martedì, gennaio 29, 2013

Notti di fuoco a Castellammare, crescono gli incendi dolosi.



Castellammare - Ecco che ci risiamo. Negli ultimi giorni sono notevolmente aumentati gli incendi dolosi. Come sempre ad essere colpiti imprenditori, tutti tra Alcamo e Castellammare. Proprio in quest’ultimo si sono verificati 2 atti intimidatori di notevole importanza. Nella centralissima via Roma, qualche giorno fa, all’altezza del numero 132, è stata presa di mira una smart, completamente distrutta dalle fiamme che hanno danneggiato anche il portone adiacente. A distanza di pochi giorni ad essere colpito è stato un imprenditore edile di Castellammare, G.D.B. a cui hanno dato alle fiamme un escavatore in contrada duchessa. Scenari di fuoco che crescono in maniera esponenziale e con una velocità assai preoccupante. Tutti episodi che si susseguono l’uno dall’altro di qualche giorno, tutti tra Alcamo e Castellammare. Recentemente ad un imprenditore alcamese hanno bruciato la villetta estiva e ad un altro hanno fatto trovare un bidoncino di benzina e dei proiettili proprio davanti il suo supermercato. La preoccupazione non può che essere massima e molte associazioni della zona si sono mobilitate. Ad Alcamo dopo le dichiarazioni del presidente dell’Antiracket alcamese molte associazioni della zona hanno manifestato la loro preoccupazione per le vie della città con un corteo partito da porta Trapani ed arrivato in Piazza Ciullo. Preoccupazione che non può che essere legittima. A Castellammare la forza della criminalità organizzata è davvero forte e adesso sembra proprio che si stia riorganizzando. Come più volte ricordato, l’operazione “Crimiso” ha mostrato la mappa del racket del territorio. Le successive confische, gli arresti dei capi e dei bracci armati, le nuove scarcerazioni che si aggiungono di giorni in giorno lasciano intravedere scenari nuovi e ancora da svelare. Una scia quella del racket che lascia dietro di sé soltanto fuoco, terrore e rabbia. Una rabbia destinata a sfociare in rivolta, civile e sociale.
Stiamo lottando contro un cancro difficile da estirpare. La nostra terra ancora una volta macchiata da gente senza scrupoli è destinata a rimanere in un eterno limbo se non si interviene subito. Serve la presenza di tutti, associazioni, enti pubblici, società civile ma soprattutto quella dello Stato. Adesso.

Emanuel Butticè (pubblicato su Alqamah.it)

venerdì, gennaio 25, 2013

Elezioni 2013 - J'accuse

Ciao a tutti. In vista delle prossime elezioni ho una domanda che mi perseguita da un po’. Ma voi tutti avete idea di chi andare a votare? Cioè siete soddisfatti dai candidati che i partiti ci hanno propinato? Siete soddisfatti dagli stessi partiti? Io vorrei andare a votare, signori miei, lo vorrei tanto, ma votare chi? Non credo di essere l’unico in questa posizione. 
Guardiamo in faccia la realtà per favore: sono sempre gli stessi, andando a votare sarei comunque pecora; io devo aver facoltà di dire “no, questo gioco non mi piace, ne voglio fare un altro”. Non sono rappresentato, perciò ditemi voi con quale etica io dovrei alzarmi il 25 febbraio per andare alle urne. Ma credo che neanche voi lo siate, e con “voi” intendo una buona percentuale. 

