sabato, ottobre 30, 2010

Stessa notizia due TG

Abbiamo preso la stessa notizia ma raccontata da due tg!
Attendiamo copiose le vostre opinioni!!

venerdì, ottobre 29, 2010

Io sto con il Blow up


Pubblichiamo la petizione on line contro la chiusura del BLOW UP di Palermo.
Visitando il link che troverete sotto l'articolo potrete dare una mano a sostegno di uno dei pochi spazi di libero pensiero rimasti a Palermo.



Il 25 ottobre 2010 sono stati ufficialmente apposti i sigilli alle porte del circolo ARCI “Blow Up” di Palermo.

Porte che in passato sono state incendiate, sigillate, riaperte e scassinate.
Le stesse porte che hanno accolto tutti. Chi rivendicava l’affermazione dei propri diritti e chi la difesa contro ogni discriminazione, dalle associazioni studentesche a quelle di volontariato, dall’Arcigay ad Emergency. Tra le prime porte a Palermo ad aprirsi ad Addiopizzo.

Il Blow Up è stato casa di studentesse e di studenti, di tantissimi artisti e dei giovani in generale di questa città, per molti dei quali ha rappresentato non solo un luogo di aggregazione, ma anche di crescita personale, sociale e culturale.
Questo spazio, ideato e costruito quasi dieci anni fa da giovani palermitani, con i tanti dibattiti, gli eventi e le iniziative, ha contribuito in questi anni alla promozione sociale e culturale in questa città, all’affermazione della cultura dell’antimafia e della legalità democratica.

Noi ci siamo formati negli anni delle stragi e del movimento antimafia. Coerentemente abbiamo fatto del rispetto delle Istituzioni e delle regole il fondamento principale del nostro impegno civico e non ci sottrarremo in nessun modo alle decisioni che prenderanno le autorità giudiziarie nei nostri confronti. Ma non possiamo subire in silenzio un provvedimento, a nostro avviso spropositato e intempestivo, perché giunto dopo più di cinque mesi dal sopralluogo della Polizia, che rischia di compromettere irrimediabilmente una realtà nella quale crediamo, che abbiamo faticosamente costruito, senza alcun contributo pubblico, e per la quale continueremo a lottare.

Chiudere il Blow Up vuol dire chiudere uno spazio libero, casa della musica e dei musicisti, dell’aggregazione, della socialità, del confronto.
In una città ripiombata in uno scuro medioevo, che spinge i giovani alla fuga o alla rassegnazione, chiudere il Blow Up vuol dire annientare un patrimonio di tutti, un’esperienza vera, fatta di tanta passione, fantasia, creatività, autonomia, libertà e voglia di mettersi in gioco. Riteniamo che sia anche un segnale che può scoraggiare tutti coloro che in futuro vorranno sperimentare spazi legali di promozione sociale e di impegno, investendo e rischiando su Palermo, per Palermo e i palermitani.
Per tanti il Blow Up ha rappresentato una certezza nel passato, un impegno nel presente e il speranza di un futuro migliore per questa città. Chiuderlo vuol dire anche chiudere le porte alle nostre certezze, al nostro impegno e alle nostre speranze.

Ora ci rivolgiamo a tutte le cittadine e a tutti i cittadini, alle organizzazioni e ai singoli, al mondo dell’arte, dello spettacolo e della cultura, dell’università e della scuola, ai rappresentanti delle istituzioni e a tutti coloro che ritengono che anche attraverso la difesa di ogni singolo spazio di libertà e di confronto passi la difesa dei diritti di tutti e si attui davvero la democrazia.

Questa è una battaglia di tutti.

I ragazzi del Circolo Arci Blow Up di Palermo

http://www.petizionionline.it/petizione/io-sto-con-il-blow-up/2395

giovedì, ottobre 28, 2010

E' Lorenzo Narracci l'agente 007 cooautore delle stragi del 92

Sarebbe stato riconosciuto sia da Massimo Ciancimino sia dal pentito Spatuzza, a cui ancora non è stato riconosciuto la protezione per i pentiti di mafia, il funzionario dei servizi di sicurezza che ha avuto un ruolo nelle stragi di mafia degli anni 90.

L'uomo si chiama Lorenzo Narracci, riconosciuto mediante un confronto all'americana, ed è stato indicato come l'uomo esterno a Cosa Nostra che sarebbe stato nel garage a preparare l'autobomba diretta al giudice Paolo Borsellino.

Nel frattempo sembra esser trapelato l'intenzione dei magistrati requirenti di modificare l'imputazione nei confronti del Generale Mori, quello accusato della mancata perquisizione del covo di Totò Riina, in concorso esterno in associazione mafiosa.

Un bel passo avanti è stato fatto nella ricerca della verità ma tanto ancora si deve fare.
Pertanto massimo sostegno alla magistratura affinchè venga fuori quel che fino ad ora è rimasto sommerso a causa di depistaggi perpetrati direttamente dalle alte istituzioni, quelle istituzioni che piuttosto che punire i colpevoli spesso e volentieri ci facevano gli accordi e tante volte gli affari.

