martedì, ottobre 27, 2009

Riceviamo e pubblichiamo


"Dio, patria, famiglia: onore e fedeltà al duce. Credere, obbedire, combattere. Abbasso i comunisti". Queste le frasi apparse su una delle porte dei bagni del nostro liceo, l'istituto Vito Fazio Allmayer di Alcamo, probabilmente fomentate dal pesante clima d'intolleranza che grava sulla nostra tormentata nazione. Proliferano, infatti, gli scontri causati dai gruppi neofascisti di "Casa Pound" e "Forza Nuova", che i telegiornali nazionali, o meglio governativi, sono soliti definire "movimenti di destra", non concedendo la stessa generosa edulcorazione a quei movimenti che amano etichettare come "disobbedienti di estrema sinistra", ovvero, coloro i quali, appellandosi alla nostra tanto deturpata costituzione, si dichiarano fieramente antifascisti. E così muore la memoria della resistenza, e con lei viene vanificato il sacrificio dei nostri nonni e dei loro padri, ed il rosso vivo del sangue da loro versato, viene divorato dalla nera putrefazione dell'avvizzita coscienza comune, generando la più profonda delle Ignoranze, che, più dell'AIDS, più dei tumori, costituisce la vera malattia del secolo. "Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra costituzione." Queste le parole di Piero Calamandrei, uno dei pochissimi professori dell'epoca che non richiesero mai la tessera d'adesione al partito che nell'arco del ventennio fascista, ha mietuto milioni di vittime tra gli 80.000 libici sdradicati dal Gebel, i 700.000 abissini assassinati durante l'impresa in Etiopia, i 600.000 prigionieri di guerra italiani che perirono nei campi di sterminio di tutto il mondo, i 110.000 caduti nella Lotta di Liberazione...
Ha dunque l'infimo morbo dell'incultura provocato metastasi anche all'interno del nostro liceo? Possono dunque le radici di questo annichilimento collettivo, attecchire perfino in un contesto che dovrebbe provvedere alla formazione del nostro senso morale, come quello scolastico?

Margherita Bruno

venerdì, ottobre 23, 2009

Tutto da copione! I politici contro internet!

Questo è l'ultimo passo da compiere per completare il disegno di dittatura mediatica di Berlusconi.
CastelloLibero

Cuffaro contro la rete: vuole denunciare tutti quelli che hanno commentato il video dove attacca Falcone!

La notizia è sul Fatto Quotidiano di oggi: Salvatore “Totò” Cuffaro, ex presidente della Regione Sicilia (poi dimesso per la condanna per favoreggiamento ad alcuni mafiosi che gli è costata anche l’interdizione dai pubblici uffici) ha denunciato tutti coloro che avevano commentato un video su YouTube. Il video, che ad oggi è uno dei più visti in lingua italiana con i suoi 1.000.346 contatti, sempre in costante crescita, è intitolato “Totò Cuffaro aggredisce Giovanni Falcone” e mostra l’allora democristiano Cuffaro replicare polemicamente e violentemente contro gli ospiti presenti sul palco della staffetta televisiva dedicata alla mafia tra Maurizio Costanzo e Michele Santoro. In studio era presente anche Giovanni Falcone contro cui Cuffaro si scagliò duramente. Ora Cuffaro dice che in quella puntata rivolse solo una critica verso l’operato di un singolo magistrato che non era però Falcone. Di tutt’altro avviso è il milione di cittadini che ha visto il video su You Tube e il popolo del web che ha lasciato più di quattromila commenti e ancora ne continua a lasciare nonostate l’azione legale da parte dell’ex presidente della regione Sicilia. Al fianco del popolo del web c’è però il gruppo di Antonio Di Pietro che dal suo blog (www.antoniodipietro.it) mette a disposizione dei commentatori denunciati da Cuffaro un team di avvocati: “sarà una class action” dichiara il leader dell’Italia dei Valori.

Il periodo sembra davvero pesante per la rete: proprio ieri – si legge nella rubrica di Federico Mello sul Fatto - Gabriella Carlucci, già autrice di una legge che intende vietare contenuti e commenti anonimi sul web, è tornata a farsi sentire richiedendo nuovamente e a gran voce una legge per mettere sotto controllo Internet. Non solo, dall’UDC è intervenuto anche D’Alia che ieri ha rilanciato la sua proposta di equiparare le pubblicazioni su Internet a delle testate giornaliastiche. Sfoderano le armi a destra e a sinistra per mettere un bavaglio al web. Così mentre tutti fanno cerchio attorno al premier per il gruppo su facebook intitolato “Uccidiamo Berlusconi”, Marco Travaglio (che è protagonista di tre gruppi intitolati “a morte Travaglio”) fa sentire finalmente una voce fuori dal mucchio e dichiara: “Mi appello alla magistratura romana e al Ministro della Giustizia affinché non facciano assolutamente nulla contro il gruppo ‘A morte Travaglio’. Il diritto all’idiozia è sacro e va garantito a tutti!”, difatti in queste ore si ha notizia di gruppi che vogliono uccidere tutto e tutti: Bassolino, Capezzone, Gelmini, Moccia, Mughini, il Papa, Arisa, la Tatangelo, Bretney Spears, gli emo, topo gigio e molti, moltissimi altri. Chi potrebbe considerare, quindi, seriamente pericolose le minacce su facebook? Forse la risposta è: “chi vuole alimentare il clima di diffidenza e finalmente riuscire a mettere le mani sulla rete che non vuole star zitta!”.

LINK: Il video dell’intervento di Cuffaro

http://www.youtube.com/watch?v=F5MZmJLMQ9Y

Fabio Barbera

mercoledì, ottobre 21, 2009

Navi di scorie nel mare di Trapani.


La «River» affondò davanti alle coste trapanesi. L'inchiesta archiviata ora potrebbe essere riaperta


Le navi cariche di scorie non venivano fatte affondare solo nel Tirreno, ma anche davanti al porto di Trapani. C’è un nome che viene fuori, ed è quello della nave «River». Una naufragio che non risulta da nessuna parte, e figurarsi come poteva accadere il contrario, ma che secondo un teste, il faccendiere per anni in contatto con servizi segreti e criminalità organizzata mafiosa, Francesco Elmo, c’è stato. Un racconto archiviato ma che adesso potrebbe tornare d’attualità dopo quello che va scoprendo la magistratura calabrese a proposito di navi fatte naufragare con i loro carichi mortali.

