venerdì, aprile 19, 2013

Cambiamenti e Megafono uniti per Castellammare.



 

CASTELLAMMARE DEL GOLFO- ieri è arrivata l’ufficialità, per le prossime amministrative Castellammare avrà la sua candidata donna. Infatti è stata ufficializzata la candidatura di Maria Tesè per “Cambiamenti” che troverà al suo fianco  la lista “il megafono”. Si tratta della prima candidata donna a Castellammare.

Maria Tesè con l'assessore regionale alla Formazione Nelli Scilabra

La figura di Maria Tesè esce fuori sicuramente non dai partiti e tantomeno da logiche di potere. Pedagogista ed esperta di progettazione europea  non è stata scelta per soddisfare i bisogni e le direttive dei partiti che stanno ancora cercando di dividersi la torta, ma per la sua figura professionale e umana. Si tratta davvero di una rivoluzione per Castellammare, una rivoluzione che in molti sostengono sia già avvenuta altri che invece la vera rivoluzione può avvenire soltanto cambiando il sistema dall’interno.
Castellammare sicuramente non ha bisogno della solita politica, quella che per anni è rimasta a guardare ma deve essere costruito un vero progetto che cambi realmente lo stato attuale delle cose. C’è chi sostiene che la ricetta giusta sia stata trovata, saranno gli altri a giudicare.
Emanuel Butticè

giovedì, aprile 18, 2013

Discarica abusiva a Castellammare

Rifiuti sia pericolosi che speciali, oltre alle carcasse di ben cinque autovetture sono stati rinvenuti all’interno di un’area estesa circa 900 mq, e sottoposta a vincolo paesaggistico, in contrada “Petrazzi” del comune di Castellammare del Golfo
L’esistenza della discarica abusiva è stata rilevata, durante un normale servizio di controllo del territorio, dagli uomini del Corpo Forestale di Trapani, in servizio presso il Distaccamento di  Castellammare del Golfo.
Dalle indagini effettuate, si è accertato che l’area adibita a discarica, era già stata utilizzata per l’esposizione di materiale lapideo da un esponente della mafia castellammarese, attualmente detenuto, che è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria, insieme alla propria moglie, per discarica abusiva, abbandono di rifiuti e violazione del vincolo paesaggistico.
Infine, i Forestali, oltre a provvedere al sequestro penale preventivo dell’area utilizzata come discarica, hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria i proprietari delle carcasse delle autovetture abbandonate.

Fonte: www.alpauno.com

martedì, aprile 16, 2013

C/mmare del Golfo, esplode il Pd


Niente primarie e si dimette D'Angelo



Niente primarie e dentro il partito Democratico di Castellammare del Golfo scoppia la guerra. Sfociata questa mattina con l’annuncio delle dimissioni di Giuseppe D’Angelo, esponente di spicco della segreteria locale nonché uno dei papabili candidati a sindaco per le prossime amministrative in paese. La decisione di D’Angelo scaturisce essenzialmente dall’ultima decisione dei vertici cittadini del Pd di non indire le primarie: in sostanza la segreteria ha fatto retromarcia quando invece sembrava che un paio di mesi fa la decisione era proprio quella di indire le primarie per scegliere il proprio candidato sindaco. E tra questi vi era proprio D’Angelo che quindi lascia sbattendo la porta: “Non è accettabile – si legge nel documento - che i componenti dell’attuale segreteria locale non abbiano voluto indire le primarie, come orami avviene in tutto il resto d’Italia, per la scelta del candidato sindaco del Pd o della eventuale coalizione, nelle imminenti elezioni amministrative, pur avendo, oltre alla mia disponibilità, diverse persone disponibili ad assumersi la leadership. Ricordo che questo metodo democratico è attuabile sia all’interno del partito in caso di più candidature, sia all’interno di una coalizione di partiti che vogliano esprimere ciascuno la propria candidatura”. D’Angelo era tra i candidati alle primarie del partito insieme al capogruppo in consiglio comunale Salvatore Galante e a Camillo Coppola. La segreteria locale oltretutto, proprio a causa dei conflitti interni, aveva tentato la mediazione tanto da dare vita ad un esecutivo ristretto formato dal coordinatore Salvo Bologna, da Camillo Coppola e Salvatore Bonghi, nonché dagli attuali due consiglieri comunali Salvatore Galante e Giovanni Portuesi. D’Angelo però ci tiene a precisare che le sue dimissioni non sono esclusivamente dettate dalla scelta del partito di non indire le primarie. A suo dire tutta una serie di scelte definite antidemocratiche hanno contribuito a fargli prendere questa sofferta decisione: “In questo paese il Pd ha continuato e continua con grave responsabilità a difettare in democrazia – si legge ancora nella nota -, come 5 anni fa anche oggi che l’esigenza di cambiamento a Castellammare non è più rimandabile. Si soffoca e si spegne l’energia e l’entusiasmo di chi vorrebbe una politica che si fa tra la gente e per la gente, coinvolgendola attivamente, che ascolta le istanze del territorio e soprattutto che si mette al servizio, proponendosi e accogliendo proposte e prendendo decisioni nelle sedi assembleari, aperte, e non nel privato di piccoli ristretti gruppi di gestione”.

