martedì, marzo 29, 2011

LIBERA - 26° ANNIVERSARIO STRAGE PIZZOLUNGO

www.liberatrapani.it
trapani@libera.it
COMUNICATO STAMPA
In occasione del 26° anniversario della strage di Pizzolungo, disegno criminale che mirava all’uccisione del giudice Carlo Palermo ma che colpì a morte i piccoli gemelli di 6 anni Salvatore e Giuseppe Asta, assieme alla loro mamma Barbara Rizzo, il Coordinamento Provinciale di Trapani dell’associazione “Libera Associazioni, Nomi e Numeri contro le mafie”, sabato 02 aprile 2011, alle ore 17:15 ricorderà, con un momento di riflessione, i familiari di Margherita Asta deponendo un mazzo di fiori alla base della stele di Pizzolungo che ricorda il luogo della strage.
Trapani, 29 marzo 2011
L’ADDETTO STAMPA

lunedì, marzo 28, 2011

TENDOPOLI A BIRGI - COMUNICATO STAMPA

ASSOCIAZIONE NAZIONALE PER L’AGRITURISMO,

L’AMBIENTE E IL TERRITORIO – TRAPANI

Via Vespri 31 – 00186 Trapani

tel. 09236.27666, cell- 3472116470

e-mail: info@agrituristrapani.it sito web: www.agrituristrapani.it

Trapani,

28 Marzo 2011

COMUNICATO

Oggetto: Tendopoli all’ aeroporto di Trapani-Birgi


In barba a qualsiasi protesta dei cittadini e delle imprese……

In barba ad una situazione di crisi del comparto turismo…..

In barba ad ogni logica……

il Governo Italiano sta allestendo una tendopoli di fronte al vecchio aeroporto di Birgi per ospitare 800 profughi.

Come AGRITURIST Trapani concordiamo con lo spirito di solidarietà che deve muovere una Nazione ma ci chiediamo quale sia la logica di siffatte decisioni che colpiscono la Sicilia sempre più penalizzata dagli sbarchi a Lampedusa, dalla indiscriminata chiusura dell’aeroporto di Trapani-Birgi, dal messaggio trasmesso dai mass media si una SICILIA IN GUERRA!!!!

Siamo amareggiati di fronte alla dichiarazioni del nostro Ministro On. Brambilla che si impegna ad aiutare il turismo in Tunisia dimenticandosi del turismo Siciliano!!!! .

Siamo amareggiati di fronte alle dichiarazioni dell’ On. Frattini che si impegna per le imprese in Libia dimenticandosi delle imprese Siciliane.

AGRITURIST Trapani, con forza chiede che a tutti i rappresentanti politici Siciliani di intervenire con forza e senza se ne ma affinché la solidarietà, nel 150° anniversario dell’Unità di Italia, sia di tutta l’Italia e non solo della Sicilia.

AGRITURIST Trapani si APPELLA ai cittadini e alle imprese siciliane affinché facciano sentire la propria voce di protesta.

AGRITURIST Trapani invita tutti a partecipare alla manifestazione di protesta indetta dal Comitato spontaneo de cittadini prevista per domani Martedì 29 Marzo 2011.

Il presidente

AGRITURIST Trapani

Fabio Bertolazzi

TRAPANI NON È IN GUERRA

I cittadini della Provincia di Trapani, per martedì 29 marzo 2011, hanno organizzato una grande manifestazione che inizierà a Marsala e si concluderà a Trapani. Una mobilitazione spontanea per chiedere collettivamente e nell’interesse di tutti la riapertura immediata dell'aeroporto civile di Trapani-Birgi e il ritorno alla piena operatività dei voli.

Alla manifestazione aderiscono i Comuni, le Scuole, le Associazioni di categoria, che unitamente chiedono ai politici locali, regionali e nazionali, il loro pieno e convinto sostegno.

Partenza da Marsala alle ore 9, passaggio dell'aeroporto alle 10.45, arrivi in prefettura a Trapani alle 12.30

L'itinerario nel dettaglio:

Ore 9 – Marsala: Piazza INAM (punto di riunione), Via Mazzini, via Mario Nuccio, Lungomare Boeo, viale Isonzo, Porta Nuova, via del fante, Sappusi, lungomare Marinella, sp 21 marsala-trapani

Ore 10.45 – transito attorno alla rotonda all’ingresso dell’Aeroporto Civile

Ore 11.00 – tansito davanti il cancello di ingresso dell’Aeroporto Militare e prosecuzione in direzione di Trapani lungo la strada provinciale 21 fino a via libica, dorsale zir, piazzale Ilio

11.45 - Piazzale Ilio (punto di riunione e sosta delle auto e ricongiungimento con i cittadini Trapanesi.

12.00 – corteo da piazzale Ilio lungo il seguente percorso: Via ammiraglio Staiti, via Mazzini, piazza Umberto I, piazza Vittorio Emanuele, via Regina Margherita, piazza Vittorio Veneto

12.30 – Sosta in prefettura

13.00 – Incontro delegazione con il Prefetto: 13.00


Firmato: Comitato spontaneo provinciale per la riapertura totale dello scalo civile di Trapani-Birgi

Trapani, 26 marzo 2011

venerdì, marzo 25, 2011

“LA DISPUTA DELLE POLTRONE”

Come avrete notato, a Castellammare le due anime della maggioranza sono ormai ai ferri corti. Da un lato c’è il Sindaco Marzio Bresciani con ciò che resta del pdl, chiameremo questa “fazione Russo”, dall’altro il nuovo gruppo consiliare del Fli che con ben 7 consiglieri costituisce il gruppo più numeroso in Consiglio Comunale e che comprende anche il Presidente del Consiglio Giuseppe Cruciata, chiameremo quest’altra, appunto, “fazione Cruciata”. Il pomo della discordia, da tanti mesi a questa parte, è il rimpasto di Giunta e la sua conseguente composizione. Da un lato la fazione Cruciata che, in virtù del suo peso in Consiglio, richiede di entrare con forza nell’Amministrazione Comunale con alcuni Assessori ed il ruolo di Vicesindaco; dall’altro lato il Sindaco (quindi la Fazione Russo) si dichiara disposto a sostituire un massimo di 4 Assessori concedendone 2 al Fli, 1 al PDL e 1 al CDU…..ma niente Vicesindaco per la Fazione Cruciata. Risultato? Gli animi non accennano a placarsi e le due fazioni continuano a darsi battaglia a colpi di comunicati stampa.

Ok, fatto questo breve riassunto, posso a questo punto dirvi che se in tutto ciò non c’è niente che vi stranizzi allora siete definitivamente a 90°, disposti a continuare a farvi prendere per i fondelli da chi ci amministra; se invece anche voi notate in questa vicenda qualcosa assurdo allora… bene, c’è ancora speranza per Castellammare!

