giovedì, marzo 29, 2012
Presentato “Quarant’anni di mafia” di Saverio Lodato alla Feltrinelli di Palermo
mercoledì, marzo 28, 2012
Proseguono a pieno ritmo i lavori di metanizzazione a Castellammare
Foto Archivio |
martedì, marzo 27, 2012
Associazione GIArchit
NASCE GIArchit!
Credo sempre e fortemente nello spirito associativo, nel dialogo e nel confronto tra le parti, tra colleghi, tra cittadini. Spero questa associazione possa porsi come interlocutrice di una moltitudine di soggetti e attraverso lo scambio di idee e la veicolazione della cultura architettonica, spero si possa tendere ad un maggiore apprezzamento del nostro territorio e delle nostre città.
A.M.
Comunicato stampa:
TRAPANI. Si è costituita “GIARCHIT”, un’associazione culturale fondata da undici architetti under 45 della provincia di Trapani, sull’esempio delle stesse organizzate in altre province d’Italia.
L’Associazione nasce con l’intenzione forte e sentita di promuovere e divulgare la cultura architettonica, con il fine di sensibilizzare la collettività alla figura dell’architetto che con il suo lavoro può diventare un “valore aggiunto” per il territorio.
I fondatori sono: gli archh. Giusi Mondino (Presidente), Salvatore Damiano (Vicepresidente), Angela Savalli (Segretario), Valerio Bandiera (Tesoriere), Bernardo Mauro Di Giorgio (Consigliere), Pinuccia Pizzo (Consigliere), Giusi Gandolfo (Consigliere), Sebastiano Bonasoro (Consigliere), Antonino Maniaci (Consigliere), Giuseppe Mogliacci (Portavoce) e Giuseppe Salluzzo.
Essa vuole diventare un “tavolo” sia di confronto per i giovani professionisti, sia di discussione con la gente, sull’importanza dell’architettura e sul modo di operare nel territorio, il tutto attraverso l’organizzazione di iniziative culturali, di studio e di libero scambio di opinioni e conoscenze anche in collaborazione con enti pubblici locali e con altre associazioni culturali.
L’Associazione, dunque, si pone l’obiettivo di valorizzare questo territorio, proponendo idee interessanti, innovative ed intelligenti che possono diventare “linfa vitale” per questa provincia che ha sempre bisogno di stimoli per crescere, cambiare e migliorare.
Impunità Spa (anche se…)
Foto Archivio |
lunedì, marzo 26, 2012
DIARIO DI UN'AVVENTURA MALGASCIA
PARTE TERZA:
Il racconto che segue risale ad uno dei primi giorni dopo l'arrivo a Fianar:
"Oggi abbiamo visitato il carcere, dove lavorerò per quest’anno nell’intento di realizzare un efficace programma di rieducazione per i minori lì detenuti, con un età che varia dagli undici ai diciassette anni. Me lo immaginavo peggiore, certamente le condizioni dei carcerati sono da terzo mondo ma rispetto ad altre carceri se la passano meglio. I minori sono undici al momento e abitano un grande stanzone, le loro cucce rievocano quelle dei lager per gli ebrei; tutti quanti dividono un unico bagno costruito proprio accanto i letti. La loro condizione non è niente rispetto a quella dei maschi adulti che sono di gran lunga più numerosi, abitano diversi stanzoni tre/quattro volte più ampi ma dividono anch’essi un solo bagno per stanzone. Chi non trova spazio dorme per terra.
Prima di accedere alle loro stanze siamo introdotti nel cortile antistante e qui tutti loro ci aspettano rigorosamente seduti per terra e in ossequioso silenzio, sorvegliati a distanza da militari pesantemente armati mentre noi sfiliamo sotto gli sguardi di tutti. Infine nelle stesse condizioni ma in altri locali adiacenti visitiamo le donne che in tutto sono una quarantina.
Ci sono poi due particolarità che mi hanno sorpreso: innanzitutto il fatto che il direttore del carcere fosse una donna e quindi la direttrice; in secondo luogo il fatto che tutti i volti e gli sguardi incrociati lì dentro non mi hanno trasmesso cattiveria, né odio, né malvagità e mi riferisco sia ai soldati che hai prigionieri. Sembra che si sia instaurata una particolare relazione tra carcerieri e carcerati, non c’è una netta divisione tra le due parti, piuttosto sembrano consapevoli di far parte della stessa barca. Come per tutti i reclusi la sofferenza più grande da patire è la circoscrizione all’interno di confini troppo limitati, girare sempre gli stessi posti, ogni giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto, nella consapevolezza che fuori c’è tutto un altro mondo che vive, pulsa, più o meno libero rispetto a loro. Il mio compito è fare in modo che la fiamma della speranza già fioca nel loro cuore non si spenga del tutto, dovrò combattere affinché non perdano il rispetto per loro stessi, affinché non arrivino a considerarsi l’ultima ruota del carro, inutili e dannati.