Per fortuna che la magistratura si è data una smossa anche se con molto ritardo.

E comunque Viva la magistratura antimafia!
Viva le forze dell'ordine ( quelle pulite)!!

p.s. Per gli autori del blog Mangano non è un eroe!

mercoledì, ottobre 27, 2010

Castellammare del Golfo, protesta del comitato Pro-porto - Teleoccidente.it

Nuovo consiglio d’amministrazione all’Opera Pia “Regina Elena”.

Il sindaco Marzio Bresciani: “Si avvii il rilancio dei servizi ed il pagamento dei lavoratori”

Ricostituito il consiglio di amministrazione dell’Opera Pia “Istituto Regina Elena Vittorio Emanuele II” di Castellammare del Golfo. L’assessorato regionale della Famiglia e Politiche Sociali ha già trasmesso il decreto ed a breve si terrà la seduta d’insediamento del nuovo consiglio di amministrazione. Il decreto assessoriale ha dunque ricostituito il consiglio di amministrazione che per 5 anni sarà composto da Gaspare Canzoneri, Ernesto Leone, Ludovico Puma, Giovanni Pilara. Il consiglio dovrà essere integrato con un componente designato dall’assessore regionale. Lo statuto dell’Opera Pia, infatti, prevede che il consiglio di amministrazione sia composto da un totale di 5 membri: due designati dal sindaco del Comune di Castellammare e residenti nel territorio stesso; uno dalla Provincia regionale di Trapani, uno dal Vescovo ed uno dall’assessore regionale. Dopo la decadenza del precedente consiglio di amministrazione, Rosario Pisciotta è stato nominato commissario straordinario della struttura “per il riequilibrio di bilancio e la riqualificazione dei servizi assistenziali”. I lavoratori dell’Opera Pia hanno più volte protestato per il mancato pagamento degli stipendi. “Chiedo che il nuovo consiglio di amministrazione vigili perché venga realizzato un effettivo rilancio dell’Opera Pia, che offre servizi sociali importanti, ma anche perché ai lavoratori venga garantito il pagamento dello stipendio- afferma il sindaco Marzio Bresciani- e soprattutto che si attivi perché non sia ancora negato il diritto del pagamento delle mensilità arretrate che i lavoratori dell’Opera Pia attendono da troppo tempo, cioè da circa due anni, pur continuando a garantire un servizio socialmente importante”.

IL PORTAVOCE DEL SINDACO

(Annalisa Ferrante)


sabato, ottobre 23, 2010

Castellammare nel Club dei “Comuni virtuosi siciliani” per la raccolta di carta e cartone.

Castellammare del Golfo nel Club "Comuni Virtuosi Siciliani". Il Comieco (consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica) lo ha comunicato al sindaco Marzio Bresciani, annunciando l’ingresso di Castellammare nel club che riunisce i Comuni siciliani, che al momento sono 42, che “si distinguono nella raccolta differenziata della carta e cartone”. Dal novembre 2009 fino a settembre 2010, a Castellammare sono stati raccolti 238.960 chilogrammi di carta e 257.790 chilogrammi di cartone, per un totale di circa 500 tonnellate di rifiuti a base cellulosica. Il maggior quantitativo di carta è stato raccolto a dicembre del 2009 con 29.040 chilogrammi di carta, mentre 31.950 chilogrammi di cartone sono stati raccolti ad agosto 2010. «Il dato positivo riguarda la carta ed il cartone e spero nella soddisfazione dei citttadini per questo riconoscimento del Comieco che premia tutti coloro che contribuiscono ad effettuare una corretta raccolta differenziata -afferma l’assessore comunale all’Ambiente, Marilena Barbara-. D’altra parte, però, non posso esprimere uguale soddisfazione per i dati che riguardano il resto della differenziata. C’è ancora molto da fare perché il conferimento dei rifiuti diventi preciso e puntuale. Perciò chiediamo a tutti i cittadini di attenersi alla regole, dimostrando alto senso civico ed aiutandoci a mantenere pulita la città. Dal canto nostro continueremo con le campagne di informazione e sensibilizzazione ma, poiché la novità del servizio non è più un’attenuante, l'azione di controllo del territorio da parte dell'amministrazione comunale, riguardante sia il deposito che la raccolta dei rifiuti differenziati, diventerà più severa. Nel contempo si continueranno a cercare migliorie sul fronte della qualità del servizio offerto dall’Ato». Al momento sono 42 le amministrazioni rappresentate nel club dei Comuni Virtuosi della Sicilia: con un totale di circa 273.000 abitanti, questi Comuni corrispondono al 27% circa, del totale regionale di raccolta congiunta. L'obiettivo del club dei Comuni virtuosi “è quello di mettere in rete le esperienze di queste amministrazioni affinchè si possano migliorare i risultati di raccolta differenziata di carta e cartone a livello regionale”.
IL PORTAVOCE DEL SINDACO
(Annalisa Ferrante)

