domenica, agosto 25, 2013

Le notti castellammaresi

Pubblichiamo qui di seguito una lettera ricevuta da una cittadina castellammarese:

Queste mie parole sono sicuramente uno sfogo, ma anche una riflessione da condividere con chi avrà la pazienza di leggere. Vorrei parlare del problema delle notti castellammaresi, della presenza di numerosi pub nel centro abitato, della musica a volume inaccettabile, degli schiamazzi, del degrado in cui è caduta la cittadina,  in quanto, a differenza che altrove, qui la notte si può tutto: bere alcolici e birra in quantità e a qualsiasi età, fumare di tutto, urlare, fare discoteca per strada senza limiti di orario, perché, a dispetto delle regole che pur ci sono, nessuno le fa rispettare.
E allora perché non approfittare?

Abbiamo di recente assistito a un “Evento”, così è stato pubblicizzato, organizzato ai piedi del Castello, il maggiore monumento del paese, il cui valore storico-artistico è indiscusso. Mi chiedo:
qualcuno degli organizzatori ha pensato che le potenti vibrazioni causate da quel genere di musica, l’intensità sonora elevatissima, la concentrazione eccezionale di folla, potevano arrecare danno a quel patrimonio inestimabile? Vedo tanta superficialità e purtroppo anche ignoranza in questo genere di scelte, operate nella, falsa convinzione di fare il bene del paese, del suo sviluppo turistico. Ma quando usano la parola “Paese” a chi si riferiscono?  Non certo a “tutti “ i suoi cittadini, non certo ai mille angoli del centro che vengono ogni notte profanati da schiamazzi, urla, bottiglie lanciate, rombi di motore, vomito e urina dietro i portoni. Ci si riferisce sicuramente a tutti coloro, castellammaresi e non, che vogliono vivere una notte da “sballo”, oppure a quei pochi castellammaresi che, vendendo alcol e birra in quantità inimmaginabili, fanno notevoli guadagni, senza farsi scrupolo che gran parte dei consumatori sono minorenni al di sotto dell’età consentita. Mi chiedo ancora: E’ questo che cercano i turisti venendo a Castellammare?
La scelta di consentire l’apertura di questi locali, che improvvisamente diventano discoteche all’aperto, lungo le “antiche scale”, le vie, le piazze e il lungomare, aggregando centinaia di giovani a discapito delle norme di sicurezza, è sicuramente contraria  ai desideri di quella parte del “Paese” che la notte, almeno dopo una certa ora, vorrebbe dormire, riposare, magari perché si tratta di anziani, malati o semplicemente uomini e donne che l’indomani devono andare a lavorare.

Sono madre, figlia, insegnante e cittadina di questo paese che non riconosco più. Oggi mi sento profondamente sdegnata, offesa, preoccupata e arrabbiata con chi, sia nel passato che ora nel presente si è reso responsabile di scelte politiche, legislative, economiche e sociali, che sono una delle cause primarie della deriva comportamentale in cui stanno precipitando le nuove generazioni. E’ evidente infatti la diffusa mancanza di senso civico nel rispetto delle regole. Le regole sembrano essere solo un fatto formale, un fastidio da scavalcare in qualche modo, comunque da non rispettare, se non sulla carta, perché di fatto nessuno le fa rispettare, né gli amministratori, né le forze dell’ordine.
Come madre sono molto preoccupata, perché penso che il paese di notte non sia più sicuro, le migliaia di giovani e giovanissimi che popolano la notte e che per buona parte provengono dai paesi limitrofi, poiché nel loro paese è un “mortorio” mentre da noi  “c’è vita”, spesso, involontariamente, creano situazioni di insicurezza, per il sovraffollamento di alcuni luoghi, perché in preda all’alcol e allo stordimento provocato dalla musica assordante si rischiano liti o incidenti .
Come figlia sono preoccupata perché ormai i nostri vecchi non contano più nulla, non sono più degni di rispetto, sono un fastidio e un bersaglio di volgari insulti, qualora reclamino il loro diritto a riposare, a dormire, a vivere con serenità la vecchiaia, già angustiata dalle malattie. Invece si urla, anche attraverso il web, che il nostro è un “paese per vecchi”, che non si vuole dare spazio al divertimento dei giovani, che chi non  accetta questo genere di vita dovrebbe andare in “Mozambico” o comprarsi dei “tappi per le orecchie”. Mi dispiace constatare come insegnante il fallimento di noi educatori, in quanto vedo calpestati quei valori che dovrebbero essere fondamentali dell’uomo: il senso civico, il rispetto delle persone chiunque esse siano, ancor più gli anziani, il rispetto dei luoghi, il rispetto delle regole.
Dove sono tutti i genitori? Perché non si preoccupano del fatto che i loro figli conducano ritmi di vita alterati, rimanendo per strada tutta la notte e dormendo tutta la mattina?

