lunedì, giugno 27, 2011
giovedì, giugno 23, 2011
Tonino, vai a casa!
Ancora una volta ci viene sbattuta in faccia una realtà tutt'altro che edificante, la solita situazione in cui certa politica da adito a sospetti quanto mai gravi ed inquietanti; quella politica che, considerandosi al di sopra di tutti gli altri comuni mortali, è convinta di poter trafficare sempre e comunque a proprio diretto vantaggio senza mai porsi il problema del benessere altrui. Quella politica fatta di persone che sono disposte a tutto pur di ottenere potere e soldi, che non si creano scrupolo alcuno a sottrarre denaro alla collettività, che non si creano alcuno scrupolo a fare affari e accordi con criminali con le mani sporche di sangue e diverse persone sulla coscienza.
mercoledì, giugno 22, 2011
Avviso di conclusione delle indagini preliminari per mafia al Sen. D'Alì
La Procura antimafia di Palermo ha notificato al senatore Antonio D’Alì, ex sottosegretario all’Interno e oggi presidente della commissione Ambiente del Senato, l’avviso di chiusura delle indagini.
Il politico avrà ora 20 giorni di tempo per eventuali prove difensive, per chiedere altre indagini che ne provino l’inesistenza di responsabilità come sostengono i suoi avvocati, i quali negano ogni rapporto tra il senatore e la mafia. E non è escluso che D’Alì chieda anche di essere sentito dal magistrato.
Sono diversi i capitoli di accusa che lo riguardano, quasi sia esistito un rapporto storico, consolidato, tra lui e la famiglia mafiosa di Castelvetrano, quella dei Messina Denaro. Il contenuto dei faldoni porta a ritenere che la Dda di Palermo, ribaltando l’intenzione di un anno addietro, quando cioè chiese l’archiviazione dell’indagine sul senatore trapanese, adesso si appresti a chiedere il suo rinvio a giudizio. Perché nel giro di un anno il lavoro degli inquirenti ha portato a raccogliere nuove prove sulle responsabilità del presidente della Commissione Ambiente del Senato.
Tra gli elementi di accusa anche quello relativo ai lavori da 100 milioni di euro per rifare il porto di Trapani in occasione delle gare della Coppa America del 2005. Lavori nei quali entrò la mafia, non trovando ostacoli nonostante a vigilare vi fossero la Protezione civile nazionale, la prefettura, il Comune di Trapani. Il senatore D’Alì sarebbe stato il referente di alcuni degli imprenditori legati a Cosa nostra. Agli atti dell’inchiesta anche l’improvviso trasferimento da Trapani del prefetto Fulvio Sodano. Nel 2003 venne mandato dal Governo Berlusconi da Trapani ad Agrigento, sottosegretario all’Interno era all’epoca proprio D’Alì. Sodano ha consegnato un documento col quale testimonia lo scontro avuto con il sottosegretario a proposito di beni confiscati. Il prefetto andò via da Trapani dopo avere stoppato Cosa nostra nel tentativo di riappropriarsi della Calcestruzzi Ericina, una impresa confiscata al boss mafioso Vincenzo Virga.
Di Rino Giacalone
Fonte: http://www.antimafiaduemila.com
Ricordiamo con questo Video il Prefetto Sodano che ha combattuto coraggiosamente la mafia Trapanese!
martedì, giugno 21, 2011
Relazione del Coordinatore regionale di Libera
Radicali per radicarci
Relazione del coordinatore regionale Umberto Di Maggio alla seconda assemblea di Libera - associazioni nomi e numeri contro le mafie - Sicilia - Enna 19 Giugno 2011
Sapete tutti della nostra avversione, nient'affatto snob, ai ringraziamenti ed ai convenevoli. Non ringraziamoci se stiamo facendo il nostro dovere, non rincorriamo l'applauso od il cenno di compiacimento se stiamo, da semplici cittadini dando speranza con il nostro impegno ai nostri figli.
Un ringraziamento però è doveroso farlo. A Margherita Asta e Dario Montana prima di tutto. Ce lo siamo detti spesso e dobbiamo ripetercelo fino allo sfinimento. Non c'è percorso di “Libera”, con c'è battaglia o petizione che non debba tenere conto del sacrificio di chi ha versato il proprio sangue per un'Italia più democratica e civile. Uomini e donne che hanno deciso di trasformare il proprio dolore in spirito propulsore che produce il cambiamento sono il nostro più puro punto di riferimento. Per chi come me non ha patito direttamente la tragedia di vedersi strappare papà, mamme, fratelli, sorelle, mogli, mariti, figli e figlie, Dario e Margherita, insieme ai tanti familiari che la nostra rete tenta di coinvolgere, sono l'autentica traduzione della memoria che si fa impegno. Per questo e per altri motivi dobbiamo dire a loro, facendo uno strappo alla regola, il nostro più caloroso “grazie” per ciò che hanno fin qui fatto da referenti territoriali della nostra associazione e per quello che ancora faranno, insieme ai tanti familiari, “con” e non per “Libera”.
Per loro e con loro dobbiamo riscoprire piuttosto il valore della militanza intesa nella sua accezione più romantica. Riscopriamo e trasmettiamo più che possiamo il gusto di essere partigiani e quindi di parte. Dalla parte giusta, da quella che vuole dare un nuovo senso a questo nostro presente. Ce lo avete insegnato proprio voi in questi anni di “Libera” che la militanza è stare nelle piazze, è scovare gli indifferenti che campeggiano nei bar bravi solo a perpetuare il triste messaggio di una terra che non cambia. La militanza è sporcarsi le mani perchè come diceva Don Milani “è superfluo averle pulite se si tengono in tasca”.