E’ pazzesco che si continui a parlare di numeri e non di competenze, di cariche da distribuire e non di miglioramenti da apportare, di POLTRONE e non di figure professionali che possano aiutare lo sviluppo del paese ALDILA’ DELL’APPARTENENZA POLITICA!!!

Bisogna però puntualizzare che il Sindaco è stato l’unico inizialmente a cercare di portare il dialogo sui binari del BENE COMUNE e al di fuori delle logiche di partito…. poi ha deciso di tesserarsi col PDL.

E alla fine qual è il risultato di questa bassissima “DISPUTA DELLE POLTRONE”? Un paese fermo che non da segni di vita, in balia dei giochi di potere della sua classe politica.

Alessio Navarra

P.S. Da notare che nonostante in paese ci sia tutto questo trambusto, il PD continua a dormire pacificamente!

giovedì, marzo 24, 2011

Il neocolonialismo dei "volenterosi".


La guerra in Libia. Tutti ne parlano; molti temono gravi conseguenze; c'è chi sostiene che fosse giusto bombardare le truppe e gli armamenti di Gheddafi e chi - come Gino Strada - ritiene che l'intervento dovesse essere esclusivamente di natura diplomatica. Quasi tutti, però, concordano sul fatto che il principio ispiratore dell'intervento dei "volenterosi" sia quello di impedire una catastrofe umanitaria. Ma sorgono dei dubbi e non solo ai soliti comunisti, perbenisti, pacifisti da cortile, etc.
Il dubbio ha assalito anche un insospettabile Vittorio Feltri, condirettore del quotidiano di destra Libero, il quale ieri sera ad Exit su La7 si domandava: perché riteniamo necessario intervenire in Libia a scopi umanitari e in altri paesi funestati da dittature ben peggiori, sotto questo profilo, non ci mettiamo becco? Non è che magari, sotto sotto, ai "volenterosi" importa ben poco della questione umanitaria e vanno in Libia per interessi meramente economici e geopolitici? E poi, una volta rovesciato il regime di Gheddafi, siamo proprio sicuri che al popolo libico verrà concessa la libertà di autodeterminarsi? O succederà come in Afghanistan e in Iraq, dove i "volenterosi" hanno eliminato le dittature imponendo dei governi-fantoccio che curano gli interessi occidentali e trascurano, invece, gli interessi dei popoli che governano?
A tal proposito, un interessantissimo articolo di Peace Reporter ci aiuta a capire un po' di più cosa sta succedendo e perché.

martedì, marzo 22, 2011

SPESA RACCOLTA RIFIUTI SOLIDI URBANI MARZO 2011 Marsala

MOVIMENTO DIFESA DEL CITTADINO

Oggetto: tassa rifiuti solidi urbani – raccolta differenziata.

Oneri ulteriori a carico dei cittadini.

Raccolte 9 mesi or sono ben 1.385 firme per richiedere l’indizione di un’assemblea pubblica (ex art.35 Statuto del Comune di Marsala).

Il Sindaco di Marsala o è antidemocratico o teme il confronto pubblico; lo Statuto comunale rischia di diventare carta straccia !

Il Movimento Difesa del Cittadino, presieduto in provincia di Trapani dallo scrivente, ha completato 9 mesi or sono una raccolta di firme al fine d’indurre l’amministrazione comunale a confrontarsi pubblicamente su specifici problemi ed emergenze di interesse collettivo (possibilità prevista dall’art.35, comma 6°, dello Statuto del Comune di Marsala); il tema individuato è quello dell’ambiente, della raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani e sull’aumento con determina del Sindaco di Marsala Carini della relativa tassa (tarsu) pari addirittura al 66%.

Il Movimento ha raccolto, senza tanti proclami, ben 1.385 firme.

Ne occorrevano appena 500; il succitato art.35 dello Statuto recita infatti come segue: “l’amministrazione comunale è tenuta a confrontarsi pubblicamente, almeno una o due volte nel corso dell’anno, su richiesta del comitato permanente delle associazioni o di almeno 500 cittadini in una assemblea, su specifici problemi ed emergenze di interesse collettivo”.

La spesa per la raccolta dei rifiuti a Marsala è infatti aumentata tantissimo nel 2009 e nel 2010 si prevede una batosta ulteriore per i cittadini onesti che pagano regolarmente imposte e tasse.

La spesa corrente per quintale di immondizia raccolta a Marsala è aumentata da € 18,72 ad € 25,01 euro. Cioè ogni quintale di immondizia raccolta costa alle casse pubbliche 7 euro in più l’anno.
Il dato complessivo è di una spesa media che è stata di € 6.767.000 per i 5 anni di amministrazione Galfano (2001 – 2006) , e di € 10.000.000 nei primi 3 anni di amministrazione Carini.

In particolare la spesa corrente, che nel 2001 era sotto i 5 milioni di euro ha sfiorato con l’amministrazione Carini i 10 milioni di euro, ed è raddoppiata. Vero è che si raccoglie più immondizia, circa il 10% in più, ma ciò non giustifica assolutamente l’aumento dei costi.


Per la raccolta differenziata l’Aimeri Ambiente impiega a Marsala 150 persone. Gli stipendi li paga la società Aimeri, ma il Comune ha assunto un costo di 12 milioni di euro. A questi si aggiungono i costi delle 68 unità che invece hanno rifiutato di passare dal servizio di Nettezza Urbana del Comune all'Ato (2 milioni di euro l’anno) . La quota parte del Comune di Marsala prevede costi dunque di 14 milioni di euro l'anno.


Attualmente pertanto il Comune di Marsala riscuote dalla Tarsu, la tassa sui rifiuti, circa 6 milioni di euro. Quindi si è necessario, per coprire i costi, un aumento considerevole dell'imposta.

Vieppiù, molti cittadini si lamentano del fatto che i rifiuti vengono ritirati non puntualmente, e che mancano le isole ecologiche che invece sarebbero molto utili per conferire i rifiuti senza obbligo di giorni e orario. L’Ato fa spallucce, ma nel capitolato speciale d’appalto è previsto che la Società deve garantire con turni, personale e mezzi adeguati che non permangano rifiuti al di fuori dei contenitori e che predisponga delle isole ecologiche.

Nel caso d’inadempimento contrattuale (che è evidente) il Comune potrebbe applicare delle penali per mancato adempimento contrattuale, e che se perpetrate potrebbero comportare la rescissione del contratto. Invece il Comune di Marsala ad oggi non ha comminato nessuna sanzione.

Inoltre non si conoscono ancora i luoghi in cui vengono conferiti i rifiuti solidi urbani una volta differenziati.

Sarebbe interessante visitarli !!

In virtù di quanto sopra, essendo molteplici gli interrogativi, al fine d’evitare che a piangerne le conseguenze siano sempre i soliti noti (i cittadini onesti) il Movimento Difesa del Cittadino, coordinato in provincia di Trapani dallo scrivente ha raccolto ben 1.385 firme per chiedere un confronto pubblico con l’amministrazione comunale e pertanto al fine di consentire ai cittadini di partecipare, di chiedere chiarimenti, delucidazioni e formulare proposte.