Fonte: www.alpauno.com

lunedì, aprile 15, 2013

La sicurezza non è mai troppa!!!


Norme sulle misure di prevenzione e protezione dai rischi di caduta dall'alto

Il Castellammare Calcio 94 vince il girone di Prima Categoria battendo 1 a 0 il Favignana.



CASTELLAMMARE DEL GOLFO- Ieri circa 1800 persone hanno riempito lo stadio “G. Matranga” per assistere al big match tra Castellammare Calcio 94 e Favignana, rispettivamente prima e seconda, in palio il passaggio diretto alla Promozione. Al termine di una emozionante partita il Castellammare, grazie alla rete di Vitale, batte il Favignana, seconda in classifica con soli 2 punti di distacco, per 1 a 0 ottenendo l’accesso diretto in Promozione senza ricorrere ai play-off. Il Favignana invece dovrà ricorrere ai play-off per tentare l’accesso il Promozione.
Grande soddisfazione per i ragazzi del Castellammare e per il presidente Antonio Como che hanno sicuramente meritato questo risultato.
Emanuel Butticè

giovedì, aprile 11, 2013

Elezioni amministrative a Castellammare: la mafia bussa alla porta.

Trasparenza. Oggi dovrebbe essere la prima cosa da ottemperare. Dovrebbe essere il vero motivo che spinge un partito o un movimento a buttarsi nella mischia. Trasparenza che in certi momenti sembra vacillare. A Castellammare è tempo di elezioni, e quando si parla di candidati la trasparenza è sulla bocca di tutti. Fuori dalle liste chi è condannato, indagato per fatti gravi, fuori. Il messaggio è chiaro ma non tutti hanno scelto di seguire questa strada. Bisogna solo aspettare le chiusura delle liste, ma è questo il momento di filtrare e eliminare le impurità.
In questo periodo storico dove la crisi occupa un posto centrale nella quotidianità di ognuno di noi, la mafia ottiene più consenso. Riesce come nessun altro ad avere liquidità, forza, influenza, tutto più velocemente e in modo più efficiente. Riesce più di chiunque altro ad accaparrarsi appalti, finanziamenti, forniture e soprattutto, ci tengo a sottolinearlo, liquidità. Oggi sono molti che non riescono ad accedere a mutui e prestiti della banche, ma trovano sempre la mafia dietro la porta pronta a concedere qualunque cifra in cambio di qualcosa, ovviamente.
Gli incendi e gli altri atti criminosi che hanno interessato Castellammare nei mesi scorsi, non sono da sottovalutare. Le elezioni amministrative sono un terreno fertile per la mafia, per trovare consenso e soprattutto per trovare accordi importanti. La mafia durante le elezioni è sempre pronta a bussare alla porta di tutti. È questo il momento in cui cerca di rafforzare i suoi rapporti con la politica. È questo il momento in cui si deve chiudere la porta in faccia a Cosa nostra.  
La trasparenza dovrebbe essere sinonimo di politica, ma per far in modo che ciò avvenga, occorre la collaborazione di tutti. Politici, attivisti, simpatizzanti, cittadini, commercianti. Tutti. Bisogna negare il consenso e negare accordi. I castellammaresi non meritano questo, non meritano accordi sottobanco, come non meritano un porto in queste condizioni. Non lo vogliono.
Le recenti operazioni antimafia che hanno portato all’arresto di 37 persone nel palermitano, tra cui il sindaco di Montelepre, hanno evidenziato ancora una volta come il rapporto tra mafia e politica sia forte e frequente. Anche i sequestri che nei giorni scorsi hanno interessato l’impero di Nicastri, Morici, Coppola e soprattutto Matteo Messina Denaro hanno sicuramente inflitto un duro colpo alla criminalità organizzata. Ma non è abbastanza.
Chiudere la porta in faccia alla mafia, negarle in consenso, questo è il vero contrasto. Rimuoverla dalle origini, dove nasce, dove si ramifica e dove cerca appoggio. Bisogna istallare un “filtro” concreto per evitare contatti con questa gente.
Per una volta facciamo realmente il bene di Castellammare del Golfo e dei suoi abitanti. Ne abbiamo bisogno.
Emanuel Butticè

Comunicato stampa coordinamento provinciale di Libera a Trapani

Il coordinamento provinciale di Libera a Trapani esprime plauso alla Questura di Trapani e al Comando Provinciale della Guardia di Finanza per l’esito che hanno avuto le loro indagini che nella giornata di ieri hanno condotto all’esecuzione di un provvedimento di sequestro di beni che è eclatante certamente non soltanto per la entità dei beni sequestrati ma perché, si capisce, conoscendo bene il territorio, colpisce quella che comunemente viene chiamata “l’area grigia” della società che ha scelto da tempo la connivenza con la mafia e con quella parte di politica che ha anche come ruolo il sapere essere intermediaria tra imprese e mafia o comunque consenziente a consentire aspetti di corruttela e turbativa . Comportamenti sia da parte di certa imprenditoria che da parte di certa politica che ad oggi riteniamo siano perfettamente aderenti ai modelli della “nuova” Cosa nostra per come l’ha voluta il latitante Matteo Messina Denaro. Il lavoro che hanno già svolto i giudici del Tribunale – sezione misure di prevenzione – è stato importante e per questa ragione il plauso per gli investigatori lo estendiamo anche a loro, con l’augurio di un sentito buon lavoro, assicuriamo che Libera, le associazioni che vi aderiscono, saranno presenti a sostegno del lavoro della magistratura e dei giudici, auspichiamo che con noi possano esserci i cittadini e quella società civile che crede nella necessità del riscatto dal giogo mafioso. Il coordinamento provinciale di Libera a Trapani Trapani 11 aprile 2013