giovedì, ottobre 21, 2010

Guerre siciliane

Un'intervista a L'Espresso da far tremare i polsi. Il Presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo, racconta senza mezzi termini i movimenti loschi e le connivenze tra mafia e politica in Sicilia e a Roma. E fa i nomi di ministri e parlamentari. Parla di affari da miliardi di euro su cui avrebbero messo le mani i componenti di una cricca piuttosto trasversale ed eterogenea, che lui, Lombardo, ha bloccato cancellando progetti, appalti e autorizzazioni.
Tutto molto inquietante ed interessante, ma che stimola qualche interrogativo.
Perché questa guerra sotterranea sta uscendo allo scoperto solo dopo molti mesi? E cosa spinge Lombardo a fare accuse così circostanziate a personaggi di spicco della politica siciliana e nazionale? Sarà davvero spinto dalla volontà di migliorare la Sicilia a vantaggio di tutti i siciliani - e a danno di quella marmellata marcia e puzzolente in cui sguazzano mafiosi, politici, colletti bianchi, imprenditori, etc. - oppure sta solo sgomitando per farsi più spazio a tavola?
Staremo a vedere.

mercoledì, ottobre 20, 2010

Nuove minacce di morte a Pino Maniaci, direttore della tv antimafia Telejato

A segnalarcelo è il giornalista Pietro Orsatti: il direttore dell’emittente di controinformazione TeleJato (www.telejato.it) ha ricevuto nuove pesanti minacce di morte. Si tratta di una busta contenente messaggi intimidatori diretti non solo al giornalista Pino Maniaci ma anche ai suoi familiari, l’ennesimo tentativo di imbavagliamento che ha coinvolto Pino e fa piombare Partinico sotto l’evidente ed ingombrante presenza mafiosa che insiste sul territorio.
Non è la prima volta che il direttore dell’emittente partinicese subisce pesanti intimidazioni: in passato Pino è stato vittima di un violento pestaggio (subìto alla luce del giorno e su una strada trafficata) e di reiterate minacce, che hanno reso necessario affiancare la scorta al giornalista.
“Questa ennesima minaccia – scrive il team di Telejato - arriva proprio nel momento più delicato di riorganizzazione delle cosche mafiose dopo anni di guerra per il controllo del territorio fra la famiglia dei Fardazza/Vitale (guida tradizionale di questo mandamento) e gruppi emergenti collegabili con il tentativo di scalata dei Lo Piccolo […] questa intimidazione non bloccherà il lavoro che quotidianamente, da più di dieci anni, questa nostra piccola emittente televisiva sta facendo. Continueremo a raccontare cosa è Cosa nostra, come agisce, quali sono gli intrecci e le alleanze, quali sono gli appoggi di cui gode”.
A Pino Maniaci, alla sua famiglia e alla redazione dell'emittente va tutta la nostra solidarietà!

Fabio Barbera

L'angolo della lettura. "Avamposto. Nella Calabria dei giornalisti infami" di R. Mani e R. Rossi.

In questo post presentiamo la recensione di un libro molto interessante, che racconta la dura vita dei giornalisti calabresi che si occupano di mafia in tutte le sue sfaccettature e ombre; sono quei giornalisti che, oltre alle difficoltà quotidiane legate al proprio lavoro e alle "normali" vicissitudini di chiunque, devono fare i conti con le continue minacce da parte della 'ndrangheta.

I due autori, attraverso un'inchiesta condotta anche per conto dell'Osservatorio "Ossigeno per l'informazione", raccontano le esperienze di minacce quotidiane dei loro colleghi calabresi, colpevoli di scrivere di fatti, persone e situazioni di cui sarebbe meglio non parlare. Almeno secondo la 'ndrangheta e compari.
La cosa confortante è che questi giornalisti non si fermano, continuano a raccontare le malefatte della criminalità organizzata, della politica corrotta, dell'imprenditoria collusa e di pezzi di magistratura compiacente; far conoscere le loro storie è un piccolo segno della nostra gratitudine e della nostra vicinanza.



di Mimmo GANGEMI

Il taglio del racconto è secco, incisivo, colorato da sapienti pennellate. Incide nell'animo. Fa riflettere. Lungo le pagine si ricava l'impressione di una terra benedetta da Dio ma dannata dall'uomo. Ed è sorprendente come due giornalisti che vivono e operano a Milano siano riusciti a penetrare la spessa nebbia, quasi involucro solido da dover tagliare a fette, che in Calabria avvolge tutto e tutti e dentro cui sembrava riuscisse a muoversi solo chi ne respira l'aria.