A distanza di 9 mesi dal giorno in cui furono consegnati nelle mani del Segretario Generale del Comune di Marsala, dottor Triolo, quasi 1.400 firme,l’assemblea pubblica non è stata indetta.

Lo scorso mese lo scrivente si è pure rivolto al Prefetto di Trapani per segnalare la “dimenticanza” (a giorni lo scrivente chiederà un incontro con la dott.ssa Marilisa Magno).

In virtù di quanto sopra, il Sindaco di Marsala Renzo Carini o è antidemocratico o teme il confronto pubblico.

Lo Statuto del Comune di Marsala rischia di diventare carta straccia.

Il responsabile provinciale del Movimento per la Difesa del Cittadino

Avv. Giuseppe Gandolfo


sabato, marzo 19, 2011

Trapani - XVI Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie.

Trapani - XVI Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie.

Comunicato stampa Pdl Castellammare del Golfo

Il neo coordinatore comunale del Popolo della Libertà di Castellammare del Golfo, Giovanni Pilara, nel rilanciare il programma del sindaco Marzio Bresciani e rinnovando il sostegno e l’appoggio al suo operare nell’interesse comune di Castellammare, evidenzia che molte delle iniziative che oggi si stanno concretizzando fanno parte di quel programma elettorale e politico che il partito e l’intera coalizione hanno sottoposto e condiviso con il candidato sindaco Bresciani, e che è stato poi vagliato e votato dagli elettori.

Il metano, il porto, il depuratore, i progetti di salvaguardia di quelle parti di territorio in dissesto idrogeologico, e, non ultimo, l’emendamento alla finanziaria nazionale 2010 che ha salvaguardato il bilancio del Comune da un sicuro dissesto finanziario, sono stati anche frutto dell’iniziativa e del determinante sostegno di tutta la classe dirigente del partito.

Il sindaco Bresciani sa che il PDL non è in cerca di poltrone, e che si farà promotore, come ha già fatto in passato, di iniziative e di proposte che riguardano esclusivamente il bene comune e lo sviluppo del paese.

Castellammare del Golfo, 17 marzo 2011
L’ufficio stampa del Popolo della Libertà di Castellammare del Golfo

mercoledì, marzo 16, 2011

«Messina Denaro? Dovrebbe fare il sindaco»: Inchiesta sulla mafia - Su Exit il 16 marzo alle 21.10 La7

«Messina Denaro? Dovrebbe fare il sindaco»: Inchiesta sulla mafia - Su Exit il 16 marzo alle 21.10 La7! Da non perdere. Purtroppo queste frasi le abbiamo sentite troppe volte anche noi. Non riesco a dimenticare un vecchio a Scopello al banchetto di Libera durante la manifestazione del 2 Giugno che ci ha ripetuto le stesse parole del primo essere (non lo posso chiamare signore) intervistato. La mafia dunn'è? Tu l'avistu mai la mafia? Cà un ci nnè mafia...