Un anno fa ci siamo lasciati con una carta che abbiamo insieme chiamato “Mosaici di Responsabilità” attraverso la quale ci siamo detti quello che siamo, e quello che volevamo diventare. L'abbiamo chiamata “Mosaici” perché convinti che nessuno può essere libero se costretto ad essere simile agli altri. L'abbiamo chiamato di “responsabilità” perché intorno a questa parola, che non è solo una parola, abbiamo sudato e ci siamo spesi per una reale azione democratica di attivazione dal basso.
Abbiamo vissuto, tutti insieme, quest'anno che è appena trascorso con “radicalità” se per essa intendiamo la voglia matta e disperata di mettere radici, di stare con i piedi per terra per poter crescere in altezza. Abbiamo fatto riferimento alla terra come il nostro più autentico punto di riferimento. Abbiamo guardato, vissuto e patito le tante anime di questa nostra bella Sicilia, isola plurale di cui ogni zolla è stata offesa. Con i nostri mille impegni, che non ci sono bastati. Con le nostre tante battaglie, condotte senza armi da fuoco ma con la ragione ed il sapere.
Lo stesso “sapere” che per questa nostra società consumistica ha poco valore in confronto all'avere. Lo stesso sapere che è metodicamente calpestato da questa o da quella politica di stupro. Ce lo siamo detti spesso, noi siamo per la società della conoscenza e contro le società delle conoscenze e quindi dei privilegi e degli affari privatistici.
Noi che abbiamo assunto consapevolezza, come mi ha insegnato un caro amico del Nord cresciuto nella terra di Bobbio, che la scuola è la cerniera tra il “già” ed il “non ancora”. Noi che sogniamo il giorno in cui provocatoriamente le scuole diventino meta turistica, perché luoghi di cittadinanza, di civiltà.
Noi che, per questo motivo, ci siamo spesi su tutto il territorio regionale seguendo numerosissimi progetti didattici di educazione alla legalità. Incontrando allievi, insegnanti e genitori, permettendo loro di mettere i piedi in strutture confiscate di Libera Terra, da Belpasso a Corleone, da Lentini a Castelvetrano. Nella terra dei boss che adesso è “cosa nostra”. Le stesse strutture che vorremmo che fossero meno “di” Libera Terra e più “su” Libera Terra.
Accingendoci a selezionare i nuovi soci della cooperativa di Agrigento e firmando il protocollo per il lancio del bando pubblico a Trapani stiamo, ponendo l'accendo tra le proposizioni “di” e “su” tentando di fare l'ennesima rivoluzione culturale. Ci sono due mondi che si fronteggiano. L'essere e l'avere, lo spirito di servizio contro il possesso tout-court.
Noi stiamo dalla parte di chi ama la terra e pretende, faticando ogni giorno, la normalità.
Grazie, quindi, a chi oggi ha scelto da che parte stare. A chi ci mette ogni giorno la faccia, con tutti i rischi del caso. A chi corre e suda per lasciarsi dietro un passato ingiurioso e di ignominia. A chi, ad esempio, ha faticato per la Carovana Antimafie che anche quest'anno, con le difficoltà e le incomprensioni di sempre, ha portato in giro per la nostra regione, come la Marcia per un Mondo Nuovo in ricordo di Danilo Dolci, i messaggi di pace e del lavoro contro le mafie e la corruzione.
Vorremmo che questo fare strada fosse da tutti, proprio da tutti, interpretato nel senso più profondo. Vorremmo che si pensasse a questa, come a tanti altri momenti, come un'occasione per incontrare la gente senza chiasso e clamori, in profondità. Come un ipotetico trattore con il suo aratro che facendo il suo percorso di campagna, tortuoso e pieno di asperità, volta il terreno che va percorrendo, girando pagina, in attesa del tempo della semina. Noi siamo quest'aratro. Che prepara la terra, che qualcun altro seminerà, e dal quale lavoro qualcun altro ancora raccoglierà i frutti.
La Sicilia è terra di confine, non di frontiera. In un confine le culture si parlano, le genti si incontrano. In una frontiera invece ci sono barriere, staccionate, reti spinate. In un confine il “diverso” non esiste. In una frontiera non si accoglie, si fa transitare e basta. In un confine i tratti indefiniti di una linea geografica si disintegrano davanti alla forza dell'umanità.
Riscopriamo il valore di questa umanità. Raccogliamo il magistrale esempio delle tante associazioni che a Lampedusa hanno accolto i nostri fratelli africani che scappavano da guerre e dittature. Quelle realtà che hanno interpretato in concetto della “strada” a noi tanto caro. Che non si sono arroccate in trincea e che applicando alla lettera la dichiarazione universale dei diritti umani hanno realmente svolto un'azione antimafia.
La nuova sfida per tutti noi è di “presidiare” i nostri territori non chiudendoci, quindi, in uno sterile assedio. Siamo fontana per tutti.
Abbiamo sposato appieno la parola “presidio” perché ci richiama l'obbligo “partigiano” di riappropriaci di ciò che per troppo tempo ci è stato strappato via. La nostra terra e la nostra dignità prima di tutto. Chi presidia fa una scelta, si schiera, e condivide questa scelta. Costi quel che costi. Contro il sistema egemonico mafioso, come diceva Gramsci, che caratterizza il nostro contesto. Tanti presidi sono nati quest'anno e tanti altri dovranno nascere. Ma non lo abbiamo sbandierato ai quattro venti. E' nella nostra natura. Tanti presidi fatti di giovani, del nostro futuro coniugato al presente.
Circondiamoci di più giovani, sono essi la più bella linfa che alimenta il nostro impegno. Trasmettiamogli, se ce ne fosse bisogno, l'amore per la giustizia e la verità. Essi non hanno bisogno di adulti privi di difetti, hanno invece del giusto esempio di chi vuole muoversi mosso dalla passione e dall'amore. Stabiliamo con essi, e con tutta la comunità distratta che ci sta a guardare seduta al balcone, patti di solidarietà. Meno convegni, cari amici, più gesti di strada. Facciamo strada “accanto” a loro e insieme a chi ha più bisogno, senza sgomitare, senza rincorrere gli echi della stampa. Non ci interessano le folle oceaniche, non siamo un eventificio.
