La politica comunale a mio avviso non deve essere un eterno scrontro tra partiti e ideologie politiche. In un piccolo paese come il nostro la politica è fatta di piccoli e grandi problemi specifici, che ben poco, forse niente, hanno in comune con le ideologie politiche dei partiti. Per fare progredire il nostro paese non bisogna continuare a scontrarsi sulle ideologie o sui partiti che fanno schifo, ma bisogna essere pronti ad affrontare ogni problema che si viene a creare, o che esiste da svariati anni come in questo caso, prescindendo da stupide e banali lotte politiche che spesso prortano i partiti ad essere in disaccordo tra di loro solo per presa di posizione. Mi spiego meglio. Sembra quasi che quando uno schieramento esprime la propria opinione su un determinato argomento, lo schieramento opposto è obbligato ad assumere la posizione opposta! Secondo me è una cosa irrazionale che non fa altro che far andare sempre indietro il nostro paese. Un'altra cosa che mi fa incazzare è il funzionamento interno dei partiti! Ma dove sta scritto che se il capogruppo di un partito si esprime, tutti gli aderenti dello stesso devono "calari li corna" ed adeguarsi alle linee guida del partito a cui hanno aderito? A mio avviso una persona che entra in un partito lo fa perchè quel partito è più vicino alle sue idee. Ma ciò non vuol dire che deve essere sempre d'accordo con tutte le scelte di partito. Il modo giusto di interagire all'interno di un partito dovrebbe essere: pensare sempre con la propria testa e cercare di contrastare le scelte sbagliate del proprio partito. Purtroppo non è così. Sia il fatto di essere sempre contro i propri avversari politici, sia il "calari sempre i corna" alle scelte dei partiti in cui si sta o a cui si è più vicini hanno distrutto la politica a livello nazionale e ridotto le potenzialità di crescita a Castellammare. Si deve stare dalla parte di castellammare e non sempre dalla parte del proprio partito. L'invito è rivolto a tutti i cittadini castellammaresi di tutti i colori politici.
Vito Fazzino
Tutto ciò è una premessa al fatto che Camillo Navarra ci ha mandato un comunicato fatto da rifondazione nel 2007 dove appunto denunciava fra le altre cose, anche il problema della tutela dell'ambiente marino. Come potete vedere dal comunicato pubblicato ieri anche il comune finalmente si sta muovendo in questa direzione. Per una volta il PRC el'amministrazione sembrano dalla stessa parte. Speriamo che cominci una nuova stagione politica castellammarese dove si giudichino le mosse dell'amministrazione, presente e futura, in un modo obiettivo: elogiare le cose giuste e criticare le mosse sbagliate. Il discorso vale anche al contrario, perchè Rifondazione ha proposto e realizzato tante bellissime iniziative, spesso da molti criticate appunto perchè proposte da Rifondazione. Ci vorrebbe un clima politico più sereno, dove giudicare ognuno per quello che fa, non per il partito che rappresenta! Di seguito il comunicato:
Analisi e proposte per un diverso sfruttamento della risorsa pesca.
Castellammare del Golfo si affaccia sul mare e con esso ha logicamente un forte rapporto si dai tempi più, remoti quando l’attracco castellammarese era il porto della antica Segesta. La vocazione marinara del paese è indiscutibile e per molto tempo, l’economia locale si è basata sulla pesca e sulla agricoltura. Il paese si affaccia sul golfo a cui da il nome che è compreso tra Capo S. Vito, ad Ovest, e Capo Rama, ad Est e si estende per circa 45 km di coste. Col passare degli anni la popolazione marinara del posto è andata progressivamente diminuendo a causa, oltre che per la durezza implicita del lavoro, anche per la concomitanza della forte diminuzione del pescato unita ad un contemporaneo e progressivo aumento dei costi gestionali.
Tali fatti hanno contribuito al disarmo delle imbarcazioni più grandi di cui ad oggi non esiste alcuna rappresentanza con perdita di posti di lavoro e di sviluppo di attività legate all’indotto.
La pesca da reddito oggi è esercitata spesso da singoli marinai, proprietari della loro barca, che escono giornalmente in mare a calare le reti per “ritirarle” nell’arco della stessa giornata.
Il frutto di tale pesca basta appena a sostentare le famiglie dei suddetti marinai attraverso la vendita al dettaglio del poco pescato.
Proprio sulle problematiche relative alla quantità di pescato si basa uno dei punti della presente relazione.
Nel tempo, per diversi motivi, la quantità di pesce issata a bordo dai marinai è infatti andata progressivamente sempre più diminuendo.
E’ indubbio che il comparto pesca locale, così come quello regionale, attraversa una grave crisi alla quale occorre trovare rimedio.