lunedì, marzo 14, 2011

Intervista doppia PD - PRC Castellammare del Golfo

A cura di Vito Faz:
CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Ho posto le stesse domande ai due coordinatori comunali del Partito Democratico (PD) e del Partito della Rifondazione Comunista (PRC) rispettivamente Salvo Bologna e Giacomo Galante.
1) Che ne pensate dell’operato di Marzio Bresciani fino ad adesso? Sono stati rispettati i principali punti del programma diffuso in campagna elettorale? Se è un no, secondo te, per quale ragione?
PRC: Credo che l'operato del sindaco Bresciani fino a questo momento sia deficitario tanto nella progettazione a lungo e medio termine quanto nella risoluzione dei problemi a breve termine. Il più grande fallimento riguarda senza dubbio la raccolta differenziata. Infatti, pur accogliendo con favore in linea di principio la raccolta differenziata, non è possibile penalizzare i cittadini con tariffe raddoppiate: bisognerebbe premiare con incentivi, invece, chi si adopera in modo virtuoso a produrre meno rifiuti e a differenziare meglio nella logica del più differenzi meno paghi. Sulle altre questioni si nota un certo distacco tra l'operato del sindaco e la sua maggioranza, che più volte, a parole, dichiara di volerlo mettere in minoranza. Il risultato? Immobilismo. Secondo me il principale motivo che penalizza l'operato della giunta Bresciani è la mancanza di sintonia tra la giunta e la maggioranza che lo sostiene.
PD: Il mio giudizio è –e da cittadino lo dico con dispiacere- è molto negativo. Un’ amministrazione che ha deluso le aspettative dei cittadini e che non ha saputo dare risposte ai tanti problemi del nostro paese. Inoltre – e questo è un prezzo che pagheremo anche in futuro- l’amministrazione Bresciani ha dimostrato scarsa capacità nel progettare e prospettare il futuro della nostra cittadina. Il bilancio tra le attese e le promesse della campagna elettorale e ciò che è stato realmente realizzato è sotto gli occhi di tutti, così come palese e il malcontento dei castellammaresi ( e non mi sembra che gli stessi consiglieri di maggioranza mostrino soddisfazione sull’operato della giunta…). I motivi di questo fallimento sono naturalmente tanti (non nego che questa amministrazione ha dovuto affrontare oggettive difficoltà derivate da cattive gestioni precedenti, tutte di centro-destra), ma ciò che maggiormente rimprovero a questa amministrazione è l’incapacità (o la mancanza di volontà) di confrontarsi e coinvolgere le risorse migliori del nostro paese. Peccato perché pensavo questa amministrazione –nata anche come reazione al commissariamento subito dal comune- perlomeno avrebbe provato a farlo…
2) Non pensate che il mancato successo elettorale (per non chiamarlo fallimento) della sinistra a castellammare ad ogni tornata elettorale è dovuta alla mancata costante presenza sul territorio?
PRC: Il nostro obiettivo come PRC era di prendere un consigliere comunale. L'obiettivo non è stato centrato ma non per mancanza di presenza sul territorio ma per limiti numerici evidenti. Dall'esperienza si impara sempre qualcosa, per questo ritengo che sia fondamentale a Castellammare la nascita di un soggetto politico di sinistra alternativa nel quale confluiscano, oltre le forze comuniste, anche movimenti e forze di trasformazione e alternativa . Bisogna ripartire dalla ricostruzione di un partito di forte ispirazione sociale che deve rifiutare i due modelli, entrambi fallimentari, di una riproposizione di cartelli elettorali calati dall’alto, da una parte, o di autosufficienze proclamate e puntualmente disattese, rifugiandosi in certezze identitarie, dall’altra, e che deve essere alternativo al PD che non è più un partito di sinistra. Soltanto se riusciremo a liberarci dal politicismo, l’omologazione e il verticismo potremo ritornare ad essere un Partito diverso dagli altri: più presente sul territorio e più pronto nel rivendicare i diritti calpestati ogni giorno dei cittadini castellammaresi.
PD: Si, c’è lo rimproveriamo da tempo, ma ricadiamo –e su questo non ho nessun problema a fare autocritica- sempre sugli stessi errori. Va detto che non sempre è cosi semplice riuscire a fare una politica sul territorio in una realtà complicata come quella di Castellammare e che spesso dietro questo nobile proposito rischia di nascondersi il peggior clientelismo. Ma il fatto che l’ incostante presenza (reale o percepita) è il nervo scoperto del nostro proporci nel territorio è innegabile. Per provare ad ovviare a questa mancanza stiamo pensando ad una serie di iniziative pubbliche sui principali temi che riguardano il nostro paese, allo scopo di incontrare i nostri concittadini, di confrontarci con loro e di proporre al paese la nostre idee su Castellammare
3) Una cosa che mi stupisce è l’assordante silenzio della sinistra castellammarese in merito alle politiche a livello comunale. Non avete accesso ai principali mezzi di comunicazione o i partiti di centro-sinistra a castellammare stanno dormendo in questo momento?
PRC:
Troppo spesso si rincorre con confusione e poca lucidità il consenso a tutti i costi attraverso manifestazioni populistiche che costano parecchio e che non generano nuove idee e politiche alternative ma che ci vedono coinvolti in un antiberlusconismo chiuso in se stesso e privo di significato accanto a personaggi come Di Pietro che collocare a sinistra stona parecchio. Nello stesso tempo la politica si incentra tutta su temi di carattere nazionale che molto spesso appaiono incomprensibili alla gente comune. Come circolo territoriale riteniamo che sarebbe più produttivo spendersi maggiormente per potenziare le attività dei singoli circoli al fine di dotarli delle strutture e degli strumenti idonei ed efficaci per sperimentare nuove forme di partecipazione democratica alla vita politica: cineforum, formazione politica, giornalini, incontri-dibattiti, tavole rotonde, etc.. La base rappresenta a mio modo di vedere la grande forza e nello stesso tempo la parte più matura del partito. La gente comune, le compagne e i compagni di strada, quelli veri, danno ogni giorno una grande prova di maturità mettendosi al servizio del partito e lanciando una nuova sfida, volta a mettere al centro del progetto di rifondazione comunista il cambiamento e l’alternativa. In altre parole, il sentire comune, e da segretario di circolo lo posso confermare, è quello di ricominciare dai principi del comunismo accompagnati e valorizzati da sperimentazione e innovazione di nuove e più efficaci pratiche politiche.
PD: Un po’ l’uno, un po’ l’altro. Sicuramente fatichiamo a far arrivare il nostro messaggio ai cittadini ed anche il nostro lavoro di opposizione –leale, costruttiva ma ferma- all’interno del consiglio. Questo per difficoltà nel trovare spazio nei mezzi di comunicazione, ma anche per nostre mancanze.
4)Avete mai pensato che, dato lo storico strapotere del centro-destra nel nostro paese, possa essere opportuno abbandonare le vesti di un partito e cominciare a lavorare per il bene del paese costruendo una rete di associazioni che magari poi confluiscano in un insieme di liste civiche bipartizan, cioè abbandonare i partiti per cominciare a fare politica con la P maiuscola? Quali sono secondo te i vantaggi e gli svantaggi di far parte di un partito rispetto a lavorare con associazioni presenti sul territorio che confluiscano in delle liste civiche?
PRC:
Non parliamo di liste civiche bitarzan perchè sono e saranno sempre un fallimento. La politica trae giovamento dalla dialettica e dallo scontro anche aspro nel rispetto dei ruoli. Le associazioni sono una grande risorsa ma non devono rifiutare l'idea di fare politica come principio. La grande differenza che noto tra le associazioni e i partiti è questa: nelle associazioni si rifiuta il meccanismo della delega che invece viene accettato acriticamente all'interno dei partiti. Prendendo il meglio da ciascuna realtà si può costruire un progetto condiviso ma, proprio perchè deve essere condiviso, non può essere rappresentato da un minestrone ma da persone che hanno un'idea di sviluppo del paese ben precisa e definita.
PD: Sinceramente ci ho pensato, a volte ho la tentazione- date le difficoltà con cui il fare politica ti fa confrontare-di convincermi che fuori dai partiti possa essere più facile avere un contatto con la gente e far sentire il proprio messaggio. Per certi versi credo che –dato anche i pregiudizi nei confronti della politica dei cittadini- una certa facilitazione ci sarebbe. Ma tanti motivi continuano a farmi credere che quella politica con la P maiuscola di cui parli ha bisogno come strumento dei partiti politici, elemento essenziale di ogni democrazia. Di partiti che sappiano aggregare e proporre e interfacciarsi con le realtà associative presenti nel territorio e con la società civile.
