giovedì, agosto 26, 2010

I “giovani” di oggi… una generazione in attesa

Io mi chiedo se la “classe dirigente” si è mai messa al posto di un giovane qualunque, uno di questi nati tra il 1975 e il 1990....
Proverò a esprimere la vita e le sensazioni di queste persone brevemente...allora sei nato e da piccolo non vedi l’ora di diventare grande, vedi che i tuoi genitori e i tuoi nonni sono delle persone che stanno bene, cioè è una società in cui si vive bene, tu hai 5/6 anni e vedi che l’Italia offre la possibilità di potere vivere dignitosamente, magari speri di fare il pompiere o l’astronauta, poi pian piano cambi idea, vuoi fare il medico, o magari il notaio o forse l’avvocato, e la società te ne offre comunque la possibilità...allora nel frattempo ti ritrovi a 19 anni, hai finito il liceo e, che tu sia bravo o meno (cosa irrilevate nel 2010), visto che le possibilità di impiego sono minime, decidi di andare all’università, anche perchè ci vanno tutti.... e allora hai aspettato di diventare grande, ma a questo punto ancora non ti senti grande, e pensi che tutto migliorerà, allora inizi ad aspettare la laurea, c’è chi studia a tempo pieno e chi lo fa a tempo perso, ma tutti aspettiamo la laurea... allora quel fatidico giorno di Luglio la tua attesa è finita (o almeno pensi!) perchè hai raggiunto il tuo scopo: sei dottore. Ma la cosa peggiore è che il giorno della tua laurea è il primo giorno di disoccupazione, e allora lì inizi ad aspettare un lavoro, sai uno di quelli da 2500€ al mese che possan ripagare i tuoi studi, ma quest’attesa inizia ad esser lunga; nel frattempo incontri una ragazza, sai una di quelle che ti fa battere il cuore e che dici: -Magari è quella giusta-, e lì alla prima si aggiunge un’altra attesa, l’attesa del matrimonio per “sistemarsi”, ma senza un lavoro non ti puoi sistemare...la ricerca del lavoro magari, ad un certo punto, va a buon fine, ti fa trovare un lavoro a tempo determinato (e anche a lei magari), ma c’è un problema, sei a 1300 Km da casa tua! (e magari a 1500 da casa della tua lei!) Ma non fa nulla, c’è solo questo, ci vai, nella speranza che, un giorno, ti assumano a tempo indeterminato e che magari ti trasferiscano vicino casa...allora arrivi, inizi a lavorare, non conosci nessuno, ma sei in attesa, in attesa di un contratto migliore, di avvicinarti a casa, e a quella ragazza di cui parlavamo prima, tanto ancora sei giovane, hai solo 30 anni...ma aspetti, aspetti aspetti...
... il problema è che a questo punto io non conosco la fine della storia, se alla fine vissero tutti felici e contenti oppure no...
quello che oggi so è che io di quest’attesa sono stanco! Sono stanco di essere giovane e di vedere della gente che viene definita giovane fino a 35 anni! E, a 36 anni invece è definita troppo vecchia per essere assunta! Sono stanco di aspettare!! Ma perchè nessuno se ne rende conto? Perchè ci chiedono 40 anni di contributi se non ci danno alcun impiego prima dei 38 anni? Perchè continuano a prenderci per il culo dicendoci: -Tranquillo! Alla fine ce la farai, basta aspettare tanto sei ancora giovane...- ?!
Io penso che stiamo pagando la bella vita dei nostri padri e dei nostri nonni, e non ci credo più alle belle storielle del vissero felici e contenti, io vorrei solo che si mettessero un pò al nostro posto e capissero che anche noi vogliamo una vita NON IN ATTESA, ma una vita attiva, una vita con una famiglia, un lavoro e dei figli, una vita normale come quella che loro hanno avuto la possibilità di vivere, e con loro intendo i grandi, quelli per i quali siamo dei ragazzi anche a 35 anni; forse se ci guardassero come degli adulti ci tratterebbero come tali!!
Allora smettetela di chiamarci ragazzi, e fateci vivere una vita!
Pensate sia chiedere troppo?
Nicola Prosa
(“ragazzo” di 26 anni che vive esattamente a 2387 Km da casa)

55 commenti:

ile_GD ha detto...

Impavido. Scatenerai una polemica infernale con questo post (soprattutto con la frase "stiamo pagando la bella vita dei nostri padri e dei nostri nonni"), ti diranno che vuoi tutto e subito, che anche i "grandi" hanno faticato, che i sacrifici li hanno fatti tutti e che devi piegare le corna e andare avanti perché siamo tutti sulla stessa barca e mal comune mezzo gaudio.... quindi lavora e godi!!!

MARTINODB ha detto...

Nessuna polemica, sarebbe fuori luogo. Tantissima comprensione e simpatia, però ho bisogno di capire con chi te la stai prendendo.
Il tuo rimprovero è diretto ai papà e ai nonni che fanno il bello e cattivo tempo perchè si divertono a fare politica senza averne le qualità (soprattutto morali) o ai papà e i nonni che hanno la colpa di non scendere in piazza a protestare e a legarsi alle cancellate?
I papà e i nonni la loro piccola rivoluzione l'anno fatto ai loro tempi (1968 - la situazione era peggiore dell'attuale) e questo ha consentito di migliorare il loro tenore di vita portandolo ad un livello umano e consentendogli di far crescere i figli e i nipoti in modo decente.
Chi ha diretto la politica di questi anni (destra o sinistra che sia) è stato scellerato e non ha saputo prevedere uno sviluppo sostenibile. La scomparsa e la connivenza dei sindacati con gli interessi della classe dirigente ha completato l'opera.
La situazione della vostra generazione è veramente incredibile e mortificante, dal 1968 ogni generazione ha vissuto meglio della precedente e la vostra è la prima che regredisce, ma credo che la colpa sia della mia generazione ma non perchè non scende in piazza (non è più il nostro tempo) ma piuttosto perché, preoccupata di farvi crescere nel benessere, non vi ha spiegato bene che bisognava tenere un occhio sempre attento all'evolversi degli avvenimenti e ad essere pronti a difendere le posizioni conquistate dai papà e dai nonni.
Diciamo che siamo stati un pò tutti distratti ma, con tutta la simpatia e la comprensione, devo dirti che mi sembra un poco ingeneroso il rimprovero che rivolgi alla generazione dei papà e dei nonni, il tuo rancore e quello della nuova generazione deve essere rivolto a chi ci stà trasformando da cittadini in sudditi e questo passa dall'impegno politico che molti giovani hanno delegato ad altri.
Sono sicuro che ci chiarirai meglio con chi ce l'hai.
Un caro saluto.

Nicolò Prosa ha detto...