martedì, aprile 09, 2013

D'alì, gli appalti e Matteo Messina Denaro

Polizia e Finanza da poco hanno appena finito di eseguire tra Trapani, Roma, Milano, Gorizia e Pordenone un sequestro “preventivo” di beni per 30 milioni di euro. Gli agenti di Polizia della Divisione Anticrimine della Questura e Finanzieri del Nucleo di P.T. della Guardia di Finanza di Trapani hanno notificato il provvedimento agli imprenditori edili Francesco e Vincenzo Morici, 79 e 50 anni, padre e figlio, una ordinanza emessa dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Trapani su richiesta del questore della città, Carmine Esposito, a conclusione di una attività investigativa coordinata dalla divisione anticrimine della questura, diretta dal dott. Giuseppe Linares. Un decreto emesso sulla base della normativa antimafia. Tra il 2001 e il periodo odierno gli imprenditori colpiti dal sequestro secondo le conclusioni cui sono pervenuti gli investigatori di Polizia e Finanza hanno fatto incetta di appalti, grandi appalti, grazie al connubio tra mafia, politica e impresa. I loro nomi da circa 10 anni sono citati in diversi rapporti giudiziari presso le procure di Palermo e Trapani, da una parte le ipotesi di connessione con la mafia dall’altra parte le ipotesi di corruttela e frode. In un passaggio del provvedimento i giudici del Tribunale di Trapani inquadrano la figura dei due imprenditori, tra i maggiori e più famosi nell’ambito dell’imprenditoria edile siciliana, nell’ambito della cosidetta “borghesia mafiosa”, quella alla quale appartengono soggetti non per forza “punciuti” ma la cui aggressività “imprenditoriale” non sarebbe seconda a quella vera e propria di un appartenente ritualmente affiliato alla mafia. “Buongiorno, accomodatevi, vi presentiamo cos’è la mafia di questi anni quella nelle mani insanguinate del capo mafia latitante Matteo Messina Denaro”, ricercato oramai da 20 anni, uccel di bosco dal giugno del 1993. I due imprenditori edili a Trapani hanno costruito di tutto: dai quartieri popolari Iacp, ai complessi residenziali abitativi, rioni dove si sono insediati uffici e abitazioni, urbanizzazioni e servizi, grandi opere, le nuove banchine del porto, la Funivia tra Trapani ed Erice, si sono occupati del risanamento del litorale della città, con il recupero di antiche mura, ma i loro interessi sono stati esercitati anche nella cantieristica navale o ancora, addirittura, nell’editoria e nell’informazione televisiva. Ad un certo punto alla classica omonima impresa di famiglia ne sono subentrate altre, con nomi non di immediata facile riconduzione, società e imprese che risultavano avere sedi in città lontane da Trapani, come a Roma, ma tutto sarebbe stato finalizzato a distrarre l’attenzione da quello che soprattutto nei primi anni del 2000 ha preso forma secondo il Tribunale di Trapani e cioè la nascita di uno strutturato cartello di imprese che fatto con nomi societari e nomi di imprenditori per così dire insospettabili sono servite alla mafia di Matteo Messina Denaro di conquistare grandi fette di appalti pubblici. Mafia e corruzione dentro questo sequestro e non a caso l’operazione è stata denominata “Corrupti mores”, comportamenti, usi, “corrotti”. Appalti che sarebbero stati condotti non rispettando i capitolati in ogni loro parte così da ricavare ingente denaro servito a corrompere pubblici funzionari, a pagare i politici, a sostenere le necessità dell’associazione mafiosa. L’aspetto più inquietante è proprio questo: vi sarebbero grandi opere costruite a Trapani che fra qualche anno potrebbero presentare aspetti di decadenza strutturale improvvisa, e si parla delle banchine del porto come per esempio della Funivia, perché nella fase realizzativa non sarebbero stati impiegati i materiali giusti o nelle giuste quantità. Sono aspetti che sono stati raccontati da alcuni degli stessi imprenditori, diversi dai Morici, che hanno partecipato ai lavori, fornito i materiali, come il ferro o il cemento. Alcune di queste opere per la verità già hanno presentato difetti di costruzione, come nel caso delle antiche mura della città, le cosidette mura di tramontana: in questo caso la Coling (romana) dei Morici, in associazione di impresa con altre società, incaricata anche della rimozione di vecchie barriere foranee e della creazione di nuove barriere di soffolta, avrebbe operato in difformità al capitolato tanto che nella stessa fase di esecuzione dei lavori le mura che per decenni e decenni avevano resistito alle mareggiate di colpo hanno rischiato di venire giù. Proprio in questo caso, una intesa tra imprese e funzionari pubblici ha “salvato” i Morici e i loro soci da guai seri, tutto è stato fatto figurare come colpa del maltempo, e l’impresa che era sfuggita nel caso in questione, per esempio, all’utilizzo, previsto come obbligatorio dal capitolato, di pontoni in mare che avrebbero dovuto garantire la contemporanea e corretta rimozione delle vecchie barriere e la collocazione delle nuove, così da preservare le mareggiate, che in quella zona c’erano sempre state, invece di ricevere contestazioni e ammende, avrebbe ritagliato quasi 500 mila euro di netto ricavo, avendo risparmiato sul pontone entrato in scena solo all’ultimo momento “per salvare le apparenze”, e nelle intercettazioni si sente commentare con soddisfazione dell’accaduto, “abbiamo fatto trenta adesso facciamo trentuno”. Lavori questi appaltati dal Comune di Trapani, e ancora in altre intercettazioni gli investigatori hanno ascoltato Vincenzo Morici fare fretta, “perché il sindaco dell’epoca, l’avv. Girolamo Fazio, Pdl, oggi deputato regionale, era prossimo alla ricandidatura”. C’entra la politica che conta in questa indagine. Agli atti dell’inchiesta compare più volte il nome dell’ex sottosegretario all’Interno, sen. Antonio D’Alì, Pdl anche lui, berlusconiano della prima ora. D’Alì è sotto processo a Palermo (rito abbreviato chiesto dallo stesso politico) per concorso esterno in associazione mafiosa, l’accusa è