E poi non scordiamoci quello che è successo nella scorsa campagna elettorale dove non mi sembra che la corsa “alla lista civica” abbia contribuito alla crescita della politica nel nostro territorio. Come dire che “con il civico è meglio” abbiamo già dato. E ricevuto molto poco.
5) Non pensi che parlare di ideologie politiche all’interno di un paese così piccolo forse è superfluo? Su molte tematiche castellammaresi non è necessaria un’ideologia per prendere una posizione riguardo i temi maggiormente spinosi come il depuratore, il porto, la gestione del turismo, il metanodotto e così via.
PRC:
Parlare di ideologia non è mai superfluo. Alcuni diritti sanciti dalla nostra costituzione vengono messi in discussione. Il diritto al lavoro, il diritto allo studio, l’uguaglianza delle persone di fronte alla legge, il diritto di cittadinanza. Tutti diritti che nascono da un principio di matrice comunista e socialista: gli uomini sono tutti uguali. Ecco il perché delle nostre lotte contro il Lodo Alfano, contro il provvedimento di denunciare gli immigrati clandestini che vanno a curarsi, contro la privatizzazione della sanità, della scuola, della università e dell’acqua. Ecco perché il comunismo è ancora attuale. Un giorno ci sentiremo soddisfatti e realizzati quando finiranno i soprusi e l’uguaglianza degli uomini sarà realtà. Le nostre lotte nascono perchè abbiamo un'idea diversa di società, di contro non lotterremmo mai per qualcosa in cui non crediamo. Per quanto riguarda la possibilità o meno di prendere posizione su alcune tematiche strettamente paesane, ritengo che sia difficile assumere una posizione piuttosto che un'altra senza un'idea precisa di sviluppo del Paese. Come si fa ad assumere posizioni comuni se si fa riferimento a modelli di sviluppo socio-economici antitetici? Il punto di partenza non negoziabile è che il modello di sviluppo del nostro Paese non deve essere calato dall'alto per essere congeniale ad interessi di parte ma deve nascere da una partecipazione democratica dei cittadini alla vita politica e sociale. Il ruolo dei partiti è quello di dare voce e forza ai cittadini e alle associazioni per fare in modo che si abbia uno sviluppo nell'interesse di tutti e non solo di pochi comitati d'affari.
PD: Toglierei il forse. E’ proprio superfluo.. Ci sono proposte, idee e visioni riguardanti lo sviluppo del territorio che non sono né di destra né di sinistra (categorie politiche d’altronde del secolo scorso), ma che appartengono alle buone prassi di una sana politica. E’ questo il principale problema del nostro paese: fare diventare le buone idee e i giusti propositi parte di un progetto per lo sviluppo del territorio che sappia diventare concretamente realtà amministrativa.
Certo, delle differenze valoriali ci sono e ci devono essere tra forze politiche diverse, ma la vera contrapposizione che vedo presente nella politica castellammarese è quella tra una politica con poche idee e molti interessi di bottega (ahimè maggioritaria) ed una (tutta da costruire) di ampio respiro che sappia coniugare sviluppo e rispetto del territorio, attenzione alle radici storiche e culturali del paese e desiderio e capcità di modernizzarlo.
6) A proposito, ci sai spiegare le principali novità a riguardo di questi temi così importanti per il futuro di castellammare?
PRC: Novità decisive sui temi suesposti non ce ne sono. Le responsabilità vanno attribuite tanto alla maggioranza che non ha un progetto ben preciso quanto all'opposizione che deve mostrarsi più partecipe. A tal proposito come partito ci facciamo portavoce di una iniziativa di ispirazione sociale che vogliamo sintetizzare nel libro bianco di rifondazione, ossia un libro in cui promuovere iniziative e progetti sui temi soliti quali il porto, il depuratore, la metanizzazione e su altre tematiche, a noi care, come la creazione del mercato del contadino. Con questa iniziativa vogliamo inaugurare una nuova stagione politica che sappia canalizzare la rabbia e la protesta dei cittadini su proposte alternative e fattibili nell'auspicio di rinvigorire l'opposizione e di stimolare la maggioranza.
PD: Sul depuratore si attendono ormai da tempo le tanto ventilate proposte dell’amministrazione ( a cui riconosco sul tema un minimo di impegno). Sul porto – come è facile verificare- i lavori rimangono bloccati, con danni per la cittadinanza, ma anche per le imprese locali creditrici; la questione è complessa e non mi sento di dare responsabilità dirette alla amministrazione, che comunque continua a mostrare sulla vicenda una sostanziale inerzia. Per quanto riguarda il metanodotto la soluzione individuata dall’amministrazione (che non mi ha convinto in toto) sembra essersi impantanata su un ricorso di una ditta partecipante alla gara sul ripristino e sulla gestione della rete. Sulla gestione del turismo…beh…non si vede uno straccio di idea o di proposta, né dal consiglio né dall’amministrazione. Capisco che è desolante, ma questo è lo “stato dell’arte” (?) della politica castellammarese oggi.
7) Siete preoccupati per l’eccessiva presenza a mio modestissimo parere di esponenti del Rotary Club e di Comunione e Liberazione all’interno della giunta comunale? Pensate che queste nicchie al potere siano in grado di rappresentare l’intera cittadinanza o solo la parte più cattolic-chic del paese? (questo termine l’ho inventato io, spero renda l’idea..)
PRC:
In linea di principio preoccuparsi per la presenza di esponenti di una associazione piuttosto che di un'altra è un atteggiamento sbagliato. Quello di cui dobbiamo preoccuparci e se questi esponenti fanno o meno gli interessi dei cittadini castellammaresi e se hanno a cuore le sorti del Paese. Del resto perchè il sindaco dovrebbe circondarsi di gente che non è di sua fiducia. La domanda che invece va posta a chi ha sostenuto Bresciani è un'altra, ossia se questi esponenti rappresentano al meglio le istanze inoltrate con insistenza dagli stessi sostenitori nel corso della campagna elettorale. Un altro dato che va registrato e che suona come un autocritica è che queste associazioni a differenza di altre che operano nel territorio sono organizzate e non rifiutano la politica come spazio di confronto e dialettica a differenza di molte associazioni sinistrorse che per anticonformismo, che stona come retorica dell'antiretorica, rifiutano la lotta politica definendosi addirittura apolitiche. Soltanto se si è organizzati e riconoscibili attraverso una collocazione politica ben definita si può invece, a mio parere, incidere nel quadro socio-politico ed economico del Paese.
PD: Preoccupato soprattutto dell’assenza di esponenti di altre realtà associative e di altri gruppi. Uno dei motivi della distanza tra amministrazione e paese è l’iper e monolitica presenza di chi naturalmente non può rappresentare tutti la cittadinanza . Sicuramente le realtà che citi (Cl e Rotary), che io considero senza pregiudizi di fondo un patrimonio del paese al pari di altre, appaiono troppo presenti nella composizione dell’amministrazione rispetto a ciò che rappresentano nel paese. D’altronde non rappresentano la “pancia”di un paese, pieno di molti famiglie che faticano ad arrivare alla fine del mese e -se permetti un gioco sul termine da te inventato- alla fin fine neanche tutti i cattolici (che in buona parte non sono per niente chic), né tutti gli chic (che non sono tutti cattolici).
8) Già da molto tempo il PD e Rifondazione Comunista a Castellammare del Golfo non riescono mai a trovare nessun punto d’intesa e a collaborare per qualche iniziativa comune. Qual’è secondo te la causa di tutto ciò? Quali errori e/o mancanze imputi all’altro partito?
PRC: Quando il PD farà mancare il suo appoggio al governo regionale Lombardo e metterà al centro del suo progetto politico i lavoratori e non confindustria si potrà iniziare a collaborare nell'interesse del Paese altrimenti continueremo a prendere atto che il PD non si colloca più a sinistra.
PD: C’è una sorta di diffidenza al dialogo a livello nazionale tra i due partiti, che ha –inutile negarlo-tutta una serie di ragioni, più o meno valide. A livello locale tuttavia un confronto lo dovremmo cercare. A patto naturalmente di anteporre gli interessi del paese ad un ideologismo vago e -permettimi di dire- a volte un po’ presuntuoso. E a non pensare che il dialogo tra le forze propulsive e sane del paese non debba non svolgersi a trecentosessanta gradi. Considero Giacomo e tante persone che con passione militano in rifondazione una risorsa importante di idee e valori per il nostro paese, un pezzo importante di quella parte capace del paese che meriterrebbe di essere valorizzata
Grazie e cordiali Saluti