Tutto sarebbe diverso se fossero rispettate le regole. Nessuno chiede di chiudere pub e bar, ma di costringerli a rispettare le regole; bisognerebbe valutare bene l’adeguatezza del luogo, rispettare gli orari di chiusura (deve intendersi locale chiuso anche per la pulizia, raccolta di vetro e lattine, spostamento di tavoli e sedie, ecc); rispettare i limiti di decibel concessi, proibire la somministrazione di alcol al di sotto dei sedici anni, come avviene nel resto della civile Europa  (non basta fare le ordinanze, bisogna farle rispettare).
E’ amara constatazione che ai nostri amministratori nulla importa della salute dei cittadini. Noi adulti, genitori, insegnanti, amministratori, forze dell’ordine, cittadini tutti dovremmo essere modelli per i nostri giovani, dovremmo educarli al rispetto delle regole, percepite non come una costrizione, ma come l’unica garanzia alla serena convivenza civile e alla crescita culturale  della propria comunità.
So che queste parole scateneranno reazioni anche molto polemiche, ben vengano, purché se ne parli e purché qualcosa cominci a cambiare, ma in senso positivo.


                                                                                                   Sara Asaro

venerdì, agosto 23, 2013

Cambiamenti chiede al prefetto di non far chiudere il liceo artistico dell’ I. S. “Mattarella Dolci” di Castellammare del Golfo

Per effetto del D.A. n° 740 del 8 Marzo 2011 a partire dall’anno scolastico 2012/2013, è stato attivato presso il Liceo “F. Vivona” dell’ I. S. “Mattarella Dolci” di Castellammare del Golfo, l’indirizzo di studio Liceo Artistico. 
Per l’anno scolastico 2013/2014 hanno presentato istanza di iscrizione per il Liceo Artistico n° 14 alunni di cui 5 diversamente abili e  il DS dell’ I. S. “Mattarella Dolci” di Castellammare del Golfo in applicazione della circolare del MIUR N. 25 del 29/3/2012 ha richiesto in organico di diritto e successivamente in adeguamento dell’organico di fatto la classe “articolata” Liceo Classico (13 iscritti) e Liceo Artistico (16 iscritti di cui 5 diversamente abili).
Tale richiesta è prevista dalla circolare del MIUR N. 25 del 29/3/2012 e risulta essere senza oneri aggiuntivi a carico dell’amministrazione, poiché l’organico dei docenti utilizzati è quello del Liceo Classico integrati dai docenti delle discipline di indirizzo del liceo Artistico già di ruolo nella scuola.
Tale richiesta non ha avuo il dovuto seguito, per tanto Cambiamenti ha scritto al prefetto affinchè si attivasse per non far chiudere l'indirizzo artistico dell'istituto scolastico castellammarese.

Vi pubblichiamo il testo della lettera.

