“Ogni battaglia contro la mafia la dobbiamo considerare una
mappa di avanzamento e di liberazione della società, ma non dobbiamo pensare
che sia un risultato definitivo. Il nostro compito deve essere quello di
sradicare questo male dalla realtà politica della società siciliana,
scardinandolo dal sistema degli affari dove ha subito dei duri colpi. Io sono
convinto che i magistrati vinceranno se la lotta alla mafia la faremo ognuno di
noi, dal disoccupato allo studente, dall'imprenditore alle casalinghe.” Ha
commentato Rosario Crocetta prima di essere contrastato da alcuni attivisti.
“Hai venduto la Sicilia agli americani, vergogna. La gente intanto muore di
tumore, vergogna” hanno urlato al governatore che non ha esitato a rispondere:
“Io non ho niente di cui vergognarmi, lei si deve vergognare che usa una
manifestazione antimafia per parlare di questioni ideologiche che non conosce”
ha risposto Crocetta allontanandosi da piazza Verdi per prendere posizione in
testa al corteo.
Il corteo da piazza Verdi ha percorso via Maqueda fino a
raggiungere i quattro canti e la vicina piazza delle Aquile sede del comune
dove si è svolto un flashmob. “L’università si fa sentire e noi a Cosa nostra
diciamo no – intonano i ragazzi in coro – Palermo è nostra e non di Cosa nostra. Siamo tutti Di Matteo.”
Giunti in prossimità del palazzo comunale il Sindaco di
Palermo Leoluca Orlando accoglie il corteo “Ci sono ancora troppi politici
collusi. Fino a quando non verranno buttati fuori, la mafia continuerà ad
esistere. Siamo tutti con Di Matteo e le istituzioni che combattono la mafia.”
Quella che è scesa il piazza è una Palermo viva, onesta e
giovane.
Emanuel Butticè
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