Diciamolo che non diamo i patentini della legalità a nessuno. Diciamolo ai nostri amici che si arrogano il diritto di pontificare dall'alto dei propri convegni, o nelle segrete stanze delle loro discussioni. Ai nostri amici che non riescono a pensare a quel plurale, al noi, che è l'unica via per la liberazione di questa terra. A quelli che arricciano il naso, temendo di perdere visibilità, se a implementare un progetto, un'iniziativa, un momento di confronto è l'associazione o la realtà tal dei tali. A quelli che rincorrono le telecamere amicandosi giornalisti o meglio i servi dell'informazione niente affatto libera. A quelli che si incancreniscono sui numeri delle manifestazioni e delle iniziative. Sono sempre pochi i numeri per costoro. Sempre troppo pochi per chi ciecamente dimentica la trave che ha nell'occhio fissando l'attenzione sulla pagliuzza dell'occhio altrui.
Sono gli stessi che presentano la lista della spesa minacciando di sciogliere le riga, di non stare più con noi perché vivono in un contesto “particolare”, sempre più particolare. E noi, come se fossimo un sindacato, dobbiamo solo fornirgli garanzie. Non ci sono territori particolari, la cronaca ce lo insegna. Non c'è una provincia più disgraziata dell'altra, un comune più stuprato dell'altro. Diciamocelo fuori dai denti. Il problema mafioso e della corruzione è un virus che ha infettato tutta la nostra nazione. E che, purtroppo, è andato anche oltre.
E nel frattempo, in questo meccanismo artatamente costruito a distruggere la speranza, i giovani e le forze più fresche imparano a dubitare di tutti, a lamentarsi e basta.
Ma chi fa Libera non la pensa così. I nostri coordinamenti, i nostri presidi, chi ci rappresenta nei territori non agisce in questa maniera. Chi fa Libera, chi è Libera ama il fare piuttosto che l'apparire. Io l'ho visto questo popolo che sa infangarsi i piedi e che suda ogni giorno di fatica. L'ho visto in questo anno di attività in lungo e largo per la Sicilia. L'ho incontrato questo popolo ed ogni volta ho imparato a riscoprire il senso di appartenere ad una comunità alternativa a quella mafiosa. Abbiamo insieme attraversato i mille volti di questa bella e tragica Sicilia con il sole cocente e la pioggia battente. Abbiamo insieme scorto gli occhi commossi di quei familiari a cui quei maledetti mafiosi hanno strappato padri, figli e fratelli che sono anche i nostri familiari. Abbiamo scorso il rabbioso coraggio di tanti giovani che hanno voluto fortemente presidiare, e quindi difendere, la nostra terra per mai abbandonarla a facinorosi e delinquenti. Abbiamo fatto nostri i tanti nomi, le mille storie, le nuove e le vecchie battaglie. Abbiamo imparato la prudenza, la passione politica e l'umanità da un mangiafuoco venuto dal nord, il nostro amico Davide Mattiello a cui va tutto il nostro ringraziamento per averci accompagnato. Abbiamo fatto Libera insieme. Ma non è abbastanza.
La stiamo ancora costruendo questa nostra «Libera». Chilometro dopo chilometro, fatica dopo fatica. Per la strada.
Fonte: www.liberapalermo.org
lunedì, giugno 20, 2011
Palermo, 100 famiglie in cattedra. La "parentopoli" dell'università
domenica, giugno 19, 2011
Amministrazione Bresciani: Sfiducia o Dimissioni?
Staff
UNA NOTA PER…gli Amici della Salute!
La radio che si vede è sempre qualcosa di imperdibile e coinvolgente, specie se riesce ad unire l’intrattenimento ad una buona iniziativa di solidarietà. Sotto al nome di “UNA NOTA PER” torna così l’appuntamento con la maratona di solidarietà e spettacolo targata Radio Alcamo Centrale e si prospetta essere già un successo. La sera del 31 luglio presso la splendida e suggestiva cornice dell’Arena delle Rose di Castellammare del Golfo si alterneranno sul palco numerosi cantanti e gruppi musicali pronti ad offrire momenti di puro intrattenimento fino all’ultima nota. La serata sarà arricchita anche dalle coinvolgenti coreografie che si alterneranno sul palco grazie ad un ricchissimo e variegato corpo di ballo e dalla esilarante comicità con le incursioni di Antonio Pandolfo ed Ivan Fiore. Una doppia conduzione vedrà protagonista anche la radio: in diretta su Radio Alcamo Centrale sarà infatti raccontato cosa accade durante l’evento! A condurre sul palco ci saranno Mirella Regina (reduce da una fortunatissima edizione di Tutti pazzi per Miry) e il disturbatore Fabio Barbera, mentre sul balcone della postazione radio siederanno Valentina Renda e Franchino Ganci che, dopo la trascorsa stagione di Liberamente Radio, adesso dovranno riuscire a raccontare l’evento a chi lo seguirà da casa, in macchina o nei locali collegati attraverso le frequenze della radio sui 101 FM o in streaming dal sito. Lo show “Una Nota Per”, organizzato dalla Effegi Pubblicità e servizi e dalla Onlus Amici della Salute, ha lo scopo di raccogliere fondi a favore dell’associazione di Gina Caldarella che opera sul nostro territorio e si occupa sin dal 2006 di dare un sostegno psicologico a chi soffre, organizzare dibattiti e convegni per la prevenzione di varie patologie, sollecitare il monitoraggio dei servizi per chi sta male (informazioni in merito su www.amicidellasalute.it). Il biglietto della serata (dal costo di 8 euro) verrà così devoluto per la realizzazione di progetti interessanti e condivisibili che prenderanno forma e saranno raccontati sul palco dell’iniziativa.
giovedì, giugno 16, 2011
TORNA LA COAST CUP ! dal 6 al 9 luglio al via la 7.a edizione.
mercoledì, giugno 15, 2011
La rievocazione storica: Castellammare del Golfo 13 Luglio 2011
Il 13 luglio, alla cala marina, l’ottava edizione della spettacolare manifestazione che nel 2009 ha fatto registrare cinquantamila presenze.
