L’Italia viene spesso dipinta come il paese dei mille campanili. Pensate che casino! Parlarne può sicuramente servire perché il dibattito in materia non è mai stato sviluppato sia per pigrizia di chi subisce con malcelato fastidio sia per chi dice con arrendevolezza “in fondo è folkloristico. Fa tradizione”. Succede anche da me: accanto casa mia in Sicilia c'è una grossa chiesa (San Giuseppe di Castellammare del Golfo) (nella foto a destra) con le campane che diffondono attraverso grossi altoparlanti in tutto il quartiere. Quotidianamente (a partire dalle sette) partono le mitragliate di rintocchi che invadono l’aere con una cadenza di 30 minuti. L'invadenza aumenta naturalmente in tre specifici periodi: Natale, Pasqua e 21 di agosto (la festa patronale). In queste tre date, per settimane, oltre a scandire l'orario, producono lunghi e struggenti momenti musicali che possono durare anche una trentina di minuti. Scrivendone su facebook e parlandone agli amici ho scoperto che in tanti si trovano nell’analoga situazione. E allora la domanda diventa legittima: possono farlo? E’ legale diffondere all'esterno delle chiese con altoparlanti tradizioni esclusivamente cattoliche, costringendo tutti ad ascoltarle? E soprattutto (al di là dell'etica e della laicità) è normale produrre un così eccessivo inquinamento acustico?
Chi si trova a convivere con un vicino di casa così invadente spesso si sente esasperato e impotente, esiste comunque una normativa in materia che si trova a questo link www.uaar.it/laicita/campane
Abbiamo chiesto proprio ai rappresentanti dell’Uaar lumi in materia. Ci ha risposto Silvano Vergoli, responsabile comunicazione esterna dell’Uaar:
“purtroppo viviamo in un Paese che ha sottoscritto un concordato con la Chiesa Cattolica generando una contraddizione nella carta costituzionale poiché non si può essere laici (ovvero garantire la separazione tra stato e chiesa) e contemporaneamente favorire costituzionalmente una confessione religiosa. Questa ambiguità si trova anche nelle sentenze dei tribunali chiamati in causa da cittadini esasperati, alcune vanno in una direzione altre in un'altra. Se è vero che a Genova un nostro socio è riuscito ad ottenere la riduzione dell'impatto acustico, pochi giorni fa ad Avio il prete è stato assolto”.
Quella che è stata ribattezzata “La guerra delle campane” è però già aperta e i giornali cominciano ad occuparsene. Da una rapida ricerca sul web, ad esempio, si legge:
1.LAVAGNA (Genova). Lo scampanio eccessivamente rumoroso ed i rintocchi troppo frequenti hanno fatto condannare una parrocchia al risarcimento di 60mila euro a favore di una donna che abitava a pochi metri dalla chiesa.
2. BOLZANO. E’ "guerra delle campane". Da una parte i residenti bolzanini, dall'altra i frati della Chiesa di Gries, colpevoli di "scampanare" a più non posso a tutte le ore della notte e del primo mattino, fracassando le orecchie e mandando a pezzi il sonno dei poveri abitanti della zona.
3. MERANO. «A Bolzano si lamentano per le scampanate alle sette di mattina, ma cosa dovremmo dire noi, che il parroco di Maia Bassa ci “bombarda” già alle sei»? C’è aria di rivolta a causa dello sgradito concerto che i residenti sono costretti a sorbirsi quotidianamente prima dell’alba.
4. QUARTO OGGIARO (MILANO). Chiamano i fedeli a raccolta e annunciano i momenti importanti per la comunità cristiana. Ma quando si vive a meno di trenta metri da una chiesa, il suono delle campane può trasformarsi in un incubo. E se, accanto agli scampanellii, ci si mettono pure i rintocchi dell’orologio, puntuali ogni mezz’ora, si capisce il dramma!
5. TOSCANA. Campane rumorose, mille euro di multa al parroco. Un parroco della periferia di Prato dovrà pagare oltre mille euro di multa per il suono delle campane: gli è stata contestata per inquinamento ambientale dall'Arpat.
Un susseguirsi di articoli che raccontano l’invadenza acustica ci danno l’idea che cambiare la situazione è possibile. Proprio per questo l’Uaar ha predisposto un modulo, che si può richiedere scrivendo a soslaicita@uaar.it. Nel caso il rumore superi la soglia di tolleranza stabilita fissata dal DPCM 11 novembre 1997, infatti, è possibile passare alle vie legali nei confronti della parrocchia e richiederne l’adeguamento!
Fabio Barbera
9 commenti:
Bene vero e giusto.
Farlo presente al Parroco e poi se non si ottengono palpabili risultati arire magistratura e non aspettare che lo facciano gli altri
Qualcuno fermi le odiosissime campane di san paolo della croce (che poi campane non sono).
Avete presente quell'odiosa canzonetta che mandano gli altoparlanti di san paolo?
Oltre ad essere molesta è pure brutta!
metti li stuppagghi ni laricchi chi li campani nun li senti chiu'
Giustissimo! Così, oltre alle campane, non senti neanche le prediche dei preti e le cavatunate che sparano certi fedeli...
