L’europarlamentare Sonia Alfano - figlia del giornalista ucciso da Cosa Nostra - è stata eletta a Strasburgo Presidente della Commissione Antimafia Europea (CRIM). Guiderà così l'organismo appena istituito e al Corriere dichiara: «Li staneremo, anche fra i "colletti bianchi».
La nomina è avvenuta durante la seduta costitutiva del nuovo organismo contro il crimine organizzato, la corruzione e il riciclaggio di denaro, istituito il 14 marzo scorso. Si tratta della prima Commissione Antimafia dell’Unione Europea, che quindi segna in maniera importante il corso della storia delle istituzioni europee e della lotta globale alle mafie. La Commissione, composta da 45 membri del Parlamento e il cui mandato avrà la durata di un anno, rinnovabile per una volta, si occuperà di rafforzare la cooperazione tra tutti gli organi che, a livello nazionale, europeo e internazionale, sono impegnati nella lotta al crimine organizzato. Ne parliamo proprio con la protagonista di questa buona notizia, Sonia Alfano.
Salve onorevole, con
questa nomina e l’ufficializzazione di un organismo che combatte le mafie a
livello europeo si lancia un segnale forte! L’Unione Europea fa finalmente sul
serio in tema di lotta alla criminalità organizzata?
Sì, devo dire con molto piacere abbiamo accolto un segnale
fortissimo che il Parlamento Europeo ha dato sin dall’ottobre scorso, quando è
stata approvata a maggioranza larghissima la mia risoluzione che prevedeva
appunto l’istituzione di questa commissione parlamentare sulla criminalità
organizzata. E non solo: il mandato di questa commissione include anche corruzione
e riciclaggio di denaro, tre aspetti legati tra loro che hanno di fatto
massacrato l’economia legale dei 27 Paesi dell’Unione Europea e dei cittadini a
cui con questa istituzione possiamo e vogliamo assicurare molta più sicurezza e
soprattutto molta più libertà!
La corruzione è quindi un
aspetto allarmante della criminalità?
Proprio così, mi dispiace sottolineare il fatto che da una
ricerca fatta dalla Commissione Europea emerge che la corruzione come sistema
criminale incide ogni anno sul sistema economico europeo per circa 120 miliardi
di euro, di questi soltanto 60 riguardano l’Italia. Io a pochi minuti dalla mia
elezione ho detto che la corruzione è quel brodo melmoso nel quale si muovono i
sistemi criminali che aggrappandosi all’interno delle istituzioni e
dell’economia legale fanno in modo di trasformarle in mafie!
Una comune lotta migliorerà
la condizione di vivibilità nei paesi dove le mafie sono fortemente radicate?
E’ quello il tentativo, non pensiamo però che le mafie siano
solo un problema italiano. Noi abbiamo fatto un monitoraggio molto ampio
attraverso il quale siamo riusciti a tracciare un quadro della situazione che
non è per nulla confortante: abbiamo diverse tipologie di mafie oltre a quelle italiane
a cui dobbiamo aggiungere la mafia nigeriana, quella russa, cinese, giapponese
e quella dell’area balcanica. Hanno avuto tutte indistintamente una forte
capacità di radicamento anche in quei territori che potrebbero sembrare fuori
da determinate idee, come ad esempio la Svezia o l’Olanda. Vedete, fare la considerazione
che le mafie siano solo un problema del sud Italia ha condotto questi sistemi
criminali a lavorare nell’indifferenza delle istituzioni che purtroppo hanno
sottovalutato la loro forza, la loro capacità e soprattutto il loro sistema ben
collaudato, permettendogli così di introdursi all’interno delle istituzioni e
anche all’interno delle forze di polizia. Un allarme fortissimo in tal senso c’è
stato rivolto dai Paesi dell’est, nei quali si registra un alto livello di
corruzione proprio all’interno delle forze di polizia! Il nostro obbiettivo
sarà quello di metterci a lavorare immediatamente.
Dall’Espresso si legge un’immagine chiara
di quella che sarà la vostra attività di controllo: “Un carico di cocaina
arrivato a Rotterdam su una nave cargo, l’indagine su un clan di
narcotrafficanti che va in fumo perché la legge olandese non consente di
ritardare l’arresto di uno spacciatore per risalire ai capi delle
organizzazioni. L’estorsione al titolare di un ristorante in Germania, compiuta
da due calabresi affiliati alla ‘ndrangheta, che viene denunciata ma che non
risolve il problema: finiti in cella i due esattori, due mesi dopo si
presentano i sostituti che tornano a chiedere allo stupefatto tedesco il
pagamento del “pizzo”, mentre i capobastone restano sconosciuti agli
inquirenti. E poi i tempi delle perquisizioni nelle case di esponenti dei clan
che non possono scattare tutte nello stesso momento, a Palermo come a
Lanzarote, perché la legge spagnola non prevede che questo tipo di attività
investigativa si svolga di notte. O il traffico di armi in partenza dal Kosovo,
dove per pochi spiccioli i clan criminali possono acquistare bazooka o
esplosivo”. L’agenda della Commissione è già attiva nonostante la giovanissima
età?
Il
lavoro è lungo, già nei mesi precedenti ho cominciato un proficuo scambio di
collaborazioni con organismi europei e
internazionali come la
Commissione Europea, Europol, Interpol, Eurojust, la Corte dei Conti europea,
l’UNODC e tutte quelle realtà che si occupano di contrastare il crimine
organizzato. Questo perché abbiamo avuto in questi anni la sensazione e la
conferma che non possiamo pensare di affrontare la lotta alle mafie senza
l’apporto e la collaborazione di tutti gli organismi che poi sono chiamati a
questo tipo di attività. Noi abbiamo il compito, come Commissione Europea, di
fare da guida politica in questo contesto, ma le autorità giudiziarie ed
investigative dovranno dirci di quali strumenti hanno bisogno.