Il suo commento è molto preciso, allora le dico che io con papà e nonni, non mi rivolgo a quelli che hanno lottato nel 68, ma a quelli che hanno governato, e hanno reso l'Italia il paese che è oggi. Ormai scendere in piazza significa essere visti come quelli che cercano una vacanza! Noi siamo visti come dei "bamboccioni" e questo sta distruggendo la nostra generazione.
Sicuramente le colpe non possiamo darle tutte agli altri...ma noi oggi siamo veramente con le mani legate, e un bavaglio alla bocca e davvero non so come e se ne usciremo da questa situazione...
Nicola Prosa

Nicolò Prosa ha detto...

Il nome papà è nonni l'ho dato perchè tali governanti sono delle generazioni dei nostri padri e dei nostri nonni e perchè, non possiamo negare che sono stati proprio i nostri padri e i nostri nonni a votarli (anche se oggi noi non stiamo facendo meglio).
Ma anche perchè, se oggi l'Italia è costretta a tirare un pò la cinghia è perchè ha vissuto al di sopra delle sue possibilità economiche e io penso che questo lo stiamo pagando soprattutto noi "giovani"

Anonimo ha detto...

Caro Nicola,
sei fortunato a vivere ad oltre 2000 km da Castellammare almeno hai qualcosa pur se precaria e puoi essere qa contatto con mentalità diverse.
Se fossi rimasto quì saresati a ciondolare alla Villa ed a ringraziare per un lavoro ultraprecario.

Quarda che i molti dei danni che la nostra società oggi soffre è causa del 1968.Dal 18 politico all' appiattimento di ogni merito,
tutti eguali scansafatiche e lavoratori.
un saluto e stringi i denti

Castello Libero ha detto...

Ciao Nico, in parte sono d'accordo con il tuo discorso.
E' vero la generazione dei 68ini ha saputo difendere i propri diritti e portare avanti i propri ideali, ma oggi continua a guardare soltanto ai propri diritti e non a quelli dei giovani, basta guardare al fatto che in politica non esiste il rinnovamento ma esiste soltanto la volontà di difendere la propria poltrona con il risultato di avere sempre le stesse facce al potere, e lo stesso avviene nelle Università o negli enti vari etc...
Di contro è necessario puntualizzare che almeno i 68ini hanno avuto il coraggio di difendere i propri diritti ad ogni costo...la nostra generazione non è in grado di farsi sentire o di uscire le palle adesso che è necessario.
Sarò sincero, comincio ad essere deluso dalla mia generazione e penso che forse sia vero quando ci dicono che i giovani di oggi sono vuoti e senza ideali...
Alessio Navarra

Anonimo ha detto...

Caro Nicola,
sono un 68ino che ha visto, conosciuto, incontrato il 68 a Roma pagando di persona le difficoltà del momento.
Ci sono stati passi di miglioramento nella nostra società attuale con le inevitabili difficoltà di una crescita troppo repentina (forse?).
I politici di allora, quelli di dopo, quelli attuali e quelli delle altre nazioni europee (vedi Francia e i Rom) non hanno la bacchetta magica (e non la possiede neanche la Chiesa!).
Tu hai la "fortuna" di essere diventato un "nuovo" cittadino europeo senza dimenticare Castellamare con tutto quello che per te significa.
Questa apertura europea ti arricchisca di nuove proposte, di suggerimenti per i giovani di Cmare, di stimoli di apertura mentale perchè ne abbiamo bisogno tutti e specialmente i giovani. A me dispiace sempre sentire lamentele e quasi mai proposte fattibili.
Cogli il bello, il buono, il giusto che incontri e mandaci le tue piccole o grandi suggestioni di una grande capitale dove vivi, delle università con cui sei in contatto. C' è bisogno di aprirci (oso dire ai più giovani)!
Quindi insisti, osa, spera ... perchè "non abbiamo problemi ma soluzioni da cercare al posto giusto".
Ciao Don Franco

clara ha detto...

nicola! hai descritto la nostra situazione magnificamente! hai reso perfettamente il senso di frustrazione e di sconforto della nostra generazione.
noi guardiamo i nostri genitori e abbiamo la certezza che non avremo mai le loro opportunità e i loro successi e non perchè valiamo meno di loro ma semplicemente perchè abbiamo avuto la sfiga di trovarci in ques'epoca. cosa c'è di più frustrante di questo? e la cosa più brutta è che nonostante i nostri genitori ci vogliano bene non capiranno mai e poi mai la nostra sensazione di sconforto.

Anonimo ha detto...

ho letto la vostra bella idea di contattare lo Scrigno dei Sogni per fare doposcuola un ora il sabato con i loro bambini! Un'ottima cosa, mi spiace non esserci per poter collaborare. Tenetemi comunque informato sugli sviluppi dell'iniziativa. Ciao, Fab

Nicolò Prosa ha detto...

Sicuramente io non rimpiango l'opportunità di potere vivere in una grande città, conoscere gente nuova, nuove idee e incontrare punti di vista assolutamente opposti rispetto ai nostri, sono felice di questo....e penso che tutti dovrebbero fare un'esperienza fuori, ma non di una settimana, ma di almeno 6 mesi, serve a capire che La nostra realtà piccola e spesso confinata non è il MONDO, e questo sicuramente aiuta la persona a relazionarsi con gli altri e fa cambiare punto di vista sulle cose.
Quello che però volevo dire è che noi giovani abbiamo, anzi avremmo, bisogno di avere la possibilità di avere un futuro...

PS Grazie Don Franco, il concetto di cittadino europeo mi piace molto, ed è vero, ci si sente più europei qui che in Sicilia, forse perchè noi siciliani avremmo bisogno di "APRIRCI" un pò di più

Anonimo ha detto...

Caro Nico,
le tue parole danno speranza e spero che alla fine del tuo percorso tu possa tornare a Castellammare per dare uno stimolo ai tuoi amici.

Anonimo ha detto...

L'idraulico no? Eppure si guadagna bene.

ile_GD ha detto...

...e al diavolo l'università, lo studio e tutto il resto...

Anonimo ha detto...

La generazione dei tuoi nonni ha subito il fascismo, la guerra e ha fatto la Resistenza. Quella di tuo padre ha creduto e ha cercato di realizzare, pur tra miliardi di errori, un mondo migliore e più giusto, attraverso il 68 e tutte le varie forme di lotta seguenti. Invece di piangervi addosso e "sputare nel piatto dove mangiate",rimboccatevi le maniche e RIBELLATEVI. Costruitevi il futuro che volete e, spero tanto, non sia quello che permette di vedervi rientrare ogni mattino alle 4,00, magari ubriachi,che non contempli un mondo fatto solo di diritti e nessun dovere, che annulli l'apatia e vi veda abili nel costruire una classe dirigente migliore dalla pessima che ci ritroviamo non certo solo per sola colpa dei padri, che.....ecc ecc.. Se poi stai a 2500 Km da casa pensa a chi è morto in Belgio o in Germania invece che in Argentina o i America senza poter magari rivedere la propria lei alla quale aveva promesso di tornare a riprenderla.