Forse ci vogliamo accontentare di quel che c’è? Pensateci un po’ su, forse il 25 Febbraio andremo ad accontentarci di quel che passa il convento. Non è così che dovrebbe essere. Forse è cambiato qualcosa e noi non ce ne siamo neanche accorti: non è che forse il voto ha perso il proprio senso, il proprio potere? Quando andrete a votare, sarete in grado di pensare, mentre infilate la scheda elettorale nell’apposita urna: “Oggi ho contribuito col mio voto al bene del paese, sono soddisfatto”. Uscirete contenti? Io credo che uscirete più speranzosi che contenti, perché a spostarvi sin lì sarà la speranza, la speranza che questa volta qualcosa possa cambiare, perché già si è toccato il fondo e adesso non si può far altro che risalire. Ma c’è un piccolo problema cui ho già accennato: i candidati sono gli stessi, i partiti sono gli stessi, la classe politica è sempre la stessa. Forse che i partiti e tutto lo schifo circostante hanno fatto in modo che il voto lentamente, piano piano, diventasse, non un semplice strumento vano e inutile, ma ancora peggio uno specchietto per le allodole? Pensateci. Pensate a quanto hanno fatto per noi, popolo, in questi decenni. E ora pensate a quanto hanno fatto per loro stessi in questi decenni. Pensate cosa dovete inventarvi pur di arrivare a fine mese. E ora pensate una qualsiasi riunione in Parlamento, guardateli: ben vestiti, arroganti, ignoranti, alcuni sono criminali, altre sono veline, alcuni dormono, altri fanno finta di capirci qualcosa per far credere che sanno fare quel che stanno facendo, i più umili, se ce n’è, si rimboccano le maniche per cercare di giustificare la loro posizione, perché dentro di essi sanno perfettamente che non dovrebbero star lì. Detto questo, ora rispondetemi: perché devo andare a votare il 25 Febbraio? 


P.S.: Sempre se potrò, visto che gli studenti all’estero per il governo non risultano essere cittadini italiani.

Luca Pennisi

mercoledì, gennaio 23, 2013

Pianificazione, Sviluppo Sostenibile.


A Castellammare del Golfo prendono avvio importanti processi di pianificazione territoriale, ovvero quelli riguardanti il Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo – P.U.D.M. e la Variante al Piano Regolatore Generale per la Frazione di Balata di Baida. Si parlerà di queste iniziative al termine del convegno dedicato alla “Pianificazione Sostenibile” e promosso dall'INBAR – Istituto Nazionale di Bioarchitettura, che si terrà nell'aula conferenze del Castello sabato 26 gennaio (ore 9:30 – 19:30).



L'assessore all' Urbanistica Dott. Antonino Como : 

“Il decreto di approvazione del P.r.g. vigente (D.D. n.616/2004), evidenzia, nella località di Balata di Baida, la necessità di studi urbanistici più approfonditi, che escludano aree di espansione sovradimensionate, che tengano conto delle realistiche esigenze abitative e che ipotizzino eventuali sviluppi insediativi lungo gli assi viari esistenti, in prosecuzione e/o a completamento del nucleo edificato e nel rispetto dei caratteri  agrari del sito.
Attualmente, nella frazione di Balata di Baida, la Zona Territoriale Omogenea A, comunemente nota come Centro Storico, interessa una superficie di circa nove ettari dove sono presenti edifici che non hanno alcun valore storico-architettonico ed aree agricole che non hanno particolare pregio ambientale (ai sensi del D.M. 1444/68 le ZTO A includono parti del territorio interessate da agglomerati urbani che rivestano carattere storico, artistico e di particolare pregio ambientale o da porzioni di essi, comprese le aree circostanti, che possono considerarsi parte integrante, per tali caratteristiche, degli agglomerati stessi); inoltre, poiché il P.r.g. vigente non individua aree di espansione e di completamento dell'edificato, la frazione è interessata da un grave fenomeno di spopolamento e da un grave fenomeno di paralisi dell'attività edilizia.
Con la Variante al Piano Regolatore Generale per la Frazione di Balata di Baida si intende quindi eliminare un immobilismo urbanistico causato da una pianificazione superficiale, riperimetrando, in base a specifici studi storici, la Zto A, mettendo in atto tutte le iniziative volte a favorire l'incremento demografico ed a migliorare la qualità della vita, garantendo adeguati standard urbanistici e proponendo azioni di ricucitura e riqualificazione dell'esistente, il tutto nel rispetto dell' identità dei luoghi e del sovraordinato Piano Paesistico (Piano Paesistico Ambito 1 – Area
Rilievi del Trapanese).