È uno filone d’inchiesta quello del traffico di scorie che è rimasto non approfondito perchè la magistratura trapanese che se ne occupava si è vista fare «terra bruciata» attorno. Sono venuti a mancare i testi. Ci sono stati tentativi di depistaggio. Ma non significa che l’indagine sia infondata. È una ipotesi, quella di questo traffico, che è poi rimasta sullo sfondo di due inchieste che nel tempo si sono avvicinate fino quasi a toccarsi, per poi tornare a dividersi e a continuare a correre su binari paralleli.

Scenario è quello di Trapani e le sue commistioni, i crocevia tra la mafia e i settori «deviati» dello Stato, la massoneria. In mezzo rifiuti tossici finiti anche sepolti nelle cave abbandonate della provincia di Trapani. Quali sono le inchieste tanto vicine? Una è quella (archiviata dalla procura di Trapani) sulla presenza di una cellula di Gladio in città. L’altra indagine è quella sul delitto (settembre 1988) del sociologo e giornalista Mauro Rostagno, che ha ripreso vigore e lì una firma si è trovata, quella della cupola mafiosa locale. Elmo ha parlato del traffico di scorie nell’ambito dell’indagine su Gladio. Potrebbe trattarsi degli stessi traffici che forse Rostagno ebbe modo di vedere spiando di nascosto un aereo che atterrava nell’aeroporto chiuso di Kinisia. Ma non solo.

Potrebbe essere la stessa indagine sulla quale si è rovata ad indagare la giornalista Ilaria Alpi. Uccisa in Somalia nel marzo 1994. Lei andando a Bosaso avrebbe trovato traccia di quei traffici. Un incrociarsi di piste da battere dal quale emerge un altro nome, quello del maresciallo del Sismi Vincenzo Li Causi anche lui morto amnmazzato non siè mai saputo molto bene da chi, mentre era in missione in Somalia. Li Causi era il capo della cellula di Gladio a Trapani. Ma non solo era uno degli uomini più fidati del premier socialista Bettino Craxi. E una parte del traffico di scorie e di armi viene ricondotto all'uso di mezzi di una società internazionale, la Scifco, indicata come vicina ad esponenti del partito socialista.

Francesco Elmo per tanto tempo ha lavorato in uno studio svizzero da dove sarebbe passata la gestione di traffici di armi e scorie. Lui incontrava i personaggi con i quali faceva i relativi affari. E c’erano anche siciliani di mezzo. Lui ha indicato anche in che maniera le scorie giungevano a Trapani, dentro camion che ufficialmente trasportavano oli esausti. Ha indicato anche il periodo, dalla metà degli anni ’80 fino al 1993.

Rino Giacalone

Fonte: http://www.liberainformazione.org/news.php?newsid=8981

martedì, ottobre 20, 2009

Enzo Di Pasquale racconta la magia di un’isola con un personaggio unico e curioso: “Ignazia”.

Ignazia” è il nuovo romanzo di Enzo di Pasquale, suggestivo, assolutamente godibile, da leggere tutto d’un fiato. Ambientato sull’isola di Marettimo, l’ultima delle Egadi, con le sue notti avvolte nel silenzio rotto solo dalle onde che schiaffeggiano la costa. In una comunità che vive della pesca del tonno con la magia di un’isola dal nome odoroso di mare e il paesaggio pittorico e fiabesco di un racconto incentrato su un unico personaggio femminile: Ignazia, per l’appunto.

LA STORIA: La storia di Ignazia parte dal padre che, dopo pochi anni s’imbarca per l’America in cerca di fortuna, si risposa e si arricchisce. La bambina intanto cresce e con innata vitalità e misteriosa saggezza anima la vita dell’isola. Osservando le iscrizioni sulle lapidi impara a scrivere, divora i libri con estrema curiosità, calcola direzione e velocità delle correnti marine. Tiene la corrispondenza con i mariti oltreoceano, istruisce i bambini e con fare quasi magico risolve contrasti familiari. Fin quando dall’America arriva l’eredità del padre e con essa, finalmente, una scuola per i marettimari. E un bel giorno, sull’isola, approda anche un maestro che escogita per i suoi quattro alunni un nuovo gioco: lanciare una bottiglia in mare con un messaggio per i bambini di un’isola sconosciuta che ritorna sempre indietro con una risposta. È la scoperta di un mondo oltre Marettimo. Come un folletto benevolo Ignazia continua a tessere trame incantate per il suo piccolo regno, finché il destino la riconsegna, secondo un’usanza del luogo, alle acque dell’isola. Scandita dalla vita del mare, dall’eco degli eventi del continente e del nuovo mondo – il passaggio della cometa di Halley, la guerra, lo sbarco sulla luna – questa storia intreccia personaggi fiabeschi e reali, ancorati a una terra aspra che evoca la nostalgia propria delle cose lontane, perdute.Ignazia – scrive federico Ligotti sul Corriere di Roma - va letta sorseggiando Bianco d’Alcamo. Se c’era del marcio in Danimarca, c’è del pesce in Sicilia e ci sarà del successo, assicurato, per Enzo Di Pasquale”.

Fabio Barbera



lunedì, ottobre 19, 2009

Niente saccio!

Ve la ricordavate? Tanto per non dimenticare.. forse non tutti l'hanno visto... Bellissima la parte in cui dice che quando un comune viene commissariato il bilancio va a zero.. I crediti e i DEBITI si annullano. ahahah Un genio della finanza. Siamo sicuri che castellammare spiccherà il volo con questa gente così preparata. Fonte agoravox.it

sabato, ottobre 17, 2009

Notiziona: Il PRC di castellammare e il Comune per una volta in sintonia!