Egregio Prefetto


Non so se basteranno lettere ed appelli per salvare una scuola, ma spero che se leggerà capisca che in fondo non si tratta di salvare soltanto una "scuola", ma il livello culturale di un´intera zona, la formazione del pensiero di un´intera zona, l´attaccamento di intere generazioni giovanili alla "loro" zona. Questo non potrebbe essere mai più garantito, se i giovani che volessero iscriversi ad un liceo Artistico fossero costretti a recarsi in città o altrove, senza considerare che, lo ammetteremo se siamo onesti, molti sarebbero semplicemente obbligati a cambiare indirizzo scolastico.
Possiamo solo sperare. Sperare che non venga spenta un´altra luce, in tempi già assai oscuri di loro.

Mi dispiace vedere che il liceo Artistico sta facendo la stessa fine di quello che era il popolo italiano, con annesse storia e cultura, ormai incamminato sulla via di una estinzione a tempi da primato. Estinto il popolo, estinti anche i suoi problemi. Del resto, come diceva Eraclito (o Cratilo, o Simplicio), «tutto scorre» e il mondo è in continuo divenire. Pare che ormai siamo rassegnati a questo ineluttabile destino. Non abbiamo più punti di riferimento, siamo sempre più confusi. Ignoriamo sempre di più la nostra storia, abbiamo perduto qualsiasi visione prospettica. Non sapendo da dove veniamo, non riusciamo neppure a capire dove siamo diretti. Ci stiamo confezionando false mete e falsi idoli ad ogni piè sospinto, come la finanza creativa, l'economia basata sulle speculazioni di un mercato borsistico folle e lanciato come un bolide verso il precipizio, che vive di allucinazioni collettive, di «spread» e di «future», che prescinde totalmente dal valore intrinseco delle cose e dal valore del lavoro e dell'ingegno dell'uomo. Sono tutte cose destinate a portare sfortuna. Di sicuro, dopo questo delirio, verremo riportati alla realtà, ma quanto ci sarà costata questa obnubilazione?
Dicevo prima dei punti di riferimento. Mai come in questo momento storico essi ci possono aiutare a decidere la rotta. Siamo giunti, in pochi anni, nell'era della comunicazione globale. Con la Rete, o il World Wide Web, la «ragnatela globale», abbiamo abbattuto le barriere dello spazio e del tempo nella comunicazione, in maniera impensabile solo pochi decenni fa. Il flusso di dati e di informazioni è enorme e ora come non mai è importante discernere tra ciò che è virtuale e ciò che è reale, tra una cosa vera e una sua parvenza o un suo ologramma. Come non mai prima d'ora, è importante la formazione di una capacità critica, della capacità di vedere le cose da varie angolazioni, di percepirne le sfaccettature, di comprenderne l'essenza, cioè la capacità prima di analisi e poi di sintesi, di scomporre le cose nei loro elementi costituenti, ma poi anche di ricomporle secondo il giusto ordine, la capacità di osservare in prospettiva temporale e storica. Sviluppare queste capacità richiede applicazione, studio, impegno, bisogna sfidare se stessi. Ma oggi la voglia di studiare e di mettersi alla prova non è di molti. I più scelgono percorsi meno accidentati, strade meno impervie. Alcuni hanno scelto il Liceo Artistico.

Il liceo Artistico di Castellammare è destinato a chiudere per due motivi. Il primo risiede nell'applicazione delle vigenti rigide normative sui numeri necessari per la formazione delle classi, e francamente è quello che mi preoccupa di meno, benché reputi che l'intransigenza si riveli a volte deleteria (in questo caso sicuramente in termini logistici, dal momento che gli studenti che non vorranno rinunciare agli studi artistici dovranno sobbarcarsi impegnativi quotidiani spostamenti destinati a sottrarre tempo allo studio e soldi dalle tasche dei loro genitori). Il secondo motivo, che mi preoccupa di più, è la mancanza di motivazione, che spinge gli studenti verso altre direzioni, e il non aver compreso che gli studi artistici sono paradossalmente, e sottolineo paradossalmente, quanto di più avanzato la scuola possa mettere in campo per la preparazione di persone «open-minded», dotate cioè di spiccata flessibilità coniugata con elevato ordine mentale, sempre più necessarie nel nostro mondo ipertecnologico in continua evoluzione. Che questo tipo di formazione sia sempre più necessaria non lo dico io, lo dicono gli studi statunitensi, e in Italia lo prova il particolare successo che questi studenti incontrano negli studi superiori in qualsiasi ambito dello scibile umano.

