Spesso mi trovo a discutere con i miei coetanei del nostro futuro, del mondo del lavoro in cui verremo proiettati e della possibilità di trovare un’occupazione.
Lo sbocco naturale di tali discussioni sarebbe trovare un buon lavoro col quale realizzarsi e magari nello stesso tempo fare qualcosa di buono per la propria terra.
Purtroppo nella nostra Sicilia ( e Castellammare non fa eccezione) bisogna fare i conti con una realtà un po’ diversa, che porta a ben altri ragionamenti.
Spesso poter lavorare significa trovare la spintarella, parlare con tizio che “ci mette la buona parola”, chiudere gli occhi davanti a certi atteggiamenti, e tutto ciò (purtroppo) è ormai entrato perfettamente anche nella mentalità di noi giovani. E’ ormai normale pensare di cercare “la raccomandazione”, non ci si vede nulla di sbagliato, è idea comune che <<se non lo faccio io, lo farà un altro>>.
Ma la meritocrazia allora è solo un’utopia?
E tutto ciò lo si ritrova ovunque, ad ogni livello della società siciliana: nelle università, nei concorsi pubblici, nella politica ecc...
Penso che la gente sappia di cosa ha bisogno la Sicilia: di riformare la sanità, di nuove politiche riguardanti la salvaguardia delle risorse idriche, di nuove politiche riguardanti lo smaltimento dei rifiuti ecc..
Così, ad esempio, i castellammaresi sanno di cosa ha bisogno il loro paese; un esempio su tutti sarebbe l’impianto di depurazione delle acque, di cui il paese è privo da sempre; e poi parliamo di turismo, ma dove si fa il turismo, in mezzo la me…?
Eppure, pur sapendo tutto questo, la gente preferisce farsi governare da chi di tutto ciò se ne infischia.
Forse saranno farneticazioni di qualcuno che vorrebbe una terra migliore in cui progettare il proprio futuro, ma a mio avviso tutto ciò deriva da una politica clientelare che raccoglie i suoi voti distribuendo promesse ai cittadini.
Io, come tanti altri ragazzi per fortuna, pensiamo ancora che una svolta sia possibile, che si possa uscire da questa mentalità, cominciando dal farsi rappresentare da gente nuova, messa li a gestire la “cosa pubblica” per i propri meriti e le proprie idee e non per il proprio “potere”.
Nel peggiore dei casi se un giorno mi sveglierò e mi accorgerò che tutto ciò è stato solo un sogno, non mi resterà che fare la valigia e andare a cercare fortuna in qualche posto in cui regni ancora la democrazia.
Alessio Navarra