Tra Alcamo e Castellammare da tempo si assiste ad episodi
che lasciano immaginare che qualcosa si sta muovendo e si sta riorganizzando.
Questo territorio è famoso per aver “esportato” la mafia in America, soprattutto
ricordiamo i “castellammaresi” diventati protagonisti negli Stati Uniti.
L’aggettivo “castellammarese” deriva proprio dalla città di Castellammare del
Golfo, pese d’origine di molti boss americani tra cui il famoso boss di
Brooklyn Joe “Bananas” Bonanno e il leader dei castellammaresi Salvatore
Maranzano.
Quello che succede oggi a Castellammare è difficile da
delineare. Recentemente l’operazione antimafia dello scorso giugno denominata
“Crimiso” che ha portato all’arresto di 12 persone, ha permesso di decifrare
quello che stava succedendo a Castellammare. Ha permesso di scongiurare una
guerra interna a Cosa Nostra castellammarese e ancora una volta ha permesso di
comprendere che la mafia castellammarese è ancora molto forte e che tiene molto
alla gestione del racket. Il racket delle estorsioni frutta alle cosche mafiose
affari milionari, sottraendo ricchezza e possibilità di sviluppo all’intero Paese.
La cosa che più preoccupa a Castellammare sono gli incendi
dolosi che nei mesi scorsi si sono verificati in tempi davvero brevi. Incendi
che parecchi anni fa hanno sottolineato la forza mafiosa nel racket delle
estorsioni e che oggi sembrano essere tornati di moda. Protagoniste auto
bruciate e capannoni che nei mesi scorsi hanno preoccupato non poco la
cittadinanza. Quello che purtroppo si sta “muovendo” all’interno delle cosche
locali è davvero difficile da decifrare.
Gli ultimi arresti e le scarcerazioni di “pezzi da novanta”
locali hanno significato qualcosa nella quotidianità castellammarese? Forse, è
difficile dirlo ma sicuramente si tratta di un fatto abbastanza curioso. Gli incendi
dolosi dei mesi scorsi sono forse un tentativo di riorganizzazione del
territorio? Oppure si tratta di tentativi di predominio dei territori lasciati
“vuoti”?Sono domande a cui è difficile dare riesposte certe.
Proprio il mese scorso Castellammare è stata una tappa della
manifestazione “100 tappe per un Natale Antiracket” che ha visto la
partecipazione del Vice Questore Dott. Linares che in compagnia del sindaco,
dei rappresentanti delle associazioni antimafia del territorio e delle forze
dell’ordine hanno intrapreso una lunga passeggiata per il centro del paese
incontrando i commercianti locali, dando un forte segnale alla lotta contro il
racket delle estorsioni.
Proprio in questi giorni da Alcamo arriva la notizia che un
imprenditore è stato vittima di un’intimidazione avvenuta proprio davanti al
supermercato di cui è proprietario. Sono stati rinvenuti all’interno di un
sacchetto di plastica, un bidone di cinque litri di carburante, un accendino e
tre pallottole, le indagini sono ancora in corso ma l’ipotesi più accreditata
dagli inquirenti porta al racket delle estorsioni. Segno inconfutabile che
qualcosa è in movimento, qualcosa che sarà difficile da fermare se non si
agisce subito. L’auspicio è che la voglia di legalità superi qualsiasi forma di
paura o frustrazione e porti tutti, commercianti e non, a denunciare tali atti
e a far il possibile affinché avvenga un vero e proprio cambiamento culturale e
sociale.
Emanuel Butticè
(Pubblicato su www.gdmed.it)
1 commento:
Ben vengano le passeggiate antimafia ma se commercianti e imprenditori non prendono coscienza del proprio dovere di denunciare le passeggiate non bastano
Posta un commento