A fornire lo spunto, la vita in trincea dei cronisti di nera, le vessazioni, intimidazioni e violenze che subiscono. Ne viene fuori un efficace e agghiacciante dossier/reportage che collima intrighi e situazioni, macchiati di sangue, tra 'ndrangheta, politica e affari. Ed è sorprendente come due giornalisti che vivono e operano a Milano siano riusciti a penetrare la spessa nebbia, quasi involucro solido da dover tagliare a fette, che in Calabria avvolge tutto e tutti e dentro cui sembrava riuscisse a muoversi solo chi ne respira l'aria.
Scandagliano l'intera regione. Emergono Gioia Tauro e i traffici del porto, con la mazzetta sui container, la scalata alla All Services, la faida che scaturisce. Emergono le guerre di Reggio con le centinaia di morti, quella per il controllo di Isola Capo Rizzuto, e di Papanice sui cui muri scritte inneggiano al capobastone che soccorrerebbe la miseria. Emergono i misfatti di Crotone, del Vibonese, del Lametino con i suoi giovani desaparecidos. È cronaca di guerra. È un mondo dove è il dio denaro che detta azioni, alleanze, condanne, che arma la lupara. Emergono Rosarno e i suoi giorni infuocati dalla rabbia di due miserie diverse. Emergono le collusioni istituzionali, con ombre persino sulla magistratura e su un componente della Commissione Antimafia. Emergono gli intrallazzi sul denaro pubblico, i politici al servizio in cambio di voti e assoldati per porre fine al 41 bis, i delitti di delinquenti premiati con l'indultino, i lunghi decenni d'inefficienza dello Stato, con i coraggiosi di denuncia che si sono presto trovati di fronte al ghigno libero e beffardo dei propri aguzzini. Emerge l'attuale strategia della tensione verso magistrati finalmente attivi nelle condanne e nei sequestri dei beni. E sempre il rosso del sangue e sempre i soldi e sempre la politica e sempre gli affari sporchi e sempre quell'area grigia, con lo Stato deviato, la borghesia malata, la massoneria prezzemolo di ogni minestra. E sempre la paura e il silenzio.
Si delinea netto il passaggio tra onorata società a 'ndrangheta becera e brutale assassina: ha una data precisa la drammatica metamorfosi, quel 20 gennaio1975 in cui fu ucciso Zzi' Ntoni Macrì di Siderno, uno dei tre grandi capobastone, che si opponeva ai sequestri di persona, alla droga, ai soldi quindi - al funerale centinaia di suoi fedeli sbatterono con rabbia le coppole sulla bara a promettere tremenda vendetta da venire.
“Avamposto” addita i 'ndranghetisti, ne annota i nomi, i misfatti. Annota che si riempiono la bocca d'onore e di rispetto e tacciano infami i giornalisti coraggiosi, li minacciano, li attenzionano di attentati, di violenze. Induce il lettore a chiedersi dove sia l'onore in tutto questo, come possa esserci onore nelle nefandezze con cui lordano la vita di ogni giorno. Con l'omertà che è diventata null'altro che paura.
Il taglio del racconto è secco, incisivo, colorato da sapienti pennellate. Incide nell'animo. Fa riflettere. Lungo le pagine si ricava l'impressione di una terra benedetta da Dio ma dannata dall'uomo. È però necessario un distinguo: in “Avamposto” il punto di vista è volutamente collimato sul marciume e su alcuni coraggiosi che pagano il prezzo di esservisi opposti, già con il solo scriverlo. Attorno, vittima o taciuta, c'è la gente onesta, in stragrande maggioranza, al massimo colpevole di silenzio e che, di fronte alle istituzioni colluse, tentenna e non si fida. Attenzione pure a non criminalizzare a ogni costo, si corre il rischio di essere noi a lasciare il solo sbocco 'ndrangheta alle nuove generazioni che provengono da quel mondo. Mi risuona ancora in testa l'eco delle parole di una mamma di Platì, di “razza nobile” e che vive con la famiglia a Buccinasco: in una recente trasmissione televisiva si doleva che, dopo certi servizi, nessuno accettasse più di giocare con i suoi bimbi, perché infetti di 'ndrangheta. I bimbi sono bimbi, loro nascono innocenti.


martedì, ottobre 19, 2010

All'autore dei commenti non pubblicabili

In diversi commenti che noi non pubblichiamo veniamo accusati di aver coperto gli autori di abusi edilizi nella località di Scopello e pertanto di aver infangato il nome di Libera.

Poichè noi riteniamo che ciò non risponde a verità in quanto abbiamo sempre dato la nostra disponibilità alla pubblicazione di articoli o anche piccoli post dove ognuno poteva esprimere la propria opinione,denunciare illegalità, sempre a condizione che gli articoli venissero firmati dall'autore, invitiamo l'autore di tali commenti a prendere contatto con lo Staff di castello Libero tramite l'email castellolibero@gmail.com allo scopo di consentirgli di relazionarsi direttamente con lo sportello legalità di Libera regionale.

In sostanza se ha davvero qualcosa da denunciare e vuole coinvolgere l'associazione Libera, nomi e numeri contro le mafie le diamo la possibilità, grazie alla nostra intermediazione, di rivolgersi allo sportello che si occupa di tale problematiche in maniera tale che lei stesso potrà notiziare l'associazione dei presunti abusi effettuati in quel di Scopello.

Resta inteso che seppur gli autori del blog sono dei tesserati di Libera il blog non appartiene a Libera.