La politica comunale a mio avviso non deve essere un eterno scrontro tra partiti e ideologie politiche. In un piccolo paese come il nostro la politica è fatta di piccoli e grandi problemi specifici, che ben poco, forse niente, hanno in comune con le ideologie politiche dei partiti. Per fare progredire il nostro paese non bisogna continuare a scontrarsi sulle ideologie o sui partiti che fanno schifo, ma bisogna essere pronti ad affrontare ogni problema che si viene a creare, o che esiste da svariati anni come in questo caso, prescindendo da stupide e banali lotte politiche che spesso prortano i partiti ad essere in disaccordo tra di loro solo per presa di posizione. Mi spiego meglio. Sembra quasi che quando uno schieramento esprime la propria opinione su un determinato argomento, lo schieramento opposto è obbligato ad assumere la posizione opposta! Secondo me è una cosa irrazionale che non fa altro che far andare sempre indietro il nostro paese. Un'altra cosa che mi fa incazzare è il funzionamento interno dei partiti! Ma dove sta scritto che se il capogruppo di un partito si esprime, tutti gli aderenti dello stesso devono "calari li corna" ed adeguarsi alle linee guida del partito a cui hanno aderito? A mio avviso una persona che entra in un partito lo fa perchè quel partito è più vicino alle sue idee. Ma ciò non vuol dire che deve essere sempre d'accordo con tutte le scelte di partito. Il modo giusto di interagire all'interno di un partito dovrebbe essere: pensare sempre con la propria testa e cercare di contrastare le scelte sbagliate del proprio partito. Purtroppo non è così. Sia il fatto di essere sempre contro i propri avversari politici, sia il "calari sempre i corna" alle scelte dei partiti in cui si sta o a cui si è più vicini hanno distrutto la politica a livello nazionale e ridotto le potenzialità di crescita a Castellammare. Si deve stare dalla parte di castellammare e non sempre dalla parte del proprio partito. L'invito è rivolto a tutti i cittadini castellammaresi di tutti i colori politici.

Vito Fazzino

Tutto ciò è una premessa al fatto che Camillo Navarra ci ha mandato un comunicato fatto da rifondazione nel 2007 dove appunto denunciava fra le altre cose, anche il problema della tutela dell'ambiente marino. Come potete vedere dal comunicato pubblicato ieri anche il comune finalmente si sta muovendo in questa direzione. Per una volta il PRC el'amministrazione sembrano dalla stessa parte. Speriamo che cominci una nuova stagione politica castellammarese dove si giudichino le mosse dell'amministrazione, presente e futura, in un modo obiettivo: elogiare le cose giuste e criticare le mosse sbagliate. Il discorso vale anche al contrario, perchè Rifondazione ha proposto e realizzato tante bellissime iniziative, spesso da molti criticate appunto perchè proposte da Rifondazione. Ci vorrebbe un clima politico più sereno, dove giudicare ognuno per quello che fa, non per il partito che rappresenta! Di seguito il comunicato:

Analisi e proposte per un diverso sfruttamento della risorsa pesca.
Castellammare del Golfo si affaccia sul mare e con esso ha logicamente un forte rapporto si dai tempi più, remoti quando l’attracco castellammarese era il porto della antica Segesta. La vocazione marinara del paese è indiscutibile e per molto tempo, l’economia locale si è basata sulla pesca e sulla agricoltura. Il paese si affaccia sul golfo a cui da il nome che è compreso tra Capo S. Vito, ad Ovest, e Capo Rama, ad Est e si estende per circa 45 km di coste. Col passare degli anni la popolazione marinara del posto è andata progressivamente diminuendo a causa, oltre che per la durezza implicita del lavoro, anche per la concomitanza della forte diminuzione del pescato unita ad un contemporaneo e progressivo aumento dei costi gestionali.
Tali fatti hanno contribuito al disarmo delle imbarcazioni più grandi di cui ad oggi non esiste alcuna rappresentanza con perdita di posti di lavoro e di sviluppo di attività legate all’indotto.
La pesca da reddito oggi è esercitata spesso da singoli marinai, proprietari della loro barca, che escono giornalmente in mare a calare le reti per “ritirarle” nell’arco della stessa giornata.
Il frutto di tale pesca basta appena a sostentare le famiglie dei suddetti marinai attraverso la vendita al dettaglio del poco pescato.
Proprio sulle problematiche relative alla quantità di pescato si basa uno dei punti della presente relazione.
Nel tempo, per diversi motivi, la quantità di pesce issata a bordo dai marinai è infatti andata progressivamente sempre più diminuendo.
E’ indubbio che il comparto pesca locale, così come quello regionale, attraversa una grave crisi alla quale occorre trovare rimedio.
Diverse sono le cause tra cui molte sono riscontrabili anche in altri luoghi della Sicilia mentre alcuni hanno carattere prettamente locale tra queste:
Il progressivo inquinamento delle acque.
Il sovrasfruttamento delle risorse naturali.
La pesca di frodo.
La mancata vigilanza delle aree protette.
L’inquinamento.
Il Golfo di Castellammare ha subito negli ultimi anni un progressivo processo di generale deterioramento ambientale e di inquinamento delle acque costiere.
Tutto il golfo e interessato da processi di eutrofizzazione, persistente torbidità delle acque costiere, alti indici di inquinamento dovuti agli scarichi abusivi delle villette delle località di villeggiatura ed ai carichi inquinanti degli scarichi civili e industriali veicolati dai vari torrenti, dal Nocella al S. Bartolomeo, al Canalotto, al Pinto.
Una urbanizzazione irrazionale delle fasce costiere e la mancanza di funzionali sistemi di depurazione delle acque di scarico, sia civili che industriali (le distillerie) sono tra le cause di questo degrado.
Proprio su quest’ultimo punto va considerata la forte incidenza, in termini di inquinamento, esercitata dalla distilleria Bertolino alla quale solo da pochissimo tempo si sta cercando di porre rimedio
Tutto ciò ha fatto si che nel piano regionale delle acque il golfo di Castellammare venisse indicato come area a rischio da attenzionare che, successivamente un pronunciamento della Commissione UE ha individuato come “area sensibile” sulla quale intervenire con tecnologie spinte.
Si vada ad aggiungere alle problematiche di “ordine generale” quelle per così dire locali.
Infatti, proprio a Castellammare del Golfo è stato impiantato un allevamento da reddito di tonni che, pescati già adulti, vengono introdotti e tenuti in grosse gabbie dove vengono nutriti intensivamente affinché possano accumulare uno strato di grasso che li rende appetibili e ricercati dai giapponesi.
Questo impianto ha prodotto e produce un forte impatto ambientale in quanto l’alta concentrazione di tonni in poco spazio genera una grossa quantità di nutrienti nella zona limitrofa che altera l’ambiente sottostante.
Le defecazione degli stessi ha prodotto nel tempo una sorta di fango putrescente che, a seconda dell’andamento delle correnti, si sparge per le zone vicine con tutte le conseguenze che ne derivano.
Il nutrimento dei tonni, oltre ad attrarre i pesci autoctoni stanziali che hanno ormai ben imparato come avere da mangiare senza fatica alcuna, crea in essi un innaturale assorbenza di antibiotici sicuramente usati mescolati agli alimenti, per la prevenzione di eventuali malattie degli stessi tonni.
Si consideri che tale impianto era stato proposto a diversi paesi limitrofi e da questi rifiutato.
A tutto ciò deve aggiungersi la completa assenza di un impianto di depurazione per le acque fognarie della cittadina che in estate raddoppia le presenze e scarica a mare i liquami attraverso un pennello sotterraneo che, oltretutto risulta essere spesso otturato.
Il comune ha inoltre fatto si che, dalle vasche di accumulo liquami ubicate nella cala marina, quando queste sono piene e le pompe di sollevamento non riescono a smaltire verso mare, fuoriescano liquami eccedenti che vanno a finire nello specchio di mare chiuso della cala trasformandola in una cloaca a cielo aperto.
Sovrasfruttamento delle risorse naturali.
A seguito dell’incremento del numero delle giornate autorizzate di pesca del novellame si assiste alla pesca dei piccoli di sardina (Bianchetto) e di Luvaro (Rossetto) la quale garantisce, per la prelibatezza e la ricercatezza del pescato, ai marinai una buona porzione del reddito annuo.
Il problema però esiste e consiste nel depauperamento della quantità delle summenzionate tipologie di piccoli che, non divenendo mai grandi, non costituiranno naturale nutrimento per pesci più grandi di transito che, nel loro andare da levante verso ponente, “non entrano” per mancanza di nutrimento.
Si spiega così la diminuzione di pescato quali totani, seppie, tunnidi, merluzzi, aguglie, ricciola.
Ed è plausibile che tale situazione abbia favorito la progressiva chiusure delle sei tonnare che operavano sul territorio di Castellammare.
Pesca di frodo
Le bellezza naturali dei luoghi e la variegata struttura dei fondali attirano da tempo diverse tipologie di pescatori che con l’uso di piccole imbarcazioni d’appoggio, bombole e attrezzature finalizzate ai rapidi spostamenti subacquei pescano polpi, cernie e altre specie anche di piccola taglia o raccolgono grandi quantità di ricci.
Tali attività vengono svolte anche in prossimità o dentro le aree protette come la riserva dello Zingaro.
La mancata vigilanza delle aree protette
In relazione a quanto appena detto non può non essere rilevata una carente sorveglianza sulle aree di riserva e protette.
Durante la stagione balneare sono fatte oggetto di invasioni di diportisti della domenica che
non si curano minimamente della tutela dello stato dei luoghi mirando solo alla piena e spesso indiscriminata fruizione del mare sotto l’aspetto ricreativo.
Proposte:
Quanto fin qui esposto è sicuramente riduttivo rispetto alle problematiche che riguardano il mare e l’attività della pesca.
Inoltre sappiamo bene come tali problematiche riguardano anche organismi sopraregionali e sopranazionali.
Un dato è però certo il nostro mare è sicuramente malato e l’attività primaria ad esso collegata così come pure il suo indotto, soffre per tale malattia.
Il tutto si ripercuote su ampi settori che dal mare traggono di che vivere.
Occorre iniziare a proporre drastiche soluzioni che possono riequilibrare il rapporto tra sfruttamento e offerta delle risorse.
La riduzione di quello che costituisce fonte d’inquinamento con la costruzione di un depuratore che risponda ai più recenti standard di efficienza sia per ciò che riguarda la depurazione in se stessa sia per quanto riguarda il recupero delle acque di scarto per uso
Irriguo nonché gli aspetti prettamente legati alla sua ubicazione risulta ormai improcrastinabile.
L’allontanamento delle gabbie dei tonni contrastando gli interessi forti che hanno spinto affinché l’impianto venisse realizzato presentando il tutto come fonte integrativa occupazionale per la marineria del luogo che di fatto non c’è stata.
La programmazione mirata al recupero quantitativo della fauna marina con l’uso di dispositivi finalizzatiti alla dissuasione della pesca abusiva operata nei periodi di fermo. Tali disposizioni devono avere valenza per tutti e devono essere fatti rigidamente osservare.
Inoltre favorire l’impiego alternativo della flotta peschereccia e del personale della marineria locale in attività alternative che mirano alla fruizione del mare senza il suo esasperato sfruttamento (attività di visita dei luoghi, turismo ecc.).