Unknown ha detto...

In pratica, caro Nicola, di che ti vuoi lamentare? Ti sei potuto permettere cose che tuo padre e tuo nonno non si sognavano neppure; hai vissuto in un'epoca "di pace", dove non c'era bisogno di farsi in 4 per un tozzo di pane; hai studiato grazie al sostegno della famiglia, da perfetto mantenuto; sei andato all'estero per fare il ricercatore, mica il minatore come la generazione di tuo nonno; torni a casa storto all'ora che vuoi, facendo un casino della madonna tanto da svegliare i poveri lavoratori che devono riposare; ti alzi di pomeriggio e te ne vai a bighellonare in giro con i tuoi compagni di merende, con i quali il discorso più serio che si fa è il calciomercato della Juve.
Arrogarti anche il diritto di provare un pizzico di ansia per il tuo futuro suona come uno schiaffo dato (da te e dalla tua generazione) ai padri e ai nonni che hanno predisposto l'ovatta in cui sei cresciuto.
Anche in questo sei solo un ragazzino viziato e capriccioso!
Per cui, stai zitto e va vùscati lu pane!

(Da un ragazzo di 26 anni che vive a 1550 Km da casa e non osa lamentarsi di nulla, ma ringrazia sempre tutti per il mondo dorato e paradisiaco in cui si trova a vivere.)

Nicolò Prosa ha detto...

Al commento dell'anonimo non rispondo neanche, non mi va di LAMENTARMI...ma soprattutto non rispondo perchè questa è la prova che ci vedono come dei ragazzini viziati! Detto questo non voglio continuare...

Per quanto riguarda Vincenzo: non ho capito se il tuo commento è ironico o no, spero di si

Unknown ha detto...

Secondo te?
Certo che è ironico!
Quando sento o leggo certe persone che sostengono che siamo noi giovani che non facciamo abbastanza, mi ritornano in mente tutte quelle occasioni in cui mi sono messo in gioco seriamente (anche in politica) e non ho mai visto nessun vecchiaccio scommettere un soldo su di me e i miei coetanei, ma anzi li ho visti mettersi di traverso, rifilare colpi bassi o creare ostacoli per evitare che un pugno di ragazzini "ingenui ed inesperti" potesse scalzarli.
E poi li devi pure ringraziare perchè ti hanno creato un mondo ovattato dove hai tutto, fuorchè la possibilità di contare qualcosa prima dei 50 anni, di poterti mettere alla prova per raggiungere obiettivi soddisfacenti (non i soliti contentini) senza essere ostacolato da gente con catetere e bombola d'ossigeno aggrappata con le unghie al ponte di comando.
In questo paradisiaco mondo ovattato che abbiamo ereditato, fino a 50 anni sei un giovane con poca esperienza che deve farsi le ossa, poi diventi di colpo un rottame che non serve più! Ovvio che la posizione che hai raggiunto a 50 anni la difenderai come puoi da chiunque... ma se è così è solo colpa delle nuove leve, troppo apatiche e mollicce per lottare seriamente!

clara ha detto...

l'anonimo sopra non ha capito un cavolo della situazione in cui ci troviamo.... non abbiamo nemmeno la metà delle possibilità che hanno avuto i nostri genitori...noi che colpa ne abbiamo???? e per essere precisi per me essere mantenuta non è sinonimo di stare nell'ovatta anziiii! è umiliante e mortificante!

Nicolò Prosa ha detto...

Ma secondo me già solo il fatto di non avere il coraggio di firmare le proprie idee ti fa capire che tipo di persona è il commentatore, per me, a prescindere, un anonimo non merita risposta, quindi Claretta, non ascoltare neanche le idee di uno che ha paura di mostrare quello che pensa...Che tipo di persona è?

Anonimo ha detto...

Avete
- il triplo delle possibilitá dei Vostri nonni costretti a subire ogni tipo di angherie e non solo mafiose;
- il doppio delle possibilitá dei Vostri padri che usciti da una guerra hanno dovuto spaccarsi la schiena per ricostruire quanto perduto;
- oggi sta solo a Voi darvi da fare.
Avete possibilitá inimmaginabili,
ovvio che sta a voi cercarle e coglierle.
State certi non vi cadranno in bocca.
Certo che se non volete uscire da Castellammare e dintorni ed andare fuori il vostro futuro non é molto roseo.
se poi volete tutto e subito allora é nero.
Lamentarsi é bello,ma si puó fare anche come sfogo mentre ci si dá da fare.
Anonimamente Vostro

Roberto ha detto...

carissimo Anonimo, inizio il mio commento citando la tua ultima frase

"Lamentarsi é bello,ma si puó fare anche come sfogo mentre ci si dá da fare."

Ebbene la maggior parte di coloro che hanno commentato questo articolo, sono giovani che si sono già laureati, o stanno per farlo, o sono nel bel mezzo dei loro studi (come il sottoscritto); insomma, siamo tutte persone che stanno cercando di costruire poco a poco il loro futuro professionale, personale e umano, facendo sacrifici (pensiamo a chi è costretto a emigrare per lavorare...) e avendo la fortuna di avere alle spalle una famiglia che possa sostentare gli studi. Insomma, siamo persone che ci stiamo dando da fare... e mi sembra quanto meno normale arrogarsi il diritto di lamentarsi vista la situazione italiana.
Tagli di fondi all'università e alla ricerca, distanza siderale fra mondo universitario e realtà lavorativa, sistema scolastico e universitario regredito e obsoleto, se comparato con la media degli altri stati membri della UE... e l'elenco potrebbe tranquillamente continuare, ma preferisco fermarmi qui per non deprimermi ulteriormente.

E poi dici che non dobbiamo lamentarci? Ti porto ad esempio la mia situazione personale: ho 22 anni, sto per iniziare il mio 4° anno di studi in Giurisprudenza, nella più rosee aspettative a 25 anni sarò laureato. E dopo che mi aspetta? 2 anni di praticantato in uno studio legale che, naturalmente, non mi sborserà il becco di un quattrino (tradotto: lavoro aggratis), esame di abilitazione ai limiti del reale e poi FORSE, ai 27-28 anni, potrò fregiarmi del titolo di avvocato e iniziare a lavorare. Questo significa che prima di quell'età (e ripeto, sempre che vada tutto per il verso giusto) dovrò essere mantenuto dalla mia famiglia; e fidati, come già ha detto Clara, questa è la cosa più brutta per un giovane.
E tutto questo mentre in Spagna (porto ad esempio questo paese perchè ho avuto la fortuna di vivere là negli ultimi mesi) i miei coetanei laureati in Lettere/Lingue/Psicologia/Scienze della Comunicazione già sono inseriti nel mondo del lavoro, e gli altri che studiano Architettura/Economia/Giurisprudenza svolgono master di specializzazione pagati con le borse di studio che i loro atenei mettono a disposizione.