Il Piano di Utilizzo delle aree Demaniali Marittime – P.U.D.M., invece, sarà il documento di pianificazione che individuerà le modalità di utilizzo del litorale marino e ne disciplinerà gli usi sia per finalità pubbliche, sia per iniziative connesse ad attività di tipo privatistico, regolamentate mediante rilascio di concessioni demaniali marittime in conformità alle vigenti disposizioni in materia di pubblico demanio marittimo.
Ai sensi dell’art. 4 della legge regionale n. 15/2005, sono tenuti a redigere il P.U.D.M., tutti i comuni costieri della Regione siciliana il cui territorio sia prospiciente sul demanio marittimo. Il P.U.D.M. verrà redatto in conformità a quanto riportato nelle Linee guida per la redazione dei Piani di Utilizzo del Demanio Marittimo della Regione Siciliana (Assessorato del Territorio e dell’Ambiente – Decreto del 4 luglio 2011), e terrà conto, quindi, della cartografia rilasciata dal Sistema Informativo del Demanio della Regione Siciliana (SIDERSI); inoltre, ai sensi delle citate linee guida, le nuove regole del P.U.D.M. non si applicheranno alle concessioni già rilasciate al momento dell'entrata in vigore della L.r. 15/2005.

La Variante al P.r.g. ed il P.U.D.M. avranno il comune obiettivo del rispetto dell'ambiente, in linea con il moderno concetto di sviluppo sostenibile; ciò sarà confermato dai correlati studi ambientali, ovvero dalla Valutazione Ambientale Strategica – VAS e dalla Valutazione di Incidenza Ambientale, quest'ultima da redigere per la presenza di aree SIC e ZPS (Siti di importanza comunitaria e Zone di protezione speciale).”

Programma della manifestazione

venerdì, gennaio 18, 2013

Castellammare: La politica che conta, poco.


Castellammare del Golfo - Sono tanti gli scenari che si aprono davanti alle prossime elezioni a Castellammare, tante ma anche troppe. Si parla da qualche tempo dei candidati ormai ufficiali ma c’è anche chi pensa di rimanere dietro le quinte per guidare la propria squadra. Piero Russo, attuale consigliere provinciale del Pdl, da sempre vicino al senatore D’Alì, sembra essere intenzionato a ricoprire un ruolo chiave per quanto riguarda le prossime elezioni. La situazione sembra difficile da decifrare. Infatti sembra che Russo abbia interrotti i rapporti con il senatore D’Alì per approdare tra le fine dell’ex Presidente della Provincia di Trapani Mimmo Turano, eletto consigliere regionale lo scorso mese di Ottobre. Infatti dopo la fallimentare campagna elettorale per la poltrona di sindaco di Alcamo, Turano, è riuscito ad accedere a Palazzo Orleans con 6106 ottenuti in maggioranza tra Castellammare ed Alcamo. A Castellammare sembra che i voti del Pdl si siano canalizzati quasi tutti su Turano. Infatti Piero Russo pare che si sia avvicinato a Turano ed allontanandosi dal Pdl, che a Castellammare non si capisce che fine abbia fatto. Questo lascia pensare ad un’alleanza tra il Pdl e l’Udc. Udc guidato dall’ex sindaco Giuseppe Ancona. 
Questo però non chiarisce chi potrebbe essere il candidato a sindaco per il centrodestra, visto che Ancora e Russo sembrano essere orientati a rimanere dietro le quinte. Si tratta comunque di supposizioni. Però è doveroso fare un altri 2 nomi, Domenico Bucca, attuale capogruppo del Pdl, e Giuseppe Cruciata, attuale presidente del consiglio comunale. Il primo sembra essere l’unico ancora ancorato al suo partito e che quindi potrebbe fare la sua mossa, per il secondo invece si parla proprio di una sua possibile candidatura diretta a sindaco. Vedremo.
Se non sono ben chiare le intenzioni del centrodestra, quelle del centrosinistra sembrano assumere contorni sempre più marcati. Infatti si è deciso di fare delle primarie interne al partito. Pare che al momento gli aspiranti alla candidatura a sindaco sarebbero tre: il capogruppo in consiglio comunale Salvatore Galante, Camillo Coppola e Giuseppe D’angelo. Ma è da chiarire se Giovanni Portuesi, attuale consigliere, si unirà al gruppo dei pretendenti.