Noi, patria dell’Arte della cultura artistica, ne decretiamo la cessazione, per numeri, per leggi inconcludenti, per incapacità o volontà di comprendere da parte dei nostri politici e tecnici che il mondo, quello futuro dei nostri giovani, non può ridursi a percentuali, a cifre, a tecnologie parossistiche, a meri input da grande fratello di Orwell. Le macchine servono, gli automi, ma non devono essere serviti da noi.

Ma tutto tra il silenzio assordante delle istituzioni scolastiche, che la legge ha deciso così. La legge, quella che appunto è fatta di numeri e di profitti, di bilanci, di budget, e di carriere. Ma sanno costoro cosa sancisce la nostra Costituzione a tale proposito: come l´art. 3, .. «é compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico, e sociale, che, limitando di fatto la libertà, e l´uguaglianza fra i cittadini impediscono il pieno sviluppo della persona umana..» ed ancora l´art. 33 «L´arte e le scienze sono libere e libero è il loro insegnamento..» che fa da compendio all´art. 34.. «La scuola è aperta a tutti ed i capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i più alti gradi degli studi..» E noi chiudiamo il liceo Artistico perché magari mancano pochi iscritti. Che leggano, signor Prefetto, questi articoli della costituzione, Ministri, Sottosegretari, e Dirigenti ad ogni livello prima di fare i Ponzio Pilato o gli scaricabarile. E li leggano anche i cittadini.

Se da un lato la crisi economica sta provocando, e provocherà sempre più, gravi conseguenze sui budget familiari con una contrazione netta dei desideri che si possono realizzare dall’altro già vediamo le gravi ricadute economiche che il nostro territorio sta subendo negli ultimi anni con un tasso di disoccupazione sempre più alto e sempre più aziende costrette a chiudere i battenti.

Tutto questo sta riducendo drasticamente le opportunità per i nostri figli di crearsi una formazione culturale idonea alle loro aspettative e alle richieste del mercato dato che le possibilità economiche si riducono sempre più.

L’art. 3 comma 2 della nostra Costituzione parla dell’eliminazione, da parte dello Stato, di tutte le barriere che limitano le libertà di un cittadino e che non gli permettono di essere uguale agli altri e ritengo che impedire ad un ragazzo di poter frequentare la scuola scelta, solo perché non si è raggiunto il numero minimo richiesto, non sia corretto da parte del mondo dell’istruzione pubblica. In particolare per il fatto che, tale vincolo numerico, non sia mai stato fatto presente alle famiglie dei giovani che si volevano iscrivere se non al momento della decisione di non avviare la classe per l’anno scolastico 2012/13.

Molti chiudono la questione affermando che, alla fine dei conti, è sufficiente che gli iscritti vadano a Trapani o a Palermo ma vorrei far presente che i costi del viaggio, il mantenimento in città e l’enorme perdita di tempo per il lungo viaggio permetterebbero solo a pochi privilegiati di poter soddisfare i propri desideri.

Sottolineo che non stiamo parlando di videogiochi ma di istruzione.

Inoltre nella Costituzione all’art. 30 comma 1 si prevede che i genitori diano l’istruzione ai loro figli ma com’è possibile accontentare i desideri della prole se i costi e le condizioni esterne lo impediscono?

Come si può pretendere che in questo momento storico una famiglia subisca il non indifferente peso economico di mantenere gli studi e il viaggio del figlio/a a Trapani o Palermo? E se i figli sono diversamente abili?

Come possiamo uscire da questa grave crisi se non diamo la possibilità ai nostri ragazzi/e di poter esprimere liberamente le proprie passioni culturali e di avviare una carriera che corrisponda alle proprie capacità e desideri? È ora che i giovani inizino ad affrontare il futuro con sicurezza e passione perché sarà molto complicato per loro e se noi oggi aggiungiamo vincoli e barriere come potremo agevolare questo processo di transizione?