E queste sarebbero le possibilità che abbiamo noi giovani? Mah...

Unknown ha detto...

L'"anonimamente nostro" forse dovrebbe rivedere il presupposto di partenza; da ciò che scrive si evince che parte dall'assunto che i giovani stiano tutti seduti sotto il famoso albero di fichi a rigirarsi i pollici, aspettando che il famoso frutto caschi dritto in bocca.
Non è esattamente così.
Studiare all'Università non è affatto una scelta fatta tanto per riempire il tempo - magari non per tutti, ma sicuramente per i più - bensì è un investimento sul nostro futuro, che ci costa impegno e fatica. Ancor più quando, come per il caso di Nicola, si è scelto di proseguire gli studi per conseguire il titolo accademico più alto, definito di alta formazione universitaria (terzo livello), cioè il Dottorato di Ricerca.
Lo sfogo qui è fatto, per l'appunto, proprio da gente che si da molto da fare, ma che non vede riconosciuto il proprio impegno e la propria professionalità.
Non è affatto raro vedere gente con una formazione altamente qualificata che a quarant'anni si ritrova a fare il precario per 1000€ al mese (quando è fortunato...), ma sta divenendo progressivamente la prassi.
Allora, se ancora non è il momento di raccogliere i frutti della semina, si può sapere quando arriva questo momento? O forse, spostandolo sempre un pò più in là, questo momento non arriverà mai?

Anonimo ha detto...

OK prendo atto che siete persone che studiano ad alto livello e che avete voglia di fare. Ottimo
M parliamo seriamente Scusa ma a chivolete dare la colpa?
-Ai vari governi succedutesi,
-al 18 politico,
- all´appiattimento dei meriti
-ai partiti politici,
-a chi non ha voluto preparare e dare una universitá seria.
Se siete quarantenni precari o impegnati nei dottorati di ricerca spero che non vogliate dare la colpa al solito Berlusconi.
Saluti anonimi

Unknown ha detto...

Io credo che il discorso sia molto più ampio ed investe interi settori sociali, in particolare il mondo del lavoro e della politica. Le cause di ciò risiedono più in generale nella cultura italiana; la politica o l'economia fanno soltanto da cartina di tornasole. Basta andare a vedere quanti anni hanno i leader politici di tutti gli schieramenti... il più giovane ha 50 anni! Nel resto d'Europa i Premier (che sono al culmine della carriera politica) hanno mediamente 45-50 anni, da noi gli ultimi 2 che si sono avvicendati ne hanno 74 a testa! Per non parlare dei dirigenti delle aziende italiane... il giovane e rampante a.d. di Fiat Group, Sergio Marchionne, ha quasi 60 anni e messo accanto ai suoi colleghi di altre aziende è un tenero virgulto.
Ma questo fenomeno si ritrova anche nelle piccole comunità: quante persone trovate sotto i 35 anni che dirigono uffici, dipartimenti, enti pubblici o che amministrano Comuni, Province e Regioni? Pochi. E non perchè non ci sono abbastanza giovani con le potenzialità e i titoli per ricoprire incarichi di responsabilità; semplicemente perchè "Ancora non è ora, non hai abbastanza esperienza. Impegnati, datti da fare e aspetta paziente: le soddisfazioni prima o poi arriveranno."
La cosa triste è che anche i giovani cominciano a convincersi di non essere ancora pronti per fare alcunché. E quando qualcuno prova a farsi spazio tra i matusalemme, oltre a dover fare a cazzotti con loro per schiodarli, si ritrova a dover convincere anche i coetanei che non sempre l'efficacia, l'efficienza e lo sviluppo sono direttamente proporzionali alla quantità di capelli bianchi sul cranio di chi dirige.
Dopo di ciò, c'è tutto il capitolo riguardante il rapporto tra livello di formazione e retribuzione. Spesso ci si ritrova a definire fortunato l'amico che, con una laurea specialistica in mano, guadagna 18000€ lordi l'anno e ha un contratto a tempo determinato di 18 mesi...
Ma la colpa è nostra, che stiamo qui a lamentarci piuttosto che rimboccarci le maniche e darci da fare, vero?

Anonimo ha detto...

Ci sono 60enni senza capacitá come 35enni egualmente senza capacita´.
Jaki Elkan presidente Fiat(giovane,msa ha ereditato da papá)
lascia guidare il gruppo da Marchionne 60enne ma con le palle.
Certo avere un padre con una attivitá avviata é bello,non devi faticare a sgomitare,ma devi avere un minimo di intelligenza,in caso contrario alla lunga o alla breve sparirai,dspecie con i tempi di oggi.
Dato che siete nei blog e vari,Bill Gates,i proprietari di google,tiscali,gli inventori di videogiochi,i programmatori sono tutti giovanissimi o lo erano quando hanno fatto il primo milione di euro o dollari.
Quindi non generalizziamo.
Se poi parli della tua interrotta carriera politica é un altro discorso.
Vero sino a ieri ed in sicilia anche oggi sono tutti o quasi tutti vecchi o spalleggiati da vecchi.
Forse il nostro governo é quello che annovera piú giovani di tutti,e non parlo dei 50enni(che poi non sono tanto distanti dai 45enni europei)ma di veri giovani dai 25 ai 35 anni.
Anche l´opposizione vanta bravissimi giovani(renzi et altri) che parlanoin modo diverso dai soloni precedenti che hanno distrutto una sinistra.
Non fare di tutta unérba un fascio io preferisco il "Vecchio" Chiamparino al giovane "Caruso"
Forse sei nato troppo presto.
Oggi gruppi di giovani(spero anche a Castellammare) senza preconcetti o paraocchi si sta formando non su posizioni politiche,ma su posizioni pratiche senza contrapposizioni di principio(quello fatto da destra é sempre sbagliato e viceversa).
Parlare di problemi pratici del posto e non di astratterie convince la gente e fa apprezzare chi li risolve e questo é il principio della fine dei tromboni che saranno giustamente trombati

Anonimo ha detto...

Formazione buco nero della Sicilia.
Soldi buttati

Anonimo ha detto...

Giovani ai posti di comando?
Politica:Meloni,Gelmini,,Renzi ,Bocchino,et un altro paio di giovani donne nel PD.
(evitiamo battutr ovvie)
industria:Marcegaglio(giá pres. giovani industriali),Matteo Marzotto,Colannino junior,Jaki Elkan etc.
- Libere professioni : Giulia Bongiorno.
Sono numerosi i giovani anche nelle amministrazioni pubbliche vedi il citato Renzi Sindaco di Firenze,nelle Province,negli uffici pubblici etc.
Alcuni sono scansafatiche da prendere a calci altri operano per migliorare ed incidere sulla attuale societá.
Il problema precari ed esuberi che oggi é visibile ed acuto é stato un accumularsi di decenni di mala politica e di menefreghismo anche dei politici

Nicolò Prosa ha detto...