Lo stesso giorno ho avuto il piacere di guidare la nostra vecchissima nonché scassatissima Renault 5 per le vie di Fianarantsoa. Inizialmente devo ammettere che non è stato semplicissimo prenderci mano, il cambio è ridotto piuttosto male, il pomello si stacca quando vuole e non trovavo la retromarcia, inoltre: stendiamo un velo pietoso sulle condizioni degli ammortizzatori annientati dalle numerose buche sparse per strada, la carrozzeria e ammaccata un po’ ovunque, il paraurti è tenuto al suo posto da una corda, quando piove entra acqua da sopra lo specchietto retrovisore (non chiedetemi come sia possibile), i finestrini si chiudono a malapena e non si può più chiudere a chiave. Non esagero se affermo che si tratta di una delle macchine più malridotte di Fianar; speriamo tutti che un giorno la Caritas ci faccia dono di una Jeep o un 4per4 o un pick up o qualsiasi cosa si possa definire automobile ma temo che ciò rimarrà solo una speranza e nient’altro.
È passata ormai quasi una settimana da quando sono qui in Madagascar e ho capito che in questo periodo di mattina fa caldo tra i 25 e i 30 gradi mentre verso le 4 di pomeriggio arrivano le piogge intense e abbondanti con un contorno di lampi e fulmini di grande potenza che abbassano la temperatura; pertanto è consigliabile cambiare tipologia di vestiario dopo pranzo. Con la pioggia le strade si trasformano in torrenti fangosi ed è arduo compito destreggiarsi con la nostra Renault attraverso quei meandri. Dopo il tramonto quindi l’aria si è rinfrescata ed è un piacere starsene in terrazza a parlare, a fare progetti o raccontare storie ed esperienze, avviare dibattiti e condividere in tutto è per tutto."
Amin'ny manaraka... dal vostro caro affezionatissimo...Luca
sabato, marzo 24, 2012
Demolita “Casa Paradiso”
Da qualche giorno è in atto la demolizione della cosiddetta “Casa Paradiso”. L’amministrazione di Castellammare del Golfo, dopo 40 anni di tentativi, era riuscita ad acquistarla nel 2010 con una spesa pari a 126 mila euro. L’edificio si trova in via Medici, proprio nella via di accesso alla marina e al porto. In questi giorni sono iniziati i lavori di demolizione per facilitare l’accesso anche ai mezzo più ingombranti, permettendo così l’accesso agli autobus carichi di turisti che nei mesi estivi raggiungono il nostro paese. Nel corso degli anni, molti autobus nel tentativo di raggiungere il porto, hanno procurato dei danni ai propri automezzi. Proprio per questo, gli autobus erano costretti a sostare in Piazza Petrolo o in altre zone vicine. La demolizione di questa casa e la possibilità di realizzare una strada più ampia, sicuramente porterà dei grandi vantaggi economici e turistici.
Emanuel Butticè
venerdì, marzo 23, 2012
Condannato a 6 anni e sorvegliato speciale Ma il consigliere provinciale non si dimette
Nel 2011 Pietro Pellerito è stato condannato dal tribunale di Trapani per soppressione di atto pubblico e falso. Secondo i giudici ha fatto sparire la certificazione sull'incidente di un operaio che lavorava in nero per conto di un'azienda in odore di mafia
Nessun “caso” per la politica, nessuna valutazione di opportunità da parte del consigliere provinciale Pietro Pellerito, alcamese, infermiere ospedaliero, ex Udc, oggi del gruppo Alleanza per la Sicilia, che oltre ad essere stato condannato a sei anni, proprio oggi incassa anche l’applicazione della sorveglianza speciale per i prossimi due anni. Tutto questo senza lasciare la poltrona consiliare. Potrà raggiungere Trapani dalla sua Alcamo, per partecipare ai lavori di Consiglio provinciale e delle commissioni, ma potrà farlo prendendosi cura di comunicare i suoi spostamenti alle forze dell’ordine.
