martedì, marzo 31, 2009

Pino Maniaci rinviato a giudizio per “esercizio abusivo della professione”.

L'informazione antimafia si zittisce a suon di querele! Ondata di solidarietà (anche su facebook, sui siti di controinformazione, su Radio2 e sui giornali nazionali) per Pino Maniaci, direttore della tv anti-mafia e di controinformazione Telejato (http://www.telejato.it/). Il direttore dell'emittente televisiva di Partinico (con cui collaboro anch’io), è stato rinviato a giudizio per esercizio abusivo della professione di giornalista. Pino non ha mai voluto prendere il tesserino dell'Ordine, ma scrive e conduce con passione ogni giorno il Tg dell'emittente locale, più volte minacciata, querelata e contestata da boss e notabili della zona di Partinico. Lo stesso Maniaci lo scorso anno era stato minacciato dal figlio di un boss della famiglia Vitale detti “Fardazza” e aveva subito percosse e attentati (l’ultimo in ordine cronologico è stato quello dell’auto bruciata). Anche il figlio(Giovanni Maniaci, cameraman dell’emittente) aveva ricevuto lo stesso trattamento con minacce e inseguimenti. Pino ha ricevuto l’anno scorso, davanti ai miei occhi, la tessera e l’iscrizione all’ordine dei giornalisti honoris causa, consegnata in pompa magna da una delegazione scesa da Roma. Nonostante ciò il baffuto direttore dovrà comparire in tribunale l’8 maggio per esercizio abusivo della professione. E quindi sorge una domanda e il malcontento serpeggia negli ambienti della controinformazione: “l’ordine è diventata un’istituzione inutile che dovrebbe essere smantellata?”. Esistono migliaia di tesserati che non esercitano la professione ma usufruiscono delle agevolazioni (politici, conduttori, gente che vende materassi e pentole in tv) e per contro alcune persone - giornalisti veri - che non sono iscritte all’ordine e che ogni giorno sono sul campo, scrivono, beccano querele e intimidazioni, vivono davvero la professione e per giunta devono sentirsi rimbeccare. A cosa serve, quindi, un ordine dei giornalisti politicizzato e minaccioso che non tutela dagli attacchi chi esercita la professione ma, al contrario, si mette contro e si pone solo come club (tipo Rotary o Lions) di iscritti eccellenti che neanche scrivono?
Fabio Barbera

6 commenti:

Unknown ha detto...

Tranquilli!! Va tutto bene!! Siamo dei liberi cittadini in uno Stato che ci tutela e ci protegge!!!
ALLA FACCIA DELL'ARTICOLO 21!!!

Castello Libero ha detto...

Siamo in uno stato in cui il potere è nelle mani della massoneria e delle lobby e ovviamente anche quella dei giornalisti è una lobby.
Tutta la nostra solidarietà a Telejato

Anonimo ha detto...

Maniaci non può prendere il tesserino dei giornalisti perchè è pluripregiudicato. Condannato per truffa, furto e ricettazione, non può avere il tesserino perchè ha troppi precedenti penali.

Fabio ha detto...

Anonimo, Maniaci è iscritto all'ordine dei giornalisti: il tesserino dell'ordine gli è stato consegnato l'anno scorso honoris causa dalle più alte cariche dell'istituzione in diretta tv. Nell'articolo è specificato. Leggili i pezzi prima di commentarli, ok? Aiuta molto ai fini del dibattito! Saluti

Francesco ha detto...

Così come Peppino Impastato e Mauro Rostagno sono stati uccisi dalla mafia perché la loro denuncia è stata scomoda,adesso negli anni in cui le collusioni tra mafia e politica sono sempre piu’ evidenti, si cerca di far tacere un’altra voce scomoda.Mi riferisco a Pino Maniaci giornalista di Telejato rinviato a giudizio per esercizio abusivo della professione.
Pino da che anni lavora a Telejato,emittente inventato e gestita da lui e dalla sua famiglia , piu’ volte è stato minacciato e picchiato da boss e notabili della zona di Partinico.Già l’anno scorso Maniaci era stato minacciato di morte dal figlio di un boss della famiglia Vitale.Questa notizia del rinvio a giudizio a seguito di una denuncia anonima mi lascia un po’ perplesso.Non avevano tesserino molti dei giornalisti morti che come Pino denunciavano collusioni e commistioni di mafia e affari.Anche Mauro Rostagno non aveva tesserino quando la notte del 26 settembre del 1988 sicari di Cosa nostra decisero di porre fine alla sua vita e al suo lavoro di denuncia sul territorio di Trapani. L'ordine glielo conferì solo molti anni dopo la sua morte.
Non entrando nel merito del provvedimento auguro a Pino Maniaci di poter continuare la sua denuncia affinchè si abbia una informazione LIBERA e non asservita ai potenti di turno.

Francesco Garofalo
Libera Castelvetrano

Anonimo ha detto...

Episodio semplicemente increscioso... che dimostra ancora una volta, come se ce ne fosse bisogno, che l'Italia è un paese di merda!