venerdì, agosto 23, 2013

Cambiamenti chiede al prefetto di non far chiudere il liceo artistico dell’ I. S. “Mattarella Dolci” di Castellammare del Golfo

Per effetto del D.A. n° 740 del 8 Marzo 2011 a partire dall’anno scolastico 2012/2013, è stato attivato presso il Liceo “F. Vivona” dell’ I. S. “Mattarella Dolci” di Castellammare del Golfo, l’indirizzo di studio Liceo Artistico. 
Per l’anno scolastico 2013/2014 hanno presentato istanza di iscrizione per il Liceo Artistico n° 14 alunni di cui 5 diversamente abili e  il DS dell’ I. S. “Mattarella Dolci” di Castellammare del Golfo in applicazione della circolare del MIUR N. 25 del 29/3/2012 ha richiesto in organico di diritto e successivamente in adeguamento dell’organico di fatto la classe “articolata” Liceo Classico (13 iscritti) e Liceo Artistico (16 iscritti di cui 5 diversamente abili).
Tale richiesta è prevista dalla circolare del MIUR N. 25 del 29/3/2012 e risulta essere senza oneri aggiuntivi a carico dell’amministrazione, poiché l’organico dei docenti utilizzati è quello del Liceo Classico integrati dai docenti delle discipline di indirizzo del liceo Artistico già di ruolo nella scuola.
Tale richiesta non ha avuo il dovuto seguito, per tanto Cambiamenti ha scritto al prefetto affinchè si attivasse per non far chiudere l'indirizzo artistico dell'istituto scolastico castellammarese.

Vi pubblichiamo il testo della lettera.

Egregio Prefetto


Non so se basteranno lettere ed appelli per salvare una scuola, ma spero che se leggerà capisca che in fondo non si tratta di salvare soltanto una "scuola", ma il livello culturale di un´intera zona, la formazione del pensiero di un´intera zona, l´attaccamento di intere generazioni giovanili alla "loro" zona. Questo non potrebbe essere mai più garantito, se i giovani che volessero iscriversi ad un liceo Artistico fossero costretti a recarsi in città o altrove, senza considerare che, lo ammetteremo se siamo onesti, molti sarebbero semplicemente obbligati a cambiare indirizzo scolastico.
Possiamo solo sperare. Sperare che non venga spenta un´altra luce, in tempi già assai oscuri di loro.

Mi dispiace vedere che il liceo Artistico sta facendo la stessa fine di quello che era il popolo italiano, con annesse storia e cultura, ormai incamminato sulla via di una estinzione a tempi da primato. Estinto il popolo, estinti anche i suoi problemi. Del resto, come diceva Eraclito (o Cratilo, o Simplicio), «tutto scorre» e il mondo è in continuo divenire. Pare che ormai siamo rassegnati a questo ineluttabile destino. Non abbiamo più punti di riferimento, siamo sempre più confusi. Ignoriamo sempre di più la nostra storia, abbiamo perduto qualsiasi visione prospettica. Non sapendo da dove veniamo, non riusciamo neppure a capire dove siamo diretti. Ci stiamo confezionando false mete e falsi idoli ad ogni piè sospinto, come la finanza creativa, l'economia basata sulle speculazioni di un mercato borsistico folle e lanciato come un bolide verso il precipizio, che vive di allucinazioni collettive, di «spread» e di «future», che prescinde totalmente dal valore intrinseco delle cose e dal valore del lavoro e dell'ingegno dell'uomo. Sono tutte cose destinate a portare sfortuna. Di sicuro, dopo questo delirio, verremo riportati alla realtà, ma quanto ci sarà costata questa obnubilazione?
Dicevo prima dei punti di riferimento. Mai come in questo momento storico essi ci possono aiutare a decidere la rotta. Siamo giunti, in pochi anni, nell'era della comunicazione globale. Con la Rete, o il World Wide Web, la «ragnatela globale», abbiamo abbattuto le barriere dello spazio e del tempo nella comunicazione, in maniera impensabile solo pochi decenni fa. Il flusso di dati e di informazioni è enorme e ora come non mai è importante discernere tra ciò che è virtuale e ciò che è reale, tra una cosa vera e una sua parvenza o un suo ologramma. Come non mai prima d'ora, è importante la formazione di una capacità critica, della capacità di vedere le cose da varie angolazioni, di percepirne le sfaccettature, di comprenderne l'essenza, cioè la capacità prima di analisi e poi di sintesi, di scomporre le cose nei loro elementi costituenti, ma poi anche di ricomporle secondo il giusto ordine, la capacità di osservare in prospettiva temporale e storica. Sviluppare queste capacità richiede applicazione, studio, impegno, bisogna sfidare se stessi. Ma oggi la voglia di studiare e di mettersi alla prova non è di molti. I più scelgono percorsi meno accidentati, strade meno impervie. Alcuni hanno scelto il Liceo Artistico.