P.s. Ci scusiamo con tutti gli altri utenti del blog ma la comunicazione di servizio era veramente necessaria.
Domenico Grassa

sabato, ottobre 16, 2010

Manifestazione contro il blocco dei lavori al Porto di Castellammare

Mittente: C.L.C.C.P. (Comitato dei Liberi Cittadini per la Costruzione del Porto).
LA NOSTRA SALVEZZA E’ LAVORARE COSTRUITE IL PORTO!!! VOGLIAMO SALPARE!

Giorno 16 ottobre si terrà una manifestazione pacifica, dalle 17.30 fino a tarda sera, in località Cala Marina ( Via Don L. Zangara) in merito alla situazione economica del nostro paese, e particolarmente per quanto riguarda il Porto di Castellammare del Golfo, costatando che tutt’oggi i lavori non sono stati ultimati e ciò comporterà gravosi danni che si ripercuoteranno sull’economia stessa del paese e chiederemo alle autorità competenti di rendere più celeri le attività investigative per salvaguardare l’economia di questo paese, già provata dalla recente storia. Castellammare del Golfo, non essendo prevalentemente sviluppato in settori industriali, in quanto assenti, ha sempre basato la sua economia sulle attività di agricoltura, pesca e turismo; il prolungamento del porto infatti aveva lo scopo di incentivare maggiormente le attività marittime e turistiche per dare possibilità ai cittadini di ampliare le proprie attività e quindi aumentare i posti di lavoro. Purtroppo per via di un sequestro del cantiere, nonostante i dovuti controlli e il dissequestro dello stesso da più di tre mesi, ancora oggi i lavori non sono ripresi e se non si terminerà la messa in sicurezza, le prime mareggiate invernali potrebbero danneggiare tutto il lavoro svolto fino ad oggi! Questa manifestazione pacifica è organizzata dal Comitato dei Liberi Cittadini per la Costruzione del Porto (C.L.C.C.P.) gratuitamente, senza alcun contributo da parte di Enti pubblici e privati, con la partecipazione dei gruppi musicali locali e associazioni cittadine che si sono prestate a far sentire la loro voce in merito a tale situazione, con lo scopo di intrattenere i cittadini castellammaresi e metterli al corrente di questa situazione che interessa il
>benestare di tutti. L’invito alla manifestazione è stato esteso a tutti i cittadini, ai giornali e telegiornali locali, al Sindaco, ai Consiglieri Comunali, agli Assessori, ai politici quali responsabili della Provincia Regionale di Trapani e della Regione Sicilia, tra questi gli Onorevoli: On. Mimmo Turano, l’On. Giuseppe Poma, l’On. Camillo Oddo, l’On. Livio Marrocco e l’On. Giulia Adamo.
Facciamo appello a tutti i cittadini di Castellammare e dei paesi limitrofi a non mancare a questa manifestazione ed essere solidali per tutelare il nostro avvenire.

Castellammare del Golfo, lì 14/10/2010
Il C.L.C.C.P

venerdì, ottobre 15, 2010

Sequestrati duemilioni di litri di vino ad una Cantina Sociale


Sequestrati in Castellammare del Golfo circa duemilioni di litri di vino inquinato da liquido da refrigerazione e in parte irregolare per l'acidita' riscontrata dalla Guardia di Finanza di Trapani.

Secondo indiscrezioni si tratterebbe della Cantina Enopolio che, in quest'ultimi anni, si era contraddistinta nel mercato per il pregevole rosso.

Le ipotesi di reato che si potrebbero configurare a carico del Presidente del CdA della Cantina sono quelle di inquinamento ambientale, delitti colposi contro la salute pubblica ed adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari.

sabato, ottobre 09, 2010

LA STRADA CHE NON C’E’!!!

Incredibile, ma vero, per il Comune di Castellammare del Golfo esiste una viabilità attorno al seicentesco Baglio di Scopello.
In altri termini – stando agli atti di cui dispone l’Amministrazione Comunale – esiterebbe una via denominata Via Ciro Menotti che partendo dalla Piazza Nettuno e finendo in aperta campagna si intersecherebbe con la anch’essa inesistente Via Napoleone Colaianni, permettendo in tal modo il transito intorno al Baglio di Scopello.
Peccato che nessuno ha mai avuto la possibilità di percorrere a piedi o in macchina il percorso che stando a quanto dichiarano al Comune di Castellammare del Golfo esiste sin dal 1960!! Fatta una breve indagine sui luoghi riscontriamo che non esiste alcuna possibilità di transito intorno al Baglio di Scopello. Ma al Comune di Castellammare del Golfo, in particolare al III° Settore, insistono e confermano l’esistenza della Via Colaianni e della Via Menotti, citando delibere comunali e atti vari. Addirittura sarebbero stati spesi dei soldi per la realizzazione di detta viabilità, ma poi si correggono, forse si trattava di preventivi di somme da spendere.