anche quella di avere fatto da garante agli appalti pilotati della mafia, anche, quindi, agli appalti conquistati dalla holding imprenditoriale dei Morici. “D’Alì ha garantito per noi” avrebbero detto in diverse occasioni i Morici che in qualche caso proprio grazie a questo appoggio politico sarebbero stati in condizioni di influenzare la stesura di bandi di gara e capitolati o di conoscere in tempo i requisiti chiesti per alcuni lavori, così da aggiudicarseli ancora più facilmente. Fiumi e fiumi di intercettazioni. Spesso Morici senior è stato ascoltato a discutere di appalti e di rapporti con la politica con un imprenditore valdericino, Tommaso Coppola, nel frattempo condannato per essere stato il deus ex machina dell’aggiudicazione pilotata di molti appalti per conto della mafia. Coppola è stato il “regista” di tante opere per conto dei capi mafia Vincenzo Virga e Francesco Pace, i boss nel tempo più vicini a Matteo Messina Denaro. E se Coppola e Morici non decidevano gli appalti da “auto aggiudicarsi” decidevano il cartello delle forniture. Addirittura dal carcere Coppola continuava ad interessarsi a questi aspetti e discutendo con un suo nipote, Onofrio Fiordimondo, che andava puntualmente a trovarlo, gli intimava di cercare del senatore D’Alì, attraverso un altro politico, Camillo Iovino (nel frattempo diventato sindaco di Valderice e che sindaco è rimasto anche dopo la condanna per questi fatti), per ricordare una serie di impegni che erano stati presi, e inoltre diceva allo stesso nipote di cercare proprio di Morici senior per ricordare a questi che “si stava facendo la galera anche per lui”. Le imprese del “giro” dei Morici quelle più note sono la Coling, la Eumede, la Trapani infrastrutture portuali. A descrivere le strategie imprenditoriali occulte alcuni degli indagti in diverse indagini di mafia e di corruzione come l’ex patron del Trapani calcio, Nino Birrittella, o gli ex funzionari della Provincia regionale Giovan Battista Grillo, Vito Giacalone, e non a caso in questi giorni proprio nei confronti dell’amministrazione provinciale di Trapani è stata avviata una ispezione prefettizia per il sospetto di infiltrazione mafiosa, anche legata all’arresto e alle condanne di alcuni politici che sono stati seduti nei consessi istituzionali. Ma ad essere toccato dall’indagine, per l’ennesima volta, è stato il cosidetto “grande evento” che la città di Trapani ha conosciuto nel settembre del 2005 e cioè le gare preliminari della Coppa America, la Louis Vuitton Cup. Gli imprenditori politici contando sul sostegno politico da una parte e quello mafioso dall’altra parte hanno garantito ad una associazione di imprese apposta costituita l’aggiudicazione di ingenti commesse per oltre 40 milioni di euro, lavori in parte ancora in corso, e già colpiti da altri sequestri per il mancato rispetto di capitolati, mancato rispetto che emerge ancora meglio oggi. E’ lungo l’elenco delle opere controllate con questo sistema in mano a Cosa nostra: la galleria Scindo Passo realizzata sull’isola di Favignana, la Funivia Trapani Erice, lavori nell’area aeroportuale, ingentoi le tangenti pagate. Questo l’elenco degli appalti finito sotto esame: ANNO 2001 – Comune Di Erice – Appalto per i lavori di completamento della rete fognante, importo complessivo di £. 9.362.610.201. Successivamente la società accetta il pagamento dell’equo compenso nella misura di £. 507.700.000 corrispondenti alle spese per la riduzione dei tempi contrattuali (da mesi 22 a mesi 11). ANNO 2000/2001 – Provincia Regionale di Trapani – Appalto per i lavori di completamento della galleria e i suoi raccordi nel tratto “Scindo Passo” della S.P. di Favignana (TP) per un importo di £. 4.430.735.307 . ANNO 2001 – Comune Di Erice – Appalto per i lavori di completamento della rete fognante, importo complessivo di £. 9.362.610.201. Successivamente la società accetta il pagamento dell’equo compenso nella misura di £. 507.700.000 corrispondenti alle spese per la riduzione dei tempi contrattuali (da mesi 22 a mesi 11). ANNO 2000/2001 – Provincia Regionale di Trapani – Appalto per i lavori di completamento della galleria e i suoi raccordi nel tratto “Scindo Passo” della S.P. di Favignana (TP) per un importo di £. 4.430.735.307 . ANNO 1999/2001 – Comune Di Catania – Appalto per i lavori di ammodernamento dell’intero complesso acquedottistico per un importo di £. 8.893.271.290. Successivamente perizie di variante e suppletiva hanno comportato un incremento contrattuale a £. 9.752.184.030. Aggiudicato in A.T.I. dalla COLING s.p.a e Coppola Tommaso. ANNO 2002 – Consorzio Ecologia e Risorse di MASSA CARRARA S.P.A – Appalto della progettazione e dell’esecuzione dei lavori di ammodernamento dell’impianto di compostaggio per €. 3.049.512,91.Aggiudicato da Consorzio Ravennate nonché delle imprese mandanti COLING S.P.A. (capogruppo) e TEC.A s.r.l.; ANNO 2002 – Consorzio ecologia e risorse di MASSA CARRARA S.P.A – Appalto del servizio di bonifica e messa in sicurezza impianto in località Gotara per un importo di €. 490.000,00. ANNO 2003 –Ufficio Genio Civile Trapani – Cottimo fiduciario per i lavori di pronto intervento nella C/da Difali di Erice per la riduzione dello stato di rischio a seguito caduta massi per un importo di €.258.190,38 ANNO 2004 – Autorita’ Portuale della Spezia – Appalto ampliamento aree di sosta in località Stagnoni, La Spezia, per un importo di €. 1.917.445,15 ANNO 2004 – Comune Di Massa – Appalto per completamento interventi per depurazione con realizzazione collegamento fognario Querce a depuratore Cersam 1° lotto per un importo di €. 767.360,68 ANNO 2004/2005 – Autorita’ Portuale Di Trapani, ai sensi Disposizione nr. 1 del 08.10.2004 del Capo Dipartimento Protezione Civile (Ordinanza del Consiglio dei Ministri nr. 3377 del 22.09.2004, per la realizzazione opere infrastrutturali per lo svolgimento pre-regata della XXXII Coppa America) – completamento delle opere foranee, I° stralcio funzionale e di costruzione delle banchine a ponente dello sporgente Ronciglio, importo €. 