Si parla tanto di aiutare le nuove generazioni ma nel momento dell’agire tutti si tirano indietro!

E poi, caro Prefetto, dal dopoguerra in poi hanno detto insegnato proferito ad ogni piè sospinto che le leggi sbagliate ed antidemocratiche vanno cambiate (e si riferivano al totalitarismo ed al fascismo) aggiungendo sempre con qualche mezzo. Ed allora quando le leggi erano totalitarie e sbagliate, vanno cambiate, mentre le leggi democratiche e sbagliate, vanno tenute, mantenute, salvaguardate? Non credo, e facciamo in modo che le cose cambino, e tutto comincia da noi, dai cittadini, anche tramite le lettere al giornale.

Vorremmo porre alla Vostra attenzione la nostra situazione determinata in particolare dall’applicazione della normativa ministeriale relativa alla determinazione degli organici e, nello specifico, da quanto previsto nel D.P.R. n. 81 del 20 marzo 2009.

Detto decreto stabilisce che “di norma” le classi di scuola secondaria superiore devono essere determinate con un numero di 27 alunni, facendo comunque salve delle eccezioni determinate da particolari situazioni locali: “la specificità relativa ai comuni montani, alle piccole isole, alle aree geografiche particolarmente esposte a situazioni di disagio e precarietà……”.

a) La circolare ministeriale richiama, per la formazione delle classi, i criteri e i parametri fissati dal Regolamento approvato con D.P.R. del 20 marzo 2009, n. 81, specificando però che: la ripartizione a livello regionale dell’organico complessivamente definito in ambito nazionale è stata effettuata, sulla base dei dati e degli elementi concorrenti alla definizione delle risorse necessarie per il corretto funzionamento del sistema dell’istruzione, nelle sue diverse articolazioni, tenendo conto della specificità relative ai comuni montani, alle piccole isole, alle aree geografiche particolarmente esposte a situazioni di disagio e precarietà… .

b) Nel paragrafo dedicato alle procedure e adempimenti relativi alla definizione degli organici, si legge che gli Uffici Scolastici Regionali devono, stabiliti gli opportuni contatti e confronti con le Regioni, con gli Enti Locali, provvedere alla ripartizione delle risorse a livello provinciale, ……dando particolare attenzione alle condizioni di disagio legate a specifiche situazioni locali, riguardanti i comuni montani e le piccole isole, la limitata capienza delle aule, il rispetto delle norme di sicurezza, ecc… .
c) Nella sezione dedicata alla scuola secondaria di secondo grado, viene precisato che: al fine di garantire un’offerta formativa più ampia, è opportuno salvaguardare comunque i corsi unici in ambito provinciale e quelli presenti nelle zone particolarmente disagiate.
d) Le prime classi saranno costituite, di regola, con 27 alunni.
Pertanto il numero delle classi si calcolerà dividendo il numero complessivo degli iscritti per 27. Eventuali eccedenze dovranno essere distribuite nelle classi della scuola fino ad un massimo di 30 alunni. Si costituisce sempre una sola classe quando le iscrizioni non superano le 30 unità. Si terrà conto anche della serie storica dei tassi di ripetenza.

e) Solo nelle istituzioni scolastiche (IIS) comprendenti ordini di studio di diverso tipo (ad es. uno tecnico con un professionale o con un liceo), le classi si costituiscono separatamente per ogni ordine (licei, tecnici, professionali) o sezione di liceo musicale e coreutico. In tutti gli altri casi il numero delle classi prime si determina sulla base del numero complessivo di alunni iscritti e indipendentemente dai diversi indirizzi presenti nell’istruzione tecnica, professionale e nei diversi percorsi liceali.