Diverse sono le cause tra cui molte sono riscontrabili anche in altri luoghi della Sicilia mentre alcuni hanno carattere prettamente locale tra queste:
Il progressivo inquinamento delle acque.
Il sovrasfruttamento delle risorse naturali.
La pesca di frodo.
La mancata vigilanza delle aree protette.
L’inquinamento.
Il Golfo di Castellammare ha subito negli ultimi anni un progressivo processo di generale deterioramento ambientale e di inquinamento delle acque costiere.
Tutto il golfo e interessato da processi di eutrofizzazione, persistente torbidità delle acque costiere, alti indici di inquinamento dovuti agli scarichi abusivi delle villette delle località di villeggiatura ed ai carichi inquinanti degli scarichi civili e industriali veicolati dai vari torrenti, dal Nocella al S. Bartolomeo, al Canalotto, al Pinto.
Una urbanizzazione irrazionale delle fasce costiere e la mancanza di funzionali sistemi di depurazione delle acque di scarico, sia civili che industriali (le distillerie) sono tra le cause di questo degrado.
Proprio su quest’ultimo punto va considerata la forte incidenza, in termini di inquinamento, esercitata dalla distilleria Bertolino alla quale solo da pochissimo tempo si sta cercando di porre rimedio
Tutto ciò ha fatto si che nel piano regionale delle acque il golfo di Castellammare venisse indicato come area a rischio da attenzionare che, successivamente un pronunciamento della Commissione UE ha individuato come “area sensibile” sulla quale intervenire con tecnologie spinte.
Si vada ad aggiungere alle problematiche di “ordine generale” quelle per così dire locali.
Infatti, proprio a Castellammare del Golfo è stato impiantato un allevamento da reddito di tonni che, pescati già adulti, vengono introdotti e tenuti in grosse gabbie dove vengono nutriti intensivamente affinché possano accumulare uno strato di grasso che li rende appetibili e ricercati dai giapponesi.
Questo impianto ha prodotto e produce un forte impatto ambientale in quanto l’alta concentrazione di tonni in poco spazio genera una grossa quantità di nutrienti nella zona limitrofa che altera l’ambiente sottostante.
Le defecazione degli stessi ha prodotto nel tempo una sorta di fango putrescente che, a seconda dell’andamento delle correnti, si sparge per le zone vicine con tutte le conseguenze che ne derivano.
Il nutrimento dei tonni, oltre ad attrarre i pesci autoctoni stanziali che hanno ormai ben imparato come avere da mangiare senza fatica alcuna, crea in essi un innaturale assorbenza di antibiotici sicuramente usati mescolati agli alimenti, per la prevenzione di eventuali malattie degli stessi tonni.
Si consideri che tale impianto era stato proposto a diversi paesi limitrofi e da questi rifiutato.
A tutto ciò deve aggiungersi la completa assenza di un impianto di depurazione per le acque fognarie della cittadina che in estate raddoppia le presenze e scarica a mare i liquami attraverso un pennello sotterraneo che, oltretutto risulta essere spesso otturato.
Il comune ha inoltre fatto si che, dalle vasche di accumulo liquami ubicate nella cala marina, quando queste sono piene e le pompe di sollevamento non riescono a smaltire verso mare, fuoriescano liquami eccedenti che vanno a finire nello specchio di mare chiuso della cala trasformandola in una cloaca a cielo aperto.
Sovrasfruttamento delle risorse naturali.
A seguito dell’incremento del numero delle giornate autorizzate di pesca del novellame si assiste alla pesca dei piccoli di sardina (Bianchetto) e di Luvaro (Rossetto) la quale garantisce, per la prelibatezza e la ricercatezza del pescato, ai marinai una buona porzione del reddito annuo.
Il problema però esiste e consiste nel depauperamento della quantità delle summenzionate tipologie di piccoli che, non divenendo mai grandi, non costituiranno naturale nutrimento per pesci più grandi di transito che, nel loro andare da levante verso ponente, “non entrano” per mancanza di nutrimento.
Si spiega così la diminuzione di pescato quali totani, seppie, tunnidi, merluzzi, aguglie, ricciola.
Ed è plausibile che tale situazione abbia favorito la progressiva chiusure delle sei tonnare che operavano sul territorio di Castellammare.
Pesca di frodo
Le bellezza naturali dei luoghi e la variegata struttura dei fondali attirano da tempo diverse tipologie di pescatori che con l’uso di piccole imbarcazioni d’appoggio, bombole e attrezzature finalizzate ai rapidi spostamenti subacquei pescano polpi, cernie e altre specie anche di piccola taglia o raccolgono grandi quantità di ricci.
Tali attività vengono svolte anche in prossimità o dentro le aree protette come la riserva dello Zingaro.