Il liceo Artistico di Castellammare è destinato a chiudere per due motivi. Il primo risiede nell'applicazione delle vigenti rigide normative sui numeri necessari per la formazione delle classi, e francamente è quello che mi preoccupa di meno, benché reputi che l'intransigenza si riveli a volte deleteria (in questo caso sicuramente in termini logistici, dal momento che gli studenti che non vorranno rinunciare agli studi artistici dovranno sobbarcarsi impegnativi quotidiani spostamenti destinati a sottrarre tempo allo studio e soldi dalle tasche dei loro genitori). Il secondo motivo, che mi preoccupa di più, è la mancanza di motivazione, che spinge gli studenti verso altre direzioni, e il non aver compreso che gli studi artistici sono paradossalmente, e sottolineo paradossalmente, quanto di più avanzato la scuola possa mettere in campo per la preparazione di persone «open-minded», dotate cioè di spiccata flessibilità coniugata con elevato ordine mentale, sempre più necessarie nel nostro mondo ipertecnologico in continua evoluzione. Che questo tipo di formazione sia sempre più necessaria non lo dico io, lo dicono gli studi statunitensi, e in Italia lo prova il particolare successo che questi studenti incontrano negli studi superiori in qualsiasi ambito dello scibile umano.

Noi, patria dell’Arte della cultura artistica, ne decretiamo la cessazione, per numeri, per leggi inconcludenti, per incapacità o volontà di comprendere da parte dei nostri politici e tecnici che il mondo, quello futuro dei nostri giovani, non può ridursi a percentuali, a cifre, a tecnologie parossistiche, a meri input da grande fratello di Orwell. Le macchine servono, gli automi, ma non devono essere serviti da noi.

Ma tutto tra il silenzio assordante delle istituzioni scolastiche, che la legge ha deciso così. La legge, quella che appunto è fatta di numeri e di profitti, di bilanci, di budget, e di carriere. Ma sanno costoro cosa sancisce la nostra Costituzione a tale proposito: come l´art. 3, .. «é compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico, e sociale, che, limitando di fatto la libertà, e l´uguaglianza fra i cittadini impediscono il pieno sviluppo della persona umana..» ed ancora l´art. 33 «L´arte e le scienze sono libere e libero è il loro insegnamento..» che fa da compendio all´art. 34.. «La scuola è aperta a tutti ed i capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i più alti gradi degli studi..» E noi chiudiamo il liceo Artistico perché magari mancano pochi iscritti. Che leggano, signor Prefetto, questi articoli della costituzione, Ministri, Sottosegretari, e Dirigenti ad ogni livello prima di fare i Ponzio Pilato o gli scaricabarile. E li leggano anche i cittadini.

Se da un lato la crisi economica sta provocando, e provocherà sempre più, gravi conseguenze sui budget familiari con una contrazione netta dei desideri che si possono realizzare dall’altro già vediamo le gravi ricadute economiche che il nostro territorio sta subendo negli ultimi anni con un tasso di disoccupazione sempre più alto e sempre più aziende costrette a chiudere i battenti.

Tutto questo sta riducendo drasticamente le opportunità per i nostri figli di crearsi una formazione culturale idonea alle loro aspettative e alle richieste del mercato dato che le possibilità economiche si riducono sempre più.

L’art. 3 comma 2 della nostra Costituzione parla dell’eliminazione, da parte dello Stato, di tutte le barriere che limitano le libertà di un cittadino e che non gli permettono di essere uguale agli altri e ritengo che impedire ad un ragazzo di poter frequentare la scuola scelta, solo perché non si è raggiunto il numero minimo richiesto, non sia corretto da parte del mondo dell’istruzione pubblica. In particolare per il fatto che, tale vincolo numerico, non sia mai stato fatto presente alle famiglie dei giovani che si volevano iscrivere se non al momento della decisione di non avviare la classe per l’anno scolastico 2012/13.