Ritorna la rievocazione storica “Nostra principalissima Patrona”. La settima edizione dello spettacolare evento alla cala marina che, investita da un’atmosfera surreale, si trasforma in uno splendido teatro naturale con luci, colori, visioni, effetti pirotecnici, era stato riproposto dopo 5 anni, il 13 luglio del 2009. Lo scorso anno era stato sospeso a causa dei problemi legati al patto di stabilità che avevano costretto l’amministrazione comunale a tagliare eventi e manifestazioni. L’ottava edizione della rappresentazione “Nostra Principalissima Patrona”, rievocazione dell’intervento prodigioso di Maria Santissima del Soccorso in favore di Castellammare, avvenuto il 13 luglio 1718 , quest’anno sarà riproposto il 13 luglio alla cala marina, anche in considerazione del grande successo del 2009: quasi 50 mila presenze tra spettatori e visitatori presenti in paese. Nell’ultima edizione del 2009, dunque, si è rivelata indovinata la scelta dell’amministrazione, guidata dal sindaco Marzio Bresciani, di riproporre l’evento proprio nel giorno in cui avvenne il miracolo, con presenze mai registrate nel mese di luglio. Fino all’edizione del 2004, infatti, la rievocazione veniva inscenata il 19 agosto, primo giorno dei festeggiamenti in onore della Patrona. L’amministrazione Bresciani, invece, ha voluto riproporre l’evento scegliendo la stessa data in cui avvenne il miracolo dell’apparizione della Madonna, cioè il 13 luglio, “per rinnovare la memoria, ma anche per spostare il flusso turistico nel mese di luglio. In agosto, infatti, solitamente le presenze sono sempre numerosissime, soprattutto nei tre giorni di festeggiamenti in onore della nostra Patrona, dal 19 al 21 agosto”. La rievocazione rappresenta la manifestazione di punta dei festeggiamenti in onore di Maria Santissima del Soccorso, Patrona di Castellammare: un evento di grande successo, realizzato da circa 700 volontari, figuranti dall’associazione “Nostra principalissima Patrona”, presieduta da Don Franco Giuffrè, che comprende la comunità ecclesiale castellammarese (parrocchie, movimenti, gruppi e associazioni) in collaborazione con i pescatori e con il patrocinio del Comune di Castellammare del Golfo, della Provincia Regionale di Trapani e della Regione Sicilia, con l’ottima regia di Baldo Sabella, voce recitante dell’evento. La manifestazione, nata nel 1998 in occasione del bicentenario dell’incoronazione della Vergine, narra proprio l’avvenimento del 13 luglio 1718, in 7 quadri ed un prologo. Un bastimento spagnolo è inseguito da navi Inglesi. Il bombardamento, la simulazione del Castello in fiamme, quindi l’apparizione della Madonna con il suo esercito. Il Popolo che esulta e prega. L’arrivo del bastimento, la battaglia, l’invocazione, lo sbarco, l’apparizione, la vittoria, la gioia. Un evento religioso, ma anche culturale, di grande intensità. Le prove dell’edizione 2011sono già iniziate e venerdì si terrà il secondo incontro aperto a chiunque voglia partecipare. La conferenza stampa di presentazione della rievocazione storica si terrà giovedì 30 giugno, alle ore 11, nella biblioteca “Barbara Rizzo, Giuseppe e Salvatore Asta”, in piazza Matteotti. Ulteriori dettagli sul sito ufficiale della manifestazione, all’indirizzo www.rievocazione.org.
Segue breve descrizione dell’avvenimento.
IL PORTAVOCE DEL SINDACO
(Annalisa Ferrante)
L’avvenimento
L’avvenimento di cui si propone la rievocazione accade il 13 luglio del 1718, durante lo scontro tra Filippo V Re di Spagna e Amedeo di Savoia per il possesso della Sicilia. Castellammare viene a trovarsi involontariamente al centro della contesa. Un bastimento da carico spagnolo inseguito da cinque navi inglesi viene a rifugiarsi sotto il castello, il quale prendendone la difesa, con alcuni tiri di cannone, si impegna a respingere le navi nemiche; queste irritate dal danno sofferto, rispondono all’attacco facendo fuoco con la loro grossa e numerosa artiglieria. Alla vista dell’imminente pericolo, il popolo, sbigottito e tremante, accorre ai piedi della sua Patrona, implorando a gran voce il di Lei potentissimo soccorso. Ma ad un tratto, con meraviglia di tutti, dal Monte delle “Scale” appare la Madonna bianco vestita seguita da una schiera di Angeli che scendono verso la “Marina”. Questa visione spaventa gli Inglesi che abbandonano il nostro mare dirigendosi verso altri porti. I fatti vengono rappresentati attraverso l’emozionante amalgamarsi di voci narranti, cori e musiche, in uno sfolgorio di luci, suoni ed effetti pirotecnici, ideati per i luoghi e lo scenario del Golfo di Castellammare, che conferiscono all’intera messa in scena una particolare suggestione. L’idea chiave dello spettacolo è quella di rappresentare scenicamente i momenti del bombardamento della marina inglese, commentato vocalmente e con adeguato sottofondo musicale; successivamente, musiche accuratamente selezionate introducono l’apparizione dell’immagine della Madonna del Soccorso, creando un’atmosfera mistica e surreale di grande emozione. La manifestazione si conclude con il corteo di tutti i figuranti che si recano presso la Chiesa Madre per rendere omaggio alla Patrona.
