martedì, settembre 21, 2010

Ricordo di un giudice ragazzino.


21 settembre 1990 - 21 settembre 2010
Il giudice Rosario Livatino fu ucciso il 21 settembre del 1990 sulla SS 640 mentre si recava senza scorta in tribunale, per mano di quattro sicari assoldati dalla Stidda agrigentina, organizzazione mafiosa in contrasto con Cosa Nostra.

Livatino venne ucciso dagli 'stiddari' ''per lanciare un segnale di potenza militare verso Cosa nostra'' e per punire un magistrato severo ed imparziale. Come esecutori dell'omicidio sono stati individuati Paolo Amico, Domenico Pace, Giovanni Avarello e Gaetano Puzzangaro, condannati all' ergastolo con sentenza definitiva. I componenti del commando sono stati individuati grazie al testimone Pietro Ivano Nava, di Sesto San Giovanni, che sopraggiunse poco dopo e assistette atterrito alla disperata fuga a piedi del giudice nella campagna dove uno dei sicari lo raggiunse sparandogli ancora a bruciapelo. Il 16 ottobre 2001 la Cassazione ha confermato la condanna all'ergastolo per Salvatore Gallea e Salvatore Calafato accusati di essere i mandanti dell'omicidio.
Secondo la sentenza, Livatino venne ucciso perché ''perseguiva le cosche mafiose impedendone l' attivita' criminale, laddove si sarebbe preteso un trattamento lassista, cioé una gestione giudiziaria se non compiacente, almeno, pur inconsapevolmente, debole, che è poi quella non rara che ha consentito la proliferazione, il rafforzamento e l' espansione della mafia''.

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