Molti chiudono la questione affermando che, alla fine dei conti, è sufficiente che gli iscritti vadano a Trapani o a Palermo ma vorrei far presente che i costi del viaggio, il mantenimento in città e l’enorme perdita di tempo per il lungo viaggio permetterebbero solo a pochi privilegiati di poter soddisfare i propri desideri.

Sottolineo che non stiamo parlando di videogiochi ma di istruzione.

Inoltre nella Costituzione all’art. 30 comma 1 si prevede che i genitori diano l’istruzione ai loro figli ma com’è possibile accontentare i desideri della prole se i costi e le condizioni esterne lo impediscono?

Come si può pretendere che in questo momento storico una famiglia subisca il non indifferente peso economico di mantenere gli studi e il viaggio del figlio/a a Trapani o Palermo? E se i figli sono diversamente abili?

Come possiamo uscire da questa grave crisi se non diamo la possibilità ai nostri ragazzi/e di poter esprimere liberamente le proprie passioni culturali e di avviare una carriera che corrisponda alle proprie capacità e desideri? È ora che i giovani inizino ad affrontare il futuro con sicurezza e passione perché sarà molto complicato per loro e se noi oggi aggiungiamo vincoli e barriere come potremo agevolare questo processo di transizione?

Si parla tanto di aiutare le nuove generazioni ma nel momento dell’agire tutti si tirano indietro!

E poi, caro Prefetto, dal dopoguerra in poi hanno detto insegnato proferito ad ogni piè sospinto che le leggi sbagliate ed antidemocratiche vanno cambiate (e si riferivano al totalitarismo ed al fascismo) aggiungendo sempre con qualche mezzo. Ed allora quando le leggi erano totalitarie e sbagliate, vanno cambiate, mentre le leggi democratiche e sbagliate, vanno tenute, mantenute, salvaguardate? Non credo, e facciamo in modo che le cose cambino, e tutto comincia da noi, dai cittadini, anche tramite le lettere al giornale.

Vorremmo porre alla Vostra attenzione la nostra situazione determinata in particolare dall’applicazione della normativa ministeriale relativa alla determinazione degli organici e, nello specifico, da quanto previsto nel D.P.R. n. 81 del 20 marzo 2009.

Detto decreto stabilisce che “di norma” le classi di scuola secondaria superiore devono essere determinate con un numero di 27 alunni, facendo comunque salve delle eccezioni determinate da particolari situazioni locali: “la specificità relativa ai comuni montani, alle piccole isole, alle aree geografiche particolarmente esposte a situazioni di disagio e precarietà……”.

a) La circolare ministeriale richiama, per la formazione delle classi, i criteri e i parametri fissati dal Regolamento approvato con D.P.R. del 20 marzo 2009, n. 81, specificando però che: la ripartizione a livello regionale dell’organico complessivamente definito in ambito nazionale è stata effettuata, sulla base dei dati e degli elementi concorrenti alla definizione delle risorse necessarie per il corretto funzionamento del sistema dell’istruzione, nelle sue diverse articolazioni, tenendo conto della specificità relative ai comuni montani, alle piccole isole, alle aree geografiche particolarmente esposte a situazioni di disagio e precarietà… .

b) Nel paragrafo dedicato alle procedure e adempimenti relativi alla definizione degli organici, si legge che gli Uffici Scolastici Regionali devono, stabiliti gli opportuni contatti e confronti con le Regioni, con gli Enti Locali, provvedere alla ripartizione delle risorse a livello provinciale, ……dando particolare attenzione alle condizioni di disagio legate a specifiche situazioni locali, riguardanti i comuni montani e le piccole isole, la limitata capienza delle aule, il rispetto delle norme di sicurezza, ecc… .
c) Nella sezione dedicata alla scuola secondaria di secondo grado, viene precisato che: al fine di garantire un’offerta formativa più ampia, è opportuno salvaguardare comunque i corsi unici in ambito provinciale e quelli presenti nelle zone particolarmente disagiate.
d) Le prime classi saranno costituite, di regola, con 27 alunni.
Pertanto il numero delle classi si calcolerà dividendo il numero complessivo degli iscritti per 27. Eventuali eccedenze dovranno essere distribuite nelle classi della scuola fino ad un massimo di 30 alunni. Si costituisce sempre una sola classe quando le iscrizioni non superano le 30 unità. Si terrà conto anche della serie storica dei tassi di ripetenza.