Nel 2011 Pellerito è stato condannato a 6 anni per soppressione di atto pubblico e falso. Il fatto: ha concorso a fare sparire la certificazione rilasciata dal pronto soccorso dell’ospedale di Alcamo che attestava l’incidente sul lavoro di un operaio che però lavorava in nero alle dipendenze di un imprenditore mafioso, Liborio Pirrone, uno che in giro faceva le estorsioni dicendo che quella era “la tassa per la chiesa”.
Dopo la condanna Pellerito addirittura ha fattoe un salto di qualità, diventando presidente della commissione Lavori Pubblici del Consiglio provinciale. In aula consiliare il gruppo di “Sel”, i consiglieri Giuseppe Ortisi e Ignazio Passalacqua, lo hanno invitato a valutare le dimissioni dalla presidenza della commissione dinanzi alla sonora condanna a sei anni, ma Pellerito non ha voluto ascoltare, dalla sua parte la maggioranza dei consiglieri, anche di centrosinistra.
Personaggio chiacchierato, Pellerito mette in archivio anche due precedenti per furto e il sospetto (rimasto però non provato) di avere aiutato due killer nel 1988 a commettere un omicidio di mafia in ospedale (ad essere ucciso fu Rosolino Filippi, mafioso e che risultava iscritti negli elenchi della massoneria deviata della Iside 2 a Trapani) Pellerito per quel delitto fu arrestato e poi prosciolto.
Pochi mesi, fa, intanto, dai banchi di Consiglio ha accusato di indebite pressioni quei consiglieri dell’opposizione che gli chiedevano di dimettersi. “La mia è una condanna di primo grado, è stato tutto sbagliato, denuncerò alla magistratura chi mi chiede di dimettermi”. Mentre si attende ancora questa denuncia è però arrivata un’altra tegola sul capo di Pellerito, la decisione del Tribunale di applicare, su proposta della Questura, la sorveglianza speciale che tra le carte ha il testo delle intercettazioni dove i mafiosi parlano di Pellerito “esternando il loro rispetto”, “se non era per Pitrinu eravamo rovinati”, e quando ad avere bisogno di un qualche aiuto è stato Pellerito, il capo mafia di Alcamo si è dato da fare rassicurando poi gli amici del consigliere, “ho detto a Pietro vai là, tranquillo, che ti rispettano”. Il resto delle intercettazioni ha carpito la disponibilità del Pellerito con i familiari di alcuni detenuti per mafia, addirittura avrebbe fatto da consigliere quasi quanto un avvocato. Ultimo particolare, difensore di Pellerito è stato l’avv. Baldassare Lauria fino a pochi mesi addietro assessore provinciale alla Legalità.
Di Rino Giacalone
Interamente tratto da www.ilfattoquotidiano.it
giovedì, marzo 22, 2012
Ricordate le vittime delle mafie ad Alcamo e Castellammare
Tagli della regione all’Ersu di Palermo, a rischio tutti i servizi per gli studenti
mercoledì, marzo 21, 2012
Missione (quasi) compiuta!!
il problema rimane nelle vie meno trafficate (nella foto la Via Falco)...solo dopo si potrà togliere il "quasi"! |
Emanuel Butticè
domenica, marzo 18, 2012
Don Ciotti da Genova ricorda le vittime dalla mafia
Emanuel Butticè
sabato, marzo 17, 2012
"Subito una legge anti corruzione"
"La corruzione non è solo un problema morale, è un cancro che annulla la competizione sana nell’economia. La legge anti-corruzione è necessaria. Siamo in molti a chiederla. È una risposta che la politica deve dare." Con queste parole, Roberto Saviano lancia il suo appello affinchè si faccia tutto il possibile per contrastare la corruzione che ormai si è imposta con radici forti e profonde nella società, infangando il paese ed impedendo la libera competizione economica, sociale e professionale.
Anche Don Luigi Ciotti, che recentemente è stato ricevuto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per la consegna di circa un milione e duecento mila firme raccolte in tutto il Paese, per fare in modo che venga inserire nel codice penale, il reato di corruzione pubblica. "La lotta alla corruzione, alle mafie e all'illegalità diffusa- ha commentato il presidente di Libera - va collocata nel contesto piu' ampio di un impegno per la tenuta della democrazia ed in questo senso è una battaglia che si gioca sul piano normativo, sul piano dell'etica pubblica e di quella privata".
