Pubblico di seguito un articolo di Rino Giacalone pubblicato oggi su Antimafiaduemila sulle scritte che inneggiano a Matteo Messina Denaro. Non è la prima volta che a Castelvetrano compaiono scritte che rivendicano la forza e l'influenza che il pericoloso latitante ha ancora nel suo paese. Proprio per questo dobbiamo segliere da che parte stare. Non restiamo in silenzio.
“Qualcuno si ostina a
credere che Castelvetrano sia una città tranquilla, bella e libera, dove
ormai quella cultura mafiosa sembra quasi del tutto scomparsa, dove
esistono centri commerciali e imprenditori onesti, dove la lotta alla
mafia deve essere demandata soltanto alle forze dell'ordine. Stamattina
invece la Castelvetrano sonnolenta e salottiera si é svegliata con un "bisogno di aiuto".
L'anno scorso qualcun'altro lo voleva sindaco di Castelvetrano e
qualcun'altro diceva che la sua grande aspirazione prima di morire era
quella di " conoscerlo ". Stamattina qualcuno oltre al bisogno d'aiuto
vuole che Matteo Messina denaro gli "illumini" il suo cammino.
E' il momento di riflettere e di schierarsi, é il momento della
responsabilità, é il momento della coscienza collettiva per decidere da
che parte stare...”
Il presidio di Libera di Castelvetrano torna con queste parole a
evidenziare l’allarme sociale che riguarda il paese del Belice, e
“fotografando” (e non tanto per dire) con dati di fatto la situazione
torna in buona sostanza a dirci che parlare di difesa della legalità
senza molte specifiche produce non sempre gli effetti dovuti. Dire un
“si” alla legalità senza accompagnarlo da un roboante “no” alla mafia,
alle mafie, ai mafiosi ed ai complici dei boss, può fare accadere che
qualche “disattento” speranzoso di risolvere qualche piccolo problemino
usi un muro di Castelvetrano, come è successo, per mandare un messaggio
di aiuto sociale a Matteo Messina Denaro il super latitante della mafia
siciliana che è proprio di Castelvetrano. La foto è la prova di quello
che è successo. Niente di nuovo e nulla di clamoroso verrebbe da dire,
perché non è la prima volta che compaiono simili scritte. In periodo di
campagna elettorale a Castelvetrano, molto di recente, è anche comparsa
una foto del boss con scritta a margine eloquente, “tanto vinco io”. La
cosa non è perciò nuova e se è clamorosa lo è perché chi ha scritto lo
fatto cosciente del rischio di essere scoperto, il punto non è nascosto,
ed è clamorosa pur sapendo che attorno a Matteo Messina Denaro ruota
una certa sorta di perbenismo e di fiducia ingiustificate e
violentemente eccessive, come violento è il destinatario di queste
scritte. “Adorato” come nessuno mai, la “testa dell’acqua”, il
“principio di ogni cosa”, e tante altre affermazioni di questo genere lo
hanno nel tempo riguardato.
Magari per qualche segno e parola ci sarà necessità di decifrare
meglio, “illumina il mio cammino” potrebbe essere la richiesta di
mettere luce in qualche strada (in quella strada’?) o potrebbe anche
significare altro…il “bisogno” accorciato con un “bis” fa venire in
mente anche altro, ma non siamo noi gli specialisti nel decifrare le
frasi. Complessivamente c’è un brutto segnale che stamattina ha scosso
la Castelvetrano, e non solo, delle tante persone oneste, dei giovani
coraggiosi, che ha scosso chi pochi giorni addietro ha chiamato due
illustre persone, un magistrato, Andrea Tarondo, e un poliziotto,
Giuseppe Linares, a dire ai giovani i pericoli delle mafie, vecchie e
nuove, e della mafia di Matteo Messina Denaro che con le mani sporche di
tanti morti ammazzati oggi tiene le fila di vere e proprie holding
imprenditoriali e non solo in Sicilia, i “casalesi” lo hanno portato con
loro in Emilia Romagna e in Lombardia. La risposta a queste
sollecitazioni non si è fatta attendere viene da dire leggendo ciò che
oggi è comparso su questo muro di Castelvetrano e d’altra parte Matteo
Messina Denaro lo ha scritto nei pizzini in cui ha aizzato gli animi
contro i “Torquemada” che gli danno la “caccia”, “sentirete parlare
ancora di me”. Speriamo che di lui si senta parlare presto nel senso
che qualcuno riesca a catturarlo e quindi a dare la notizia che “i boss è
stato preso”, è così che molti vogliono sentire parlare del capo mafia
volgare assassino. Per arrivare al boss però è vero che debbano cadere
ancora altre teste, i complici, quelli che si nascondono nell’area
grigia, quell’area che si può colpire solo con la contestazione del
reato di concorso esterno in associazione mafiosa, quel reato che
qualche insensato pensa di volere/dovere cancellare.
Rino Giacalone su Antimafiaduemila.com
2 commenti:
VERGOGNA! IGNORANTI!
Picciò non c'è ne da meravigliarsi ne da stupirsi ne da condannare, in una società come la nostra formata per il 90% da ignoranti e poveracci questi personaggi hanno molto appiglio e la gente li ama perchè ne ha invidia perchè vorrebbe emularli, vi faccio un esempio, il ceto basso votava berlusconi per sentirsi un pò più ricco, un po imprenditore, e non vota i comunisti perchè li vedono sporchi e con la barba e i capelli lunghi, loro che magari sporchi ci sono per necessità lavorative ecc aspirano ad avere la bella macchina e il doppio petto come berlusconi, che daltronde ci ha inculato questi canoni estetici attraverso le sue televisioni che ispirano il fighettismo (bogawoghismo a castellammare nrd) vi faccio un altro esempio quando trasmettevano il capo dei capi mi sono ritrovato al ballarò, li la gente guardava il telefilm tutta assieme identificandosi nei mafiosi perchè erano potenti, e sta gente per sopravvivere in quei quartieri a bisogno di sentirsi potente, purtroppo è la nostra mentalità, è una questione antropologica non possiamo farci niente, forse è perchè siamo stati sempre dominati da popoli più forti e quindi dei più forti ne subiamo il fascino, una sorta di sindrome di Stoccolma.
In questi casi la memoria e la storia spesso ha una funzione contraria di quella che dovrebbe avere, molti castellammaresi ti dicono la mafia è nata a castellammare, i castellammaresi hanno comandato pure in america, e se ne vantano, e se vanno in america fannu macari li sperti perchè dsono di castellammare, rischiando di farsi dare na bella panzata di lignati da qual cuno, un c'è nenti di fari è così.
claudio c
Posta un commento