Pesca del novellame e pesca a strascico

Pesca del novellame e pesca a strascico: l’amministrazione chiede maggiori controlli, ed interventi risolutivi, nel Golfo di Castellammare.

Il problema della pesca del novellame e quello della pesca a strascico nel Golfo di Castellammare. In seguito ad alcuni incontri con la marineria, l’amministrazione comunale di Castellammare del Golfo, si è attivata per chiedere alla Regione degli interventi risolutivi. Per quanto riguarda la pesca del novellame, infatti, la marineria chiede di regolamentarla, poiché fino ad oggi praticata in maniera incontrollata, con il rischio di danneggiare l'ecosistema del Golfo causando anche gravi disagi ai pescatori. «Un altro problema, non certo minore, affiorato dal confronto con la marineria, è quello della pesca a strascico -spiega il vicesindaco, assessore al Turismo ed Attività Produttive, Carlo Navarra, che ha promosso gli incontri con la marineria di Castellammare-. Nonostante il divieto vigente nel tratto compreso tra Capo Rama e Torre dell'Uzzo, la pesca a strascico continua ad essere praticata, violando il divieto e soprattutto causando seri danni al settore della pesca. Ho già sottoposto questi problemi al dirigente regionale del Dipartimento Pesca, Calogero Giammaria Sparma, chiedendo degli interventi risolutivi, e proprio perché l’Amministrazione è sensibile a questi problemi, abbiamo invitato il dirigente del Dipartimento regionale Pesca a trovare delle soluzioni -continua il vicesindaco Carlo Navarra- che possano regolamentare la pesca del novellame, vietandola, come previsto dal Regolamento della C.E., o limitandola solo ai pescatori del compartimento di Trapani. Inoltre abbiamo chiesto maggiori controlli da parte delle autorità competenti, al fine di salvaguardare l'ambiente marino della flora e della fauna, fortemente danneggiato dalla pesca a strascico incontrollata. Insomma chiediamo delle precise misure di prevenzione e tutela della costa del Golfo di Castellammare, poiché si rischia di mettere in serio pericolo il futuro della marineria locale. Vigileremo affinchè queste misure vengano adottate e promuoveremo altri incontri con la marineria e le associazioni di categoria». L'impoverimento delle risorse ittiche, infatti, e' causato soprattutto dalla pesca della ''neonata'' mentre, da quando vige il divieto di pesca a strascico, nonostante sia rispettato in maniera solo parziale, si è già registrato un buon incremento di alcune specie ittiche. Nel Golfo di Castellammare operano 172 imbarcazioni, per un tonnellaggio complessivo di 1776,6 tonnellate di stazza lorda ed una potenza motore di 10.658,4 kw. La flotta del Golfo di Castellammare rappresenta il 3,74 per cento di tutti i battelli operanti a livello regionale ed il 2,44 per cento del tonnellaggio totale impiegato nell’attività di pesca. Il 20,3 per cento per cento delle imbarcazioni da pesca appartengono alla marineria di Castellammare del Golfo. La produzione ittica del Golfo ammonta a 173409 kg. Le specie catturate in maggiore quantità sono quelle caratteristiche della piccola pesca, esercitata con gli attrezzi da posta fissa, come gli scorfani, le boghe, i triglidi, i merluzzi, i polpi e le seppie.