Qualcuno immagina una possibile alleanza, alquanto assurda, tra Pd, Pdl e Fli. Questa tesi, se confermata, sarebbe la conferma che la politica a Castellammare è morta e sepolta. Quindi, sono tanti gli scenari che si possono aprire in vista di queste elezioni, tanto attese da molti, e tanto odiate da altri.

Ma è d’obbligo ribadire che attualmente, purtroppo, la speranza di trovare nomi e volti nuovi rimane una mera illusione, visto che, come già detto, si parla sempre delle stesse persone sul palco o nel retroscena che sia, sembra proprio che a Castellammare la politica conta, poco.

Emanuel Butticè

Allagata la biblioteca comunale di Castellammare


La scorsa notte la violente ed incessante pioggia ha provocato gravi danni alla struttura della biblioteca comunale sita in Piazza Matteotti. Pare che dal tetto sia entrata una grande quantità d’acqua da allegare il secondo piano. L’acqua che ha invaso il secondo piano dell’edificio si è infiltrata fino a raggiungere il piano inferiore dove ogni giorno tanti ragazzi si recano per studiare, rendendo proprio impossibile tale funzione. Il problema più volte segnalato, sembra essere stato preso con leggerezza, tanto da non ritenerlo un vero problema. L’amministrazione comunale venuta a sincerarsi della situazione ha confermato con preoccupazione che la situazione è davvero grave, anzi, addirittura “catastrofica”. Infatti sono davvero enormi i danni che hanno colpito la struttura. Struttura inaugurata da pochi anni e praticamente nuova e indubbiamente utile per la cittadinanza.  Per domani si aspetta l’intervento della ditta che si occupò della sua realizzazione per costatare il reale danno e per stabilire i tempi per poterlo risolvere.
Emanuel Butticè