Ecco L'Italia "Migliore"
Ancora una volta ci troviamo davanti a un "ministro" che non ascolta le richieste dei precari che sono una realtà da non sottovalutare, e scappa vigliaccamente lasciandosi alle spalle le domande senza risposta dei precari e meritandosi tutti gli insulti fino all'ultimo. Questo secondo voi è un comportamento che dovrebbe tenere un Ministro? forse ancora non qual'è realmente "l'Italia peggiore". Vediamo qui un articolo del fatto quotidiano con il video della vergogna.
Ancora umiliazioni per le donne da Berlusconi
NATA FEMMINA
lunedì, giugno 13, 2011
CE L'ABBIAMO FATTA!!!
giovedì, giugno 09, 2011
Il sindaco presenta quattro nuovi assessori.
Nella foto in allegato, da sinistra: Giuseppe Fausto, Rosanna Fasulo, Marzio Bresciani, Maria Stella Mangiarotti, Angelo Palmeri.
IL PORTAVOCE DEL SINDACO
(Annalisa Ferrante)
mercoledì, giugno 08, 2011
Trapani, la diocesi locale di monsignor Miccichè sotto inchiesta dal Vaticano
Poichè l'argomento è delicato invitiamo i commentatori a non delirare contro gli interessati dall'articolo nè tantomeno contro i gestori del blog.
Noi siamo convinti che in ogni istituzione vi possano essere problemi, ma ciò non pregiudica l'integrità della stessa.
Per questo motivo noi stimiamo molti esponenti della chiesa, e l'elenco è lungo ( Don Ciotti, Don Cozzi.....etc.....) ma non manchiamo di evidenziare i grandi problemi della stessa, sopratutto nella nostra provincia.
Tratto da il Fatto Quotidiano di Giuseppe Pipitone
Due fondazioni della Curia sono finite nel mirino della Guardia di Finanza per un buco nel bilancio. C'è di pi§ l'autista dello stesso monsignore che sarebbe imparentato con una famiglia mafiosa locale
L’ultima volta era successo nel 1985 nella diocesi di Nicosia, in provincia di Agrigento. Ora, dopo più di trent’anni, il Vaticano è tornato di nuovo a inviare ispezioni ufficiali nelle periferiche diocesi siciliane. Proprio oggi infatti è stato reso noto che Papa Benedetto XVI ha nominato Monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo e componente di spicco della Cei, ispettore della diocesi di Trapani. In linguaggio canonico si chiama “visitatore apostolico”. In realtà Mogavero è un vero e proprio ispettore mandato dalla Santa Sede per indagare e fare luce su i tanti punti ritenuti oscuri nella gestione della Curia trapanese, che dal 1998 è guidata da Monsignor Francesco Miccichè. “Le mie funzioni – ha dichiarato il neo visitatore Mogavero – saranno di tipo istruttorio. Dovrò fare luce su una serie di fatti poco chiari nella diocesi trapanese e riferirne quindi alla Santa Sede”.
Il ruolo di Mogavero sarebbe assimilabile quasi a quello di un commissario, nonostante al momento Miccichè rimarrà al vertice della Curia trapanese. Gli ambienti vaticani hanno mantenuto il massimo riserbo su quali “fatti poco chiari” abbiano portato Ratzinger a inviare Mogavero come “visitatore”, e quindi commissario, nella curia trapanese. Quel che è certo è che al decreto d’ispezione chiesto dal cardinale canadese Marc Oullet, prefetto della Congregazione per i Vescovi, il Vaticano è arrivato soltanto dopo un accurato lavoro di indagine istruttoria condotto da Monsignor Giuseppe Bertello, delegato del Nunzio Apostolico per i rapporti tra la Santa Sede e le diocesi. Le informazioni raccolte da Bertello in pratica non hanno lasciato scelta: a Trapani bisognava per forza mandare un ispettore.
La diocesi più occidentale della Sicilia in effetti negli ultimi tempi ha destato più di un interrogativo. Dallo scorso febbraio infatti la locale sezione di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza indaga sulla gestione finanziaria di due fondazioni della Curia: la Auxilium e la Antonio Campanile. Dopo alcuni articoli del quindicinale L’Isola sotto la lente d’ingrandimento delle fiamme gialle sono finite le pratiche di fusione delle due fondazioni nel 2007: nei bilanci della Curia infatti si sarebbe creato un “buco” di oltre un milione di euro. Miccichè dichiarò di essere all’oscuro dell’indagine in corso declinando qualsiasi tipo di accusa. E’ lui che però, in qualità di presule della città delle saline, ricopre di diritto l’incarico di presidente delle due fondazioni.
L’Auxilium, in particolare, è una delle più importanti realtà socio assistenziali della Sicilia dato che, disponendo di un gande istituto psico-pedagogico e di un grosso centro fisioterapico in cui lavorano oltre 300 persone, può contare su una convenzione con l’Asp di Trapani del valore di oltre 5 milioni di euro di rimborso all’anno. Dal 2009 tra l’altro il vescovo di Trapani ha nominato procuratore dell’Auxilium l’ex dipendente regionale Teodoro Canepa che è anche suo cognato, avendone sposato la sorella Domenica. Su questo il Nunzio Apostolico Bertello deve aver lavorato prima d’inviare la sua relazione alla Congregazione per i Vescovi. Ma non solo. Nel fascicolo che ha convinto il cardinale Oullet e sua santità Benedetto XVI a mandare qualcuno a Trapani per capire cosa stesse succedendo, ci saranno forse anche alcune lettere spedite in passato da alcuni ignoti fedeli addirittura al Cardinale Tarcisio Bertone. Missive anonime in cui si accusa Monsignor Miccichè d’intrattenere pericolose relazioni con tale Orazio Occhipinti. Sulla carta si tratterebbe soltanto del suo autista. Ma secondo gli autori degli scritti anonimi il potere di Occhipinti proprio in seno alla fondazione Auxilium sarebbe notevole, anche in virtù del suo pedigree di provata fede mafiosa. Occhipinti infatti è erede della famiglia mafiosa di Dattilo, un piccolo comune del trapanese, sterminata negli anni ’80 dopo che suo padre Vito e suo zio Antonino furono trucidati durante la guerra tra le varie fazioni affiliate a Cosa Nostra. Una segnalazione – quella fatta dai fedeli anonimi – che se provata potrebbe aver infastidito molto le alte gerarchie ecclesiastiche.