Anche Gian Carlo Caselli, ospite oggi da Fabio Fazio a Che tempo che fa, ha ricordato l'impatto devastante che la corruzione ha oggi nel nostro Paese. "60 miliardi di euro, cifre ufficiali, vuol dire che ogni cittadino italiano, neonati compresi, ogni anno si vede sfilare di tasca mille euro, una tassa vergognosa, una tassa occulta che vuol dire impoverimento, deterioramento della qualità della nostra vita..." Il procuratore analizza magistralmente il problema entrando nel dettaglio, citando i numeri esorbitanti che gravano su tutti gli italiani.
A questo link il video con l'intervista al procuratore Gian Carlo Caselli: http://www.youtube.com/watch?v=axmzonTidaY&feature=player_embedded
Non possiamo che condividere il messaggio e far girare l'appello. Meno corruzione e più democrazia! Emanuel Butticè
Giornata della memoria e dell'impegno 21 marzo 2012 Alcamo-Castellammare del Golfo
Giorno 21 marzo si svolgerà la giornata della memoria e dell'impegno in ricordo di tutte le vittime delle mafie.
Quest'anno il Presidio di Castellammare del Golfo Piersanti Mattarella dell'Associazione Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, sarà presente in mattinata ad Alcamo al centro congressi Marconi a presenziare la lettura dei nomi delle vittime di tutte le mafie alla manifestazione organizzata dagli amici di Alqamah alla presenza delle scolaresche di Alcamo.
Infine la suddetta manifestazione si ripeterà nel pomeriggio alle ore 18:00 a Castellammare del Golfo, presso la Villa Comunale Regina Margherita alla presenza delle istituzioni e di tutta la cittadinanza.
Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro!
Ci vediamo il 21 marzo!!!!!
sabato, marzo 10, 2012
Presentato “Scimmie” di Alessandro Gallo a Castellammare
Di Dell'Utri, la disoccupazione e la serenità mentale.
- la V sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di Appello che condannava il sen. Marcello Dell'Utri a 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, cioè si deve rifare il processo, possibilmente entro il 2014 in cui scatta la prescrizione;
- una giornalista del Fatto Quotidiano sente per caso l'ex ministro democristiano e attualmente senatore Calogero Mannino che parla con un altro parlamentare di lungo corso, spiegandogli che se non danno tutti quanti la stessa versione - evidentemente falsa o parziale - dei fatti accaduti nel '92-'93 in merito alla trattativa Stato-mafia, i giudici di Palermo "... ci fottono!" perché hanno capito come sono andate realmente le cose e chi ne è coinvolto;
- da un sondaggio commissionato da una società di alta formazione emerge che il 55% delle aziende italiane ha congelato le assunzioni di neolaureati, in attesa della pluriannunciata riforma del lavoro, notizia che fa il paio con quella di qualche giorno fa, in cui Almalaurea dichiara che dal monitoraggio effettuato su 400.000 laureati di 57 atenei italiani la percentuale di disoccupati ad un anno dalla laurea è raddoppiata rispetto al 2008, sfiorando il 20%.
- avrei fatto meglio a leggere notizie riguardanti il Grande Fratello o l'Isola dei Famosi, piuttosto che queste (sempre per una almeno apparente serenità mentale)?
- Quanto è profondamente radicato e fitto l'intreccio tra politica e mafia, tra pezzi dello Stato, delle Istituzioni, delle Forze dell'Ordine e il malaffare nelle sue svariate forme, e quanto i cittadini onesti possano contrastarne l'azione?
- Ma la rete occulta di relazioni tra uomini, gruppi, organizzazioni dediti all'accumulo di potere e soldi a scapito del benessere collettivo, è in grado di manipolare anche la Giustizia italiana? E viceversa, la Giustizia ha gli strumenti idonei per colpire questi fenomeni?
- Guardando la situazione dei giovani, dei disoccupati, degli inoccupati (quelli che un lavoro non lo hanno mai avuto), in cui non contano più neppure le competenze, ma soltanto la disponibilità o meno a metterti al servizio, per farti schiavizzare sotto forma di stage e tirocini o con contratti a scadenza e stipendi da fame, mi ritorna in mente per l'ennesima volta la Domandona: ma la legalità, l'onestà, il bene comune alla fine convengono? Pagano? E qual'è la contropartita? E la lotta quotidiana per affermare tutto ciò, alla fine, ha un effetto concreto? Cambia qualcosa? E quanto cambia in meglio la società?
lunedì, marzo 05, 2012
Voto di scambio a Palermo?
il servizio di Stefania Petyx andato in onda oggi.
