mercoledì, aprile 11, 2012

Ecco i legami storici delle famiglie mafiose ricollegate alla figura di Vito Badalamenti.

Tano Badalamenti
Come abbiamo detto in precedenza, Vito Badalamenti adesso può tornare in Italia da uomo libero, visto che da qualche giorno non è più latitante e perseguibile penalmente. Ma io adesso vorrei fare un piccolo salto in dietro per cercare di fare un po’ di chiarezza sulle parentele e sui legami con le altre famiglie mafiose della zona che sono ancora oggi oggetto di discussione. In particolare mi soffermo sulle parentela con le famiglie di Alcamo e Castellammare del Golfo (proprio in quest’ultimo paese si sarebbe trasferita la madre di Vito, nonché moglie di don Tano Badalamenti). 

Tutto parte da Vincenzo Rimi, storico boss del mandamento di Alcamo, ritenuto uno dei primi ad avere dei rapporti diretti con la politica che conta. Infatti, don Vincenzo era rispettato ad Alcamo, tanto da potergli permettere di aggirarsi per il paese senza scorta e disarmato. I suoi legami con la politica, derivano dal fatto che anche lui stesso fu membro del direttivo locale della Democrazia Cristiana di Castellammare del Golfo.  Vincenzo Rimi, fu anche uno tra i primi boss a capire che doveva spingere gli affari verso il cemento e l’imprenditoria. I figli, Filippo e Natale capirono subito che era il momento di mettersi al passo con i tempi, sfruttando il terremoto che devastò la valle del Belice. La ricostruzione della valle del Belice, è stato uno dei motivi che portarono la mafia alcamese ad adeguarsi ai nuovi affari. Siamo agli inizi degli anni sessanta, e il litorale di Alcamo Marina non era ancora devastato dal cemento e dalle costruzioni selvagge che oggi sono alla portata di tutti. È questo il momento della costruzione del Motel Beach, che grazie agli agganci della famiglia Rimi non ebbe problemi; costruito proprio nel terreno di proprietà dei fratelli Rimi. Visto il successo dell’affare “Motel Beach”, continuarono asorgere edifici, nel Viale Europa, nel Viale Italia ed in altri posti della città.
Vincenzo Rimi
Natale Rimi, è noto all’opinione pubblica per aver partecipato al Golpe Borghese, ma mai ufficialmente dichiarato mafioso. Soltanto le dichiarazioni del pentito Antonino Calderone che accuserà il figlio del patriarca alcamese di essere un mafioso, permise di chiarire il quadro della famiglia mafiosa di Alcamo. Nel frattempo, i corleonesi mettono in atto la loro strategia e iniziano a colpire e eliminare la famiglia alcamese con una serie di attentati. Infine Natale verrà arrestato in Spagna nel 1990.

Andiamo al fratello Filippo. Come sappiamo, le famiglie mafiose si alleano con altre famiglie permettendo di rafforzare i legami. Anche la famiglia Rimi, si è alleata con altre famiglie, con dei matrimoni ad hoc. Filippo Rimi, si sposa con Giovanna Vitale, sorella della moglie di don Tano, e la sorella, Antonina Rimi, sposa Antonino Buccellato,boss di Castellammare del Golfo. Per riassumere brevemente, ho creato ed inserito un piccolo "albero genealogico" (in fondo).  Anni prima si era scoperto che un'industria conserviera di Castellammare del Golfo, inviava eroina in America nascondendola nelle confezioni di pomodoro pelato, l’industria era di proprietà proprio di Antonino Buccellato ucciso poi nel settembre 1982. Ed ecco “chiariti”, o meglio riassunti alcuni legami, a mio avviso interessanti, per capire i movimenti all’interno delle famiglie. Dico alcuni perché in realtà ci sarebbe anche il figlio di Filippo Rimi e Giovanna Vitale, Leonardo Rimi che sposò Giusy Di Trapani, figlia di Ciccio Di Trapani di Cinisi. Ma lasciamo stare.

Tutto questo è servito per ricollegare i legami delle famiglie mafiose locali con Vito Badalamenti. Come mostrato qui di seguito, le famiglie hanno delle ottime relazioni, se la madre di Vito, imparentata con la famiglia castellammarese,  abita ancora in paese vuol dire che i legami con il tempo non si sono indeboliti. Ovviamente, qui si sta cercando di mettere alcuni tasselli storici al loro posto. Non si sta cercando di fare nessun tipo di accuse o altro. Il tempo trascorso è davvero tanto, però una cosa è certa, adesso che il figlio di don Tano è tornato “libero”, potrebbe tornare tranquillamente in Italia. Ma gli sarà consesso di andare a trovare la madre a Castellammare? Vedremo, perché a quanto pare l'unica misura ancora attiva è la sorveglianza speciale, che lo costringerebbe a non allontanarsi da Cinisi, senza il permesso del giudice e a rientrare a casa prima delle 20 e a uscire dopo le 7. Si dovranno soltanto attendere ulteriori notizie, che sicuramente non tarderanno ad arrivare. 

SCHEMA DEI LEGAMI STORICI DELL’ASSE CINISI-ALCAMO-CASTELLAMMARE  (Anni‘50/’60): 
















Emanuel Butticè

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