Continuiamo a parlare di iniziative di sana legalità. Negli scorsi anni sono stati protagonisti delle cronache antiracket e antimafia, producendosi in svariate iniziative, a partire dai volantini con cui affermavano che un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità, fino ad arrivare alle collaborazioni con i negozi di consumo critico che si rifiutano di pagare la gabella alla mafia. Loro sono quelli di Libero Futuro e Addio Pizzo a parlarci delle due realtà siciliane – attraverso i microfoni di Onde Radio su Radio Sapienza - c’è Enrico Colaianni.
Colaianni benvenuto!
Salve, grazie per l’invito.
Tante cose da dire, perché le due associazioni contengono davvero tante, interessanti iniziative condivisibili. Partiamo per gradi, voi avete iniziato nel gruppo chiamato Addio Pizzo qualche tempo fa, ce ne parli?
Si, diciamo che un gruppo di ragazzi, giovani laureati o alla prima occupazione, quindi ragazzi tra i venticinque e i trent’anni, si sono assunti la responsabilità di fare finalmente qualcosa di fronte ad uno scenario sconfortante: nel 2004 a Palermo non si parlava dell’argomento pizzo, seppur il fenomeno era dilagante l’argomento era tabù. Questi ragazzi non se la sono sentita di affrontare la propria vita anche professionale in una realtà del genere, così s’è pensato ad una forma nuova di protesta, una provocazione con un messaggio anonimo che creò un terremoto in città, persino le forze dell’ordine non capirono di cosa si trattava. La denuncia era: “Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”. Il ragionamento era che il pizzo non lo pagano solo i commercianti ma lo paghiamo indirettamente anche noi cittadini quando andiamo a comprare, consumare e fare i nostri acquisti da uno piuttosto che da un altro.
Ecco, da Addio Pizzo ha preso vita anche un’altra realtà, quella di Libero futuro. Siete due realtà praticamente gemellate!
Tanto Grasso disse: “Sono i figli che hanno generato i padri”, perché praticamente da questo movimento che si era proposto di smuovere la città e di creare le condizioni per cui nascessero delle associazioni antiracket e si moltiplicassero le denuncie (tenete presente che a Palermo nel 2004 non denunciava quasi nessuno), vennero le prime denuncie e venne fuori la necessità di costruire un’associazione antiracket che facesse quel lavoro specifico di assistenza. Così il lavoro di Libero Futuro è molto diverso da quello di Addio Pizzo: svolge attività discrete di assistenza non solo giudiziaria.
Voi avete aiutato tanti commercianti a vincere la paura e raccontare e denunciare minacce e ritorsioni, ma avete anche messo i bollini di garanzia ai negozi che praticano il consumo critico, di che si tratta?
Questo fu il secondo passo di Addio Pizzo. L’opportunità di fare qualcosa di concreto generò questa iniziativa, che andava oltre la denuncia. La proposta concreta era la sfida lanciata ai consumatori e ai commercianti per costruire un movimento di consumo critico. Così da una parte ci sono i commercianti che espongono il bollino dichiarando pubblicamente: “Io non voglio pagare il pizzo!” o “Io ho denunciato gli estorsorsi!”, dall’altra parte ci sono i consumatori che si affiancano ai coraggiosi commercianti acquistando i loro prodotti facendo una scelta chiara. Ciò sta creando un movimento per la liberazione del mercato: abbiamo già messo 450 imprese circa a Palermo che dichiarano pubblicamente “Io non pago!” e decine di migliaia di consumatori che sostengono la campagna e che rivolgono i propri acquisti a questi negozi.
Davvero interessanti e assolutamente condivisibili le vostre iniziative, Colaianni prossimi appuntamenti e iniziative?
Per adesso stiamo seguendo alcune attività interessanti: una con i cantieri edili. I cantieri di Palermo espongono un grande cartello, posto a fianco del cartello ufficiale dei lavori, dove si dice: “Qui si costruisce un futuro libero, noi non siamo disponibili a pagare!”. E’ un nuovo patto antiracket. Questa è un’iniziativa che ci ha consentito di mettere insieme, in un settore piuttosto delicato come quello dell’edilizia, una quarantina di imprese e più di cinquanta cantieri che espongono questo cartello prendendo una posizione chiara e coraggiosa. Presto faremo anche delle iniziative con i prodotti “Pizzo Free”, si tratta di qualificare i prodotti con una sorta di bollino, se ne sentirà parlare nelle prossime settimane. Poi, una delle cose più importanti, riguarda la FAI (Federazione Antiracket Italiana) che ha sposato il consumo critico e lo esporterà in tutte le città della Sicilia, ma anche della Calabria, della Puglia, della Campania, dove la FAI è presente con le associazioni antiracket, così come è già avvenuto a Palermo. L’obbiettivo è quello di fare rete, una rete di migliaia di imprese che cercheranno di sottrarre il mercato alle imprese malavitose o collegate alla mafia.
Allora non ci resta che sostenere tutti le attività di questi ragazzi che con noi condividono la voglia di legalità, quali sono i siti dove potervi trovare?
Per saperne di più www.liberofuturo.org e www.addiopizzo.org.
Un saluto alla Sicilia, a Enrico Colaianni e a tutta l’immensa famiglia di Libero Futuro e di Addio Pizzo.
Grazie a presto!
Fabio Barbera
2 commenti:
BUON NATALE E CHE IL 2010 SIA UN ANNO PIENO DI PACE,SALUTE E SERENITA'.
altrettanto a voi e famiglie!!!
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