lunedì, agosto 20, 2012

Consigliere Genna, che ne pensa di dimettersi?

Nell'ambito della recente operazione antimafia denominata "Crimiso", in cui sono stati arrestati vari esponenti di Cosa Nostra castellammarese, il consigliere comunale Girolamo Genna è stato raggiunto da un avviso di garanzia per via di sue dubbie frequentazioni con alcuni degli arrestati; secondo la Procura, avrebbe messo a disposizione della cosca castellammarese alcuni locali di sua proprietà, nei quali si sarebbero svolti summit e riunioni di mafia.
Senza tirare in ballo il solito fuorviante discorso su garantismo e giustizialismo, parole ormai completamente travisate, crediamo fortemente che il rispetto per un'istituzione pubblica che rappresenta gli interessi di tutti i cittadini, quale è il Consiglio Comunale, venga prima di qualsiasi altra considerazione politica o, peggio, personale; questo rispetto verso l'Istituzione deve considerarsi doveroso per qualsiasi cittadino, ma in misura ancora maggiore per chi ricopre un ruolo istituzionale.
Un rappresentante delle istituzioni elettive che viene raggiunto da pesanti sospetti di vicinanza a Cosa Nostra rischia di danneggiare l'immagine dell'intera istituzione di cui fa parte.
Pertanto, l'Associazione Castellolibero ONLUS e il Presidio di Libera "P. Mattarella" di Castellammare del Golfo chiedono al consigliere comunale Girolamo Genna di dimostrare il suo senso dello Stato e il rispetto per il Consiglio Comunale e per tutti i cittadini da esso rappresentati, rassegnando le dimissioni da componente del Consiglio Comunale.
Invitiamo tutti i cittadini che condividono questa iniziativa ad aderire al gruppo Faccebook "Consigliere Genna, che ne pensa di dimettersi?". L'iniziativa sta riscuotendo un certo consenso, tanto che ad oggi gli iscritti al gruppo hanno superato quota 100 attirando l'attenzione del Giornale di Sicilia che ha pubblicato un articolo al riguardo (V. foto)


"L'equivoco su cui spesso si gioca è questo. Si dice: "Quel politico era vicino a un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto". E no! Questo discorso non va, perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire: "Beh! Ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria, che mi consente di dire quest'uomo è mafioso". Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri poteri, cioè i politici, cioè le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato, ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza, si è detto: "Ah, questo tizio non è stato mai condannato, quindi è un uomo onesto". Ma dimmi un poco: ma tu non ne conosci gente che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarla, però c'è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre, soprattutto i partiti politici, a fare grossa pulizia, a non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reati". (Paolo Borsellino)

3 commenti:

Unknown ha detto...

HO LETTO CON INTERESSE L'ARTICOLO E MI PERMETTO SOLTANTO DI RICORDARE CHE LA LEGGE PREVEDE CHE UNA PERSONA E' COLPEVOLE SOLTANTO QUANDO DOPO I TRE GRADI DI GIUDIZIO SE NE PROVI SENZA OMBRA DI DUBBIO LA SUA COLPEVOLEZZA.CHI SIAMO NOI CHE CI ERGIAMO A GIUDICI E CI PERMETTIAMO DI SENTENZIARE QUANDO QUESTO COMPITO E' DELEGATO ALLA MAGISTRATURA.NATURALMENTE IL CITTADINO PUO' RECLAMARE LE DIMISSIONI DEL CONSIGLIERE PERCHE' CREDE CHE PER RISPETTO DELLE ISTITUZIONI POSSA ESSERE L'UNICA DECISIONE GIUSTA.MA E' SEMPRE UN PENSIERO PERSONALE E NESSUNO PUO' DIRE CHE SIA LA DECISIONE GIUSTA.CREDO CHE INVECE CHE LA COSA GIUSTA SIA LASCIARE CHE LA GIUSTIZIA FACCIA IL SUO CORSO. LUIGI BUONO

Roberto ha detto...

Gentile sig.Buono,

ciò che lei ha scritto è lecito, infatti nessuno nell'articolo ha detto il contrario; sull'innocenza/colpevolezza di un soggetto, l'unico organo deputato a decidere è la Magistratura nei suoi 3 gradi, non mi sembra che qui ci si voglia sostituire ad essa.
In realtà, ciò che viene richiamato qui non è la responsabilità penale, ma quella politica; un consigliere comunale, così come un deputato, un senatore, un consigliere provinciale o regionale, rappresenta lo Stato agli occhi dei cittadini, e come tale è tenuto a svolgere il compito per il quale è stato eletto con totale trasparenza, rispetto e affidabilità.

Personalmente io condivido l'invito a dimettersi rivolto dal gruppo al consigliere Genna, naturalmente confidando in una sua totale estraneità ai fatti; penalmente, come detto prima, egli è innocente fino a prova contraria, ma politicamente dovrebbe fare un passo indietro per rispetto delle istituzioni.

Unknown ha detto...

Gentile sig. Buono, se la persona in questione fosse, anziché un consigliere comunale, l'amministratore del suo condominio a cui lei e i suoi vicini affidate la gestione del palazzo? Lei starebbe tranquillo nel sapere che una persona sospettata di vicinanza alla mafia gestisce i suoi soldi e quelli degli altri condomini? Continuerebbe a volerlo come amministratore e continuerebbe tranquillamente a versargli la sua quota di condominio? O forse sarebbe colto da dubbi circa la sua onestà e professionalità? E se facesse la cresta al fondo cassa condominiale? E se cercasse di avvantaggiare ditte di suoi amici per la manutenzione del palazzo, facendovi spendere di più? Lei non potrebbe stabilire con certezza se l'amministratore del suo condominio è una persona di specchiata onestà o un truffaldino, né sarebbe suo compito; però sono sufficientemente sicuro che lei e i suoi vicini, per non saper leggere e scrivere (o per mettervi il ferro dietro la porta), cambiereste amministratore, possibilmente uno mai indagato.
Ora, perché non dovremmo fare lo stesso con un consigliere comunale che, insieme ad altri, decide le sorti del Comune?