IL PORTAVOCE DEL SINDACO (Annalisa Ferrante)

Riduzione commissioni consiliari

Tagli alle spese: il consiglio comunale riduce le commissioni consiliari.
Approvata anche una mozione per la tutela del patrimonio artistico e culturale.  

Approvata dal consiglio comunale di Castellammare del Golfo, un’importante modifica al regolamento delle commissioni consiliari: la modifica prevede la riduzione delle commissioni consiliari, che da sei passano a quattro. La proposta della maggioranza è stata accolta favorevolemente anche dai consiglieri dell'opposizione; solo i consiglieri dell’Udc, Ivano Motisi e Vito Bonventre, hanno votato contro. «Un segnale di maturità - dice il presidente del consiglio, Giuseppe Cruciata - che ha visto questo consesso civico distinguersi dai precedenti che, pur conoscendo l’anomalia, nel senso che sei commissioni andavano bene se i consiglieri erano trenta e non venti come adesso, non hanno mai voluto ridurre il numero di commissioni. Sono convinto che questa riduzione, oltre ad uno snellimento delle attività consiliari, porterà anche un risparmio economico per il Comune, Mi congratulo con il consiglio comunale anche per aver votato, all’unanimità, una mozione presnetata dall’opposizione che prevede la tutela del patrimonio artistico e culturale del paese». Infatti il consiglio comunale, all’unanimità, ha approvato una mozione presentata dai consiglieri del partito Democratico Salvatore Galante e Giovanni Portuesi, che impegna l’amministrazione comunale a tutelare i murales e ad istituire un museo permanente delle opere di di Giovanni Bosco, esponenete dell’Art brut, deceduto da qualche mese. Inoltre la mozione prevede che l’amministrazione si adoperi con la Soprintendenza a trovare i fondi per recuperare il veliero da carico del ’500, ritrovato nelle acque della spiaggia Plaja dall’archeologo castellammarese Vito Sottile, e fare in modo che rimanga a Castellammare.
IL PORTAVOCE DEL SINDACO (Annalisa Ferrante) 

lunedì, ottobre 12, 2009

ALCAMO: TROVATE 150 TONNELLATE DI AMIANTO TRA I VIGNETI, 4 DENUNCE

ALCAMO (TRAPANI) (ITALPRESS) - Un'area aziendale adibita a discarica abusiva di rifiuti speciali pericolosi e' stata scoperta dalla Guardia di finanza, in contrada Triolo, ad Alcamo, in provincia di Trapani. Sequestrate anche 150 tonnellate di amianto, trovate nascoste tra i vigneti. Quattro persone sono state denunciate. I finanzieri hanno posto sotto sequestro un'area di circa 8.000 metri quadrati, dove ha sede un'azienda operante nel settore del trasporto dei rifiuti, ma anche una cisterna contenente circa 2.700 litri di liquido infiammabile, detenuto in assenza del previsto certificato di prevenzione incendi che deve essere rilasciato dal Comando dei vigili del fuoco competente per territorio; dodici automezzi pesanti adibiti al trasporto dei rifiuti; 150 tonnellate circa di amianto detenute in modo incontrollato, sparse sul terreno, prive delle piu' elementari precauzioni; locali adibiti ad ufficio di circa 50 metri quadrati. Il tutto per un valore complessivo stimato di oltre 2 milioni di euro. L'operazione e' stata eseguita con l'ausilio di personale dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Trapani. L'azienda non e' adibita allo stoccaggio dei rifiuti speciali, ma al solo trasporto degli stessi in strutture autorizzate al corretto smaltimento. Ed i finanzieri sospettano che, invece, abbia provveduto in proprio allo smaltimento dei rifiuti speciali senza rivolgersi alle aziende specializzate. Al termine dell'operazione il rappresentante legale della societa' coinvolta e' stato denunciato per gestione di rifiuti non autorizzata, omessa denuncia di materiali esplodenti, omissione colposa di cautele o difese contro disastri o infortuni sul lavoro, falsita' ideologica commessa dal privato in atto pubblico. Insieme a lui sono state denunciate altre tre persone. I finanzieri hanno anche accertato violazioni di natura amministrativa, le cui sanzioni ammontano a circa 150 mila euro, derivanti da irregolare ed incompleta tenuta dei registri di carico e scarico dei rifiuti oggetto dello smaltimento. (ITALPRESS)

Oliviero Toscani lascia l’amministrazione di Sgarbi e sbotta: “Salemi è un paese dove gli uomini di Giammarinaro controllano tutto”.


Il sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi ha revocato l’incarico di assessore a Oliviero Toscani. Il fotografo, che aveva la delega alla Creatività, alla Comunicazione e ai Diritti umani, nonostante avesse più volte annunciato alla stampa l’intenzione di dimettersi, non ha mai presentato al Comune la lettera di rinuncia alla carica assessoriale. “Ho deciso – spiega Sgarbi – di revocargli l’incarico perché è venuto meno il rapporto fiduciario. Ovviamente l’attività dell’assessorato alla Creatività continuerà con nuovi stimoli e nuove risorse per dimostrare che in Sicilia è possibile lavorare e non vi è la condizione di dover scappare. Il sostituto di Toscani sarà nominato con molta probabilità già lunedì prossimo”. Di tutt’altro avviso è il noto fotografo, che lascia intendere di voler rinunciare all'incarico per le difficoltà incontrate in Sicilia anche legate ad interessi privati oscuri e speculativi. “Laggiù c’è una colla in cui restano invischiate le iniziative importanti – spiega Toscani - mi hanno visto come un disturbatore, c’è una vecchia mentalità”. E' dura la replica dell’assessore al Turismo Bernardo Tortorici: “Sto valutando l’ipotesi di citare l’ormai ex assessore Toscani per il grave danno di immagine che reca, con le sue sconclusionate dichiarazioni, alla città di Salemi, alla Sicilia e al coraggioso lavoro di tutti quelli che si stanno impegnando per risollevare l’immagine di un territorio particolarmente difficile”. A queste parole Oliviero Toscani è tornato ieri sull’argomento delle sue dimissioni da assessore alla creatività del Comune di Salemi con una intervista ad Emanuele Lauria, pubblicata da Repubblica Palermo che vi riproponiamo.

