mercoledì, settembre 30, 2009

Il patron dell’Akragas Calcio dedica la vittoria a un mafioso!

agrigento: Il suo Akragas vince 5-0 e lui dedica il successo a Nicola Ribisi: è un presunto boss mafioso, arrestato lo scorso settembre.

AGRIGENTO - Dedicare una vittoria a qualcuno è abbastanza normale nel mondo dello sport. Anche perché spesso i destinatari sono mamme, papà, fidanzati o amici. Uno schema che il presidente dell’Akragas, Gioacchino Sferrazza (45 anni) ha voluto rivoluzionare. Domenica scorsa, infatti, dopo che i suoi ragazzi avevano battuto per 5-0 lo Sporting Arenella (campionato di calcio di Eccellenza), ha pensato bene di dedicare la vittoria a Nicola Ribisi, presunto boss mafioso della zona. La polizia che lo ha arrestato lo scorso 17 settembre con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. Secondo gli inquirenti, Ribisi (29 anni, titolare di un supermercato) sarebbe il nuovo capo clan di Palma di Montechiaro. In poche or, la dichiarazione rilasciata dal presidente a una radio siciliana ha creato uno scandalo. Il questore di Agrigento, Girolamo Di Fazio, ha parlato di “comportamento che lascia senza parole e che fa tornare tutti indietro di quarant’anni”. Da qui, la revoca della licenza per l’utilizzo del campo. La Procura federale della Federazione italiana gioco calcio ha già aperto un’indagine. Intervistato dal Tg5, Sferrazza si è difeso dicendo che la dedica era per l’amico Ribisi e non per il boss: “Io non entro nel merito se sia colpevole o innocente: fino a quando non ci sarà una condanna per me resta un amico che fino a 10 giorni fa era sempre con noi allo stadio”.

FONTE : City (sez. Milano)

COMUNICATO LIBERA PALERMO

Fuori la mafia dallo sport

Preoccupa la recente dichiarazione del presidente dell'Akragas Calcio a sostegno del boss agrigentino Nicola Ribisi. Il coordinamento siciliano di "Libera - associazioni, nomi e numeri contro le mafie" esprime preoccupazione e disgusto in seguito alla "fraterna dichiarazione d'affetto" nei confronti di un personaggio la cui famiglia è coinvolta nell'omicidio Livatino e che secondo la DDA di Palermo voleva ricostituire, con l'imprimatur di Bernardo Provenzano la famiglia mafiosa di Palma di Montechiaro. La pratica sportiva è uno straordinario strumento d'aggregazione per far emergere qualità e competenze. Sono tante però le "zone d'ombra" - dal doping alle scommesse clandestine - su cui è necessario porre la giusta attenzione. Per tale motivo auspichiamo in una forte e decisa reazione da parte della società civile girgentana e confidiamo nelle capacità degli organi inquirenti che sappiano, sinergicamente all'associazionismo diffuso, escludere ed allontanare queste forme di illegalità per veicolare un'immagine dello sport diversa da quella rappresentata da questi terribili messaggi mafiosi.

Libera Palermo

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sicuramente Ribisi è colui che ha finanziato la società di calcio perchè a questi livelli calcistici sono soldi investiti e buttati.
Non c'è nessun ritorno economico.
Ecco spiegato il ringraziamento al boss.
Sarebbe opportuno aprire un'inchiesta.
Mafiosi ma piuttosto ingenui!!!