Date un'occhiata a questo link...

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/06/20/trentenni-emigranti-rinati-

clara ha detto...

wow! quanti nomi hai detto ben 9!!!
sconvolegente perchè non elenchi tutti i vecchietti adesso... vediamo quanto tempo ci metti.
comunque anonimo mi dispiace dirtelo ma non hai capito una mazza... ci si sta allontanando dal problema, qui non stiamo parlando di quanto ci si lamenta e in che modo qui volevamo esprimere tutta la nostra preoccupazione per la situazione attuale.
è vero anche i nostri genitori e nonni hanno avuto difficoltà ma poi tutti sono riusciti ad assicurarsi un futuro, noi invece denunciamo il fatto che anche gente che si sta facendo in quattro, allo stato attuale, non ha alcuna prospettiva. è vero siamo fortunati i nostri genitori ci aiutano, ma è una magra consolazione dato che per quanto mi riguarda io vorrei tagliarlo molto volentieri questo cordone ombelicale.
voglio farcela da sola, ma.... adesso non è possibile e questa impossibilità non dipende da me (sono laureata e in più ho fatto un corso di formazione) ma dipende dalla società in cui sono nata.

comunque dai tuoi discorsi si evince che hai più di 45 anni. :-D
se ne avessi di meno non parleresti mai così. Forse chi non ha la nostra età non ha proprio il diritto di parlare perchè non può capire.

Anonimo ha detto...

Il link é la riprova fdi quanto detto.
Ci possono essere casi singoli e non é detto che tutti rinascano.
Un dato é incontrovertibile,chi resta e non si dá da fare é segnato e non deve dare la colpa a nessuno.
Spero che i trentenni rinati tornino nel loro paese per far capire ed operino con le persone serie ad effettuare i cambiamenti.
Nessuno ha la bacchetta magica e certe situazioni incancrenite richiedono tempo e vera volontá.
Lamentarsi e non cominciare a fare lascierá guai ancora piú grandi ai futuri castellammaresi ed agli italiani in generale

Anonimo ha detto...

Capi coglioni e baroni ci sonp dappertutto e se uno decide di sandare a fare il Prof. in svizzera a 3000 chf buon per lui.
al cambio di ora soni circa 2200-2300 euro.
Deve peró fare il pendolare ,abitare e mangiare in Italia in Italia e in caso contrario gli resta meno che prima

MARTINODB ha detto...

Attenta Clara, non dimenticare che i blog sono nati per far parlare tutti.
Si può contestare e ribattere ma io toglierei la parte della frase che ho messo fra parentesi.
Suona meglio.

Forse chi non ha la nostra età non (ha proprio il diritto di parlare perchè) non può capire.

Suona sicuramente meglio.

Avete ragione ad essere pessimisti e un poco meno a prendervela con chi quella sensazione l'ha subita e poi fortunatamente superata.

Vito faz ha detto...

Naturalmente è chiaro che Clara intendeva con quella frase che chi già ha un lavoro fisso trovato anni fa in altri contesti non si rende conto delle nostre quotidiane difficoltà a trovare un lavoro. Chi non si trova nelle nostre situazioni non sa quant'è brutto quando mandando il proprio curriculum non si riceve risposta o peggio ancora gli si viene proposto un lavoro di 12 ore al giorno essendo messo in regola come lavoratore part time (quando si è fortunati) e venire pagati 400-500 euro. Dopo anni e anni di studio, soldi spesi per studiare e mancate entrate di stipendi che si sarebbero potuti percepire negli anni universitari evitando di farsi il mazzo per poi non ricevere nessuna offerta di lavoro oppure un offerta addirittura peggiore rispetto ad un normale lavoro dove non è neanche necessario il diploma.

Anonimo ha detto...

Non prendiamo ad esempio Spagna o Grecia per favore.Forse non avete sentito quello che accade in quei paesi.
Sulle nostre Universitá e non da oggi vige lo sfacelo piú completo e forse dico forse si sta cercando di porvi rimedio.
Prima dell´universitá vi é la scuola anche quella quasi allo sfascio e non da oggi.
Voi avete forse appena finito le superiori e vi siete accorti quanto bassa sia la vostra preparazione se avete la fortuna di studiare fuori Sicilia.
Andate con la mente a quei tempi;forse avete avuto prof. scadenti,ma vi faceva comodo cosí.
Finiamola con la lagnosia dei"grandi" che non ci capiscono!
Dimostrare che ci si puó fidare di voi.
Oggi ci sono molte piú possibilitá per giovani che vogliono.
Forse non avete mai sentito parlare dei programmi ERASMUS che permettono a migliaia di giovani di prepararsi una vita lavorativa .
Se avete sentito i TG odierni l,il 27 % solamente sceglie le facoltá che darebbero futuro quasi sicuro,mentre la massa sceglie facoltá che danno una laurea e basta.
Quanti di voi laureati in legge hanno chiesto di fare stage comunitari presso studi legali europei per conoscere il diritto degli altri paesi.
Siamo in Europa e diventerá una necessitá conoscere le leggi e le procedure degli altri europei.
Ottimo che almeno si sappia contare sino a 9.
Si potrebbero riempire pagine di nomi di persone che hanno sfondato.
I problemi non sono arrivati solo oggi,esistono da una trentina di anni.
Certo io non capisco,ma vorrei sapere a chi attibuite la "colpa" della situazione attuale dei giovani?
I sessantottini accusavano le passate generazioni e non il governo "di non capirli",poi quando é toccato a loro dimostrare le proprie capicitá sono miseramente o quasi falliti.
Ora si prendono le colpe dai loro figli.
Saluti

Vito faz ha detto...

Io questa differenza di preparazione non l'ho notata. Anzi.
Rispondo per le rime: Ben 3 di noi hanno fatto o stanno facendo il progetto erasmus, altri 3 hanno fatto o stanno facendo il progetto Leonardo, altri hanno fatto altre esperienze di studio all'estero! Le basta?

Anonimo ha detto...

Allora di cosa andate cianciando e lamentandop.Almeno 6 hanno avuto le possibilitá.
se avete avuto i mezzi per emergere sta a Voi emergere e certo purtroppo non restanto a Castellammare e dintorni.
A castellammare non avete nessuna possibilitá a meno che non troviate qualcosa di nuovo da fare e basandovi sulle vostre capacitá,a meno che non vogliate copiare quello che altri fanno.
I 6 erasmati e leonardati cosa fanno ? Stanno a Castellammare ed attendono un posto alle Poste,in ferrovia o in regione?
Lo sapete che le industrie girano per le universitá per accaparrarsi i migliori studenti.?
Oggi vi é piú concorrenza di allora quando bastava sapere 2 parole di inglese per essere privilegiati.
Oggi inglese e computer sono il minimo per non essere scartati.
Perché migliaia di ingegneri,medici,infermieri indiani o vengono assunti in europa dalle varie ditte.