giovedì, gennaio 17, 2013

Il Senatore della porta accanto



Il Senatore per eccellenza ad Alcamo, quello che decide la vita politica della città da decenni, è Antonino Papania, per gli amici, il Senatore. Un Senatore sempre discusso e spesso alle attenzioni di tutti i media, locali e nazionali. Le vicende che lo interessano sono tante, e soprattutto particolari, tanto da essere citato spesso nei suoi articoli da Marco Travaglio. Alcamo, città da sempre governata dal centrosinistra, proprio della corrente del Senatore, ha visto susseguirsi sindaci da sempre legati a Papania (così dicono, sarà vero?). Ieri Scala, oggi Bonventre. Sapete come funzionano queste cose, c’è sempre qualche bon tempone o qualche malalingua che sostiene che dietro gli ultimi due sindaci, e non solo, c’è la mano del nostro caro Senatore. Dicono che a tirare i fili sia proprio lui. Ma non vorrete credere che un povero Senatore, tanto impegnato a Roma possa fare tutto questo? Non scherziamo. Le vicende che si collegano alla figura di Papania, sono tante, prima su tutte, la più discussa condanna a 2 mesi e 20 giorni per abuso d’ufficio. In questi giorni, la campagna al veleno sulle elezioni nazionali, ha portato in tutti i quotidiani la notizia che Grillo inveisce  sul povero Bersani e sui suoi candidati alla camera. Tra di essi c’è anche il nostro Senatore, tanto per cambiare.
Altro tema caldo riguarda il suo ex giardiniere, Filippo Di Maria, arrestato 3 anni addietro con l’accusa di essere l’autista e il cassiere del boss di Alcamo Nicolò Melodia. In tempi di crisi, il doppio lavoro è d’obbligo. Giardiniere e autista, per arrotondare, ovvio. Ma la cose che da tempo suscita ilarità in molte persone e lascia scappare qualche sorrisetto di troppo, sono i numerosi alcamesi che adorano il loro Senatore, alla follia, tanto da votarlo e rivotarlo sempre. Un amore infinito che lega un città ad un nome diventato, a parere di molti, pesante. Certo c’è da capire se bisogna tenere in considerazione le tante voci fuori dal coro che spesso sono pronti ad uscire dal cappello una bella colomba bianca. Sicuramente, per il Senatore la colomba ha giocato un brutto scherzetto, visto che molti alcamesi affermano che il loro caro Senatore offre posti di lavoro. Sono dure considerazioni che molti cittadini gli lanciano contro, ma volendo o non volendo, sei costretto ad ascoltarle. Chissà quale sia la ragione dell’amore che lega Papania con la sua Alcamo, sicuramente qualcosa di importante.
Proprio in questi giorni, in un’inchiesta dei carabinieri su un giro di assunzioni da parte della società Aimeri che gestisce la raccolta dei rifiuti per l’Ato Tp 1, spunta un nome a noi familiare. IL Senatore, attenzione,  non è indagato, sia chiaro, però  viene citato a proposito delle assunzioni all’Aimeri. Non vorrei entrare nei dettagli, ma questa recente inchiesta, non fa che alimentare le parole di molti cittadini che, malignamente,  pensano che l’amore che lega la città al suo Senatore sia proprio da ricercare in questa direzione, i posti di lavoro. Sarà davvero così? Lo scopriremo presto, ma chi ha il coraggio di dubitare della grande bontà del Senatore della porta accanto? Ad Alcamo, pochi.
Emanuel Butticè (pubblicato su Alqamah.it)

Il porto di Castellammare, ancora fermo e sempre più un’illusione.


Il tempo passa per tutti, anche per il porto di Castellammare. Fermo, in avanzato stato di “decomposizione” dal 26 maggio 2010. Sono passati più di 2 anni, ma la situazione è sempre la stessa, anzi senza giri di parole, peggiorata. In questi lunghi, lunghissimi due anni di indagini si sino scoperti tanti retroscena e tanti “attori”, noti e meno noti, che si contendevano il palcoscenico di uno spettacolo senza platea ma solo un paese che ha perso le speranze.
Cerchiamo di fare un piccolo punto della situazione. Sequestrato dalla guardia di finanza il 26 Maggio 2010 per anomalie riscontrate nell’utilizzo del cemento per la costruzione dei massi frangiflutti e delle banchine. Tutto questo confermato nel Gennaio dell’anno successivo, quando la magistratura ha accertato che il cemento utilizzato non era a norma e quindi confermando che il porto non era e non è tutt’ora in sicurezza.

