giovedì, dicembre 14, 2017

Ecco la Castellammare solidale: “Da oltre vent’anni un aiuto per le famiglie in difficoltà”

Ogni mese i volontari del banco alimentare assistono tante famiglie che chiedono aiuto. Tra le donazioni anche l’olio prodotto dai terreni confiscati alla mafia

CASTELLAMMARE DEL GOLFO. C’è una Castellammare che si sbraccia e lavora per gli altri da oltre vent’anni. È una realtà che ogni mese garantisce un pasto a tante famiglie. Stiamo parlando dei volontari del banco alimentare di Castellammare che assistono le famiglie in difficoltà della città. “Ogni mese consegniamo dei “pacchi” di generi alimentari a chi in precedenza ci ha fatto richiesta.” – spiega Francantonio D’Angelo, Presidente dell’associazione “L’Arca, banco di solidarietà” che fa parte della Fondazione Banco Alimentare.
Ieri sera, in occasione della festa di Santa Lucia, tanti volontari di diverse associazioni, centri di solidarietà, gruppi parrocchiali  e liberi cittadini si sono dati appuntamento al centro “don Minozzi” di via Leonardo Da Vinci per “fare i pacchi”, ovvero per preparare gli scatoli con i generi alimentari raccolti anche durante la giornata del banco alimentare nei supermercati di Castellammare lo scorso 25 novembre. Ma non solo. “Raccogliamo prodotti tutto l’anno anche da altre associazioni locali e da aziende che ci donano pasta, passate di pomodoro, olio e molto altro. Tutto quello che viene raccolto – spiega Francantonio D’Angelo ad Alqamah.it - poi ogni mese viene distribuito alle tante famiglie che assistiamo”.
Ieri sera il clima era di festa, sembrava quasi una serata in famiglia, tra gioia, sorrisi e tanta solidarietà, i volontari si sono divisi i compiti: dagli scaffali ai carrelli, e dai carrelli agli scatoli pronti per partire. “Raccogliamo olio, pasta, passate di pomodoro, sale, zucchero, tonno, latte, biscotti, caramelle, anche qualcosa di fresco e molto altro. Una volta al mese ci riuniamo per fare gli scatoli da portare alle famiglie. La distribuzione – spiega Francantonio D’Angelo – avviene una volta al mese, e ogni “pacco” contiene prodotti che coprono, più o meno, il fabbisogno della famiglia per l’intero mese, in base all’età e al numero dei componenti della famiglia. Riceviamo quasi quotidianamente richiesta di aiuto da famiglie che hanno serie difficoltà economiche: dai padri che hanno perso il lavoro a chi non riesce più ad arrivare alla fine del mese. Purtroppo però non riusciamo a coprire tutte le richieste”.
Al centro “don Minozzi”, durante lo sportello di ascolto, s’intrecciano realtà spesso difficili da immaginare in una città piccola come Castellammare, i volontari ci raccontano che sono davvero tante le richiesta di aiuto e, purtroppo, non tutte riescono ad essere accolte. “Attualmente – aggiunge D’Angelo - abbiamo in elenco 66 famiglie, alcune numerose.  Riceviamo anche le segnalazioni dal Comune e dal locale Commissariato di Polizia, quindi gestire tutto diventa molto complicato. Ma dal ’95 ad oggi, ogni mese, riusciamo a garantire a molte famiglie di Castellammare un piccolo aiuto".

Tra le tante donazioni c’è anche l’olio prodotto dalle olive raccolte nei giorni scorsi al bene confiscato alla mafia in contrada Crociferi. Raccolta avvenuta grazie ai volontari di “Libera”, di “Castello Libero Onlus” e degli scout del gruppo Agesci Castellammare 1. Presente il Presidente dell’associazione “Castello Libero Onlus” Antonino Maniaci e alcuni soci che nei giorni scorsi hanno donato gran parte dell’olio prodotto proprio all’associazione “L’Arca, banco di solidarietà”. L’olio sarà distribuito insieme agli altri prodotti nei prossimi giorni: “Per noi è qualcosa di molto importante, – sottolinea Antonino Maniaci ad Alqamah.it – ci teniamo che l’olio prodotto finisca nelle tavole dei nostri concittadini in difficoltà. Dalla realtà dei beni confiscati ne viene fuori qualcosa di concreto, e noi vogliamo essere utili per la comunità. È un modo per contribuire alla causa del banco alimentare ma nello stesso tempo per portare nelle tavole dei castellammaresi un olio buono, biologico ma soprattutto libero”. Quindi un modo per far tornare alla collettività i prodotti di un bene che di fatto appartiene alla città. Una pagina positiva di riutilizzo dei beni confiscati che si unisce alla solidarietà di chi ogni giorno, da oltre vent'anni, trasmette serenità e speranza.
Articolo tratto da Alqamah

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