Da Castelvetrano parte un appello e un invito ai cittadini a scendere in strada il 23 maggio 2010 per dire no alle mafie.
Alcune mattine fa, esattamente il 3 febbraio 2010, un’intera pagina di un quotidiano locale è stata redatta dalle dichiarazioni di alcuni studenti del LiceoScientifico“Cipolla“ di Castelvetrano che inneggiando al riscatto di Castelvetrano, non più terra di Matteo Messina Denaro, dicono no alle mafie.
Molte volte negli incontri con gli studenti ho avuto la sensazione che , pur essendo consapevoli e pur avendo la percezione reale del fenomeno mafioso, il problema non veniva affrontato con altrettanta determinazione e consapevolezza forse per paura,o per poca fiducia in noi adulti,nelle istituzioni,nella politica,ecc. Oggi invece un gruppo di studenti castelvetranesi lancia a tutti noi un appello affinché un loro sogno diventi realtà:”Una terra senza la mafia è per sua natura una terra ricca,florida,colta,felice e pacifica”.(Vincenzo Italia, alunno del liceo Cipolla)
La scuola e le associazioni antimafie territoriali, in questi anni hanno fatto rete al fine di offrire uno strumento straordinario per rafforzare, valorizzare e incentivare la lotta alla criminalità organizzata attraverso una cultura fatta di giustizia sociale, legalità,solidarietà .Una cultura che non dimentica la storia del nostro Paese ma che sa trasformare la memoria in impegno concreto e quotidiano.
Ed è proprio da quest’appello di speranza e nel ricordo di Falcone e di tutte le vittime delle mafie, che il Presidio di Libera Castelvetrano vuole inquadrare l’articolo pubblicato sul quotidiano: una voglia di riscatto per dire, "c’era una volta la mafia".
Il Presidio di Libera Castelvetrano coglie l’appello degli studenti e chiede a tutte le scuole, ai cittadini, alle Cariche Istituzionali locali, ai Sindacati, ai rappresentanti politici, alle associazioni territoriali e alle Comunità Parrocchiali di partecipare per costruire insieme legami di legalità e responsabilità.
Noi ci saremo…
Per Libera Presidio di Castelvetrano “Salvatore e Giuseppe Asta”
Maria Teresa Nardozza
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