41.847.412.03, aggiudicato all’A.T.I. “Società Italiana Dragaggi S.p.a.” con la qualifica di “capogruppo” e imprese, qualificate “mandanti” “I.R.A. Costruzioni Generali S.r.l.” – “COLING S.p.a.” – “Cooperativa San Martino” – “Dredging International NV” – “I.C.E.L. S.a.s”. In data 24.11.2005 vengono affidati all’A.T.I. i lavori di realizzazione di un campo boe e sistemi di ormeggio alle banchine settentrionali, ripristino del basolato e ringhiere lungo la banchina del viale Regina Elena in Trapani, manutenzione straordinaria della banchina Colombaia con importo di €.1.049.714,70, avvalendosi delle deroghe di somma urgenza di cui all’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri ; ANNO 2005/2010 – Comune Di Erice – Appalto per i lavori di completamento della rete fognante (3° stralcio) per un importo di €. 5.903.545,34, aumentato con successiva perizia di variante a €. 6.197.934,82. ANNO 2005 –Comune Di Erice – Appalto per i lavori di ripristino della FUNIVIA Trapani – Erice per un importo di €. 7.706.248,83. Successiva perizia di variante ha comportato un incremento dell’importo definitivo a €. 8.773.243,87. ANNO 2005 – Comune Di Custonaci – Appalto per i lavori di sistemazione idraulica nella c.da Sperone e smaltimento acque con il canale che adduce alla c.da Cornino per un importo di €. 1.241.187,60,portato a seguito di perizia di variante a €. 1.300.339,55. Aggiudicato in a.t.i. dalla S.E.T. s.p.a. e dalla Coling s.p.a. ANNO 2005 – Comune Di Trapani – Appalto per i lavori di ripristino del basolato Corso Vittorio Emanuele, Viale Delle Sirene, Carosio, Argentieri, S. Agostino in Trapani per un importo di €. 1.282.774,64 ANNO 2006 – AUTOSTRADE PER L’ITALIA – Appalto per lavori di manutenzione interventi di risanamento della galleria Coronata al Km 1+176 in Genova per un importo di €. 726.595,20 ANNO 2006/2008 – Comune Di Trapani – Appalto per i lavori per l’ammodernamento della rete di distribuzione dell’acqua potabile, zona Fontanelle sud – 1° stralcio, importo di €. 1.798.694,96.,incrementato a €. 1.836.281,65 ANNO 2007 – AIRGEST s.p.a. – Appalto per i lavori di ristrutturazione dell’aereostazione e degli impianti dell’aeroporto civile “V. Florio” di Trapani per €. 5.752.183,94., aggiudicato dal R.to Temporaneo di Imprese costituito dalla COLING s.p.a. (capogruppo), dalla Novaimpianti s.n.c di Antonio Nicastro & C. e dalla Edilcentro Servizi s.r.l. ANNO 2007/2008 – Comune Di Trapani – Appalto per i lavori di collegamento della stazione di pompaggio di via Marsala con la fognatura di via Campobello per un importo complessivo di €. 368.699,74 . ANNO 2007 – Comune di Trapani Appalto per i lavori di riqualificazione della litoranea nord di Trapani – 1° stralcio, importo di €. 1.728.761,09., in ATI alla Morici Francesco e C. s.a.s e SocietàItaliana Dragaggi S.p.a ; ANNO 2010 – AIRGEST s.p.a. – Appalto per i lavori di manutenzione straordinaria per il livellamento pavimentazione del piazzale aeromobili dell’aeroporto civile “V. Florio” di Trapani per un importo di €. 36.835,00 ANNO 2011 – Provincia regionale di Trapani – Appalto per i lavori di manutenzione straordinaria per la messa in sicurezza della strada S.P. 39 di Favignana (TP) per un importo di €. 719.133.13 ANNO 2011 – Azienda sanitaria di Trapani – Appalto per i lavori di abbattimento delle barriere architettoniche dell’ospedale S. Antonio Abate di Trapani per un importo di €. 958.757,86. Il sequestro odierno riguarda patrimonio immobiliare e mobiliare (case, terreni, ville, autovetture, conti correnti, barche a vela) nella disponibilità di MORICI Francesco e MORICI Vincenzo, interi complessi aziendali – beni mobili, immobili, mobili registrati, conti correnti - e tutte le quote sociali delle seguenti società/imprese: MORICI FRANCESCO & C. Sas; MORICI IMMOBILIARE di MORICI Francesco & C. Sas; COLING S.p.a. Con sede in Roma, in via Ruffini nr. 2/A; Impresa Individuale MORICI Francesco; Impresa Individuale MORICI Vincenzo; Quota intestata alla COLING S.P.A. della TRAPANI INFRASTRUTTURE PORTUALI S.C.A.R.L . con sede in Roma, via Carlo Zucchi nr. 25, presso la “Soc. Italiana Dragaggi S.p.A.”; Quota intestata alla MORICI FRANCESCO & C. S.A.S. della LITORANEA NORD S.C.A.R.L; Quota intestata alla COLING S.P.A. della LA FUNIVIA S.C.A.R.L.; Quota intestata alla COLING S.P.A. della SPERONE S.C.A.R.L.; Quota intestata alla COLING S.P.A. della TORRE ASCENSORI S.C.A.R.L.; Quota intestata a MORICI VINCENZO della EUMEDE S.R.L. con sede in Roma, Largo Gaetano La Loggia nr. 33; Quota intestata a MORICI VINCENZO della PORT SERVICE S.R.L. ; Quota intestata a MORICI FRANCESCO della TRAGHETTI DELLE ISOLE S.P.A. ; Quota intestata a COLUCCIA LORENA dellaTOURING SERVICE & CONSULTING S.R.L. . Con il medesimo decreto, accogliendo l’urgente proposta patrimoniale, il Tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione ha altresì ordinato, per il periodo di sei mesi, la sospensione degli organi amministrativi delle seguenti società, disponendone l’amministrazione giudiziaria: TRAPANI INFRASTRUTTURE PORTUALI S.C.A.R.L. con sede in Roma, via Carlo Zucchi nr. 25, presso la “Soc. Italiana Dragaggi S.p.A.”1; LITORANEA NORD S.C.A.R.L.; LA FUNIVIA S.C.A.R.L. e relativi cantieri; SPERONE S.C.A.R.L.; TORRE ASCENSORI S.C.A.R.L.; EUMEDE S.R.L. con sede in Roma, Largo Gaetano La Loggia nr. 33. In totale, sono stati sequestrati: 142 beni immobili (di cui nr. 104 intestati alle società); 37 beni mobili registrati (di cui nr. 26 intestati alle società); 36 conti correnti/rapporti bancari (di cui nr. 21 intestati alle società); 5 società/imprese (interi complessi aziendali); 9 partecipazioni societarie e sottoposte ad amministrazione giudiziaria 6 società, per un valore complessivo dei beni sequestrati/sottoposti ad amministrazione giudiziaria – stimato in atti – pari a oltre 30 milioni di euro. Articolo di Rino Giacalone Interamente tratto da www.liberainformazione.it