f) Le classi iniziali dei cicli successivi al primo biennio saranno costituite applicando la stessa normativa delle prime classi ed il numero delle classi viene determinato sulla base sempre del numero complessivo degli alunni iscritti, indipendentemente dagli indirizzi.
g) Le prime classi di sezioni staccate, scuole coordinate, sezioni di diverso indirizzo o di specializzazione funzionanti con un solo corso si attiveranno solo se il numero minimo è pari a 25 iscritti.
h) È possibile la costituzione di classi articolate purché il numero complessivo non si a inferiore a 27 alunni e con un minimo di 12 alunni per il gruppo minore.
A quanto pare il fatto che il Comune di Castellammare sia un comune a tutti gli effetti montano, che serva un territorio esteso e che, per di più, si trova in una posizione baricentrica tra il Liceo Artistico di Trapani e quello di Palermo, non è sufficiente per dare ai funzionari competenti la possibilità di derogare alla norma ministeriale al fine, come dice la circolare stessa, di “salvaguardare comunque i corsi unici in ambito provinciale e quelli presenti nelle zone particolarmente disagiate”.
Il fatto è che i nostri ragazzi sono determinati a voler frequentare il liceo Artistico e per alcuni di loro soprattutto per i diversamente abili è difficoltoso e non ci sono in città convitti che ospitino ragazzi in questa fascia di età.
Con la chiusura della sezione dell’Artistico verrebbe a mancare una parte considerevole delle opportunità formative, non reperibili se non a costi di notevoli sacrifici da parte dei giovani e ulteriori spese a carico delle famiglie, spesso angustiate dalla crisi economica.
Nella valutazione del caso di Castellammare, forse è opportuno prescindere dal contingente. Non si tratta di risolvere un problema di poche famiglie, ma di rispondere ad una precisa esigenza del territorio: la possibilità di scegliere un corso di studi in una gamma più vasta e completa, senza eccessivi disagi. Il Liceo Artistico potrà così continuare nel tempo attraverso un'azione di orientamento serena che miri ad informare obiettivamente l'utenza, senza creare allarmismi e deterrenti inutili. Forse l'esiguo numero di iscritti di quest'anno è dovuto proprio alla mancanza di un adeguato programma orientativo nelle varie scuole della zona.
In questa sede non si chiede di forzare la legge, ma di assecondarla e di interpretarla nel senso più favorevole ai richiedenti. Ci permettiamo di riportare qualche stralcio della circolare del MIUR N. 25 del 19/3/2012, al fine di dimostrare la legittimità della richiesta e di favorirne un riscontro positivo: “Particolare attenzione dovrà essere riservata alle condizioni di disagio legate a specifiche situazioni locali ...”. Da un'indagine condotta dai genitori risulta che i tempi di percorrenza per raggiungere le sedi di Trapani o di Palermo sono improponibili, soprattutto per gli studenti diversamente abili. “Al fine poi di garantire un'offerta formativa più ampia, è opportuno salvaguardare comunque i corsi unici in ambito provinciale e quelli presenti nelle zone particolarmente disagiate”.
Attivare la classe, per noi rappresenta non solo materializzare le scelte dei nostri figli, ma il primo passo per far sì che questo fondamentale percorso scolastico non scompaia da Castellammare e che la produzione artistica di inserisca in un preciso programma di promozione turistica già in atto nel comune.
Confidando nel Suo interesse ed attenzione, per il delicato ed importante compito che Lei svolge, di promuovere e consolidare le sinergie presenti sul territorio a garanzia dei diritti dei cittadini e soprattutto per i diversamente abili Le chiediamo di intercedere per l’attivazione della classe prima del Liceo Artistico o in subordine della classe “articolata” Classico-Artistico.

Certi di Suo positivo riscontro Le porgiamo distinti saluti.