Unknown ha detto...

Il problema sta proprio lì: studi all'università, accresci il tuo bagaglio culturale facendo esperienze all'estero, poi magari fai anche un master e alla fine, quando cerchi lavoro, ti offrono ugualmente una retribuzione da 5° livello metalmeccanico (1200€ al mese) per fare un lavoro altamente qualificato. E ti ritieni pure fortunato.
Si badi bene che questo succede a Torino, a gente laureata presso il prestigioso Politecnico, unanimemente riconosciuto come uno dei migliori atenei italiani (con aziende tipo Fiat Group, Gruppo Piaggio, Lavazza, Alenia-Finmeccanica, Eni, Enel, Telecom, Gruppo Zoppas che pescano lì dentro).
Il problema sta proprio nel fatto che in Italia, non solo in Sicilia, pur avendo approfittato a piene mani delle opportunità formative, la tua professionalità e preparazione non viene riconosciuta come meriterebbe. Naturalmente, quando le tue aspirazioni si infrangono di fronte a questa situazione, ti chiedi perchè mai hai sgobbato tanto(e speso una montagna di soldi) quando ti ritrovi a guadagnare 100€ in più del tuo amico che, con un diploma tecnico-professionale, di mestiere fa l'operaio. Tanto valeva imparare ad usare una pressa e andarsene in fabbrica...
Inoltre, ci sono professioni che sono molto difficili da svolgere "in proprio"; ad esempio, uno che ha studiato chimica ed è esperto di ricerca in campo farmacologico come fa a "mettersi in proprio"? Dove trova i soldi necessari per lo sviluppo di un nuovo farmaco? E quelli necessari a produrlo? Insomma, se vuole fare il mestiere per il quale ha studiato deve per forza entrare in un'azienda farmaceutica o in un istituto di ricerca pubblico o privato, con il medesimo trattamento umiliante. Altrimenti rinuncia alle sue aspirazioni e si fa assumere in una farmacia, perchè pure quella per metterla in piedi richiede investimenti alla portata di pochi.
Infine, non a tutti piace l'idea di vivere tutta la vita lontano dai posti in cui è nato e cresciuto; il dover per forza scegliere tra una carriera gratificante all'estero, ma lontano da casa (con tutto ciò che implica questa parolina), e una vita da precario sottopagato e sfruttato, nella tua terra d'origine (qui intesa perlomeno come Sicilia), è una cosa che fa rabbia a moltissimi.
Ma guai a lamentarsi! Zitto e lavora... Questo è quello che ci si sente dire sempre.

Ps: per favore, smettiamola con la bugia che il sistema scolastico-universitario del sud dia una preparazione pessima se confrontata con gli atenei del nord. Ho preso la laurea di 1° livello a Palermo (secondo il ministero, fra le 5 peggiori università d'Italia) e fra poche settimane prenderò quella di 2° livello a Torino (Ateneo al terzo posto nella graduatoria ministeriale, dunque virtuoso); la preparazione mia e dei colleghi che hanno studiato a Palermo è stata definita da moltissimi miei docenti QUALITATIVAMENTE SUPERIORE a quella dei colleghi che hanno studiato a Torino. E così è, oltre che per Psicologia, per molte altre facoltà.

clara ha detto...

io dico che l'anonimo o vive su un altro pieneta oppure vive esclusivamente di tg1.
Sei molto lontano dalla realtà e poi l'articolo di nicola era uno sfogo che guarda caso tutti i ragazzi qui sul blog condividono. io non sono appena uscita dal liceo fra un anno avrò trentanni e sia io che tutti i miei colleghi laureati (già da anni) non fanno il lavoro per cui hanno studiato. ma come dice giustamente vincenzo non ci si deve lamentare. zitto e lavora..... se hai un lavoro altrimenti zitto e basta.

Anonimo ha detto...

Andate su google.ch e poi digitate soglia di povertá in Svizzera.
Vedrete che per il singolo é posta a 2200 chf pari 1618 € circa e per famiglia con due figli a 4600 chf = 3383 euro.
Questo vuol dire che la vita costa molto di piú che da noi e non bisogna lasciarsi incantare dalle cifre.
Meglio che non guardate la soglia di povertá in Spagna,Grecia,Turchia,,Bulgaria,Romania etc.
Ovviamente se non ti vuoi muovere o ti hanno consigliato male sulla facoltá da prendere devi purtroppo pagarne lo scotto.
Ti faccio un caso reale:
- dopo 20 anni di insegnamento precario una mia amica rischia il licenziamento!! Gelmini assassina? non direi.
A questa mia amica 17 anni fa venne proposto il passaggio di ruolo e la cattedra libera era a Trento.
Non volle spostarsi e rimanere a casa.
Secondo Voi di chi é la responsabilitá primaria della attuale situazione?
Ognuno é libero di decidere come impostare il proprio futuro,ma se poi sbaglia nelle scelte non puó accusare la societá.
Ci saranno sempre disparitá ma chi vale emerge.
Al dilá della dialettica mi dite cosa pretendete o meglio volete.
Forse se elencate le cose qualcuno ne potrebbe prendere atto.
Nella frase p... pé tutti almeno vi é una indicazione chiara,Voi cosa volete
-Posto per tutti strapagato,
-tutti pagati uguale e tanto,
-auto per tutti,
-villa per tutti,
-yacht per tutti minimo 18 metri
etc

Anonimo ha detto...

Carissima 30 enne et giovani tutti che la circondate,rarissime sono le persone che fanno il lavoro che piace e per cui hanno studiata.Questoa é una cosa incontrovertibile.
Molti prendono la prima lauera che capita,legge,lettere etc per far contenti i genitori e poi pensano che come laureati un posto in Comune,privincia o regione l´onorevole amico te lo trova.

castellolibero@gmail.com ha detto...

La vita in Italia sembra più facile guardandola dall'estero......

probabilmente se io vivessi in Austria anche io scriverei le tue stesse cose....ma purtroppo non è così!

Io ritengo che è un nostro diritto lamentarci, d'altronde la maggior parte di coloro che hanno scritto si sono lamentate soltanto del fatto che la nostra terra non ti da nessuna possibilità di lavorare, almeno che non hai alle spalle dei genitori che ti sostengano nei primi anni in cui tenti di fare il libero professionista, l'unica professione a cui un laureato oggi può aspirare.

non ci siamo mica lamentati che ci hanno diminuito la paghetta!!!!