domenica, marzo 04, 2012
4° Premio giornalistico “Faccia a Faccia 2012” intitolato a Mauro Rostagno con Gian Carlo Caselli
Vito D’angelo (coordinatore del presidio di Libera Calatafimi-Segesta) ringrazia il Procuratore e sottolinea l’affetto che tutti, studenti ed insegnati, hanno nei suoi confronti, soprattutto dopo le minacce e i numerosi attacchi subiti di recente. Dopo i ringraziamenti di rito e l’estrazione delle scuole si inizia l’intervista. Gli argomenti trattati sono tanti e soprattutto fondamentali per capire i meccanismi della realtà in cui viviamo. Il Procuratore con la sicurezza di chi ha alle spalle anni di esperienza e anni di duro lavoro, risponde senza esitare, lanciando spunti di riflessione interessanti e fondamentali per capire cosa possiamo fare e cosa dobbiamo fare per combattere e sconfiggere la mafia. Gli studenti insieme al Procuratore tracciano una linea immaginaria che passa dalle stragi del 92 ad oggi. Ricordando tutti, l’amico Dalla Chiesa, Falcone, Borsellino, aiutandoci a capire come riconoscere la mafia e come contrastarla. Ci mostra con i dati del Censis, come la mafia zavorra il mezzogiorno, e ricorda come l’impegno quotidiano nella lotta alla mafia e all’illegalità sia fondamentale per rendere migliore il nostro futuro. “Nel nostro paese purtroppo, troppo spesso l’antimafia è stata l’antimafia del giorno dopo, stimolata dal dolore”, così Gian Carlo Caselli analizza l’antimafia italiana. “Stimolata dal dolore”, una frase che gela il sangue nelle vene, proprio perché in Italia si sono fatti passi avanti nella lotta alla mafia, soltanto dopo qualche strage o qualche morto ammazzato. Nel nostro codice Penale la mafia è inserita alla voce “Bis”, proprio perché è stata inserita in un secondo momento. Soltanto la morte del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e Pio La Torre hanno permesso una presa di coscienza generale nel contrasto alla mafia. L’Italia in Europa non è conosciuta solo per la mafia, ma anche per l’antimafia, e proprio questo ci rende oggetto di studio e modello europeo da seguire. Tutto Questo anche grazie a “Libera”.
venerdì, marzo 02, 2012
DIARIO DI UNA AVVENTURA MALGASCIA
Il giorno dopo il nostro arrivo abbiamo incontrato per la prima volta i bambini, solo una parte di quelli con cui avremo a che fare quest’anno. Con loro in questi primi incontri il nostro scopo sarà quello di metterli a proprio agio, farci conoscere, farli giocare liberi, prima di aprire ufficialmente il centro, al quale avranno accesso per tutto il giorno. Per ora lasciamo che si accontentino di stare con noi solo qualche mattina alla settimana. Vorremmo attivare anche un dormitorio in futuro ma ancora ci sono alcune perplessità e questioni da risolvere. Con loro abbiamo mangiato un piatto di riso condito con tritato e zucchine che abbiamo volontariamente lasciato cucinare a loro; il risultato non è stato proprio il massimo della culinaria, ma siamo in Madagascar ci si adatta e comunque faremo in modo che con l’esperienza la qualità dei pasti migliori.
Abbiamo altresì fatto visita al Preventorio, la struttura che si occupa di accogliere e curare i bambini rachitici e con malformazioni ossee dovute soprattutto alla malnutrizione. Abbiamo assistito alla messa nella piccola chiesa adiacente: mi è piaciuta, il posto era pieno e la celebrazione era molto seguita da tutti, coinvolgeva anche i bambini seduti nelle prime file e si è cantato parecchio.
Ci sono Pucy (2 anni), Voula, Francine, Teresa, Ephraim, Doris, Fanefa, Tina & Tina, ma questi sono solo alcuni di loro, sono i primi che mi vengono in mente e non voglio togliere nulla agli altri, hanno un’ età che varia dai 2 ai 16 anni, la maggior parte di loro vive per strada e ha difficoltà ad andare a scuola, ne hanno viste di cotte e di crude, hanno sperimentato e ancora sperimentano la crudeltà del mondo a loro circostante, hanno provato il dolore, quello vero, in tutte le sue forme, fanno il possibile per difendersi e il più delle volte ciò significa scendere a compromessi col male, è la via più breve, così finiscono per fare il male anch’essi. Lo prometto qui adesso: darò il massimo per tutti loro. Perché la vita dev’essere un dono e non una maledizione, perché ci è stata data la ragione e di questa se ne deve fare l’uso migliore, perché ognuno di noi ha motivo di esistere su questa terra e deve avere i mezzi per dimostrarlo questo motivo. Sei tu il protagonista, tu devi solo esserne consapevole.