L’interesse della Santa Sede nei confronti della Curia di Trapani si è accesso anche in relazione alla gestione pastorale della diocesi da parte di Miccichè. L’attenzione sarebbe infatti puntata anche sulla recente promozione da parte di Miccichè di un sacerdote, accusato nei primi anni ’90 di aver celebrato clandestinamente il funerale di un mafioso, ucciso in uno scontro a fuoco mentre era latitante. Una situazione quindi molto complessa quella che si presenta nella diocesi trapanese. Situazione sulla quale dovrà da oggi indagare monsignor Mogavero, che oltre ad essere presidente del Consiglio per gli Affari Giuridici della Cei, ha anche un’esperienza triennale alla guida della vicina Curia di Mazara del Vallo. Una conoscenza pregressa della difficile realtà trapanese che sicuramente gioverà all’incarico del neo ispettore. L’incarico di visitatore apostolico tra l’altro non ha alcuna scadenza. Mogavero potrà in pratica disporre tutti gli accertamenti che riterrà opportuni, riferendo l’esito alla Santa Sede, senza alcun limite di tempo. Toccherà poi al Vaticano decidere se e quali operazioni compiere nella Curia di Monsignor Francesco Miccichè
martedì, giugno 07, 2011
Comunicato dalle lavoratrici dell'istituto "Regina Elena" di Castellammare
Dovesse mai capitarvi nella vita di avere 12 o 35 O 42 mesi di stipendio arretrati…..
dovete sapere che :
-se pensate che chi amministra un ente pubblico in maniera non corretta debba essere denunziato …
VI SBAGLIATE, anzi siete voi a meritare di essere puniti;
-se pensate che una buona amministrazione debba, tra le altre cose, assicurare l’erogazione dello stipendio di tutti i dipendenti, VI SBAGLIATE, anzi basta semplicemente assicurarlo a chi già ne percepisce uno altrove;
-se credete a chi insiste nel rilancio dell’Opera Pia essendo essa, all’origine dello stato sociale, indispensabile alla comunità, VI SBAGLIATE, anzi sappiate che lo fa soltanto per il proprio interesse e tornaconto (favorendo solo chi glielo permette);
-se pensate che a 150 anni dall’Unità d’Italia il sistema feudale-latifondista sia stato debellato, VI SBAGLIATE, è stato solo sostituito da enti pubblici come per esempio l’I.P.A.B. “Regina Elena” di Castellammare del Golfo;
-se vi fidate di chi vi dice “ Dovete credere alle istituzioni, alla legalità e alla giustizia”, VI SBAGLIATE, perché costui che ci crede O fa parte del sistema O è un illuso O ha qualche deficit cognitivo;
-e infine, se credete, in fede, a un ministro della Chiesa che dice “La vostra battaglia sarà la mia battaglia”, VI SBAGLIATE, perché è più forte la fede nel sistema,egli è più vicino ai palazzi di Cesare che alla barca di Pietro.
Questo comunicato è stato prodotto da quasi tutti i dipendenti dell’Istituto Regina Elena di Castellammare del Golfo che sfortunatamente si distingue dalle altre I.P.A.B., poiché ci sono realtà virtuose e ben amministrate.
Per maggiori chiarimenti o nuovi sviluppi
Marzio Bresciani, Sindaco di Castellammare del Golfo;
Andrea Piraino, Assessore alla Famiglia della Regione Sicilia;
Rosario Asta, Segretario personale dell’Assessore alla famiglia;
Rosolino Greco, Dirigente Generale Dipartimento Famiglie e Politiche Sociali
Massimo Ferrara, Deputato Regionale del PD, membro della Commissione VI - servizi sociali e sanitari
tutte persone preposte ad amministrare, controllare e rispondere di questa nostra situazione.
lunedì, giugno 06, 2011
IL SINDACO BRESCIANI AZZERA LA GIUNTA
Il sindaco Marzio Bresciani ha azzerato la Giunta comunale. Dopo quasi tre anni, il sindaco di Castellammare del Golfo, infatti, ha chiesto e ottenuto la restituzione delle deleghe dei cinque assessori che al momento formavano la sua giunta. Lasciano l’incarico: il vicesindaco ed assessore ai Lavori Pubblici Carlo Navarra, l’assessore al Bilancio Giuseppe Fundarò, l’assessore allo Sport e Politiche giovanili Angelo Palmeri, l’assessore all’Urbanistica, Marilena Barbara, l’assessore ai Servizi Sociali, Antonietta Maniaci. L’assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione, Daniela Di Benedetto, aveva lasciato l’incarico, per motivi personali, circa un mese fa. Il sindaco Marzio Bresciani, nel comunicare la decisione dell’azzeramento dell’esecutivo afferma: «Ho chiesto agli assessori, che ringrazio tutti, indistintamente, per il lavoro svolto e la fiducia e la stima dimostrami, di rassegnare le dimissioni allo scopo di avviare una nuova fase politica e dare continuità e impulso all’attività amministrativa». Il sindaco ha avviato le consultazioni con i rappresentanti delle forze politiche e a breve comunicherà la composizione della nuova giunta.