sabato, marzo 12, 2011

La grande vergogna del Milleproroghe


Avrete sentito sicuramente che in questi giorni è stato approvato il decreto milleproroghe mediante il quale sono state prorogate una serie di scadenze amministrative che sarebbero maturate nell'anno corrente.

Tale atto poteva costituire una grande occasione per il Governo Italiano per poter dare una sterzata alla politica economica di questo paese, ed invece non ha portato a nulla di ciò, anzi, esso si è risolto nuovamente in un pietoso intervento ad partitum (passatemi il termine) con risvolti disastrosi per l'intera popolazione.

Ciò che ritengo molto grave in questo atto legislativo è stata l'assoluta ostentata indifferenza nei confronti del prossimo mostrata da questo governo soprattutto nei confronti dei malati di tumore e dei risparmiatori italiani.

In relazione alla prima categoria infatti il Milleproroghe allunga i tempi di sei mesi per il pagamento delle multe fatte agli allevatori per le quote latte.
Tale proroga comporta un peso finanziario di 5 milioni di euro, soldi stornati dal fondo di 50 milioni di euro, creato con la legge finanziaria del 2010 per affrontare le emergenze in diversi settori – dallo sport alla ricerca all’istruzione – tra cui anche la cura e l’assistenza per gli ammalati oncologici.

Cioè,ma stiamo scherzando????????
stiamo togliendo soldi ai malati oncologici per darli a quei delinquenti padani che hanno disprezzato qualsiasi regola in materia di quote latte?
non è difficile pensare che tale emendamento è stato voluto dalla Lega, ormai unico partito incontrastato al potere che fa il bello e il cattivo tempo pagando il pegno di mantenere in vita il Capo dei delinquenti, e cioè Silvio Berlusconi.

Scusate i termini, ma un tizio che tagli i fondi ai malati di tumore per me è soltanto un delinquente!!!

Con riferimento ai risparmiatori il decreto mille proroghe gli da una bella stangata rendendo di fatto pienamente lecito l'anatocismo.
In termini molto semplicistici e utilizzando una terminologia atecnica proverò a spiegarvi cosa è l'anatocismo.
L'anatocismo è quel fenomeno in base al quale gli interessi di un capitale producono ulteriori interessi, e cioè sono gli interessi a moltiplicarsi da soli producendo altri interessi.
Tale pratica risulta vietata nel nostro ordinamento dall'art. 1283 c.c. ma ciononostante le banche, sfruttando la loro posizione da leoni nel rapporto coi correntisti, hanno fatto pagare ai risparmiatori sempre intereressi passivi anatocistici infischiandone di quanto vietato dalla legge, così sfruttando i risparmi delle famiglie in maniera a dir poco vessatoria.

La Giurisprudenza è intervenuta più volte allo scopo di tutelare il correntista fino a quando le Sezioni Unite della Corte di Cassazione emanarono la famosa Sentenza N.24418/2010.
Tale sentenza, affermando una volta e per tutte il diritto dei correntisti a farsi restituire tutte le somme illegittimamente addebitate in conto corrente dalle banche, sancì il divieto assoluto delle banche di praticare l'anatocismo trimestrale e annuale precisando che la prescrizione del diritto cominciava a decorrere non dalla singola annotazione a debito sul conto, ma dalla chiusura del rapporto di conto corrente.

E qui arriva il bello, in quanto il decreto milleproroghe, stravolgendo del tutto quanto disposto da tale sentenza sancisce che la prescrizione relativa ai diritti nascenti dalla annotazione in conto decorre non più dalla chiusura del rapporto ma dalla annotazione stessa.
Tutto quanto sopradetto viene fatto attraverso una semplice norma di interpretazione autentica che a differenza di altre è dotata di piena efficacia retroattiva.

Probabilmente non ci avete capito nulla di scritto, ma vi è sufficente sapere che tale norma, se non dichiarata presto incostituzionale, farà cadere tutte le speranze dei correntisti che nel frattempo avevano intrapreso un'azione giudiziale nei confronti delle potenti banche.

In sostanza il Governo ha perso un'altra occasione per difendere il singolo cittadino preferendo difendere la potente lobby bancaria.

Quanto accaduto non fa altro che dimostrare che a questo Governo non interessa in alcun modo la tutela dei diritti dei cittadini, non interessa in alcun modo la tutela dell' interesse generale, ma quel che interessa è soltanto la tutela dei loro affari e dei loro amici, se non addirittura l'interesse degli amici degli amici.

mercoledì, marzo 09, 2011

3° Premio “Faccia a faccia” intitolato a Mauro Rostagno


Calatafimi, Cineteatro Alhambra – “Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ho paura del silenzio degli onesti”. Con questa frase di Martin Luther King ha esordito Vito D’Angelo, presidente del presidio di Libera Calatafimi-Segesta, che ha poi proseguito presentando gli ospiti dell’evento: Roberto Morrione (presidente Fondazione Libera Informazione e presidente della commissione) , Rino Giacalone (giornalista de “La Sicilia”), Antonella Lombardi (giornalista), Elena Fava (presidente della Fondazione Giuseppe Fava), Nino Amadore (giornalista). Le interviste dei rappresentanti delle scuole scelte a Nando Dalla Chiesa sono state moderate da Francesca Rispoli.

All’evento hanno partecipato le scuole superiori provenienti da tutta la regione. Il primo a prendere la parola è stato Rino Giacalone che ci ha ricordato come nella Trapani di Mauro Rostagno, dove la mafia riceveva ampio consenso sociale, la sua figura era scomoda e soggetta a continue campagne di delegittimazione e per questo doveva sparire in fretta dalla memoria dei trapanesi. Nei suoi editoriali, Mauro parlava della cruda realtà trapanese, una Trapani che ancora oggi ha un altissimo tasso di disoccupazione e che paga il pizzo.

Nel rispondere alle domande dei ragazzi, Nando Dalla Chiesa ha toccato svariati punti: parla di un’editoria che non dovrebbe intraprendere la strada del silenzio, ma dare spazio alla vera informazione. Racconta della campagna di disinformazione ai danni di Mauro Rostagno e auspica ad una memoria comune più duratura nel tempo, che non lasci fatti di cronaca mafiosa nell’oblio.

“Spesso si guarda senza vedere, e si ascolta senza sentire, si uccidono giornalisti per questo. Perché sanno vedere e sentire”. L’informazione oggi è monopolizzata dai potenti, ma esistono delle splendide isole di libera informazione, a cui noi tutti possiamo dare il nostro contributo.

A questo la rete dà un ausilio fondamentale attraverso blog e social network per il tamtam delle notizie. Con strumenti così potenti, non possiamo aspettare che siano gli altri a prendere l’iniziativa e a dire cosa fare, ma dobbiamo essere noi a crearci il da fare per la lotta alle mafie.

La Sicilia ha la sua storia di giornalisti uccisi, tra i quali anche Giuseppe Fava, che la figlia ricorda come da uomo libero dirigeva un giornale aiutato da giovani catanesi uniti dalla passione per il giornalismo e l’informazione senza influenze politiche.

Tutt’ora a Catania il nome Fava dà fastidio perché Giuseppe ha avuto il coraggio di parlare di mafia, una questione che i catanesi preferivano evitare, perché la mafia non esisteva.

Un giornalista che permette ad ognuno di pensare con la propria testa è scomodo, perché un uomo che riflette è un pericolo per la mafia.