Fatto anche su questo argomento un approfondimento, risulta agli atti del Comune che nel lontano 1960 allora Sindaco, tale ON. Barone, rivolse “Voti” cioè preghiere o suppliche che dir si voglia all’Assessorato Regionale ai lavori pubblici per ottenere un finanziamento per la sistemazione delle strade della Frazione di Scopello. Che il finanziamento ci sia stato è possibile ma che la viabilità attorno al Baglio di Scopello con le vie Menotti e Colaianni non è mai stata realizzata è un fatto certo che risulta agli occhi di tutti. Basta fare una passeggiata al Borgo di Scopello.
Il mistero continua.
Sull’argomento sentiamo anche alcuni proprietari di immobili facenti parti del Baglio Isonzo (o Baglio di Scopello) dei terreni circostanti su cui dovrebbe scorrere la viabilità rappresentata dalle vie Colaianni e Menotti.
“La nostra famiglia – ci raccontano le sorelle Plaia – è proprietaria di questi terreni da 4 generazioni. Nessuna strada ha mai percorso i nostri fondi attorno al Baglio di Scopello. L’area è sempre stata recintata e l’utilizzo riservato in via esclusiva oggi a noi, nei decenni scorsi ai nostri avi!!”
La strada di fatto non c’è ma ci chiediamo cosa accadrebbe se il Comune decidesse di realizzare veramente un percorso intorno al Baglio di Scopello. Per la realizzazione di un percorso occorrerebbe procedere allo sbancamento di enormi rocce, (trattasi di affioramenti calcari dolomitici).
Non solo l’orografia dei luoghi non consente certamente la realizzazione di alcun tipo di strada ma la sussistenza di vincoli di varia natura (vincoli paesaggistici, SIC - ZPS) non consentono alcuna modifica al territorio.
La questione a questo punto potrebbe assumere caratteri di comicità e limitarsi ad una mera “querelle” fra ciò che esiste sulla carta e ciò che esiste in realtà sui luoghi. Ovvero essere accantonata in quanto definibile una mera boutade. Invece la questione è molto più seria e complicata in quanto vi sono già dei contenziosi in corso dinanzi alla Autorità Giudiziaria ed il Comune di Castellammare del Golfo ha iniziato ad impegnare denaro pubblico nominando propri Avvocati nel tentativo di sostenere – anche contro evidenza – l’esistenza della viabilità intorno al Baglio di Scopello.
Rossella Navarra

“Zingaro. La Riserva in Arte e Natura”: un omaggio alle terre siciliane nel nuovo libro di Franca Raponi


L'assemblea generale dell'ONU ha proclamato il 2010 anno internazionale della biodiversità, ponendo l'attenzione sulla questione dell'impoverimento ambientale del pianeta, a seguito della distruzione degli ecosistemi. In occasione di questa iniziativa dedicata all’attenzione ambientale e alla memoria il professor Francesco Raimondo (direttore dell'Orto Botanico dell'Università di Palermo) ha deciso di presentare un nuovo curioso volume: un’opera interessante da sfogliare, leggere, osservare e condividere, che racchiude tra le pagine istanti ed emozioni legate ad un territorio tra i più suggestivi e preziosi, quello della Riserva Naturale dello Zingaro. L’interessante iniziativa ambientale e letteraria si terra la mattina di domenica 24 ottobre all'Orto Botanico in via Lincoln a Palermo.

A realizzare l’opera letteraria - curata nella parte scientifica dal professor Franco Pedrotti (direttore del dipartimento di Botanica ed Ecologia dell'Università di Camerino) – è Franca Raponi, artista romana, illustratrice naturalista, acquerellista, fotografa, scultrice, nata nella casa-vivaio bottega fiorista, sede della quinta zona di Resistenza antinazifascista a Roma. Cresciuta in mezzo ai fiori e alle piante, Franca mantiene la tradizione familiare per l’amore verso la natura e coniuga tale passione con le sue attività lavorative legate alla creazione di installazioni artistiche: suoi lavori sono stati eseguiti su commissione per l’industria del Cinema e, sempre a Roma, anche per il Teatro dell’Opera, il Palazzo dei Congressi, il Palazzo dello Sport e molto altro ancora.

Dalla sua passione per la natura e dal suo impegno sociale rivolto alla divulgazione di temi ecologici e alla sensibilizzazione sulla tutela e la protezione del paesaggio nasce questa nuova interessante opera intitolata "Zingaro. La Riserva in Arte e Natura.

“Questo libro è il mio omaggio alla Sicilia e ai siciliani che partecipano alla valorizzazione e alla salvaguardia della propria terra”, afferma l’autrice che si dice pronta a portare l’iniziativa e la presentazione del suo nuovo libro anche a Scopello.

(nella foto: Franca Raponi)
Fabio Barbera

giovedì, ottobre 07, 2010

In nome di Don Pino Puglisi vogliamo giustizia


Inquietante servizio di Stefania Petyx in merito all'attribuzione, da parte del Comune di Palermo, di tre beni confiscati alla mafia ad Associazioni riconducibili a Don Mario Golesano.
Don Mario Golesano è il prete che ha sostituito Padre Puglisi immediatamente dopo l'agguato mafioso che ha ucciso l'eroe PRETE nel 1993 nel quartiere Brancaccio.

La Petix, a quanto pare, ha scoperto che nelle Associazioni create da Don Mario Golesano vi erano componenti della famiglia mafiosa Bontade e che in realtà i beni venivano utilizzati per scopi diversi rispetto ai fini per cui erano stati assegnati.

