bidoncini con evidenti tracce di vernice lasciate al sole, resti di potatura, resti di materassi, suppellettili vari, mobili, copertoni di camion, persino un divano: Benvenuti a Castellammare del Golfo, paese del mare e delle discariche.
La strada nei periodi estivi è continuamente percorsa da turisti in auto e a piedi. È questo quello che devono vedere? È questo quello che vogliamo?
La civiltà di un paese passa anche da queste cose, che all’apparenza sembrano piccole, ma creano dei danni inimmaginabili. I controlli più o meno efficienti non bastano più, adesso occorre prima di tutto bonificare queste terre che ormai da anni vengono violentate da rifiuti velenosi e altamente nocivi per la salute pubblica. Sono tanti gli abitanti che passano per queste strade durante il giorno, anche mentre effettuavo le foto, nessuno si è degnato di uno sguardo, i rifiuti non esistono, magari ci sono sempre stati e quindi ormai sono entrati nella quotidianità di tutti. Se davvero amiamo questo paese non uccidiamo queste terre, perché non sono le terre di qualcun altro, sono le nostre.
Emanuel Butticè






















venerdì, marzo 08, 2013

L’associazione Cambiamenti presenta: “lo stato delle donne”



CASTELLAMMARE – il gruppo giovanissimi dell’associazione Cambiamenti in occasione della festa delle donne, organizzano un evento dal titolo “lo stato delle donne”. Si tratta di un’ incontro sullo stato delle donne e contro la violenza sulle donne che si svolgerà alle ore 17:30 presso l’aula consiliare. Saranno proiettati dei cortometraggi sulla figura della donna in Sicilia, in politica e nella società; seguiranno gli interventi della giornalista Annalisa Ferrante e di Maria Tesè. In contemporanea ci sarà una degustazione di torte preparate dagli stessi ragazzi dell’associazione.
Emanuel Butticè

giovedì, marzo 07, 2013

Continua la scia di fuoco a Castellammare.



CASTELLAMMARE - Sembra non avere tregua la scia di fuoco che ormai interessa Castellammare del Golfo da parecchi mesi. Questa notte è stato dato alle fiamme un autocarro in via Saragat, proprio di fronte al campo di calcio della chiesa di San Paolo. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco per spegnere l’incendio che ha completamente distrutto la cabina del mezzo  (come si vede dalla foto) e i carabinieri che indagano sull’accaduto. Ancora non si conoscono le generalità del proprietario.
Siamo in attesa di maggiori informazioni.

Emanuel Butticè (pubblicato su alqamah.it)

martedì, marzo 05, 2013

Giornata della donna: Ricco programma a Castellammare.


Scarpe  rosse a Firenze

CASTELLAMMARE - Ricco Programma per la festa delle donne a Castellammare del Golfo. L’ otto marzo si terrà uno spettacolo teatrale al teatro Apollo, un flash mob in piazza e delle scarpette rosse istallate lungo il corso Bernardo Mattarella. “Zapatos Rojos” (scarpe rosse) dunque, anche a Castellammare del Golfo, sulla scia delle tante manifestazioni seguite all'invito dell'artista messicana Elina Chauvet. Le scarpe formeranno “un percorso di donne assenti”, di quelle, cioè, “rimaste vittima della violenza degli uomini”. Per questo motivo l’amministrazione invita tutti a collaborare alla realizzazione dell'installazione, portando scarpe non più utilizzate. Nel pomeriggio, tra corso Garibaldi e corso Mattarella ai “quattro canti”, è previsto un flash mob diretto da Antonio Crimi: una danza globale che riprende il flash mob mondiale One Billion Rising, contro la violenza sulle donne. Sempre per l’otto marzo, l'assessore alle Pari Opportunità Alessandra D'Aguanno e i Rotaract Club della Zona Draepanum, per sensibilizzare sul tema della violenza nei confronti di donne e bambini, promuovono, alle 20,30, al teatro Apollo, lo spettacolo “Taddrarite”, commedia in atto unico, scritta diretta ed interpretata da Luana Rondinelli. Ingresso ad offerta. I fondi saranno destinati al progetto del distretto “Nemmeno con un fiore”, finalizzato ad assistere e sostenere le donne vittime di violenza, ospitate nelle case rifugio.

Sempre nella stessa giornata il gruppo giovani dell’associazione culturale “Cambiamenti” presso l’aula consiliare istallerà una mostra fotografica contro la violenza sulle donne e in contemporanea una breve “passeggiata” di alcune ragazze vestite di bianco con un palloncino rosso in mano.