Le indagini si intrecciano con quella antimafia denominata “Cosa Nostra resort” che vede come maggiore imputato Tommaso Coppola, imprenditore di Valderice, e Francesco Pace, arrestato anche lui e ritenuto boss della famiglia trapanese. Proprio durante il dibattimento è emerso che l’imprenditore Francesco Pace offrì a Tommaso Coppola la possibilità di occuparsi della fornitura per i lavori al porto. Degli stessi lavori ha parlato anche Gaspare Pulizzi, pentito ed ex braccio destro dei Lo Piccolo, dicendo che la famiglia di Alcamo, per conto di Matteo Messina Denaro, si mosse allo stesso modo per far arrivare le forniture di cemento da un’impresa di Partinico. In tutto questo non manca l’intreccio con la politica. Infatti,  l’imprenditore Tommaso Coppola, arrestato nel 2005, continuava ad occuparsi dei suoi affari tramite il nipote, Onofrio Fiordimondo, incaricato di parlare direttamente con i maggiori esponenti della politica locale. Secondo le indagini, il nipote di Coppola, parla con un senatore (secondo gli inquirenti si tratta del senatore Antonio D’Alì, allora sottosegretario all’Interno) e con il sindaco di Valderice Camillo Iovino. Tutto questo per continuare a garantire la fornitura del cemento per i lavori del porto. Onofrio Fiordimondo conferma di aver parlato con Iovino, proprio come gli aveva detto suo zio dal carcere, proprio per questo Camillo Iovino finisce indagato per favoreggiamento a Tommaso Coppola. L’unico problema è che mancano i riscontri; dalle intercettazioni a Iovino non è emerso nulla (il senatore D’Alì all’epoca parlamentare non poteva essere intercettato).
Il senatore D’Alì durante il processo afferma di essere estraneo ai fatti (tra l’altro il Comune di Castellammare del Golfo è l’unico ente locale costituito parte civile al processo che lo vede imputato di concorso esterno in associazione mafiosa). Il pm Andrea Tarondo aveva chiesto 5 anni per Tommaso Coppola e 2 anni e 4 mesi per Camillo Iovino. Nel Maggio scorso la sentenza che vede il sindaco di Valderice Camillo Iovino condannato ad un anno di reclusione, con la concessione della sospensione per favoreggiamento. Per l'imprenditore valdericino Tommaso Coppola, tre anni di reclusione. È stata inoltre esclusa l’aggravante dell’avere agito per favorire gli interessi di Cosa Nostra. Dopo la sentenza però è scattata la scarcerazione. Infatti Tommaso Coppola ha potuto lasciare il carcere, dopo sette anni, e fare ritorno a casa perché è scaduta una sua precedente condanna a sei anni e sei mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Non ha potuto beneficiare della scarcerazione anticipata in quanto nel frattempo aveva ricevuto la notifica di un ulteriore ordine di arresto nell’ambito dell’inchiesta “Cosa Nostra resort”.
C’è anche un altro nome che gira intorno a questa vicenda, è quello di Vito Tarantolo. Quest’ultimo arrestato di recente perché ritenuto prestanome di Matteo Messina Denaro e in stretti rapporti con il boss Francesco Pace e l’imprenditore Tommaso Coppola. Secondo gli investigatori, che intanto gli hanno sequestrato beni per 25 milioni di euro, l’impresa che faceva riferimento a lui (quindi nelle disponibilità di Matteo Messina Denaro) la Co.ge.ta. s.r.l, negli ultimi anni si sarebbe aggiudicata appalti per più di 50 milioni di euro. Tra gli appalti ricostruiti dalla polizia ci sono la sistemazione delle banchine del porto di Trapani e il rifacimento di quello di Castellammare del Golfo (quest’ultimo per un importo di 7.941.181,00 euro).

Situazione davvero complicata e inverosimile che non da spazio più a nessun commento. Un gioco di potere  tra uomini delle istituzioni e uomini della criminalità organizzata che sancisce ancora una volta la forza della mafia nel controllo degli appalti pubblici e nelle forniture dei materiali, soprattutto del cemento. La sua forza è stata confermata anche nella recente vicenda del porto di Balestrate, stessa sorte purtroppo di quello castellammarese (in tutto questo c’è una curiosità davvero interessante: Qualche tempo fa è stato arrestato il direttore dei lavori al porto di Castellammare nell'ambito dell'operazione "Benny 2", sul cemento impoverito proprio al porto di Balestrate. Coincidenze?).
Ma torniamo ad oggi. Nel Luglio del 2011, dopo aver assegnato i lavori ad una nuova impresa e dissequestrato in parte il cantiere, si bloccano nuovamente i lavori. Nel Gennaio dello scorso anno, in un’intervista al sindaco di Castellammare del Golfo Marzio Bresciani, parlando della ripresa dei lavori al porto, ci disse che i tempi di attesa erano ancora di circa 4 mesi. Ad oggi di mesi ne sono passati 13 e siamo ancora nella stessa situazione. Quanto ancora si dovrà aspettare?