Si tratta di regolamentare
l’antimafia?
L’obbiettivo è quello di consegnare un testo unico antimafia:
un piano di contrasto al crimine organizzato. Perché fino a quando ogni Paese
continuerà ad affrontare questo problema con le leggi ordinarie e con il
proprio sistema giudiziario, aimè, non andremo da nessuna parte, anzi! Non
faremo altro che agevolare il continuo radicamento e rafforzamento dei sistemi
criminali. Noi abbiamo bisogno ad esempio che il reato di associazione mafiosa
venga riconosciuto in tutti i 27 Stati membri! Analogamente è necessario che il
reato di autoriciglaggio sia riconosciuto in tutti i Paesi europei, mi dispiace
dire che l’Italia è uno di quei pochissimi (se non l’unico) Paese all’interno
dell’Unione Europea che non ha introdotto tale reato.
Suo padre - Beppe Alfano,
giornalista ucciso dalla mafia - sarebbe orgoglioso di un tale e notevole passo
avanti in tema di contrasto al crimine organizzato. E come ennesimo atto forte
e simbolico alla vicepresidenza si è insediato Rosario Crocetta, anch’egli
membro attivo in Europa e simbolo della lotta alla mafia sin da quando era
sindaco di Gela. Sarà una commissione che conosce bene il fenomeno perché lo ha
vissuto sulla sua pelle, quindi?
Assolutamente sì. Ci sono quattro vice-presidenti per
quarantacinque deputati all’interno di questa commissione. Qualcuno ha storto
il naso dicendo ‘come mai tutti Italiani?…’, non perché sia un problema
italiano, come dicevo pocanzi, ma perché purtroppo per ovvi motivi noi siamo
quelli che non solo hanno vissuto il
fenomeno sulla propria pelle ma hanno un tantino di esperienza in più rispetto
a quei Paesi dove il radicamento delle mafie viene affrontato con le leggi
ordinarie.
Vogliamo avvicinare l’ambiente
europeo ai cittadini che magari in questo momento di crisi lo vedono piuttosto
distante? Come procedono i lavori all’interno del Parlamento Europeo?
Mi rendo conto che spesso il sistema dell’informazione non
parla assolutamente di quello che è questa macchina elefantiaca chiamata Unione
Europea. Anzi spesso le notizie che vengono date sono fuorvianti, sia ben
chiaro che l’Europa non ha mai chiesto a nessun Paese di ridurre un popolo a lacrime
e sangue. La crisi economica attraversa e coinvolge tutti i 27 Paesi
dell’Unione, ci sono quei Paesi che hanno una leadership debole e che poi
subiscono di fatto una serie di azioni e altri come il nostro che hanno una
leadership un tantino di parte. Sono stata una delle prime che ha alzato il
livello di attenzione rispetto a questo governo tecnico, formato quasi
esclusivamente da banchieri, da tecnici che hanno dei conflitti di interessi
all’interno dei sistemi bancari e non solo. Il fatto che il presidente Monti
sia stato un Commissario Europeo o il fatto che altri siano stato
amministratori delegati di banche non significa che ci faranno uscire dalla
crisi, anzi.
Non guarda di buon occhio
il governo tecnico?
Io contesto il fatto che siano stati effettuati dei tagli
alla spesa pubblica, perché se si operano tagli alla sanità, alla scuola, alla
cultura, ai servizi fondamentali ed essenziali per la vita dei cittadini come
pensiamo poi di voler uscire da una crisi? Mentre tutti gli altri Paesi investono
nella scuola e nella cultura proprio per poter formare le generazioni future
noi andiamo controtendenza. Come si può pensare poi di uscire da una crisi se
continuiamo a dare la libertà totale e indisturbata alle grandi aziende di licenziare
i propri dipendenti? Come pensiamo di uscire dalla crisi se continuiamo ad
alzare tasse e diminuiamo il potere d’acquisto dei cittadini? Questo non accade
in tutti Europa: io vivo quattro-cinque giorni alla settimana tra il Belgio e la Francia e in quei Paesi
non si registra la situazione che stiamo vivendo noi. Intanto mi permetto di
dire che in Italia c’è un costo altissimo della politica, ma non è solo un
problema di stipendi ai deputati. Qualcuno dimentica che nel nostro Paese ad
esempio i cittadini pagano ogni anno qualche milioncino di euro per riparare
gli arazzi del Quirinale. Io credo che sguazziamo negli scandali: siamo la
nazione col più alto numero di scorte e tutele utilizzate da politici,
giornalisti, falsi giornalisti e non solo, non perché c’è un pericolo costante,
vengono assegnate come status symbol. Se cominciamo a ridurre tutte queste
situazioni forse potremmo essere più credibili.
Un’analisi lucida e
condivisibile che prosegue tra l’altro sul suo sito www.soniaalfano.it. Utilizza anche i
social network per fare rete con elettori, curiosi e cittadini?
Sì sono su facebook: https://www.facebook.com/pages/Sonia-Alfano/40869527363
e da poco anche su twitter: http://twitter.com/#!/soniaalfano.
A presto e giungano i
complimenti e il sostegno dalla nostra redazione per la nuova, importante
attività!
Grazie e buon lavoro, arrivederci!
Fabio Barbera
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