lunedì, marzo 11, 2013

Cronache dall’inferno


Il nostro è un paese a prova di turista. Proprio così. In giro per il paese si possono ammirare enormi macchie scure che impregnano il terreno, i muri, le case, i portoni. Siamo un paese violentato dal fuoco. Non mi riferisco soltanto a quello estivo che ormai ripetutamente divora ettari ed ettari di boschi uccidendo la fauna locale, nell’indifferenza più totale. Questo, purtroppo, non importa a nessuno. Allo stesso modo, le enormi macchie di bruciato, di plastica, gomma, non importano a nessuno. Dopo qualche giorno ci facciamo l’abitudine. Diventano parte del quotidiano, della vita di tutti i giorni. Sono parte delle strade, del marciapiede, della nostra vita. Gli incendi dolosi che da mesi stanno soffocando il nostro meraviglioso paese, hanno sicuramente preoccupato i cittadini e lasciati spesso sgomenti davanti a quelle auto sventrate dalle fiamme. Ma dopo qualche giorno, dopo la rimozione dell’auto, cosa rimane? Una macchia nera che muta definitivamente la morfologia delle strade. Non sempre è facile parlare e raccontare la cronaca di questi atti criminosi. Soprattutto non è facile trovare un filo conduttore che lega questi eventi, spesso in rapida successione e sempre più violenti, che trasformano Castellammare in un inferno di fuoco, lasciando un segno indelebile nelle coscienze di molti. Invece è facile vedere turisti che fotografano queste strane macchie scure sparse per la città.
Il turista si sa è affascinato da queste attrazioni. Specialmente se prima di venire a Castellammare è passato da Palermo.
Proprio a  Palermo la situazione, ormai da tempo, sembra essere diventata una routine. Palermo è famosa per i suoi cassonetti bruciati, tanto che ormai passando per le strade di molti quartieri troviamo muri e strade completamente divorate dalle fiamme. Addirittura si possono chiaramente distinguere i tanti strati, magari identificando incedi meno recenti e più recenti. Ma la particolarità non è solo questa. Infatti nel famoso quartiere Ballarò, c’è qualcosa di unico, che non è facile vedere in altri posti. Camminando per le strade che scendono nella piazza principale, possiamo trovare un’infinità di motorini distrutti dalle fiamme ma non solo e buttati in mezzo alla strada. Sembrano scheletri, carcasse di animali morti da tempo. Trasmettono un senso di malinconia ma nello stesso tempo di stupore. In tutto gli angoli delle strade trovi queste carcasse di motorini magari rubati e depredati di tutti i pezzi, lasciando sul posto solo il telaio e qualche rottame. Purtroppo non è un racconto di fantascienza, quando vedi un turista che fotografa questo scempio, per un momento lo pensi pure, ma si tratta della realtà. La gente del posto non ci fa più caso, per loro è diventato un’abitudine, la quotidianità. Fanno lo slalom con le auto per schivarli senza stupore, ma con rassegnazione. Parcheggiano in doppia fila o in posti dove non si dovrebbe perché il parcheggio è occupato da qualche resto di motorino. Scendono dal marciapiede per evitare qualche pezzo con una tranquillità estrema, come se nulla fosse. Quindi ormai, sono entrati a far parte della comunità, del quartiere stesso, fanno parte della strada, e nessuno si è mai preoccupato di toglierle, giammai a denunciarli alle autorità competenti. Tornando al nostro caso, per fortuna non abbiamo carcasse in giro per il paese, ma il segno indelebile del fuoco sulle strade. Come rimane il segno in ognuno di noi, almeno nei castellammaresi che hanno a cuore il proprio paese.
Sperando che il turista non si fermi ad osservare una porta divorata dalle fiamme ma piuttosto rimanga affascinato dai nostri magnifici posti.
Emanuel Butticè

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