Inoltre, la figlia di Rostagno ha tenuto a partecipare all’evento con un video messaggio rivendicando l’importanza di ricordare e di continuare a lottare.

C’è stato anche il tempo di emozionarci con l’intervento di Salvo Vitale, compagno di Peppino Impastato, che ci ricorda come le grandi conquiste del ’68 siano ancora oggi importanti. Ancora ci parla di Peppino che scriveva di Rostagno come di “un compagno che dà sicurezza”. La giornata si è conclusa con il rilascio degli attestati di partecipazione ai rappresentanti di tutte le scuole partecipanti e l’assegnazione del premio giornalistico al liceo scientifico Enrico Fermi di Ragusa.

Citando nuovamente Martin Luther King, l’auspicio è che “Chi si avvicina al giornalismo non imbocchi la strada del silenzio”.

Emanuel Butticè

Giuseppe Lupo

Nicola Grillo

Relazione di Umberto Di Maggio al Coordinamento Regionale di Enna (26/02/2011)


Pubblichiamo un bellissimo discorso del Coordinatore regionale di Libera fatto a Enna pochi giorni fa di cui condividiamo pienamente il contenuto:


Care compagne e compagni di viaggio,
leggevo pochi giorni fa che in una delle tante descrizioni pittoriche della nostra Sicilia un emerito studioso ha usato la fortunata espressione tale per cui la nostra terra risulta essere “un paradiso abitato da diavoli”.
Questo mi sembra un interessante punto di partenza per questa mia brevissima relazione introduttiva a 9 mesi circa dalla nascita del coordinamento regionale, a 9 mesi dalla promulgazione di quel documento programmatico (la carta di Piazza Armerina) che ci ha visti protagonisti in quelle calde giornate di giugno.
Mi sento nel dovere di discutere insieme a voi del valore, se c'è ancora (e c'è), della nostra azione. Mi sento di discutere, insieme, dei motivi, se ci sono ancora (e ci sono), del nostro essere “Libera” in una terra complicata (come tante del resto) come quella di Sicilia.
Noi che non amiamo l'antimafia gridata. Noi che non diamo a nessuno i patentini della legalità. Noi che non siamo i portatori del verbo della legalità per l'appunto. Noi che alla protesta facciamo succedere sempre la proposta. Noi che viviamo il disagio quotidiano delle quasi impossibilità, in una terra tanto egoistica quanto la nostra, della necessaria via del Noi. Noi che facciamo della discussione, del confronto e del dialogo gli strumenti per superare il disagio dell'isolamento. Noi che abbiamo capito la responsabilità della parola e dei gesti quotidiani.
Cominciamo a dirci cosa le mafie oggi, da Capo Boeo di Marsala a Capo Passero di Siracusa, sono diventate e dell'assetto che dovrebbe avere (uso un prudente condizionale) la nostra azione insieme a quella di tante altre realtà (istituzionali e non).
Già nella scelta del proprio nome, l'associazione criminale mafiosa “Cosa Nostra” esprime un chiaro riferimento ad un veterocapitalismo di consumo (COSA) esprimendo una sorta di disumanità o meglio di disumanizzazione dei rapporti umani. La mafia, ce lo dice Sciascia, in questo senso inietta il saporifero pensiero dell'ineluttabilità delle cose e della loro irrisolvibilità a vantaggio di una sorta di nichilismo esasperato che cozza, evidentemente, contro l'universalità dei diritti umani. La mafia, quindi, oggi ci propone stili di consumo, forme di rappresentazione dei rapporti di vita. Esprime una forma alternativa alla società che noi abbiamo in mente che è invece costruita intorno alla solidarietà, alla circolarità, alla democraticità.
Sottolineava Gramsci, nei suoi quaderni dal carcere, che la condizione di svantaggio non consiste semplicemente in una iniqua distribuzione di ruoli e ricchezze. Piuttosto essa consiste anche in un rapporto critico di strutture di senso. Ed ecco il punto. Le mafie, con il loro welfare perfetto, si inseriscono nei nostri territori intercettando i “bisogni di chi ha bisogno”, offrono soluzioni pret a porter che non sono affatto coerenti con i nostri sogni e le nostre idee di società. Mafia ed organizzazioni criminali da un lato e diritti umani universali dall'altro.
A noi, a Libera, il compito di aggredire questo capitale sociale “cattivo” che postula la sua forza nell'incertezza e nell'insicurezza generalizzata. A noi il dovere di riprendere, con forza, il cammino della storia in questa società mafiogena e corrotta. A noi il dovere di abbattere la disillusoria base epistemologica della cultura mafiosa tale per cui ogni certezza è espressione di “cose” materiali. Armati della cultura antimafiosa, della conoscenza e della FORMAZIONE che con grande fatica coltiviamo nelle scuole di ogni ordine e grado. Giusto in questi giorni siamo alle conclusione del primo Premio Rostagno regionale per i giornalismi antimafia a Calatafimi per una libera informazione, per raccontare una Sicilia diversa. Giusto in questi giorni stiamo avviando su chiave regionale più di 30 Pon Legalità del Ministero della Pubblica Istruzione. Passi importanti, di responsabilità che devono farci riflettere.
A noi, quindi, il compito di parlare e sottolineare l'importanza dei beni comuni che come l'aria, e l'ACQUA sono universali e per questo imprescindibili e prima di tutto. Per questo motivo stiamo, ad esempio, dentro al Forum Regionale per l'Acqua Pubblica, facendo pressioni sull'ARS e a molte comunalità per la non approvazione di proposte su costituzione SPA.
A noi, quindi, il compito di essere differenti, diversi e contemporaneamente uguali a tanti. Differenza deriva dal verbo “fero”, cioè attraversare, portare. E' differente ciò che è divenuto altro e che a sua volta è punto di partenza di altro ancora. Ed ecco il nodo, uno dei tanti che vi attenziono. Libera, ansiosa di raccontare l'internazionalità delle azioni mafiose, della loro pericolosità e pervasività attraverso FLARE talvolta fatica a promuovere a casa propria il valore dell'accoglienza, dell'INTERCULTURA e dei diritti delle comunità. Dovremmo fare di più in un tempo difficile come quello attuale. A Palermo pochi giorni fa il giovane Nourredine (un marocchino perfettamente integrato) si è dato fuoco contro l'accanimento istituzionale verso gli ambulanti “regolari” giusto nel momento in cui la Sicilia diventa meta di migliaia di sbarchi di quello che potremmo chiamare il Vento di Libertà del Deserto nordafricano. Cosa fare in questo senso? E' difficile saperlo, nessuno ha la soluzione in tasca. L'unico obbligo è forse un imperativo morale universale. Stare vicino agli ultimi senza distinzione di ceto, credo religioso e provenienza geografica. Per questo e per tanti altri motivi anche noi sciopereremo il 1° Marzo insieme alle tante comunità migranti. Lo faremo per raccontare la speranza, per ricordarci la nostra storia di fatiche e di liberazione, fatta di passi... tanti passi... tanti e faticosi.
Ecco ancora una volta il richiamo forte e marcato alla strada, al percorso, ai passi. Metafora, quest'ultima, a cui tutti siamo particolarmente legati e che ci ricorda ciò che siamo e ciò che vorremmo poter essere.
A 10 anni dalla prima esperienza di LIBERA TERRA sono 4 le cooperative a regime (Placido Rizzotto, Pio La Torre, Liberamente, Lavoro e non solo), 1 è in pieno startup (Beppe Montana) mentre è aperto 1 bando di selezione ( a Naro) ed uno prossimo lo sarà a Trapani. Sono 2 le Botteghe dei Sapori e dei Saperi della Legalità (Palermo, Erice) e tanti i riconoscimenti che le nostre strutture raccolgono tra gli esperti che ci guardano con vivo e stupito interesse.
Il potere dei segni contro i segni del potere a pochi mesi dall'avvio della marcia LA PACE VA PERCORSA, della MARCIA PER LA PACE, LA NON VIOLENZA E LO SVILUPPO che riprenderà l'esperienza del 67 di Danilo Dolci nella sicilia occidentale e della CAROVANA ANTIMAFIA che ci vedrà impegnati come ogni anno insieme ad Arci ed Avviso Pubblico in un tour che partirà il 31 maggio da Trapani, passando attraverso Agrigento e Canicattì (1 giugno), per spostarsi nelle strutture di Belpasso/Lentini (2 Giugno) e nel comune di Niscemi (3 Giugno), per concludersi a Polizzi Generosa nel feudo di Verbuncaudo e quindi a Corleone il 4 Giugno per la chiusura nazionale.
A noi il dovere di avere sempre scarpe sporche di terra. A noi il l'obbligo di tenere i piedi per terra ricordandoci, con lo strumento imprescindibile della MEMORIA del nostro trascorso, del tempo della semina. A proposito erano centinaia i familiari che quest'anno si sono riuniti a Terrasini provenienti da tutta l'italia, 40 gli studenti siciliani a Cracovia per il Treno della Memoria in ricordo della Shoah e 400 i giovani che molto presumibilmente partiranno alla volta di Potenza per la Giornata Nazionale della Memoria e dell'Impegno in ricordo di tutte le vittime delle mafie.
L'invito per tutti voi, per tutti noi, cari referenti provenienti da tutti i territori di questa nostra isola, è di sconfiggere la paura. E' l'invito quotidiano del nostro caro don Luigi. Abbiamo uno strumento a nostro supporto che è la passione per ciò che facciamo, che è la rabbia positiva e propositiva che sappiamo incanalare nelle mille attività che andiamo a compiere nei nostri difficili territori. Per fare ciò dobbiamo avere tutti più determinazione, più coraggio che letteralmente proveniente dal latino cor habeo - ho cuore. Il coraggio delle persone normali che come diceva Borsellino sono pronti a sconfiggere la paura stessa con l'amore. E' questa la strada. L'invito per tutti noi è di trovare soluzioni sistemiche a problemi individuali perchè come diceva Don Milani uscire da soli dalle situazioni complicate è l'avarizia, uscirne insieme è la politica.
E' questo il senso di Libera, è questo il senso del Noi anche in Sicilia. La nostra che è ormai una rete internazionale di 1600 associazioni, 4500 scuole, 65 università, di più di 1000 soci, 100 presidi, 600 familiari di vittime di mafie.
Una lezione per noi siciliani che come tanti Principi di Salina ci vantiamo di una presunta perfezione, di una forse esagerata somiglianza agli Dei.
Per concludere, care amiche ed amici, leggevo che nel 1966 il dizionario Zingarelli alla voce Mafia recitava letteralmente “associazione di prepotenti e delinquenti un tempo infestante la Sicilia”. Facciamo in modo, con il nostro impegno, che l'autore di quella voce di dizionario non abbia sbagliato previsione.

