Alla fine è arrivata la sentenza: l'avvocato Mills è stato condannato a 4 anni e 6 mesi di reclusione per aver preso una tangente da 600 mila dollari.
Di che stiamo parlando? Per chi si fosse perso gli ultimi anni di cronaca giudiziaria - tanti purtroppo - basti sapere che stiamo parlando di uno dei processi in cui è imputato il nostro amato presidente del consiglio, Silvio Berlusconi. Le indagini, svolte dalla Procura di Milano, partono quando un commercialista londinese ha girato ai magistrati milanesi una lettera di David Mills, avvocato consulente del gruppo Fininvest, nella quale costui chiedeva come far "sparire" 600 mila dollari ricevuti in cambio di false testimonianze ad un processo; questi soldi li aveva avuti da un certo Mister B, imputato in un processo per corruzione giudiziaria. Mills aggiunge che, grazie alle sue dichiarazioni mendaci rilasciate ai giudici, il suddetto Mr B si era salvato da una condanna pressochè certa. I magistrati hanno immediatamente aperto un'inchiesta, chiedendo infine il rinvio a giudizio per Mills e Berlusconi, rispettivamente corrotto e corruttore secondo gli inquirenti. Immediatamente dalle stanze della politica (non solo di centrodestra) si levò un coro contro i magistrati terroristi e golpisti, arrivando fino al cosiddetto Lodo Alfano, che sospende tutti i processi alle 4 più alte cariche dello Stato (Presidente della Repubblica, del Senato, della Camera e del Consiglio dei Ministri), sia per reati precedenti all'assunzione della carica e non connessi all'esercizio stesso delle funzioni istituzionali, sia quelli connessi a tali funzioni. In parole povere, grazie a questa legge incostituzionale (viola l'articolo 3 della Costituzione "La legge è uguale per tutti, a prescindere dalla posizione sociale, reddito, etc."), sono stati sospesi tutti i processi a carico di Silvio Berlusconi, unico imputato tra le persone attualmente in carica nelle posizioni che godono di questa legge vergogna.
Tornando al processo Mills, le prove a carico della colpevolezza di Berlusconi nel ruolo di corruttore sono tante, anche perchè quando si scopre che uno è stato corrotto per condannarlo si deve scoprire anche il corruttore, altrimenti l'imputato non è condannabile perchè la sussistenza del reato è indimostrabile. Quindi, se Mills è stato condannato per aver preso una tangente vuol dire che si hanno prove certe anche su chi ha corrotto Mills. Il problema è che il corruttore s'è fatto una leggina paraculo, tanto che non potrà essere condannato, almeno fin quando la Corte Costituzionale non abolirà la legge per incostituzionalità.
E, intanto, gli italiani si tengono (e acclamano!!) un presidente del consiglio corrotto, che usa le istituzioni nazionali per risolversi i suoi crucci e garantirsi l'impunità. Il tutto nel quasi completo silenzio di tv e giornali. Se questa è democrazia...
Vincenzo Desiderio
8 commenti:
la legge è uguale per tutti!!!!
si cicciolina è vergine e Rocco Siffredi è impotente.
richiudo la saracinesca
Mentre a livello mondiale è successo uno scandalo ( si sono scomodate le più grandi testate giornalisti), in Italia solo qualche piccolo trafiletto... La fretta di questo governo è stato solo il "Lodo Alfano", ora Silvio può dormire sonni tranquilli... e noi???
cmq non temete, Mills per fortuna non andrà in carcere, tra poco cadrà in prescrizione prima del secondo appello...
Un'altra prova del totale controllo dei media da parte del governo... Che skifiarìa!
volevo sottolineare che la lotta contro il lodo Alfano non ha coinvolto il PD. Uscite dal PD e guardate alla vostra sinistra...
La lotta contro il lodo Alfano ha coinvolto soltanto l'Italia dei Valori (che ha anche raccolto le firme per il referendum). Per ora l'IDV è l'unico partito credibile. Peccato che ancora non è un partito tanto grosso da poter creare un alternativa al Centro-Destra. Ma l'unica via possibile da seguire penso che sia quella.
un articolo molto interessante che mette in luce gli effetti del Lodo Alfano. PS: Il circolo PRC di Castellammare del Golfo per il referendum contro il Lodo Alfano ha raccolto in paese durante una manifestazione pubblica più di 200 firme. Giacomo Galante
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