I concorsi pubblici non li considero neanche.......
anzi no...parliamone: perchè non potrei aspirare a lavorare in un Comune?
perchè un Vito, lauerato alla Bocconi non potrebbe pensare di venire a gestire il proprio comune apportando le sue conoscenze di finanza apprese nella migliore facoltà d'italia?
non lo può fare perchè il suo posto è bloccato da centinaia di articolisti che non fanno una mazza e si fottono lo stipendio!!
gli articolisti di certo non appartengono alla nostra epoca!

Uscendo da tale parentesi, tra i molti forse mi ritengo un pò più fortunato in quanto i miei genitori mi hanno sostenuto pienamente negli studi e mi stanno aiutando anche nella fase dell'avviamento al lavoro, poi ho incontrato un bravo avvocato che mi ha proposto di aprire lo studio con lui!! Tutto perfetto!

Ma mi vien tristezza a pensare che ciò è potutto accadere soltanto grazie all'aiuto dei miei genitori...
se non ci fossero stati cosa avrei fatto?
avrei mai potuto pensare di aprire uno studio?
ancor prima, avrei mai potuto pensare di studiare serenamente e giungere alla laurea? (la facoltà di giurisprudenza di palermo offre la migliore preparazione giuridica fra le facoltà italiane ed è anche considerata una fra le le più difficili)

Domenico Grassa

Anonimo ha detto...

Tragico,
ho seguito l´indicazione anonima:
Soglia povertá
-Italia 2 persone reddito 983,35 (2009)
-Spagna (2005) 598,00
in serbia poi il guadagno medio é di 83 euro mese per vun operaio.
Va ovviamente valutato il costo della vita e gli anmmortizzatori sociali.
Questo peró significa che anche negli altri paesi vi é chi vive in difficoltá,ma non per questo si deve pensare che i governanti lo facciano scientemente

Anonimo ha detto...

I laureati alla Bocconi vengono contesi come il pane.
Probabilmente suppongo Vitofaz vuole restare a Casstellammare.
Scelta personale e da rispettare.
Anche la scelta di quella mia amica di non passare di ruolo pur di rimanere a casa é da rispettare peró poi non se ne possono addossare le responsabilitá agli altri.
Tu sei stato fortunato di trovare una persona che ha apprezzato le tue capacitá,ma la fortuna non bacia tutti e dato che non viviamo in UTOPIA é purtroppo cosí.
Hai toccato con gli articolisti un nodo cruciale,sono la maggior parte abbienti,viaggiano su macchine lussuose ed il piú delle volte non vanno neanche in ufficio per gestire le loro cose.
Tu sei o vivi a Castellammare e quindi li conosci,sai il loro tenore di vita e che non sono dei morti di fame e che talvolta hanno attivitá commerciali lucrose.
Perché dal blog non denunci con nome e cognome tali persone?
Rubano il pane a chi ne ha bisogno ed impediscono l´assunzione di persone meritevoli.
Colpevoli sono anche i loro superiori e tutti quelli che in ambito comunale sanno.
Non si tratta di denunciare mafiosi e rischiare la pelle come Peppino Impastato,si tratta di stanare piccoli sfruttatori che sono protetti solo dai loro superiori e da coloro che sanno e tacciono.
Questo potrebbe essere un compito del Vostro Blog,come Impastato metteva alla berlina i mafiosi Voi col solo rischio di non essere salutati potete rendere un grosso servigio alla comunitá.

castellolibero@gmail.com ha detto...

in realtà non so se la situazione è così per come tu l'hai prospettata, ma se fosse così non avrei nessun problema a denunciare i piccoli sfruttatori!

ma anche nel caso in cui non ci siano sfruttatori la situazione non cambia!
Domenico Grassa

Anonimo ha detto...

Non ho iniziato a parlare io di articolisti che rubano il posto.
io ho invitato ,se vivi a Castellammare, ad evidenziare.
Credo che forser tu non ne conosci nessuno,ma nella vostra cerchia dato che fate politica,ne conoscete sicuramente alcuni che hanno lussuose vetture ed attivitá commerciali.
Non mi far dubitare della vostra buona fede,mi dispiacerebbe farlo

Unknown ha detto...

Ma perchè lei è così polemico?!!!
Ah già vero dimenticavo chi è lei!!!!

Ho semplicemente detto che non conosco alcun articolista che cammina in macchine lussuose o che ha altre attività!!!!
a sua volta neanche i miei amici conoscono tipi di tal genere.

lei conosce qualcuno?

una curiosità ma in Austria esistono gli articolisti?


in caso diverso non avrei alcun problema a denunciarli!

Tuttavia rimango sempre dell'idea che quei posti dovrebbero andare a gente qualificata!

poi se lei vuole fare sempre polemica......

Fabio ha detto...

Approposito di situazione giovanile di instabilità creata ad hoc da una società imprenditoriale (anzi direi "post-imprenditoriale, una generazione fatta da "imprenditori senza portafoglio" che stanno demolendo diritti e lavoro per pagare di meno eccellenze e risorse umane): sono stati finalmente pubblicati i dati che abbiamo raccolto la scorsa stagione per la ricerca sul precariato femminile, una ricerca svolta per conto della Sapienza attraverso la realizzazione di molteplici interviste somministrate a ragazze e donne che si trovano ad affrontare il mondo del lavoro. QUESTO mondo del lavoro.

Personalmente ho intervistato bibliotecarie, giornaliste, commercialiste, autrici televisive, docenti e segretarie e dai dati emerge tanta insicurezza che si ripercuote su tutto.

Dal mio punto di vista emerge anche come la classe dirigente (che da noi fa anche da classe politica, da leggere come mancanza di una legge sul conflitto di interessi) dovrebbe chiedere scusa per quello che ha combinato e continua a combinare col welfare, col sistema lavoro, coi diritti e con le assunzioni!!

La ricerca (su autorizzazione della cattedra) è in pubblicazione su AgoraVox ma se per curiosità volete dargli un'occhiata la trovate anche già a questo link

http://barberafabio.spaces.live.com/blog/cns!A3B5DFE268B24FF4!1371.entry

Saluti e scusate se mi sono dilungato, Fabio

Anonimo ha detto...

Ottio il lavoro di ricerca sul precariato Femminile,
Complimenti a Fabio.
La situazione femminile é ancora piú tragica:
da 20 a 35 anni il 63% é precario
da 35 il 34%
consideriamo pure famiglia,figli,part time resta sempre una percentuale importante.
Probabilmente quel 34% dai 35 anni comprende giovani che hanno lasciato il lavoro per sposarsi e con i figli grandicelli cercano di reinserirsi nel mondo del lavoro.
Anche listruzione é importante il 61% dei diplomati ed il 36% dei laureati.
I lavoratori con istruzione di base purtroppo non hanno problemi,ma pulire pavimenti o altro sottopagati non é di consolazione.
Non é neanche consolatorio che solo il 34% non abbia nessun contratto.

