domenica, ottobre 28, 2012

Libera contro il gioco d' azzardo

Libera rilancia la proposta della campagna nazionale "Mettiamoci in gioco" e invita a mandare la comunicazione, che segue, all'indirizzo email segreteriadelportavoce@governo.it. 
L'indirizzo email a cui inviarle è: segreteriadelportavoce@governo.it
QUESTO IL TESTO DELL'EMAIL:
All'attenzione del Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti 
Egr. Presidente, sono molto preoccupato per le dimensioni e le caratteristiche che il gioco d'azzardo sta assumendo nel nostro paese. I costi sociali e sanitari che comporta sono di gran lunga superiori ai vantaggi che lo Stato ne ricava: problemi di abuso e dipendenza e relativi oneri per il servizio sanitario nazionale, difficoltà economiche e indebitamento per chi sperpera quantità eccessive di denaro nei giochi, separazioni, oneri per le spese legali, riciclaggio e infiltrazioni della criminalità organizzata... Per questo trovo inadeguate le misure previste nel decreto Sanità varato dal Suo Governo. Ho apprezzato l'inserimento del gioco d'azzardo patologico nei Lea, voluto dal Ministro Balduzzi. Ma da un Governo tecnico di così alto profilo mi attendevo una ben maggiore tutela del diritto alla salute dei cittadini, anche di fronte a lobby potenti e agguerrite. Personalmente, condivido quanto espresso in merito da Mettiamoci in gioco, campagna nazionale contro i rischi del gioco d'azzardo, di cui trova qui sotto la presa di posizione. 

Distinti saluti 
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COMUNICATO STAMPA 
Gioco d'azzardo, il Governo fa cilecca
 Presa di posizione della campagna Mettiamoci in gioco, promossa da Istituzioni, terzo settore e sindacati (Roma, 6 settembre 2012)
 Deludente e inadeguato. "Mettiamoci in gioco", campagna nazionale contro i rischi del gioco d'azzardo boccia il decreto Sanità approvato ieri in Consiglio dei ministri per la parte riguardante proprio l'azzardo. 
La campagna - promossa da ACLI, ADUSBEF, ALEA, ANCI, ANTEAS, ARCI, AUSER, Avviso Pubblico, CGIL, CISL, CNCA, CONAGGA, Federconsumatori, FeDerSerD, FICT, FITEL, Fondazione PIME, Gruppo Abele, InterCear, Libera, UISP - valuta positivamente il fatto che, dopo anni di immobilismo, si sia finalmente deciso di legiferare in merito ai costi sociali, economici e psicologici provocati dalla diffusione incontrollata dei più diversi giochi d'azzardo. Ed esprime il proprio apprezzamento per il fatto che il gioco d'azzardo patologico sia stato inserito nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), permettendo così alle persone dipendenti di ricevere cure e assistenza dal servizio sanitario nazionale. Tuttavia, le criticità restano notevoli: 1. L'inserimento del gioco d'azzardo patologico nei Lea non è accompagnato da una copertura finanziaria: come faranno i servizi sanitari e socio-sanitari a far fronte a queste nuove dipendenze con delle risorse già oggi gravemente insufficienti? Ci attendiamo che nella definizione del nuovo Patto per la salute e dei Lea la questione venga sciolta positivamente. 2. I limiti alla pubblicità sono poco incisivi perché calibrati esclusivamente sui minorenni, quando è noto che il gioco d'azzardo è diffuso tra tutte le età. Inoltre, rimane il problema di un controllo più stringente sui messaggi pubblicitari lanciati dai concessionari, che finiscono spesso per illudere con l'idea di una vincita "a portata di mano". 3. Non viene dato alcun reale potere ai sindaci rispetto alla regolamentazione di concessioni, luoghi e orari di gioco sui propri territori. La possibilità di segnalare le sale da chiudere è ben poca cosa. 4. Non viene posto alcun limite all'introduzione di nuovi giochi, la cui continua proliferazione costituisce una strategia fondamentale per conquistare nuovi giocatori o conservare quelli già attivi. 5. Rimane, infine, il limite di distanza per i nuovi giochi da scuole, ospedali e chiese, per quanto abbassato a 200 metri. Una misura meno che simbolica. 
Di fatto, si è persa l'occasione di ridurre lo spazio disponibile, su un territorio, per il gioco d'azzardo. Il Governo, insomma, ha fatto cilecca. Mettiamoci in gioco chiede perciò ai parlamentari e alle forze politiche di migliorare il testo del decreto, privilegiando la tutela della salute dei cittadini alla pressione delle lobby.

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