“Ignazia” è il nuovo romanzo di Enzo di Pasquale, suggestivo, assolutamente godibile, da leggere tutto d’un fiato. Ambientato sull’isola di Marettimo, l’ultima delle Egadi, con le sue notti avvolte nel silenzio rotto solo dalle onde che schiaffeggiano la costa. In una comunità che vive della pesca del tonno con la magia di un’isola dal nome odoroso di mare e il paesaggio pittorico e fiabesco di un racconto incentrato su un unico personaggio femminile: Ignazia, per l’appunto.
LA STORIA: La storia di Ignazia parte dal padre che, dopo pochi anni s’imbarca per l’America in cerca di fortuna, si risposa e si arricchisce. La bambina intanto cresce e con innata vitalità e misteriosa saggezza anima la vita dell’isola. Osservando le iscrizioni sulle lapidi impara a scrivere, divora i libri con estrema curiosità, calcola direzione e velocità delle correnti marine. Tiene la corrispondenza con i mariti oltreoceano, istruisce i bambini e con fare quasi magico risolve contrasti familiari. Fin quando dall’America arriva l’eredità del padre e con essa, finalmente, una scuola per i marettimari. E un bel giorno, sull’isola, approda anche un maestro che escogita per i suoi quattro alunni un nuovo gioco: lanciare una bottiglia in mare con un messaggio per i bambini di un’isola sconosciuta che ritorna sempre indietro con una risposta. È la scoperta di un mondo oltre Marettimo. Come un folletto benevolo Ignazia continua a tessere trame incantate per il suo piccolo regno, finché il destino la riconsegna, secondo un’usanza del luogo, alle acque dell’isola. Scandita dalla vita del mare, dall’eco degli eventi del continente e del nuovo mondo – il passaggio della cometa di Halley, la guerra, lo sbarco sulla luna – questa storia intreccia personaggi fiabeschi e reali, ancorati a una terra aspra che evoca la nostalgia propria delle cose lontane, perdute. “Ignazia – scrive federico Ligotti sul Corriere di Roma - va letta sorseggiando Bianco d’Alcamo. Se c’era del marcio in Danimarca, c’è del pesce in Sicilia e ci sarà del successo, assicurato, per Enzo Di Pasquale”.
Fabio Barbera
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