Insomma i beni confiscati alla mafia venivano riattribuiti alle cosche mafiose con lo sponsor di Don Mario Golesano che agiva in nome e nel ricordo di Don Pino Puglisi, un uomo che davvero faceva il prete e che al posto di farci affari con la mafia l'ha combattuta fino alla morte.

Il tutto veniva fatto alla luce del sole e sotto il bene placito del Comune di Palermo e della Chiesa.


W Padre Puglisi e i preti che ogni giorno combattono le ingiustizie nel mondo

il servizio lo potete visionare cliccando sulla parola link

martedì, ottobre 05, 2010

Un megacentro commerciale sta per strangolare Partinico

Dopo dieci anni di battaglie, una società brianzola costruirà il mostro. Pronta un’area di oltre 40mila mq.

di Daniele Nalbone

Prima di tutto occorre dare qualche info per capire la mastodonticità dell’opera:
Il Polo multifunzionale di Partinico è composto da 4 grandi strutture autonome e complementari:
1. Lotto A - Centro Commerciale: 51.627 mq per 65 attività
2. Lotto B - Cittadella della moda: 21.520 mq per 68 attività
3. Lotto C - Alberghi e Convegni/Club House: 8.862 mq (2 alberghi) e 4.444 mq
4. Lotto D - Parco Commerciale: 11.983 mq (2 grandi superfici da 5.000 mq e 7.000 mq)
Multisala da 7.000 mq (12 sale), Tempo libero e servizi: 4.600 mq(campi da calcetto,tennis ecc..)
5.900 mq di ristorazione
N° Posti Auto 4.863

Da Agrate Brianza a Partinico. Dal ricco hinterland milanese alla depressa provincia palermitana. È la storia della “Policentro” Daunia, società brianzola che, dopo un’estenuante battaglia lunga oltre dieci anni attraverso troppe ombre e poche luci, potrà ora dare il via alla costruzione di un mega centro commerciale alla periferia di Partinico. Entro la fine dell’anno, si dicono certi dalla società, verrà posta la prima pietra al “Policentro”. «Sarà questo» spiegano dal circolo di Rifondazione Comunista “Peppino Impastato” «il momento dell’inizio della fine del commercio di Partinico e della possibilità di uno sviluppo reale e duraturo per il nostro paese». Poco più di una settimana fa, infatti, la Policentro Daunia ha incassato il via libera alla grande opera dalla conferenza dei servizi alla quale hanno partecipato il Comune di Partinico, la Provincia di Palermo, la Camera di commercio e l’assessorato regionale alle Attività produttive. In risposta, come ultimo baluardo a difesa dei commercianti partinicensi, i Giovani Comunisti/e del comune palermitano hanno redatto un dossier in cui si spiega chiaramente quali saranno le ripercussioni, su Partinico (appena 34mila abitanti) dell’apertura di questo ennesimo centro commerciale della zona e quali, invece, le proposte per dar vita a un vero sviluppo economico del paese.
Tutto accade a 30 chilometri da Palermo, a 15 dall’aeroporto di Punta Raisi, a 3 dallo svincolo dell’autostrada Palermo-Mazara del Vallo, in un’area assolutamente perfetta secondo le indagini di mercato. Peccato, però, che quell’area, stando a una delibera comunale del 1998 della giunta di centrosinistra guidata da Gigia Cannizzo, era stata inizialmente concessa, una volta espropriati i terreni, al Cosar, un consorzio di artigiani di Partinico. Delibera confermata, un anno dopo, anche dal Tar che respinse il ricorso presentato dal Consorzio dei proprietari espropriandi dell’area difesi dall’avvocato Diego Cammarata, attuale sindaco di Palermo, allora consulente del neosindaco (di centrodestra) di Partinico, Giuseppe Giordano, che successe a Gigia Cannizzo.
Nonostante ciò – secondo quanto più volte sostenuto dalla stampa locale con la sponsorizzazione di Marcello Dell’Utri e di Giancarlo Miccichè – la Policentro inizia, tramite intermediari, ad acquistare terreni nella zona della contrada Margi Soprano, un’area adiacente a quella di proprietà della cosca mafiosa dei Fardazza-Vitale, vicini ai Corleonesi, il cui dominio sulla zona di Partinico ha avuto il proprio apice con Giusy Vitale, oggi collaboratrice di giustizia. Ed è proprio dalle testimonianze di Giusy Vitale che emerge come il pizzo pagato dagli acquirenti dei terreni dove, fra poco, dovrebbe sorgere il Policentro ha fruttato alla cosca oltre 120mila euro. «Contestualmente», denunciano dal circolo Peppino Impastato, «il sindaco Giordano bloccava la delibera di concessione, pur in presenza del pronunciamento del Tar, ostacolando il progetto degli artigiani per il rilancio dell’economia locale a favore del mega centro commerciale proposto dalla società brianzola».
Così, dopo anni di battaglie che hanno, in alcuni casi, spaccato in due la cittadinanza fra favorevoli e contrari al mega progetto, dopo il voltafaccia degli artigiani del Cosar che, evidentemente convinti dalla Policentro, hanno dato nel 2003 la disponibilità alla società lombarda dell’area di oltre 40mila metri quadri in Contrada Margi Soprano, accontentandosi di una sola parte di questa, non si sa per ora di quale estensione, ora siamo arrivati agli sgoccioli. L’attuale sindaco Lo Biundo (Udc), ex consigliere comunale durante la giunta Giordano, ha compiuto gli ultimi passi: «sponsorizzato pubblicamente da Cosar, Confcommercio e dalla Policentro Daunia, oggi è lui a benedire la nascita di questo mostro chiamato “Policentro”». Un mostro che «provocherà la desertificazione dell’economia del paese» denunciano i Giovani comunisti/e di Partinico «in quanto i grandi profitti che si avranno dal centro commerciale mai e poi mai verranno reinvestiti sul territorio e questo segnerà lo svuotamento, sociale e culturale, del nostro paese, dato che quel poco di vita sociale esistente a Partinico si trasferirà interamente all’interno del Policentro, dove la gente potrà dedicare tutte le proprie ore libere al consumo, riducendo Partinico a un mero “paese dormitorio”». Inoltre i cinquecento posti di lavoro che si creeranno, a fronte di stime iniziali di 4-5 mila, «saranno ovviamente precari» spiegano dal circolo Peppino Impastato. Mentre «la costruzione del nuovo centro commerciale, come dichiarava la Confcommercio quando si opponeva alla realizzazione della Policentro, farà scomparire oltre cinquecento posti di lavoro nel commercio locale».
Tutto questo, di certo, non può dirsi sviluppo: «sviluppo significa costruzione di un’economia solida, produttiva, che investa sulle industrie collegate all’enorme potenzialità dell’agricoltura del nostro territorio e su una rete di distribuzione collegata alla produzione locale». Di certo, non apertura di grandi supermercati, outlet e cinema multisala.
Fonte: www.liberazione.it