Domenica 10 marzo, sempre sul tema della violenza sulle donne andrà in scena presso il teatro Apollo lo spettacolo “La voce nel silenzio” organizzato dal gruppo Espressione del Movimento Corporeo “La Vita” e dall’associazione Castellammare c’è.
Emanuel Butticè

lunedì, marzo 04, 2013

Si presenta CambiaMenti per Castellammare.



CASTELLAMMARE – Un teatro Apollo strapieno ha accolto con un forte applauso i ragazzi dell’associazione Cambiamenti che nella giornata di ieri hanno presentato pubblicamente l’associazione e i progetti che stanno portando avanti. Presenti circa cinquecento persone, giovani e meno giovani, alcuni solo per curiosità, altri per sposare le loro idee e partecipare con loro alla vita politica del paese. Presenti anche molti politici locali che in silenzio hanno ascoltato, riservandosi i commenti soltanto al termine della presentazione. In un clima quasi festoso si sono presentati in modo semplice, elencando i motivi che li hanno spinti a creare un’associazione politico-culturale di giovani provenienti da esperienze professionali, politiche differenti, ma legati da un unico filo conduttore: il cambiamento per Castellammare e per i castellammaresi. A prendere la parola per primo è stato il presidente dell’associazione Vincenzo Desiderio che non usa mezzi termini, parla chiaro “ci vuole molto più coraggio a restare piuttosto che partire. La scelta di restare è una scelta importante e coraggiosa.” Il residente Desiderio parla dell’importanza della cooperazione, “tutti dobbiamo contribuire per il benessere della comunità, se la comunità sta bene stiamo bene tutti”.

Il segretario dell’associazione, Claudio Colomba, parla della necessità di mettersi insieme per dialogare, senza ideologie politiche. “Cambiamenti unisce le competenze di tutti, anche di chi è stato costretto ad andare via, infatti oggi l’associazione è anche in più parti d’Italia visto il grande numero di studenti e lavoratori castellammaresi fuori sede”. Colomba spiega il senso di questi pallini che formano un quadrato imperfetto: “Oggi non siamo perfetti, quini speriamo un giorno di allineare questi pallini colorati per formare un quadrato perfetto”. “tondi si nasce, quadrati si diventa” questo è lo slogan che troviamo sotto il quadrato di pallini colorati, uno slogan che riprende un vecchio detto siciliano.
Per il gruppo Cambiamenti giovani, ha parlato Angelica Ferrantelli che spiega “Cambiamenti giovani è la reale volontà di cambiare lo stato delle cose. Cambiamenti ha fornito un punto di aggregazione che a Castellammare mancava. – continua – Puntando sulla comunicazione, utilizzando i mezzi più comuni messi a disposizione dalla rete, creando una web radio, una web tv, un giornalino e soprattutto diversi laboratori per stimolare la creatività dei tanti giovani castellammaresi. Tutto per lo sviluppo culturale del paese.”

Successivamente a turno hanno parlato ed esposto i loro progetti i rappresentanti dei sei gruppi di lavoro. Giuseppe Navarra (del gruppo ambiente) ha parlato dell’importanza di “conservare e tutelare l’ambiente, sviluppando la pesca, tutelando al flora e la fauna marina e boschiva, potenziare il sistema idrico del paese, e smaltendo i rifiuti urbani, allestendo anche delle isole ecologiche e soprattutto il riutilizzo dei rifiuti ritenuti inutili e obsoleti”. 

In seguito si è parlato anche della spesa pubblica e di una voce che pesa su tutte: l’illuminazione pubblica. “Occorre risparmiare con l’utilizzo del fotovoltaico”. Successivamente si è introdotto in concetto di incubatore di impresa e dell’importanza di affiancare il cittadino che vuole aprire un’attività commerciale.
Si è parlato anche del piano regolatore e della sua importanza, dei beni confiscati alle mafie che sono un bene della collettività e che quindi devono essere riutilizzati, della tutela della fasce minori, della salute pubblica con interventi diretti nelle scuole con l’informazione e la prevenzione, dei diritti degli immigrati, di legalità e dell’importanza di arginare l’infiltrazione delle mafie negli appalti e nei sub-appalti. Tutto questo, anche se in linea generale, ha ricevuto largo consenso e soprattutto un’importante partecipazione. 

L’intervento che ha lasciato sicuramente il segno è quello di Maria Tesè. Ha parlato di dialogo con la regione, con gli apparati competenti e dell’utilizzo dei fondi strutturati europei che sono pronti ad essere utilizzati. Conclude dicendo: “loro, sono persone competenti, laureati, con master, con esperienze lavorative di un certa importanza, quindi smettetela di manipolarli a vostro piacimento, non sono stupidi, sono solo giovani ”
Emanuel Butticè (pubblicato sul Giornale del Mediterraneo)