Emanuel Butticè (pubblicato su Alqamah.it)

In ricordo di Gian Giacomo Ciaccio Montalto

Comunicato Libera giornata 25 gen 2013 by

mercoledì, gennaio 16, 2013

Luca Pennisi ci presenta il suo primo libro: "The Ghost"

Questo mio piccolo libro che finalmente, dopo un bel po’ di tempo e lavoro, posso avere il piacere di presentarvi, è il risultato di una necessità, di una sensazione che credo non sia percepita soltanto dal sottoscritto. Questo libro quindi nasce innanzitutto dalla necessità di manifestare, il più concretamente possibile, il mio dissenso nei confronti dell’Italia tutta. E sto parlando di quest’Italia attuale che va avanti così ormai da secoli, in effetti va avanti così dalla sua Unità, dalla sua Costituzione; inutile elencare ancora una volta tutti i grossi difetti a livello base, politico-sociale. Voglio solo sottolineare che si tratta di difetti individuali che sommati tra loro vanno a creare quella figura dell’italiano medio che ad oggi tutto il mondo contesta. L’essere italiano che potrebbe essere “motivo di vanto” si sta trasformando in “motivo di scherno”. È stata “la classica goccia che fa traboccare il vaso” a spingermi verso la stesura di questo scritto. Con esso l’intento è anche quello di esortare il lettore a passare ai fatti, magari non drasticamente come il racconto implicitamente suggerisce. Poiché in effetti mi sono reso conto, e non ci vuole molto per rendersene conto, che da troppo tempo noi tutti non facciamo altro che parlare e lamentarci dello status quo, ma nessuno osa fare il passo successivo, nessuno osa prendere barca e remi e fare quel tratto di mare che c’è tra il dire e il fare appunto. È questa pigrizia, passività, vigliaccheria italiana che io condanno, cui ho cercato di sottrarmi in qualche modo attraverso questo mio piccolo e probabilmente vano esperimento. Il libro non è un trattato di politica, no; quanto scritto sin qui è il messaggio che traspare evidentemente dalla sua lettura. Il libro è un thriller avvincente e misterioso, non è un noioso trattato di politica. In certi punti vi sono anche esilaranti colpi di scena che non potranno non strapparvi almeno un leggero sorriso dalle labbra. Uno dei miei primi lettori, cui attribuisco autorevolezza e ottima capacità di giudizio, lo ha definito “un sogno di liberazione”, che è a mio modo di vedere una perfetta definizione. Altra caratteristica particolare del racconto è l’implicazione di personaggi esistenti della nostra attuale società. Gente di un certo spessore morale, pezzi grossi, persone che, vuoi o non vuoi, ci rappresentano a livello mondiale. Ritengo che già “l’ouverture” e la sinossi possano darvi un bel pizzico di curiosità e la giusta spinta per leggere tutto il resto, visto che probabilmente sono l’unico autore al mondo che ha immaginato e messo per iscritto la morte del nostro caro amico Silvio. Non ho voluto scrivere un grosso libro, è stata una mia scelta, perché avrei potuto farlo, ma ho preferito tener fede al motto greco: “un grosso libro, un grosso errore", motto che condivido assolutamente. Spero lo leggiate e spero vi piaccia proprio come è piaciuto a me… Buona lettura.

P.S.: Peccato che il successo di questo libro sia legato fatalmente e inscindibilmente ad una querela.
P.P.S. Di seguito trovate il testo del nostro sacrosanto inno nazionale, va tutt'uno con la recensione!