Una segnalazione curiosa in tema arriva da Santo Ferrara, la riporto così com'è:
Quando il cane sconfigge il parroco in tribunale
"Si è conclusa fortunatamente a lieto fine una vicenda, nata nel 2008 a Castelvetrano, che ha avuto come protagonisti un rigorosissimo parroco, un' appassionata e determinata animalista, al secolo Liliana Signorello e alcuni cani della ciittà famosa per avere dato i natali al filosofo Giovanni Gentile, illuminato ministro della Pubblica Istruzione e anche al Boss Mattia Messina Denaro, latitante capo di "Cosa Nostra". Il Parroco suonava le campane, i cani abbaiavano per leggittima paura, i cittadini protestavano e la faccenda è finita in tribunale, per la serie che in Sicilia non abbiamo problemi e passiamo il tempo così denunciando i cani, atavico e notorio problema della Trinacria. Il parroco, dimenticandosi che è esistito un certo San Francesco, irritato, ha promosso una petizione contro i malcapitati animali, i cittadini hanno denunciato la signora Signorello per trattamenti inadeguati di custodia e il tribunale ha trattato l'annosa controversia. Fortunatamente la Corte ha rinnegato Trasimaco e il suo pensiero,"il giusto è l'utile del più forte" emettendo nei giorni scorsi un verdetto di assoluzione per i cani e per l'animalista con un dispositivo inequivocabile: Il reato non sussiste. Mi sorge un dubbio: Gandhi diceva che la civiltà di un popolo si misura con il rispetto verso gli animali. Non è che per caso in Italia stia succedendo un miracolo?".
Gandhi era un grande uomo...ma anche i grandi uomini, ogni tanto, dicono cazzate (senza offesa per gli animalisti).
Ignazio
Mi sono informata avendo riscontrato lo stesso problema.
Con la Circolare 33 l'UFFICIO GIURIDICO della Chiesa Cattolica invita tutte le diocesi d'Italia ad emanare un decreto per regolamentare l'uso delle campane. La trovate on line. Trovate on line anche molti decreti emanati dalle varie diocesi, nei quali sono stabiliti orari in cui è permesso suonare le campane nei giorni feriali e festivi, la frequenza del suono, l'intensità del suono ecc ecc.
Tutto ciò proprio per EVITARE i vari contenziosi causati dal suono delle campane.
Bisogna chiedere che tali decreti vengano rispettati, perchè se la Chiesa stessa è arrivata a scrivere tale circolare, significa che il problema è già stato discusso e risolto dagli organi competenti. Ed è giusto che tutte le parrocchie si attengano a quanto stabilito nel decreto della propria diocesi.
Ciao
Giunge la pasqua e le campane ricominciano a rompere con vigore. Intanto arrivano altre segnalazioni.
Roberto Rosati scrive: “A Perugia l'ospedale di Monteluce era attaccato alla chiesa... a ogni messa era un casino che se stavi sul piazzale non riuscivi a scambiare due parole!!! Peró clacson vietati eh....”.
Davide Di Mare aggiunge: “In un paese del nord europa, ora non ricordo più bene l'articolo, lo devo cercare, un cittadino ha vinto la causa contro il parrocco della chiesa del suo paese, la sentenza ha impedito di scampanare per il rispetto della quiete... In italia sarebbe una bella sfida”.
E Castellammare come sta messa?
il problema della campane moleste non accenna a diminuire! Una notizia dello scorso 23 novembre ci fan sapere che oltre a fare casino si rifiutano pure di pagare le multe.. direi se non pagano pignoriamogli le chiese! :3 Equilaicitalia ;)
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Troppo rumore dalla chiesa di Olmo, il parroco non paga la multa
Il prete non vuol saperne di pagare mille euro di contravvenzione perché le campane della sua parrocchia suonano troppo forte. E presenta una nota al Comune nella quale definisce «inattendibili» le rilevazioni dell’Arpa. Una contromossa grazie alla quale il sacerdote di Olmo ottiene una sospensione dei termini del versamento della multa, visto che la sanzione doveva già essere stata pagata. Questo è il risultato del confronto che c’è stato all’inizio della settimana a palazzo Grossi e a cui hanno partecipato tra gli altri lo stesso don Fabio e il dirigente del Comune, Roberto Chiesa. Il parroco infatti aveva ricevuto una raccomandata dall’ente il 15 ottobre per l’ormai nota storia delle campane di Santa Maria della Speranza di Olmo (la domenica suonano troppo e troppo forte), nella quale veniva invitato (si fa per dire) prima di tutto a ridurre il numero dei rintocchi nei giorni festivi e poi a pagare una sanzione amministrativa di 1.105 euro per gli «sforamenti» ripetuti che si erano verificati nei mesi scorsi (le rilevazioni infatti erano relative a luglio). Il prete aveva subito manifestato la propria contrarietà al provvedimento, spiegando prima di tutto che le «scampanate» nel frattempo erano già state abbondantemente ridotte dopo le segnalazioni ricevute dagli abitanti del quartiere. Così 20 giorni dopo la lettera ricevuta da Palazzo dei Priori, don Fabio ha preso carta e penna e ha risposto per le rime, contestando «l’inattendibilità delle misurazioni fonometriche effettuate nella parte in cui è stato rilevato il superamento del limte vigente» e per questo motivo ha chiesto un’audizione personale ai tecnici comunali. L’ente a questo punto ha trasmesso la nota della parrocchia direttamente all’Arpa (che in estate aveva effettuato i rilievi fonometrici) per formulare le osservazioni in merito alla parte tecnica e «in modo da definire le prossime fasi del procedimento in materia di inquinamento acustico avviato nei confronti della parrocchia di Olmo» (nella foto). Siccome però l’Arpa non ha ancora risposto, si è deciso di sospendere. Ma la telenovela delle campane è tutt’altro che conclusa e intanto il Natale è alle porte…
(articolo di Michele Nucci)
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