Gli abitanti del Madagascar, non sono i tipici neri dell’Africa centro-meridionale, si tratta di una razza originale, un misto tra Asia e Africa, e la componente orientale risalta molto agli occhi. A Fianarantsoa, il “Vazaha”, lo straniero, soprattutto l’uomo bianco, è un’eccezione, una rarità, probabilmente per alcuni abitanti, specialmente i più piccoli, è quasi una leggenda; così quando se ne incontra uno per strada, è normale sentire esclamazioni come: “Bonjour vasà”, “Ca va?” e i bambini ti corrono dietro, si avvicinano, ti scrutano con curiosità.
giovedì, marzo 01, 2012
Processo D'Alì, il senatore contrario alla costituzione delle parti civili,il politico è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa
C’è anche l’associazione nazionale "Libera. Nomi e numeri contro le mafie", nel processo in corso di istruzione contro il senatore trapanese del Pdl, Antonino D’Alì, presidente della Commissione Ambiente del Senato e tra il 2001 e il 2006 sottosegretario al ministero degli Interni. Libera si è costituita oggi parte civile con l’avv. Enza Rando. Si è aggiunta ad altre parti civili che già nelle scorse udienze avevano avanzato richiesta di costituzione e cioè le associazioni antiracket di Marsala, Mazara e Alcamo e del centro Pio La Torre di Palermo, con gli avvocati Giuseppe Gandolfo e Davide Bambina. E nel corso dell’udienza preliminare di stamane, davanti al gup Giovanni Francolini, presente l’indagato, il senatore D’Alì, contro il quale la Dda di Palermo ha ipotizzato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, si è discusso sostanzialmente dell’ammissione delle parti civili.
Dura opposizione della difesa, avvocati Gino Bosco e Stefano Pellegrino, altrettanta ferma la posizione dei legali delle parti civili secondo i quali un processo così come istruito contro il senatore D’Alì, per i contenuti dell’accusa, non può assolutamente vedere estranea la società civile. Affermazione che dovrebbe anche “suonare” alle orecchie che dovrebbero sentire anche fuori dall’aula del gup di Palermo, considerato che per l’udienza preliminare contro il senatore D’Alì si deve registrare il “deserto” delle parti civili rispetto ai più recenti processi di mafia svoltisi nel trapanese, dove dopo un periodo di disattenzione e o sottovalutazione si sono fatti avanti in più dibattimenti gli enti locali, le amministrazioni comunali e provinciale, gli organi di categoria, assente, “clamorosamente” l’associazione antiracket di Trapani, anche se di recente alcuni pronunciamenti di Tribunali ne hanno escluso la partecipazione ad alcuni dibattimenti considerata la sua pure recente costituzione. Ma tentare forse non nuoceva.
C’è comunque tempo perché le costituzioni di parte civile possono essere proposte sino alla prima udienza dibattimentale in caso di rinvio a giudizio o ammissione al rito abbreviato. La difesa del senatore D’Alì infatti, peraltro, ha anticipato nel corso dell’udienza di oggi che alla prossima chiederà il processo col rito abbreviato, sulla base cioè degli atti che ad oggi fanno parte del fascicolo del dibattimento. Per sciogliere ogni riserva, sia sull’ammissione delle parti civili, sia sulla copiosa produzione documentale di accusa, pm Paolo Guido e Andrea Tarondo, e difesa, avvocati Stefano Pellegrino e Gino Bosco, il giudice Francolini ha rinviato l’udienza all’11 maggio.
D’Alì tra le accuse ha avuto contestata quella di una fittizia vendita di un terreno con i potenti mafiosi belicini Messina Denaro, fatto più antico, rispetto alle contestazioni temporalmente più vicine e che sono relative alle vicende relative all’aggiudicazione pilotata di appalti a imprese “raccomandante” dalla politica quanto dalla mafia. L’accusa di concorso esterno sostanzialmente si riferisce a tutta una serie di episodi che avrebbero visto qualche “manina” muovere le carte di uffici pubblici, o anche di uffici istituzionali e della politica, a favore di Cosa Nostra, come quando si trattò di trasferire, nel 2003, “con troppa e ingiustificata fretta” l’allora prefetto Fulvio Sodano, da Trapani ad Agrigento.
Rino Giacalone
Interamente tratto da www.liberainformazione.it