Mappa dei Clan attivi in Italia legati agli affari del gioco d'azzardo. |
Questo post cerca di aprire una finestra sul gioco d’azzardo
e sugli enormi affari che la mafia ottiene. L’intento è quello di rendere alla
portata di tutti dati e analisi relative al gioco d’azzardo e a quanto frutta alla
criminalità organizzata. Una momento di riflessione ma nello stesso tempo, si
spera, di discussione.
Le cifre riportate sono tratte dal dossier “Azzardopoli”
dell’associazione “Libera”.
Il gioco d’azzardo, certamente non è una novità, viene ricollegato
alla criminalità organizzata in tutto il Paese. Un gioco che in Italia è in
continua crescita. Una crescita che desta parecchia preoccupazione e lascia
immaginare scenari davvero sconfortanti, in cui la mafia sguazza incontrastata.
Dal 2003 la spesa delle famiglie destinata al gioco è aumentata
vertiginosamente toccando i 17,3 miliardi di euro. Negli anni successivi
l’incremento è stato davvero poderoso: si è passati a 35,4 miliardi nel 2006,
per arrivare ai 54,4 nel 2009 e per il 2010 si è toccata cifra 60 miliardi. Cifre
paragonabili a colossi come Fiat, Enel e Telecom. La crescita delle entrate
dello Stato è inversamente proporzionale allo sviluppo del gioco: si è vista
una riduzione del prelievo erariale del 16% nel 2009. Le newslot, capaci di
raccogliere nell’ultimo anno oltre 25 miliardi di euro, ma in realtà raccolgono
il doppio della cifra, gli altri 25 miliardi sfuggono alle registrazioni. In
Italia i controlli sono davvero scadenti e praticamente la mafia inserisce
direttamente il sistema di gioco d’azzardo in circuiti “legali”. Del resto
basta guardare al numero di Procure impegnate su questo tema nell’ultimo anno,
ben 12, Catania, Palermo, Caltanissetta, Potenza, Ancona, Reggio, Napoli, Roma
e Firenze, Genova, Torino e Milano. È un business che non conosce confini.
La mafia guadagna tantissimi soldi riciclando denaro sporco, estorcendo somme ai
gestori di macchinette affinché le tarocchino e converte in vincite regolari
quelle realizzate inserendo nelle slot banconote false o
provenienti da rapine. Per non parlare delle l’usura verso giocatori incalliti.
In Italia, secondo il dossier “Azzardopoli” dell’associazione
“Libera”, ogni anno si spendono circa 1.260 euro procapite (neonati compresi)
per tentare la fortuna. I dipendenti da gioco d’azzardo sono 800 mila e quasi
due milioni i giocatori a rischio. Per un fatturato di 76,1 miliardi di euro
all'anno, pari alla somma del debito finanziario dei Comuni a fine 2010. Con questa cifra l'Italia
occupa il primo posto in Europa e il terzo posto tra i Paesi
che giocano di più al mondo.
Tra le regioni italiane, quella che segna il maggior numero
di fatturato illegale è la
Lombardia con 2 miliardi e 586 mila di euro, seguita dalla
Campania con un miliardo e 795 mila euro. Soldi che girano grazie alle 400mila
slot machine presenti in Italia.
In Italia il riciclaggio è pari al 10% del Pil.
Recentemente un’indagine della polizia in Emilia Romagna ha mostrato il
giro d’affari che la ‘ndrangheta gestiva con le slot machine. Ma la cosa più
sconcertante, sono le minacce al giornalista Giovanni Tizian che indagava sugli
affari delle cosche in Emilia. Dalle intercettazioni si intuisce chiaramente la
volontà di “spare in bocca” al giornalista se avrebbe continuato a indagare.
Stiamo parlando di un fenomeno, quello del gioco d’azzardo in
preoccupante crescita.
In pochissimi anni in ogni paese, anche nei più piccoli, le sale
Bingo, le scommesse clandestine, i videopoker, le slot machine sono vertiginosamente
aumentate.
È possibile leggere il dossier “Azzardopoli” di Libera al seguente link: http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5741
Emanuel Butticè