Bando CICI FILM FESTIVAL 2013 SI SELEZIONANO 10 GIOVANI FILMAKER

Anche quest'anno si terrà il concorso cinematografico organizzato dall'associazioni Cici  di cui cui vi pubblichiamo integralmente il bando:

1. SELEZIONE DI GIOVANI FILMAKER – REQUISITI DI PARTECIPAZIONE
Sono ammessi alla selezione tutti i giovani filmaker, uomini e donne, italiani e stranieri, che abbiano un’età compresa tra i 18 e i 35 anni alla data di presentazione della domanda.
2. DURATA E SEDE DI SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITA'
I giovani selezionati dovranno realizzare un cortometraggio della durata massima di 10 minuti, il tema del cortometraggio sarà svelato solo all'arrivo dei filmaker a Castellammare Del Golfo.
Il concorso si svolgerà nel Comune di Castellammare Del Golfo (TP). I lavori avranno inizio il 9 Settembre 2013 e si concluderanno il 15 Settembre 2013. Il cortometraggio dovrà essere consegnato, in formato DVD, ad un rappresentante dell’organizzazione.
3. ORGANIZZAZIONE, TRASPORTI, OSPITALITA'
L’organizzazione darà ospitalità gratuita ai giovani filmaker selezionati e ai loro accompagnatori/assistenti (max. 1
a filmaker) per l’intera durata della manifestazione (9 Settembre/16 settembre 2013). L’ospitalità prevede il pernottamento. Il vitto e gli spostamenti in loco, compreso il viaggio di arrivo e partenza da Castellammare Del Golfo (TP) sono a carico dei partecipanti. Le attrezzature necessarie alla realizzazione del cortometraggio (telecamera, computer, etc.) sono a carico del partecipante.
4. MODALITA’ DI SELEZIONE – COMMISSIONE ESAMINATRICE
Le domande dei partecipanti pervenute entro il termine di scadenza del bando, correttamente compilate e corredate del materiale richiesto, saranno esaminate da una commissione composta da membri dell’organizzazione del Festival. I punteggi saranno attribuiti valutando il curriculum e il materiale presentato dal partecipante. La rosa dei 10 filmaker terrà conto del riequilibrio tra i generi. Le decisioni della commissione sono insindacabili e inappellabili. Ai filmaker selezionati non verrà corrisposto alcun compenso.
5. MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE
Il partecipante deve inviare a mezzo posta elettronica una mail contenente il proprio curriculum vitae, corredato da lettera di motivazione, copia del documento di identità e un cortometraggio da lui realizzato della durata massima di 10 minuti ( sono accettati anche link You tube vimeo ecc). inoltre dovranno essere chiaramente indicati: titolo del corto, cognome e nome del regista, durata ed anno di realizzazione. Allegare una sinossi di max 10-15 righe. Il materiale richiesto (CV + lettera di motivazioni + Documento + Cortometraggio + Sinossi) dovrà essere inviato via Mail entro l'1 settembre 2013 al seguente indirizzo: claudiocolomba@associazionecici.com
6. PREMIAZIONE
Il 14 Settembre a Castellammare Del Golfo(TP) si terrà la proiezione di tutti i lavori prodotti dai giovani filmaker. Al termine delle proiezioni, la giuria voterà il miglior cortometraggio. La cerimonia di premiazione si terrà il 15 settembre 2013 e il premio consisterà in 1000.00 euro per il cortometraggio che raggiungerà il più alto punteggio.
7. PRIVACY
Si informano i partecipanti che i dati personali contenuti nelle domande di partecipazione alla presente selezione saranno raccolti e trattati presso l’associazione CicI ai soli fini dell’espletamento della selezione stessa e nel rispetto degli obblighi di sicurezza e riservatezza previsti dal D. Lgs. 196/03.
8 AVVERTENZE
Si informano i partecipanti che il materiale pervenuto in fase di selezione non sarà in alcun modo restituito al mittente. I prodotti rimarranno di proprietà dei realizzatori, fermo restando la possibilità di una distribuzione non commerciale, nel circuito culturale, a scuole, enti, associazioni, etc. da parte dell’organizzazione per fini di promozione e diffusione. Le decisioni della giuria e dell’organizzazione sono inappellabili. La partecipazione alla selezione implica l’automatica accettazione delle condizioni sopra citate.

Per maggiori informazioni: http://www.associazionecici.com/

lunedì, agosto 19, 2013

FINALMENTE DEPURATORE, MA COME SARÀ?