lunedì, aprile 08, 2013

Mafia: 37 arresti, anche un sindaco.

Questa mattina un blitz dei carabinieri ha portato all'arresto di 37 persone tra Partinico, San Giuseppe Jato e Montelepre. Facevano affari e intrattenevano rapporti con la politica locale, guidati da un "saggio" o come lo definiscono alcuni un "tecnico". Si tratta di Antonino Sciortino, 51 anni, allevatore di Camporeale, tornato in libertà nel 2011 dopo 12 anni di carcere. Ritenuto dagli investigatori l'uomo scelto per riorganizzare la cosca mafiosa. 
Le microspie hanno ascoltato uno dei presunti assassini di Giuseppe Billitteri mentre si prepara: "Pigliami due, tre lacci... Due tre lacci puliti prendimi". Solo qualche ora dopo si è capito a cosa servivano quelle corde. A strangolare un uomo. 
I rapposti con la politica sono più forti che mai:  Il caso più emblematico è accaduto a Giardinello: due candidati su tre alla poltrona di sindaco si sono rivolti al capomafia locale, Giuseppe Abbate, per avere il suo sostegno. Naturalmente, il boss si schierò con il più forte, Giovanni Geloso. Il giorno della sua elezione, il padrino telefonò soddisfatto all'amante: "Vedi che noialtri abbiamo fatto un figurone. Il botto noialtri lo abbiamo fatto, no loro".