Fabio Barbera

Toscani: “Io, bloccato dagli speculatori”

Di Emanuele Lauria da Repubblica Palermo

«Dopo un anno in Sicilia mi è venuta voglia di votare per la Lega». Caustico, tagliente e provocatorio come le sue campagne pubblicitarie: Oliviero Toscani non fa sconti. E, chiamato in causa da Sgarbi, torna sui motivi della decisione – annunciata a Repubblica – di lasciare la giunta di Salemi e rinunciare alla scommessa incarnata da un assessorato alla Creatività. Rivelando come dietro l´addio ci sia lo stop alla vendita delle case a un euro. Operazione affogata in un più vasto piano di dismissione degli immobili di cui lo stesso Toscani ha chiesto il ritiro: «Hanno prevalso interessi speculativi». Il fotografo mette nel mirino Sgarbi («Parla tanto ma ha le mani legate») e un paese «dove gli uomini di Giammarinaro controllano tutto».

Toscani, lei si è tirato indietro e Sgarbi l’ha accusata di aver accettato l’idea che tutto qui è uguale, tutto è mafia.
«Io sono un libero professionista, Vittorio cerca di fare il politico. Io voglio concludere le cose che porto avanti. Ho capito che c´è una colla, laggiù, in cui restano invischiate le iniziative più importanti. Non è che nel resto d´Italia sia molto diverso, ahimè».

Ha detto che la creatività è l´opposto della sicilianità, suscitando aspre polemiche. E premi Nobel come Pirandello o Quasimodo dove li mettiamo?
«Protagonisti del secolo scorso. Oggi la Sicilia cosa produce? Cosa dice la gente nel mondo di quest´Isola? Siamo seri: è un problema di mentalità. Basta atterrare a Punta Raisi per sentire discutere di finanziamenti, aiuti pubblici, fondi europei. Di assistenzialismo, in una parola. Sbaglio o già Sciascia accennava al male della sicilitudine? Chi vuol bene a questa terra parla come me, gli altri fanno facili moralismi».

Sicilia irredimibile, per dirla ancora con Sciascia.
«Aveva ragione lui. A Salemi sono stato visto come un disturbatore perché, ad esempio, mi sono opposto a un parcheggio schifoso in piazza Alicia, l´unica cosa bella che ha il paese. “Non si posteggia perché c´è Toscani”, hanno detto subito i salemitani. Il proprietario del bar è venuto da me a lamentarsi, invece di ringraziarmi perché la piazza ha acquisito valore e ora può mettere i tavolini fuori. Ripeto: è una questione di mentalità».

Ma quali progetti non è riuscito a realizzare?
«Uno su tutti, le case a un euro. Ci lavoravamo da un anno, avevamo fatto venire a Salemi notai e avvocati di grido. Tutti alla fine hanno desistito, davanti ai tremila problemi posti dai tecnici. In realtà ci sono interessi privati che condizionano il Comune. Tutti lo sanno. Come tutti sanno che a Salemi c´è un capo supremo a determinare l´attività amministrativa».

Parla dell´ex deputato dc Giammarinaro, sponsor dell´elezione di Sgarbi?
«È un problema di Vittorio, non mio. Io a Giammarinaro non devo nulla, l´ho detto anche in piazza. Ieri mi ha telefonato chiedendomi di non andare via, ho risposto che farò quello che devo fare. Sgarbi parla ma ha le mani legate. Giammarinaro gli ha indicato un paio di assessori, i suoi uomini controllano tutto. Vittorio è un uomo incredibile, è generoso e buono. Ma ingenuo. Deve crescere».

Il ciclone Sgarbi a Salemi, un anno dopo. Solo immagine?
«Macché. Abbiamo realizzato tanti progetti, dalla lotta al randagismo alla promozione del vino. Per una manifestazione come “Benedivino”, che ha avuto risalto nazionale, sono dovuto andare a invocare un contributo dal presidente della Provincia Turano come fosse un favore. Mia moglie non ci credeva: “Ma devi arrivare a questo?”, mi ha chiesto. Tra parentesi: gli artisti di “Benedivino” ancora attendono quanto promesso. Con le case a un euro, l´iniziativa cui tenevo di più, volevo ricostruire il paese. L´impressione è che abbiano prevalso tentazioni speculative. Sì, ho chiesto di fermare tutto».

Che futuro ha l´amministrazione di Salemi?
«Credo che Sgarbi attenda un posto più importante, poi lascerà. A me interessava il progetto Salemi. L´ho portato avanti con ragazzi straordinari, che hanno dovuto confrontarsi con indifferenza e scarsa riconoscenza. Ecco, nei giovani siciliani io credo molto».

Il male peggiore della Sicilia: la politica, la cattiva amministrazione, la mafia?
«Io direi la mala abitudine, il malcostume, il fatalismo, la rassegnazione. La mancanza di energia e di coraggio: di creatività, insomma. Se dovessi descrivere l´Isola con un´immagine delle mie campagne, sceglierei quella della modella anoressica».

sabato, ottobre 10, 2009

Bella mossa, Sindaco!