e) Solo nelle istituzioni scolastiche (IIS) comprendenti ordini di studio di diverso tipo (ad es. uno tecnico con un professionale o con un liceo), le classi si costituiscono separatamente per ogni ordine (licei, tecnici, professionali) o sezione di liceo musicale e coreutico. In tutti gli altri casi il numero delle classi prime si determina sulla base del numero complessivo di alunni iscritti e indipendentemente dai diversi indirizzi presenti nell’istruzione tecnica, professionale e nei diversi percorsi liceali.


f) Le classi iniziali dei cicli successivi al primo biennio saranno costituite applicando la stessa normativa delle prime classi ed il numero delle classi viene determinato sulla base sempre del numero complessivo degli alunni iscritti, indipendentemente dagli indirizzi.
g) Le prime classi di sezioni staccate, scuole coordinate, sezioni di diverso indirizzo o di specializzazione funzionanti con un solo corso si attiveranno solo se il numero minimo è pari a 25 iscritti.
h) È possibile la costituzione di classi articolate purché il numero complessivo non si a inferiore a 27 alunni e con un minimo di 12 alunni per il gruppo minore.
A quanto pare il fatto che il Comune di Castellammare sia un comune a tutti gli effetti montano, che serva un territorio esteso e che, per di più, si trova in una posizione baricentrica tra il Liceo Artistico di Trapani e quello di Palermo, non è sufficiente per dare ai funzionari competenti la possibilità di derogare alla norma ministeriale al fine, come dice la circolare stessa, di “salvaguardare comunque i corsi unici in ambito provinciale e quelli presenti nelle zone particolarmente disagiate”.
Il fatto è che i nostri ragazzi sono determinati a voler frequentare il liceo Artistico e per alcuni di loro soprattutto per i diversamente abili è difficoltoso e non ci sono in città convitti che ospitino ragazzi in questa fascia di età.
Con la chiusura della sezione dell’Artistico verrebbe a mancare una parte considerevole delle opportunità formative, non reperibili se non a costi di notevoli sacrifici da parte dei giovani e ulteriori spese a carico delle famiglie, spesso angustiate dalla crisi economica.
Nella valutazione del caso di Castellammare, forse è opportuno prescindere dal contingente. Non si tratta di risolvere un problema di poche famiglie, ma di rispondere ad una precisa esigenza del territorio: la possibilità di scegliere un corso di studi in una gamma più vasta e completa, senza eccessivi disagi. Il Liceo Artistico potrà così continuare nel tempo attraverso un'azione di orientamento serena che miri ad informare obiettivamente l'utenza, senza creare allarmismi e deterrenti inutili. Forse l'esiguo numero di iscritti di quest'anno è dovuto proprio alla mancanza di un adeguato programma orientativo nelle varie scuole della zona.
In questa sede non si chiede di forzare la legge, ma di assecondarla e di interpretarla nel senso più favorevole ai richiedenti. Ci permettiamo di riportare qualche stralcio della circolare del MIUR N. 25 del 19/3/2012, al fine di dimostrare la legittimità della richiesta e di favorirne un riscontro positivo: “Particolare attenzione dovrà essere riservata alle condizioni di disagio legate a specifiche situazioni locali ...”. Da un'indagine condotta dai genitori risulta che i tempi di percorrenza per raggiungere le sedi di Trapani o di Palermo sono improponibili, soprattutto per gli studenti diversamente abili. “Al fine poi di garantire un'offerta formativa più ampia, è opportuno salvaguardare comunque i corsi unici in ambito provinciale e quelli presenti nelle zone particolarmente disagiate”.
Attivare la classe, per noi rappresenta non solo materializzare le scelte dei nostri figli, ma il primo passo per far sì che questo fondamentale percorso scolastico non scompaia da Castellammare e che la produzione artistica di inserisca in un preciso programma di promozione turistica già in atto nel comune.
Confidando nel Suo interesse ed attenzione, per il delicato ed importante compito che Lei svolge, di promuovere e consolidare le sinergie presenti sul territorio a garanzia dei diritti dei cittadini e soprattutto per i diversamente abili Le chiediamo di intercedere per l’attivazione della classe prima del Liceo Artistico o in subordine della classe “articolata” Classico-Artistico.

Certi di Suo positivo riscontro Le porgiamo distinti saluti.

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