La parola depuratore è stata forse una delle più pronunciate negli ultimi 20 anni durante le varie campagne elettorali in paese oltre alle ormai classiche porto, turismo e simili. Come ben sappiamo tutti, l'amministrazione Bresciani è riuscita ad ottenere un finanziamento per la costruzione del nuovo impianto di depurazione e del sistema di rete fognaria per il borgo di Scopello.
Il progetto per il depuratore di Castellammare prevede “un nuovo depuratore interrato, da ubicare alla radice del molo foraneo, in quanto, è intendimento di questa Amministrazione” come scritto nella delibera N. 133 del 17-06-2010.
Complesso è il progetto per la frazione di Scopello. Dapprima la Giunta Bresciani da' l'incarico per la progettazione di un impianto di depurazione per il Borgo e la relativa rete fognaria. Ma subito arriva uno stop. Bella opera ma non giustificata per servire un numero piccolo di abitanti (al di sotto dei 10000). La Comunità Europea, in parole povere, dice al comune se vuoi un depuratore a Scopello dovrai finanziarlo di tasca tua, al contrario se vuoi che sia io a finanziarlo devi rimodulare il progetto. Quindi l'amministrazione decide di far modificare il progetto: il depuratore a Scopello verrà eliminato e i reflui saranno convogliati al più grande depuratore di Castellammare. Ma come? L'ingegnere responsabile, quindi progetta  “un  complesso impianto  di sollevamento, costituito da quattro  stazioni di pompaggio per   addurre i  reflui  al depuratore di Castellammare del Golfo, attraverso un percorso stradale” Ma la giunta nota che è un “impianto impegnativo dal punto di vista economico che comporta sia notevoli costi  di  gestione e  manutenzione che dei rischi di natura ambientale, in caso di malfunzionamento”  (Delibera di Giunta Municipale N. 151 dell’08/06/2012)
Il povero ingegnere allora per la terza volta deve rimodulare il progetto, se non si può fare un depuratore, non si può collegare via terra che soluzione rimane? Il mare! Proprio così il progetto finale, come ricordato dallo stesso Sindaco Coppola durante l'ultimo consiglio comunale, prevede “la collocazione della condotta fognaria di avvicinamento dei liquami fognari della frazione di Scopello al depuratore di Castellammare […] di prevedere la collocazione di una condotta sottomarina che, per gravità, trasporti i reflui dal collettore principale di Scopello al depuratore di Castellammare, in sostituzione della condotta di adduzione terrestre e dei quattro impianti di pompaggio, al fine di economizzare i costi di gestione e ridurre i rischi di inquinamento ambientale, in caso di malfunzionamento dell’impianto” (delibera N. 103 del 27-03-2013).
Ma siamo proprio sicuri che una condotta in mare abbia meno rischi di una condotta terrestre,  minori costi di gestione e minori rischi ambientali? Notizia di qualche giorno fa è il divieto di balneazione a Custonaci a causa di un guasto alla condotta di allontanamento dei rifiuti dalla costa dove la tubatura a 150 m dalla costa è stata tranciata (http://www.gds.it/gds/edizioni-locali/trapani/dettaglio/articolo/gdsid/279635/). Ma casi simili a danni a condotte sotomarine in altri posti, basta fare una brave ricerca su google.

Tocchiamo ferro, peperoncini, facciamo gli scongiuri, chi più ne ha ne metta, ma la saggezza popolare suggerisce che prevenire è meglio di curare. Ma siamo proprio sicuri che sia la soluzione migliore costruire una condotta sottomarina? Se dovesse succedere un danno simile a quello di Custonaci o di altre località quali potrebbero essere gli effetti? Un eventuale danno potrebbe avere degli effetti sia sull'ecosistema marino ma anche sull'immagine turistica che il nostro mare e il nostro paesino si son costruiti negli anni. Pesca e turismo, due dei maggiori settori su cui si basa l'economia del nostro paese ne potrebbero risentire seriamente.

Michele Romeo