Luca Pennisi


Fratelli d'Italia, 
L'Italia s'è desta; 
Dell'elmo di Scipio 
S'è cinta la testa. 
Dov'è la Vittoria? 
Le porga la chioma; 
Ché schiava di Roma 
Iddio la creò. 
Stringiamoci a coorte! 
Siam pronti alla morte; 
Italia chiamò, 

Noi fummo da secoli 
Calpesti, derisi, 
Perché non siam popolo, 
Perché siam divisi. 
Raccolgaci un'unica 
Bandiera, una speme; 
Di fonderci insieme 
Già l'ora suonò. 
Stringiamoci a coorte! 
Siam pronti alla morte; 
Italia chiamò, 

Uniamoci, amiamoci; 
L'unione e l'amore 
Rivelano ai popoli 
Le vie del Signore. 
Giuriamo far libero 
Il suolo natio: 
Uniti con Dio, 
Chi vincer ci può? 
Stringiamoci a coorte! 
Siam pronti alla morte; 
Italia chiamò, 

Dall'Alpe a Sicilia, 
Dovunque è Legnano; 
Ogn'uom di Ferruccio 
Ha il core e la mano; 
I bimbi d'Italia 
Si chiaman Balilla; 
Il suon d'ogni squilla 
I Vespri suonò. 
Stringiamoci a coorte! 
Siam pronti alla morte; 
Italia chiamò, 

Son giunchi che piegano 
Le spade vendute; 
Già l'Aquila d'Austria 
Le penne ha perdute. 
Il sangue d'Italia 
E il sangue Polacco 
Bevé col Cosacco, 
Ma il cor le bruciò 
Stringiamoci a coorte! 
Siam pronti alla morte; 
Italia chiamò


lunedì, gennaio 14, 2013

Piccoli problemi quotidiani crescono


Perdita di Via Giuseppe Verdi

Scrivo questo piccolo post per segnalare alcuni disagi riscontrati da alcuni cittadini castellammaresi.
Iniziamo dalle perdite d’acqua che ormai come sappiamo non sono una novità. A Castellammare si riversano in strada ogni giorno una consistente quantità d’acqua che potrebbe essere benissimo utilizzata in altro modo. Sappiamo bene che le strade del paese ormai sono diventate vere e proprie strade di montagna, da un lato per i lavori della rete del metano e dall’altro i vari lavori di manutenzione che mutano completamente la morfologia delle strade. Ma andiamo nei dettagli.
Una segnalazione ci arriva dalla via Giuseppe Verdi, proprio sotto l’ufficio postale. Pare che questa perdita abbia ormai superato il mese di vita (o meglio l’anno) visto che risale ormai all’inizio dello scorso Dicembre. Una perdita (come possiamo vedere dalla foto) ben in vista e decisamente consistente. Ogni giorno dalla via Verdi, scendono giù verso la centralissima via Marconi litri e litri di preziosa acqua. La segnalazione sembra essere stata fatta ad un addetto alla manutenzione ma ancora si attende l’intervento diretto (a detta di un residente). Altra segnalazione arriva dalla via Nunzio Nasi. Sembra proprio che negli ultimi  giorni una piccola perdita interessi la parte bassa della strada.


Perdita di Via Giuseppe Verdi
L'edificio di Via Falco
Ma se le perdite rappresentano un problema urgente, allo stesso modo lo sono i crolli di alcuni edifici ormai abbandonati a se stessi. Uno di questi edifici lo possiamo trovare nel cortile Falco (vedi foto), proprio di fronte all’adiacente via Falco. Un edificio in evidente stato di abbandono che da giorni sembra lasciare cadere in strada grandi pietre e calcinacci, rendendo pericoloso il passaggio della strada adiacente. Castellammare non è nuova al problema crolli. Infatti l’estate scorsa ha destato preoccupazione l’importante crollo avvenuto il zona Madrice e castello. Crolli che si sono verificati in numerose occasioni che ancora oggi troviamo delineati dalle transenna nella strada che dal ponte scende verso il castello. Quindi stiamo parlando di situazioni davvero problematiche e che necessitano di urgente intervento.
Emanuel Butticè