La mancata vigilanza delle aree protette
In relazione a quanto appena detto non può non essere rilevata una carente sorveglianza sulle aree di riserva e protette.
Durante la stagione balneare sono fatte oggetto di invasioni di diportisti della domenica che
non si curano minimamente della tutela dello stato dei luoghi mirando solo alla piena e spesso indiscriminata fruizione del mare sotto l’aspetto ricreativo.
Proposte:
Quanto fin qui esposto è sicuramente riduttivo rispetto alle problematiche che riguardano il mare e l’attività della pesca.
Inoltre sappiamo bene come tali problematiche riguardano anche organismi sopraregionali e sopranazionali.
Un dato è però certo il nostro mare è sicuramente malato e l’attività primaria ad esso collegata così come pure il suo indotto, soffre per tale malattia.
Il tutto si ripercuote su ampi settori che dal mare traggono di che vivere.
Occorre iniziare a proporre drastiche soluzioni che possono riequilibrare il rapporto tra sfruttamento e offerta delle risorse.
La riduzione di quello che costituisce fonte d’inquinamento con la costruzione di un depuratore che risponda ai più recenti standard di efficienza sia per ciò che riguarda la depurazione in se stessa sia per quanto riguarda il recupero delle acque di scarto per uso
Irriguo nonché gli aspetti prettamente legati alla sua ubicazione risulta ormai improcrastinabile.
L’allontanamento delle gabbie dei tonni contrastando gli interessi forti che hanno spinto affinché l’impianto venisse realizzato presentando il tutto come fonte integrativa occupazionale per la marineria del luogo che di fatto non c’è stata.
La programmazione mirata al recupero quantitativo della fauna marina con l’uso di dispositivi finalizzatiti alla dissuasione della pesca abusiva operata nei periodi di fermo. Tali disposizioni devono avere valenza per tutti e devono essere fatti rigidamente osservare.
Inoltre favorire l’impiego alternativo della flotta peschereccia e del personale della marineria locale in attività alternative che mirano alla fruizione del mare senza il suo esasperato sfruttamento (attività di visita dei luoghi, turismo ecc.).
4 commenti:
ECCO UN BEL'ARTICOLO CHE ALIMENTA SPERANZE........O ILLUSIONI?
una bella analisi..non c'è che dire.. peccato la parte riguardante l'allevamento dei tonni, piena di inesattezze. Per il reto, piena condivisione
Buone le intenzioni,speriamo in una vera collaborazione e non in stupido ostracismo di principio.
Castellammare deve uscire dal cono d'ombra in cui si trova.
Non dobbiamo aspettarci tutto dal Comune,ma dobbiamo interagire con questi.
Saranno pure inesattezze tecniche ma resta il fatto che l'allevamento dei tonni doveva essere il volano per creare lavoro nel nostro paese. Tutto questo non è accaduto se non per pochissimi castellammaresi che ora si ritroveranno di nuovo senza lavoro.
Gli stessi politici che li hanno voluti fortemente ora dicono che non sono più un bene per il paese.
Pochissimo inquinamento (sarà pure vero) ma cozza con l'idea di turismo che vuole invece il nostro mare pulito e fruibile da parte dei turisti per tutti i giorni dell'anno. Questo va sicuramente preceduto dalla costruzione o dalla rimessa in funzione di un dignitoso depuratore e da una campagna seria di rispetto verso il mare.
Campagna rivolta anche agli stessi pescatori che dimostrano molte volte di non rispettare la stessa fonte che gli da sostentamento.
Inoltre vi invito a visionare il film documentario "Cry Sea" del 2007 che oltre a denunciare le enormi quantità di pesce pescato da 500 hyper-tecnologici pescherecci europei nei mari del Senegal, previo accordo tra la Comunità Europea e il governo Senegalese stesso, per i mercati d'Europa, lasciando nella fame e nella miseria 15.000 piroghe che tutti i giorni cercano di pescare quanto rimane e di nutrire 600.000 persone che vivono nello stato dell'Africa Occidentale, denuncia tutti i tipi di allevamento marini, tonnare e tonnare volanti come prima causa dell 'estinzone del pesce stesso.
Tutto questo per che cosa?
Per il piacere di andare in pescheria ogni giorno e avere a disposizione tutti i tipi di pesce che ognuno di noi desidera.
Si dovrebbe ritornare alla vecchia abitudine di recarsi n pescheria e chiedere come si faceva una volta:
" Cosa c'è di buono oggi?".
Lungimiranza, cara signori, lungimiranza è quella che ci vuole prima di mettere sotto pressione e sfruttamento il nostro pianeta, abbinata ad una seria e rigorosa programmazione per assicurare il bene di tutti.
Posta un commento