IL PORTAVOCE DEL SINDACO
(Annalisa Ferrante)
Balestrate ricorda le vittime di mafia.
La memoria per le vittime della mafia è sempre un'occasione per riflettere sul nostro futuro. Ricordare chi ha pagato con la vita il proprio rigore morale e il proprio impegno contro le mafie ci consente di ritrovare lo slancio per continuare il cammino sulla strada già tracciata della legalità. Anche quest'anno a Balestrate il 12 e 13 Giugno si fa memoria ricordando Giuseppe Bommarito, Carabiniere ucciso barbaramente dalla mafia nel 1983, con una manifestazione organizzata dai ragazzi del Fronte Antimafia in collaborazione con la famiglia Bommarito e con l'Associazione Culturale "Sacerdote Filippo Evola".
La commemorazione di Giuseppe Bommarito ormai da alcuni anni contribuisce ad alimentare la cultura antimafia con iniziative che coinvolgono Istituzioni, Associazioni e soprattutto i nostri ragazzi.
“Cultura e coraggio” sono elementi essenziali per fare terra bruciata attorno alle organizzazioni mafiose e facilitare il compito della magistratura e di tutte le altre istituzioni impegnate nella lotta alle mafie. Per questo motivo in occasione del 28° anniversario dell’assassinio di Giuseppe Bommarito abbiamo scelto di trattare un tema importante: “Liberiamoci dal Racket”.
Il tema scelto è di importanza fondamentale nella lotta alla mafia e rappresenta un fenomeno largamente diffuso che ha investito anche il territorio di Balestrate.
Per questo motivo parlare del racket soprattutto ai giovani e spiegare quali effetti negativi socioeconomici e culturali possono scaturire dall’assuefazione al “pizzo” , diventa un’azione strategica importante per emarginare sempre più l’oppressione mafiosa.
Programma
Domenica 12 Giugno
Ore 21:30 : “Liberiamoci dal Racket”
Presenta: Vittoria Musso
Interventi: Capitano dei Carabinieri Incarbone Dino
Magistrato Di Matteo Nino
Video dei ragazzi dell’Istituto Comprensivo “Rettore Evola”
Banda Musicale “V.Bellini” di Balestrate
Sketch teatrale “Io Sono Fiero di Essere Siciliano” a cura di
Salvatore Lo Vasco e Fabrizio Bergamo
Lunedi 13 Giugno
Ore 17:30 Messa a suffragio di Giuseppe Bommarito celebrata
da Don Ciotti, presidente di Libera, associazione contro le mafie
Ore 18:30 Corteo verso la stele
Ore 21:30 Partecipazione straordinaria
di Lucia Sardo ne “La Madre dei Ragazzi”,
La vita e le lotte di Felicia Impastato
sabato, giugno 04, 2011
Via a Peppino Impastato (Comunicato stampa n 49, 4 giugno 2011)
Vito Faz
Sotto il comunicato:
Una via per Peppino Impastato, Giuseppe Di Matteo e Angelina Romano. Il teatro Apollo intitolato al grande maestro Anton Rocco Guadagno.
Una via di Castellammare del Golfo intitolata a Peppino Impastato, una a Giuseppe Di Matteo, un’altra alla piccola Angelina Romano, il teatro Apollo intitolato al grande maestro Anton Rocco Guadagno, nato a Castellammare e morto nel 2002 a Vienna, dove per trent’anni è stato direttore Artistico della Vienna Staatsoper.La giunta guidata dal sindaco Marzio Bresciani, infatti, ha approvato le proposte della commissione comunale per la toponomastica che, dopo varie sedute, ha espresso parere sulle tante proposte, di associazioni ma anche privati, di denominazione di vie e piazze a vittime della mafia e personaggi illustri castellammaresi e non solo. Così il prolungamento della transitata via Marsala, strada di collegamento tra il porto e il centro storico, sarà intitolata a Peppino Impastato, l'attivista di radio Aut ucciso dalla mafia nel 1978, ed il teatro Apollo si chiamerà “Maestro Anton Guadagno”, in memoria del noto direttore d’orchestra nato a Castellammare.Quindi molti altri nomi nuovi per le vie del paese: la traversa della via Duchessa diventa “Poeta Vincenzo Ancona”, la via Z4 via “Maestro Erasmo Pennolino”; l'area antistante il plesso Falcone Borsellino via “Baden Powell” fondatore del movimento Scout, la piazza di fronte l'ufficio Suap diventa via “Ing. Giuseppe Rizzo”, la via Sarcona via “Fratelli Sarcona”, la via Carollo via “Padre Michele Carollo storico”, la via Rompifiaschi, a Balata di Baida, diventa via “Vincenzo Tobia”, la via Navarra via “Franco Navarra attore”. La via Bonventre diviene via “Vito Bonvetre” caduto in Russia. La sede dell'ufficio Tecnico intitolata a “Diego Buccellato Galatioto”. La strada che porta a contrada Bocca della Carrubba, “Via Bocca della Carrubba”. Le traverse sul lato destro della via Bocca della Carrubba diventano: prima traversa dopo l'incrocio di via Aldo Moro, via “Antonino Rizzo, Capitano Garibaldino”, la seconda diventa via “Barbara Giuseppe Generale dei Carabinieri”, la terza sarà la via “Pasquale Simone Neri Marinaio Medaglia d’Oro al Valor Civile”, la quarta si chiamerà via “Angelina Romano” (la bimba castellammarese di 9 anni fucilata nel 1862 dalle truppe del governo sabaudo) e la quinta traversa sarà via “Giuseppe Di Matteo”. La via W4 diventa via “Padre Giacomo Caiozzo Borruso”, la piazza prospiciente l’Hotel “La Piazzetta” si chiamerà “Poeta Peppino Caleca", la via interna che parte dalla via Pertini sarà via “Nicolò Fontana medico”. Parte dell'attuale via Re Federico diventerà “piazza Barone Giacomo Agliata”, nel tratto che va da Piazza Matrice all'ingresso del Ponte Levatoio, con la dicitura “in antico chianu dì la terra”. Quindi la “piazza della Tonnara”, facendo concludere la via Leonardo Zangara fino alla chiesa dell'Annunziata. La via Medici diventa “Bastione del Cinquecento”, via Verrazzano diventa via “delle Fosse granarie”. Quindi “via del Caricatore” ( dalla nuova Piazza della Tonnara per tutto il lato occidentale della precedente Via Leonardo Zangara). Via “Emporio Segestano” il tratto dal depuratore fino al Porto. Via Madrice diventa via “arciprete Nicolò Stabile” e via Pioppi via “Principessa di Roccafiorita” . Saranno anche installate apposite tabelle in ferro battuto ad indicare le due porte dell'antico centro abitato: Porta Marina dal ponte del castello a via Leonardo Zangara, “Porta Pirtusu” quella che alla fine di via Sarcona si apre in Via delle Mura. Il baglio di Scopello invece di Baglio Isonzo sarà denominato “Baglio del Real Sito” e la piazza antistante il baglio di Scopello diventa “Piazza Cetaria” (al posto di Piazza Nettuno). Il parcheggio di Scopello diventa “Parcheggio Misidda", via “Antico Casale” da Parcheggio Misidda all'incrocio con la strada provinciale che va alla Tonnara.