Umberto Di Maggio
Coordinatore Regionale Siciliano
Libera - associazioni, nomi e numeri contro le mafie
Fonte: www.liberapalermo.org

venerdì, marzo 04, 2011

Vietata la guerriglia carnevalesca.

Forse quest'anno ci siamo. In vista del Carnevale e della ormai tradizionale guerriglia urbana a colpi di palloncini, petardi, uova e chi più ne ha, più ne metta, l'amministrazione comunale prova a metterci una pezza nel modo più facile che conosca: i divieti. Posto che non piace a nessuno uscire di casa asciutto e pulito per andare alla sfilata e tornarci bagnato (quando ti finisce bene..), porre un divieto ad un malcostume mi sembra come arginare un fiume con una diga fatta di stuzzicadenti...

Comunque, è un bel segnale: significa che le lamentele dei cittadini sono state ascoltate. Tuttavia, dovremmo anche educare i più piccolini a divertirsi senza essere fastidiosi e/o pericolosi. Perché, lo sappiamo tutti, quando ti impongono di non fare una cosa, farla diventa una sfida all'autorità. E le sfide di questo tipo ai ragazzini piacciono...



Divieto di utilizzo di petardi e palloncini pieni d'acqua nelle giornate di Carnevale.

Divieto di utilizzo di petardi e palloncini pieni d'acqua in luoghi pubblici. In occasione delle manifestazioni di Carnevale patrocinate dall’amministrazione comunale domenica 6 e martedì 8 marzo, poiché durante le sfilate “come negli anni passati, si prevede un notevole afflusso di persone”, il sindaco Marzio Bresciani, con un’ordinanza del 28 febbraio, ha stabilito che è vietato in queste giornate utilizzare petardi e palloncini pieni d’acqua nei luoghi pubblici. L’ordinanza nasce dal fatto che “da alcuni anni si è sviluppato il malcostume di utilizzare, come scherzi di carnevale, petardi e palloncini pieni d’acqua che arrecano fastidio e risultano potenzialmente pericolosi” e che “l’uso indiscriminato di tali oggetti, provoca disturbo e molestia sia alle persone che assistono alla sfilata dei carri sia agli animali presenti nelle stesse sfilate, dando origine a reazioni, diverbi e comportamenti rissosi che mal si adattano al clima festoso del Carnevale e che rischiano di incidere negativamente sotto l’aspetto dell’ordine e della sicurezza pubblica”. Perciò il sindaco Marzio Bresciani vieta “l’uso di petardi e palloncini pieni d’acqua il 6 e l’8 marzo 2011, in occasione delle sfilate di Carnevale, nell’ambito del territorio Comunale”.La violazione dell’ordinanza comporta la sanzione amministrativa che va da un minimo di 25 ad un massimo di 500 euro. La Polizia municipale, Polizia di Stato e Carabinieri, si occuperanno di far rispettare le disposizioni contenute nell’ordinanza.

IL PORTAVOCE DEL SINDACO

(Annalisa Ferrante)

mercoledì, marzo 02, 2011