Con questo post vogliamo ricordare un giovane siciliano come noi, che con un coraggio e una forza più grandi di lui, lottava ogni giorno contro chi riduce la nostra terra ad un deserto. Giuseppe ha trovato la morte il 31 gennaio 2009.
Giuseppe Gatì è morto. Lo celebra la rete. Più di 3mila persone lo salutano per l'ultima volta sul gruppo Giuseppe Gatì sei tutti noi, più di 700 lo ricordano su Giuseppe Gatì....Per non dimenticare..., oltre 100 gridano Siamo tutti Giuseppe Gatì!. Eppure è uno sconosciuto. Un perfetto ignoto.
Giuseppe Gatì aveva 22 anni, lavorava nell’azienda del padre che produce formaggi di capra, non studiava all’Università.
Giuseppe Gatì è stato vittima di un incidente sul lavoro, nell’ovile di uno dei suoi fornitori nelle campagne di Naro (Ag) e non nell’azienda del padre com’è stato scritto più volte. La causa della morte è stata una scarica elettrica proveniente dalla vasca refrigerante del latte: aprendo il rubinetto per versare il latte negli appositi contenitori è rimasto folgorato. Sembra che fosse completamente solo. Solitamente quando Giuseppe andava presso quel fornitore, lo stesso si trovava al pascolo.
E’ stato ritrovato da un uomo che porta il fieno in quell’ovile, il quale ha chiamato i soccorsi e il proprietario dell’ovile. All’arrivo dell’ambulanza i medici hanno provato a rianimarlo, ma ormai non c’era niente da fare.
L’inchiesta è ancora in corso, ma non ci sono elementi che smentiscono l’ipotesi dell’incidente. E’ stato formulato il capo di accusa di omicidio colposo nei confronti del proprietario dell’ovile.
Proprio lui, che dal suo blog, aperto neanche un mese fa ("La mia terra la difendo"), lanciava le sue battaglie civili, invocava più diritti per tutti e si dichiarava "nato ad Agrigento, residente a Campobello di Licata e cittadino libero". Proprio lui è morto di lavoro, sul luogo di lavoro. Vivendo, fino ad allora, "per combattere il servilismo che ogni giorno di piu' avvolge il nostro Paese", scegliendo di rimanere in Sicilia, "di non andare via anche se vivere qui è duro, durissimo".
Minuto di statura, capelli scuri e occhi vivaci, diviene famoso il primo gennaio, quando Beppe Grillo gli dedica il primo post dell'anno, dal titolo "L'Italia rovesciata". Grillo racconta il gesto, eclatante, di Giuseppe. Un ragazzetto piccolo, con a stento un po' di barba sotto il mento, armato di telecamera, che d'un tratto si fa gigante e irrompe nel bel mezzo della presentazione di un libro cui è presente il sindaco di Salemi, Vittorio Sgarbi. Strattonato da un vigile, spintonato dai soliti in giacca e cravatta, guardato da una folla muta e sorpresa, Giuseppe inizia a urlare alla legalità: "Viva Caselli, viva il pool antimafia! Viva Caselli, viva il pool antimafia!". Una bestemmia, quasi. In seguito verrà allontanato dalla forza pubblica, sequestrato, portato in Questura e rinchiuso in una stanza. Ci rimarrà più di un'ora e mezza.
E' così, grazie a quel video che ben presto fa il giro della rete, che Gatì riceve l'onore delle cronache. Viene definito dallo stesso Grillo "un piccolo eroe, un fiore raro".
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