Significativo invece quel 71% che vede nell´estero l´unica possibilitá per emergere.
Ancora complimenti a Fabio.
Cecco Peppe

Anonimo ha detto...

Mia sorella mi faceva notare questo servizio andato in onda ieri sera(sotto troverete il link)...Purtroppo ho avuto l'ennesima conferma che quanto detto da Nicola è un problema che coinvolge tutti i giovani e non solo i lettori di questo blog...se soltanto l'anonimo o chi la pensa come lui riuscisse a comprendere la situazione che noi giovani stiamo vivendo,non ci descriverebbero come tanti bambini viziati senza voglia di fare...Sono le opportunità che ci mancano...Date un'occhiata!
http://www.mtvnews.it/1-storie/lo-sbarco/

Vitalba

Anonimo ha detto...

Se le opportunitá in Sicilia o in Italia mancano é anche sicuramente colpa dei governi succedutesi dal dopoguerra ad oggi,della recessione,dell´euro o di tutto quello che vuoi incolpare.
Peró é un dato di fatto e non ci si puó piangere addosso,ma bisogna andare a cercarsi le occasioni povunque esse siano o dietro l´angolo o ad anni luce.
Leggiti per favore las ricerca di Fabio sul precariato femminile.
Il 71 % delle giovani donne precarie vede nelléstero l´unica via di uscita..
Vitalba o sorella o che per Lei visto che non comprendo fammi capire . Ditemi quello che vorreste fosse fatto,da chi e con quali tempi.
Solo con la chiarezza evitiamo vuote frasi e lamentii che forse irritani i giovani e sono tanti che combattono ogni giorno con i gravi problemi odierni

Anonimo ha detto...

Noi abbiamo detto ai nostri padri:voi non capite i giovani"
ora ce lo dicono i nostri figli a cui i loro figli diranno la stessa cosa e cosí via per ogni generazione.
Prima ci si sente capaci di cambiare il mondo (a Parole) poi al momento dei fatti si cambia impostazione.
L´esperienza dá anche la maturitá si puó essere giá maturi a 16 anni e non esserlo ancora a 70.

Fabio ha detto...

L'intervista vera, genuina e incazzata del padre del ragazzo che si è suicidato gettandosi dal settimo piano della facoltà di lettere di Palermo, pubblicata da Live Sicilia.

E' un altro esempio di come un giocattolo rotto, fatto solo di agognate spintarelle, in cui tentare di far carriera è precluso alle nuove leve precarizzate a vita, può provocare vittime tra i ragazzi sempre più demotivati.

Sarebbe ora di avviare una bella mani pulite 2 e ripulire tutto!!!

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Claudio Zarcone, papà di Norman, suicida a Lettere, dice: “E’ un omicidio di Stato”.

Perchè?

“Era bravo, Norman, era un grande. Si è ucciso per protestare contro il sistema corrotto che se ne fotte del merito. Anzi, lo ghettizza”.

Un escluso?

“Sì, all’Università gli incarichi sono tutti combinati, appattati. Lui era entrato per un paio di rinunce, senza soldi”.

E allora?

“Lo lasciavano fuori da tutto, lo isolavano. Norman è caduto in depressione”.

Cosa faceva?

“Mi ripeteva: papà perché ho studiato tanto? Lavorava”.

Che lavoro?

“Piantava ombrelloni nelle spiagge, un dottorando… Ti dò io i soldi, Norman. E lui: no papà, credo nell’etica del lavoro”.

E lei Zarcone? Lei non è estraneo alla politica, ex collaboratore di Granata…

“Ho smosso tutti, lo scriva. Ho votato in cambio di promesse per mio figlio. Ho inviato diecimila curriculum. Mi denuncino. E’ stato tutto inutile. Mi hanno posato i miei ex amici di An”.

Norman aveva un diario?

“La sua protesta l’ha scritta lì, in quei fogli c’è tutta la sua rabbia”.

E si è ucciso.

“L’hanno ammazzato”.

Anonimo ha detto...

La morte è sempre una cosa tragica e non è bello strumentalizzare il comprensibile sfogo di dolore di un padre.
Chi si uccide per un brutto voto,che per una delusione etc.
La fragilità umana è purtroppo una realtà e ci porta a gesti definitivi.
Rispettare il dolore e la tragedia è un dovere

Anonimo ha detto...

Dopo aver studiato ci dissero: “Ma non lo sapete che la laurea non serve a niente? Avreste fatto meglio a imparare un mestiere!”. Lo imparammo. Dopo averlo imparato ci dissero: “Che peccato però, tutto quello studio per finire a fare un mestiere?”. Ci convinsero e lasciammo perdere. Quando lasciammo perdere, rimanemmo senza un centesimo. Ricominciammo a sperare, disperati. Prima eravamo troppo giovani e senza esperienza. Dopo pochissimo tempo eravamo già troppo grandi, con troppa esperienza e troppi titoli. Finalmente trovammo un lavoro, a contratto, ferie non pagate, zero malattie, zero tredicesime, zero Tfr, zero sindacati, zero diritti. Lottammo per difendere quel non lavoro. Non facemmo figli - per senso di responsabilità - e crescemmo. Così ci dissero, dall’alto dei loro lavori trovati facilmente negli anni ‘60, con uno straccio di diploma o la licenza media, quando si vinceva facile davvero: “Siete dei bamboccioni, non volete crescere e mettere su famiglia”. E intanto pagavamo le loro pensioni, mentre dicevamo per sempre addio alle nostre. Ci riproducemmo e ci dissero: “Ma come, senza una sicurezza nè un lavoro con un contratto sicuro fate i figli? Siete degli irresponsabili”. A quel punto non potevamo mica ucciderli. Così emigrammo. Andammo altrove, alla ricerca di un angolo sicuro nel mondo, lo trovammo, ci sentimmo bene. Ci sentimmo finalmente a casa. Ma un giorno, quando meno ce lo aspettavamo, il “Sistema Italia” fallì e tutti si ritrovarono col culo per terra. Allora ci dissero: “Ma perchè non avete fatto nulla per impedirlo?”. A quel punto non potemmo che rispondere: “Andatevene affanculo! - Torto, Breve storia di una generazione

Vito ha detto...

Oltre la metà dei giovani vorrebbe andar via
Al Sud la maggioranza non espatrierebbe
Il 50,9% della fascia 25-34 anni si trasferirebbe volentieri all'estero. A preoccupare soprattutto la precarietà del lavoro, seguita dalla mancanza di senso civico e dalla corruzione. La stragrande maggioranza dei meridionali non lascerebbe invece mai il proprio Paese, i più insoddisfatti vivono al Centro
..continua su..

http://www.repubblica.it/economia/2011/01/28/news/rapporto_eurispes_2011-11757979/?ref=HREC1-10