Tra gli arrestati anche il Sindaco di Montelepre, Giacomo Tinervia, eletto in una lista civica di centrodestra, accusato di essersi accordato con un boss.
Ecco i nomi degli arrestati:
Antonino Sciortino, Salvatore Mulè, Giuseppe Speciale, Giuseppe Libranti, Francesco Lo Cascio, Giuseppe Lo Voi, Giuseppe Lombardo, Giuseppe Marfia, Francesco Matranga, Giuseppe Micalizzi, Francesco Vassallo, Giuseppe Antonio Vassallo, Salvatore Tocco, Vincenzo Madonia, Christian Madonia, Antonio Badagliacca, Davide Buffa, Francesco Sorrentino, Salvatore Romano, Santo Porpora, Domenico Billeci, Carmelo La Ciura, Onofrio Buzzatta, Vincenzo La Corte, Ignazio Grimaudo, Giovanni Rusticano, Salvatore Lombardo classe 1922, Giuseppe Abbate, Antonino Giambrone, Angelo Cangialosi, Giacomo Tinervia, Sergio Damiani, Calogero Caruso, Salvatore Prestigiacomo, Valica Buzila, Giovanni Longo e Sebastiano Bussa.

Ulteriori dettagli su repubblica.it

sabato, aprile 06, 2013

Ricordate le vittime della strage di Pizzolungo a Castellammare



Questa mattina presso la chiesa di Santa Rita si è svolta la messa per ricordare Barbara Rizzo, Giuseppe e Salvatore Asta, vittime della strage di Pizzolungo nel lontano, ma non troppo, 1985. Dopo la messa un lungo corteo ha percorso le vie del paese fino alla vicina biblioteca comunale intitolata alle vittime di questo vile attentato. Hanno partecipato tutte le forze dell’ordine, giornalisti, il presidio di Libera “Piersanti Mattarella” di Castellammare, Castello Libero, l’Antiracket di Castellammare, l’amministrazione comunale, il Consiglio Comunale, le scuole e Margherita Asta figlia e sorella delle vittime. Tanta partecipazione e anche tanta commozione. Parole importante pronunciate dal sindaco Marzio Bresciani che spera di trasformare questa giornata in un incontro fisso per ricordare ma soprattutto per cambiare le coscienze dei castellammaresi.“La memoria non deve rimanere fine a se stessa, ma deve diventare uno strumento per cambiare”.
Castellammare ha avuto un ruolo importante, purtroppo, in questa dura e vile strage. La bomba, destinata al sostituto procuratore Carlo Palermo, veniva da Castellammare. L'esplosione si udì a chilometri di distanza. Margherita Asta parla di quella tragica giornata e di come la sua vita sia cambiata, di come ha trasformato il suo dolore in impegno costante. Al termine della manifestazione Baldo Sabella, responsabile della biblioteca comunale, e l’amministrazione comunale hanno piantato una palma nana e tre rose in ricordo delle vittime, un gesto simbolico che diventa un impegno per il futuro.
Emanuel Butticè














 



giovedì, aprile 04, 2013

Morto il boss Mariano Agate

Ieri nella sua abitazione di Mazara del Vallo è morto a 74 anni il boss Mariano Agate, braccio destro di Totò Riina. Da tempo combatteva contro il cancro, per cui circa dieci giorni fa era stata disposta la scarcerazione dal Tribunale di Sorveglianza di Viterbo, dopo l’aggravarsi delle sue condizioni di salute. La sua è stata una morte naturale, in puro stile mafioso, ma non è stato così per le tante vittime di cui si è macchiato.
Da sempre punto di riferimento della mafia trapanese, ha gestito i traffici di droga con in collaborazione con i narcotrafficanti colombiani e con la 'ndrangheta. Iscritto alla loggia massonica Iside 2 di Trapani e condannato per 7 omicidi, tra cui, nel 1985, quello del giudice Giangiacomo Ciaccio Montalto e del sindaco di Castelvetrano Vito Lipari. Per quest'ultimo assolto in Cassazione nel 1993.
Le stragi dove furono uccisi Falcone, Borsellino, quelle di Roma, Milano e Firenze, portano la sua firma, così come le guerre di mafia più violente tra Trapani e Palermo. Per queste stragi è stato condannato all'ergastolo. Oggi il questore di Trapani, Carmine Esposito, ha vietato i funerali pubblici per il boss Mariano Agate.