Il Comune si costituisce parte civile nel procedimento penale per mafia, usura ed estosrsione che riguarda 11 persone.
Il Comune di Castellammare si costituisce parte civile nel procedimento penale per reati di mafia, usura ed estorsioni, nel quale sono imputate 11 persone (Francesca Adamo + 10), dopo le operazioni di Polizia (Operazione Abele) e dei Carabinieri (Indagine Cemento Libero), dello scorso anno. A marzo, con una delibera della giunta municipale, infatti, l’amministrazione comunale si è impegnata a costituirsi parte civile in tutti i procedimenti penali riguardanti “fatti illeciti ed attività criminali della mafia, di usura e del racket, consumati o tentati o ideati nel proprio territorio, al fine di tutelare gli interessi del Comune e dei suoi cittadini”. Una delibera del consiglio comunale, inoltre, ha individuato il 21 marzo quale “giorno della legalità e della memoria condivisa contro tutte le mafie”. Il G.I.P. presso il Tribunale di Palermo, Dottor Sgadari, ha fissato per oggi, 8 ottobre 2009, l’udienza preliminare in relazione ai reati contestati agli 11 imputati, ed il Comune di Castellammare del Golfo ha deciso per la costituzione di parte civile nel processo, poiché si ritiene parte offesa “anche in relazione al particolare rilievo che nella vita sociale e civile della comunità locale, hanno avuto i fatti delittuosi per cui si procede, che hanno arrecato grave nocumento all’economia, al prestigio ed al decoro dell’immagine della città, provocandone un’offesa morale e materiale all’Ente ed alla comunità”. L’incarico della difesa degli interessi del Comune è stato affidato all’avvocato Davide Bambina.
IL PORTAVOCE DEL SINDACO
(Annalisa Ferrante)

venerdì, ottobre 09, 2009

Borsellino sapeva!

PALERMO - Il giudice Paolo Borsellino era a conoscenza della trattativa in corso tra la mafia e pezzi dello Stato. E' quanto emerge da Annozero, la trasmissione di Michele Santoro in onda su Rai 2. A fare l'inedita rivelazione è l'ex ministro della Giustizia Claudio Martelli, Guardasigilli nel 1992, epoca delle stragi in cui vennero assassinati i magistrati Giovanni Falcone e lo stesso Borsellino. Martelli racconta di avere saputo dall'allora direttore generale degli Affari penali del ministero, Liliana Ferraro, dell'intenzione dell'ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino, uomo legato ai boss Totò Riina e Bernardo Provenzano, di avviare una collaborazione con lo Stato in cambio di "protezione politica".

A riferire alla Ferraro la decisione di Ciancimino era stato il capitano del Ros Giuseppe De Donno. Sempre secondo Martelli, il direttore degli Affari penali del ministero rispose all'ufficiale invitandolo a parlare della cosa con Paolo Borsellino. Fu, poi, la stessa Ferraro, che aveva rapporti di amicizia col giudice, ad avvertirlo della volontà dell'ex sindaco, personaggio chiave nella trattativa tra la mafia e lo Stato. La circostanza sarebbe avvenuta tra le due stragi e precisamente il 22 o il 23 giugno del '92. Borsellino venne ucciso il 19 luglio. Le rivelazioni di Martelli sulla conoscenza della trattativa da parte del magistrato avvalorerebbero l'ipotesi secondo la quale la decisione di eliminare Borsellino avrebbe subito un'improvvisa accelerazione proprio perché si temeva che si sarebbe opposto all'accordo.

giovedì, ottobre 08, 2009

MAFIA: Prete in omelia chiede aiuto a ditte mafiose!

(AGI) - Agrigento, 8 ott. - "Le nostre chiese hanno bisogno di tante attenzioni e noi l'attenzione gliela daremo in tutti i modi. Le imprese di Favara non mancheranno, la ditta Athena e i Pitruzzella, ne sono convinto, ci daranno una mano". Lo ha detto don Nino Giarraputo, il nuovo arciprete di Cattolica Eraclea (Agrigento), nell'omelia tenuta per il suo insediamento. Ma le imprese citate sono in odore di mafia e sulle parole del sacerdote le forze dell'ordine provinciali hanno stilato un'informativa gia' inviata alla Procura della Repubblica di Agrigento.
Le due ditte di Favara nominate da don Giarraputo sono riconducibili a persone arrestate negli anni Ottanta e Novanta con l'accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso.
La Athena Costruzioni e' gestita dai fratelli Valenti, uno di questi venne arrestato nel 1999 perche' ritenuto vicino alla famiglia mafiosa di Favara. Santo Pitruzzella, titolare dell'omonima ditta, venne pure arrestato nel 1988 ed e' tuttora detenuto per mafia. Suo padre Gioacchino Pitruzzella, e' stato indicato come "uomo d'onore" dal pentito Antinino Calderone. Le ditte Athena e Pitruzzella hanno costruito a Favara la chiesa sei Santissimi apostoli Pietro e Paolo, dove don Giarraputo e' stato parroco prima di essere tarsferito a Cattolica Eraclea.
In passato don Nino Giarraputo a Favara ha subito in pasato diverse intimidazioni e la Prefettura gli aveva assegnato una scorta, che venne revocata dopo tre anni.
"Ho ringraziato le ditte per quanto hanno fatto a Favara.
Per me sono tutte brave persone", ha detto il prete.
Fonte www.agi.it
La Procura di Agrigento ha avviato un’inchiesta nei confronti di don Nino Giarraputo. Il Procuratore Renato Di Natale, afferma: ‘’ e’ assolutamente inquietante quello che ha detto il prete. Fa pari alla dichiarazione dell’ex presidente dell’Akragas. Sono fatti inquietanti e fanno parte del modo di pensare di un certo territorio ‘’.
Fonte www.teleacras.com
“Non capisco il clamore che stanno suscitando le mie parole. Ho solo ringranziato l’impresa che ha realizzato i lavori di costruzione e manutenzione nella chiesa di Favara dove sono stato prete per tre lustri”. Don Nino Giarraputo, neo arciprete di Cattolica Eraclea, spiega così il ringraziamento fatto alla ditta di Favara durante la cerimonia di insediamento, alla presenza del vescovo di Agrigento Francesco Montenegro, quale nuovo arciprete di Cattolica Eraclea. Durante la cerimonia, don Nino Giarraputo ha ricordato che “le chiese hanno bisogno di tanta attenzione e che le ditte, così come è successo a Favara, non mancheranno di dare il proprio contributo”. Il video della cerimonia è finito su Youtobe, sollevando delle polemiche visto che della ditta a cui fa riferimento l’arciprete fa parte un indagato per associazione mafiosa. La procura di Agrigento ha già aperto un’inchiesta, dopo che i carabinieri hanno inoltrato una informativa. “Si tratta di un atto dovuto – ha detto il procuratore di Agrigento Renato Di Natale – per valutare vene i fatti”. La curia di Agrigento, guidata dall’arcivescovo Francesco Montenegro, ha espresso il suo rammarico: “La chiesa – scrive la Curia – ha sempre denunciato qualsiasi mentalità mafiosa e condanna ogni azione macchiata da illegalità e criminalità. Le dichiarazioni dei singoli sacerdoti, e nel caso specifico quelle fatte da don Giarraputo, che possano prestare il fianco ad interpretazioni dubbie o suscitare scandalo in chi ascolta vengono fortemente condannate come inopportune e dannose”. La curia di Agrigento ha inoltre tenuto a precisare che “per le costruzioni di nuovi edifici di culto ci si avvale di tutte le indicazioni richieste dalla legge, esigendo dalle ditte appaltatrici il certificato antimafia rilasciato dalla Camera di Commercio”.
Fonte: www.agrigentoweb.it
GUARDA IL VIDEO (tg3)

mercoledì, ottobre 07, 2009

La Corte Costituzionale si è pronunciata «Il Lodo Alfano è illegittimo»


