lunedì, maggio 27, 2013

Che ci crediate o no, siete “cambiati”


Da alcuni mesi a Castellammare del Golfo è arrivata una ventata di aria fresca che sta destabilizzando il panorama politico-culturale della nostra cittadina. Parlo di CambiaMenti, di quel gruppo creato dai giovani castellammaresi che nel tempo è stato definito in vario modo (4 ragazzini arroganti, una setta, 4 ragazzini manovrati da vecchi politici di professione, etc.), per il semplice motivo che in tanti non riuscivano (e non riescono tuttora) a concepire un gruppo che fa politica in maniera trasparente e partecipata, e per questo ha bisogno che gli si trovi una definizione, se possibile cercando di screditarlo (v.sopra).

Per fortuna, al contrario, tanta gente ormai si è resa conto di cos’è in realtà il progetto CambiaMenti. Un progetto per il quale centinaia di persone in gamba si stanno dando da fare a tempo pieno per contribuire alla rinascita del loro paese, utilizzando le proprie idee, il proprio tempo e le proprie competenze. Attenzione, sto parlando di Politica vera, con la P maiuscola non quella dei “quattro canti”, non quella del “io aiu 300 voti e fazzu l’assessuri”, o quella che prende ordini dal capoccia di zona (e.g. senatore, consigliere provinciale, on., pres.,  gran farabutt., etc.).


E tutto questo ‘sti ragazzi lo stanno facendo col sorriso, ma anche con la grinta e la convinzione di chi sa di avercela fatta. Ebbene si, perché ce l’hanno già fatta. Direte: perché la coalizione Maria Tesè Sindaco (Liste: Cambiamenti, Avanti Veloce, Megafono) vincerà le elezioni? Probabilmente si, magari no, chi lo sa? Ma non è questo il punto!  E’ stato già ottenuto un risultato altrettanto importante della vittoria elettorale, CambiaMenti è già riuscita a restituire ai castellammaresi la voglia di vivere la propria città, di partecipare attivamente alla vita pubblica, di spendersi per Castellammare e di credere nei propri concittadini.

Tanti Castellammaresi hanno deciso che questa volta alle elezioni non voteranno il politicante di turno, in attesa del “favore” perché venga sistemata una strada, per trovare lavoro o quant’altro. Questa volta hanno deciso di combattere insieme una battaglia che antepone l’interesse della collettività all’interesse particolare, perché la politica del “favore” alla lunga non serve nemmeno ai singoli se non porta ad un miglioramento collettivo.

Alessio Navarra

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