sabato, ottobre 02, 2010

Quanto trambusto per una battutina!

Ma che gran simpaticone!!! Ha sempre un jolly nella manica, nel vero senso della parola!
E quei bacchettoni de L'Avvenire se la prendono per una battuta... ma poi, come fanno loro a dire che il Dio citato dal Sommo sia il loro e non, tanto per fare un esempio, Allah?
E poi, vogliamo dire di quanti bestemmiano nel Pd? E nell'IDV?
Insomma, i soliti due pesi e due misure... Se un comunista urla e scalpita contro i preti, i vescovi, il Papa e la Chiesa tutta, "PORGIAMO L'ALTRA GUANCIA"! Se il Supremo fa una battutina innocente per regalare un sorriso a dei poveri terremotati e a chi li sta aiutando, ecco che insorgono tutti indignatissimi!
Suvvia, signori cattolici, un po' di sano senso dell'umorismo...




Ps: a scanso di equivoci, il post è ovviamente sarcastico. Voglio vedere se i cattolici seguaci del Sultano di Arcore tuoneranno contro questa battutaccia non consona al ruolo di Presidente del Consiglio ("prometto di ricoprire questa carica istituzionale con onore, dignità e responsabilità...") o se continueranno strenuamente a giustificare un INDIFENDIBILE con ragionamenti al limite della follia (vedi post sul discorso di Di Pietro alla camera)!

VD

venerdì, ottobre 01, 2010

Strada accesso al porto

Sarà ampliata la strada di accesso al Porto
Il Comune acquista una struttura per demolirla ed allargare la via Medici.

Finalmente una strada idonea per raggiungere il porto di Castellammare. Un importante traguardo per l’amministrazione comunale di Castellammare del Golfo che è riuscita, dopo oltre 40 anni di tentativi da parte dei precedenti governi cittadini, ad acquistare quella che è nota come “Casa paradiso”: si tratta di un edificio che si trova lungo la via di accesso al porto, acquistato per una spesa di circa 126mila euro, che sarà parzialmente demolito per consentire un più facile passaggio dei mezzi dalla via Medici. “E’ davvero un momento storico per Castellammare- spiega il vicesindaco Carlo Navarra- poiché da oltre 40 anni si attendeva l’acquisto e la demolizione della struttura, in modo che la strada venisse ampliata per consentire il transito agevole dei mezzi, soprattutto pullman carichi di turisti che non potevano raggiungere il nostro porto in considerazione delle dimensioni della strada di accesso ed erano costretti a fermarsi in zone relativamente vicine, come piazza Petrolo. Così come accadeva per il carico e scarico di merci. Ringrazio in particolare il consigliere Maurizio Paradiso, che ha collaborato perché la trattativa andasse finalmente a buon fine. La possibilità di realizzare adesso una strada più ampia, modificherà la qualità di accesso al porto. Perciò l’amministrazione ha creduto in questo investimento in modo da migliorare l’offerta infrastrutturale in una zona che per Castellammare assume una grande valenza economico- turistica.”.
IL PORTAVOCE DEL SINDACO
(Annalisa Ferrante)