Violati articoli 138 (ricorso a una legge costituzionale) e 3 (uguaglianza). La decisione presa a maggioranza: 9 a 6

ROMA - Il Lodo Alfano è illegittimo. Così si sono pronunciati i 15 giudici della Corte Costituzionale. La legge che sospende i processi delle quattro più alte cariche dello Stato (i presidenti della Repubblica, del Senato, della Camera e del Consiglio) è stata bocciata dalla Consulta per violazione dell'articolo 138 della Costituzione, vale a dire l'obbligo di far ricorso a una legge costituzionale e non ordinaria, e dell'articolo 3, ovvero il principio di uguaglianza (leggi il verdetto). La decisione è stata presa a maggioranza (9 giudici contro 6) e avrà come effetto immediato la riapertura di due processi a carico del premier Silvio Berlusconi: per corruzione in atti giudiziari dell'avvocato David Mills e per reati societari nella compravendita di diritti tv Mediaset.

Fonte: corriere.it

martedì, ottobre 06, 2009

Passa alla Camera il voto di fiducia sullo Scudo Fiscale...dov'era l'opposizione???

Se nella storia di ogni nazione vi sono delle pagine buie, l'Italia possiede un'enciclopedia capace di oscurare la luce del sole.
L'ultima di queste pagine è stata scritta da trentadue deputati dell'opposizione responsabili di tradimento nei confronti dei loro elettori e, più in generale, nei confronti della Nazione. Alla Camera, con il voto di fiducia sullo Scudo Fiscale potevano evitare il rientro di 300 miliardi di capitali mafiosi o sottratti al fisco e far cadere il governo Berlusconi. Bastavano 20 voti. Non lo hanno fatto perchè non erano in aula. Ecco l'elenco degli "efialte", termine greco per indicare un traditore.
Noi, con i dovuti distinguo, ne abbbiamo 32 di Efialte, muoia l'avarizia!

PD 24:
-Argentin,
-Binetti,
-Bucchino,
-Capodicasa,
-Carra,
-Codurelli,
-D'Antoni,
-Esposito,
-Farina,
-Fioroni,
-Gaione,
-Ginefra,
-Giovanelli,
-Grassi,
-La Forgia,
-Lanzillotta,
-Madia,
-Mastromauro,
-Melandri,
-Misiani,
-Pistelli,
-Pompili,
-Porta,
-Portas.

UDC 7:
-Bosi,
-Ciccanti,
-Drago,
-Libè,
-Pisacane,
-Ruggeri,
-Volontè.

IDV 1:
-Misiti.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

domenica, ottobre 04, 2009

Si scioglie il Lodo Mondadori: Era Corruzione! Berlusconi condannato a risarcire 750 milioni di Euro.


La fonte è dagospia.it ma nel week end è scoppiato il caso anche su altri blog, giornali e siti di informazione, gli unici siti che non fanno cenno al più mostruoso risarcimento mai deciso da un tribunale sono ovviamente Libero e Il Giornale. Aspettando la sentenza sul lodo Alfano, intanto si scioglie il lodo Mondadori: era CORRUZIONE! Berlusconi dovrà risarcire 750 milioni di euro a De Benedetti. “La Cir ha diritto al risarcimento da parte di Fininvest del danno patrimoniale da perdita di chancequantificato in circa 750 milioni”. Lo si legge in una nota che fa capo al Gruppo De Benedetti, in riferimento ai contenuti della sentenza del Tribunale di Milano, nella causa civile promossa contro la Fininvest per il risarcimento del danno causato dalla corruzione giudiziaria nella vicenda del Lodo Mondadori. Nella nota si legge che «è stata depositata oggi la sentenza del tribunale di Milano nella causa civile promossa da Cir, assistita dagli avvocati prof. Vincenzo Roppo ed Elisabetta Rubini, contro Fininvest per il risarcimento del danno causato dalla corruzione giudiziaria nella vicenda del Lodo Mondadori. La sentenza che ha carattere esecutivo decide che Cir ha diritto al risarcimento da parte di Fininvest del danno patrimoniale da perdita da chance di un giudizio imparziale, quantificato in euro 749.955.611,93. Cir ha diritto al risarcimento da parte di Fininvest anche dei danni non patrimoniali sopportati in relazione alla medesima vicenda. La liquidazione di tali danni è riservata ad altro giudizio. In questo modo, dopo la definitiva condanna penale per corruzione intervenuta nel 2007, anche il giudice civile porta luce su una vicenda che ha inflitto un enorme danno a carico di Cir, ferendo al contempo fondamentali valori di corretto funzionamento del mercato e delle istituzioni. Cir esprime soddisfazione per una sentenza che rende giustizia alla società e ai suoi azionisti». La sentenza del Tribunale di Milano «non mi compensa per non aver potuto realizzare il progetto industriale che avrebbe creato il primo gruppo editoriale italiano, ma stabilisce in modo inequivocabile i comportamenti illeciti che l'hanno impedito» scrive l'ingegner Carlo De Benedetti, presidente onorario di Cir, commentando il pronunciamento del Tribunale nell'ambito della vicenda del lodo Mondadori. «Dopo quasi vent'anni dalla cosiddetta fraudolenta messa in atto per sottrarre al nostro gruppo la legittima proprietà della Mondadori - afferma - finalmente la magistratura, dopo la sentenza che ha confermato definitivamente in sede penale l'avvenuta corruzione di un giudice, ci rende giustizia anche sul piano civile». Così, dopo l’ennesimo procedimento chiarificatore emerge sempre più chiara l’ambiguità di uno stato che non ha una normativa sul conflitto di interessi, che giustifica l’abuso di posizioni dominanti e che soffre della mancanza di un organismo antitrust vero, che impedisca a forze monopolistiche di occupare tutti i gangli del potere, della politica, dell’informazione e dell’editoria.

Fabio Barbera

giovedì, ottobre 01, 2009