Per dirla con le parole usate dal giornalista Rino Giacalone su malitalia.it, che voglio fare mie: "Oggi bisogna dire che la sua morte toglie alla Sicilia la presenza di “un gran bel pezzo di merda".
Emanuel Butticè

mercoledì, aprile 03, 2013

Il re dell'eolico prestanome di Messina Denaro La Dia confisca un tesoro da 1,3 miliardi di euro

Sigilli all'impero di Vito Nicastri, formato da 43 società che operano nel settore dell'energia pulita. L'imprenditore trapanese è accusato di essere stato vicino all'ultimo grande latitante della mafia siciliana

di SALVO PALAZZOLO
Qualche anno fa, il Finacial Times lo definì il "signore del vento". Vito Nicastri, il re degli impianti eolici da Roma in giù, si vantava di essere un self made man, e soprattutto un imprenditore che avrebbe ridato speranza al Mezzogiorno d'Italia attraverso l'energia pulita. In realtà, dicono le indagini della Direzione investigativa antimafia, Nicastri sarebbe stato solo uno spregiudicato manager al servizio dell'ultimo grande latitante di Cosa nostra siciliana, Matteo Messina Denaro. Così, il tribunale misure di prevenzione di Trapani ha disposto una confisca senza precedenti per il signore del vento: ammonta a un miliardo e 300 milioni di euro, tanto valgono le 43 società di capitali che Nicastri utilizzava per gestire i suoi affari nel settore dell'eolico e del fotovoltaico. E' stata una proposta della Dia, diretta da Arturo De Felice, a far scattare il provvedimento, firmato la settimana scorsa dal collegio presieduto da Piero Grillo.

Nicastri era quello che in gergo si chiama lo "sviluppatore": realizzava e vendeva, chiavi in mano, parchi eolici, con ricavi milionari. Da Trapani a Messina, da Enna a Catania, il cinquantaseienne imprenditore originario di Alcamo (Trapani) non aveva rivali nel campo dell'energia pulita. E oggi si scopre perché. Le indagini del centro operativo Dia di Palermo, coordinato dal colonnello Giuseppe D'Agata, svelano che Nicastri avrebbe potuto contare sulla protezione di Cosa nostra. Gli investigatori parlano di "contiguità", che si sarebbe tradotta in:
"Comunanza di interessi, una lunga attività di fiancheggiamento e di scambio di reciproci favori, una rapporto fondato sulla fiducia e sui vicendevoli vantaggi che ne possono derivare". In ogni piazza d'investimento Nicastri avrebbe trovato un partner criminale: da Matteo Messina Denaro, nella provincia di Trapani; a Salvatore Lo Piccolo nel Palermitano; agli 'ndranghetisti di Platì, Africo e San Luca. Non è mai emerso nulla di decisivo che potesse far scattare un arresto per l'imprenditore. Adesso, però, tanti piccoli tasselli di molte indagini hanno portato alla confisca di un impero economico.

Uno di questi tasselli è in un pizzino ritrovato nel covo di Giardinello (Palermo) dove vennero arrestati dalla polizia Salvatore e Sandro Lo Piccolo, il 5 novembre 2007: "Nicastro di Alcamo  -  era scritto  -  continuare con Scinardo. Escludere i fratelli Severino. Ok". Il messinese Mario Giuseppe Scinardo è un altro imprenditore col pallino dell'eolico, anche lui avrebbe intrattenuto rapporti equivoci con esponenti della criminalità organizzata. I fratelli Severino citati nel pizzino sono invece imprenditori della provincia di Catania, che evidentemente i boss dovevano tenere fuori da un affare per la realizzazione dell'ennesimo parco eolico. In quelle poche righe scritte dai Lo Piccolo c'è l'essenza dei rapporti fra boss e imprenditori, per orientare il mercato.

Proprio per questi rapporti, il tribunale di Trapani ha inflitto a Nicastri anche la sorveglianza speciale per tre anni: l'imprenditore avrà l'obbligo di soggiorno nel comune di residenza.

L'INDAGINE"Con questo provvedimento continuiamo a fare terra bruciata attorno agli esponenti di spicco della criminalità organizzata - dice il direttore della Dia, Arturo De Felice - aggredendo i patrimoni, tarpiamo le ali ai grandi latitanti. Non è un lavoro facile, ma la Dia lo fa con tanta professionalità: oggi abbiamo la soddisfazione di aver restituito allo Stato e alla collettività un patrimonio senza precedenti".

I sigilli sono scattati non solo per 43 tra società e partecipazioni legate al settore della produzione alternativa dell’energia elettrica (le aziende sono fra la Sicilia, il Lazio e la Calabria), ma anche per 98 beni immobili fra ville e palazzine, terreni e magazzini, per 7 fra autovetture, motocicli e imbarcazioni. Nella confisca ci sono pure 66 "disponibilità finanziarie" fra conti correnti, depositi titoli e fondi di investimento.

"Parliamo di aziende produttive, che adesso passano allo Stato - prosegue De Felice - in questo particolare contesto economico che viviamo non è cosa da poco. Noi continuiamo a cercare i grandi patrimoni delle mafie, per individuare gli altri insospettabili prestanome dei padrini e così mettere all'angolo Matteo Messina Denaro. Oggi sarebbe stato contento il capo della polizia Antonio Manganelli, che ci ha lasciato qualche giorno fa, lui che per tutta la vita ha lottato per fronteggiare la mafia".

Interamente tratto da repubblica.it del 3 aprile 2013