I
CAROVANA INTERNAZIONALE ANTIMAFIE-TAPPA CASTELVETRANO 31/05/2011
E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione…”
La Carovana internazionale antimafie approda nella città di Castelvetrano, unica tappa nella provincia di Trapani dopo un lungo cammino partito da Sarajevo.
L ‘aula magna dell’Istituto alberghiero “ V. Titone” accoglie i viaggiatori al rullo vibrante di tamburi, al suono dolce dei flauti suonati dai ragazzi della Scuola media “ Pappalardo “ . La platea si scalda, partecipa, segue il ritmo con il battito delle mani.
Comincia così questa giornata intensa di racconti , di conoscenza e di corresponsabilità. Nulla è “ composto” come da rigido copione, non vi sono regie , c’è piuttosto una umanità semplice e spontanea che ascolta, applaude, chiede e si appassiona alle esperienze di giornalisti e magistrati in prima linea sul fronte delle cronache giudiziarie e dei processi,di religiosi e società democratica responsabile che hanno deciso da che parte stare.
Una giovane alunna ricorda Mauro Rostagno, altre giovani donne vogliono sapere se l’informazione è imbrigliata nelle pieghe della censura, se la lotta alla mafia possa essere considerata prioritaria in un paese che si occupa di personalismi e se il fallimento del blitz che avrebbe dovuto portare alla cattura del boss, sia legato a “ volontà deviate ”.
Sul palco c’è l’uomo di Chiesa ( Don Meli ) e il magistrato ( Dott. Paolo Guido-DDA Palermo ), due ruoli differenti, accomunati da un progetto comune, liberare i cittadini dai vincoli subdoli del malaffare che per i più sprovveduti si presenta quale prospettiva di lavoro e di benessere economico piuttosto che come schiavitù.
C’è Rino Cascio impegnato cronista di Tg Rai 3
C’è Umberto Di Maggio, responsabile regionale di Libera che con molta umiltà continua a dire che “ a NOI non piace stare davanti ai riflettori….bisogna essere sempre più’ partigiani, fare delle scelte per assumersi la consapevolezza che la vita è un atto d’amore…”
Il tutto condotto magistralmente da Lidia Tilotta giornalista Rai
Passano le immagini dell’impegno di alunni e docenti, scorrono sul video creatività ed intuizioni che sfuggono agli adulti che amministrano i beni confiscati alla mafia e le riflessioni si fanno largo sullo sfondo di bambini che illustrano progetti ed incantano con le loro emozioni.
Una scolaresca del C.E.I. (Centro Educativo Ignaziano) di Palermo recita e canta, ogni tanto la musica di sottofondo inciampa, ma i ragazzi e l’insegnante del coro, non si intimidiscono, sicuri di sé salutano con il loro rap le storie tragiche di Giovanni Falcone e della scorta in una Palermo che mostra bellezze ed inquietudini.
” Non siete morti invano” è il suggello partecipato e commosso che conclude la mattinata.
I viaggiatori instancabili della Carovana si fermano ,nel pomeriggio, nel Sistema delle Piazze.
Cambia lo scenario e la composizione del pubblico. La Chiesa del Purgatorio si affolla di persone interessate alla grammatica della mafia che controlla la filiera agro-alimentare.
Cambia anche il clima attorno ai sapienti relatori di Coop 25 Aprile, C.I.A. Provinciale, Coldiretti regionale e Libera Nazionale coordinati dalla giornalista Gioia Sgarlata: c’è preoccupazione sull’andamento dei prodotti siciliani all’interno del mercato, la competitività offre migliori prezzi ,ma penalizza la qualità e mette al tappeto la nostra migliore agricoltura.
Le ombre della sera stanno per calare, si fermano, quasi ad ossequiare l’intensità del poeta Ignazio Butera, poi si allungano.
E’ tempo di andare, è tempo di saluti e di ringraziamenti.
“…Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: "non c'è altro da vedere", sapeva che non era vero.
Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era.
Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini.
Bisogna ricominciare il viaggio, sempre.
Il viaggiatore ritorna subito.”
(Josè Saramago)
Per Libera Castelvetrano “ Salvatore e Giuseppe Asta “
M. Antonietta Garofalo