sabato, settembre 26, 2009

Sull'alluvione a Trapani

Questa non è e – forse – non sarà l’ultima volta. L’alluvione a Trapani è di casa. Ma i trapanesi, anche se ormai rassegnati, stavolta sono davvero arrabbiati: e non hanno tutti i torti. Perché non è possibile che in certe zone funzioni un tombino sì e 3 no; né l’amministrazione, in persona del sindaco avv. Girolamo Fazio, può uscirsene riferendosi ad un eccesso di foglie cadute e di oggetti vari rimestati dal forte vento. Cosa sarebbe successo se fossimo stati in autunno, stagione in cui - per natura - cadono le foglie? E allora, Trieste, quando piove e c’è la bora a 120 Km/h , dovrebbe sprofondare sotto l’acqua. Così non è... siamo seri.

E dei bambini della scuola Umberto tra scuola e municipio sino alle 17.00, che dire? Meno male che il livello dell’acqua non è salito ancora, ci sarebbe potuto scappare il morto.

Non è questo tempo di speculazioni politiche, questo no; ma è tempo di chiedere alla politica, alla burocrazia, alle direzioni dei lavori, alle imprese, a tutti i soggetti coinvolti, nessuno escluso, di fare il loro dovere, di farlo fino in fondo, in tempo e … soprattutto, di farlo bene! Perché il negozio o la casa invasa dall’acqua e dal fango potevano essere i loro; i bambini in pericolo di vita, figli loro. Resta poi a tener bordone anche l’eterno problema dell’educazione e del senso civico – si fa per dire - di chi getta tutto per strada e nei tombini…

Non è più questo il tempo del “fumo”, dell’immagine,. degli slogan, dei grandi eventi. E’ tempo di verifiche, di bilanci, di responsabilità, della verità: chi ha sbagliato deve pagare; è questo tempo ed occasione per imparare, per non dimenticare affinché quello che è accaduto in questi giorni non accada mai più. Almeno non per colpa dell’uomo.

Basta con le deleghe in bianco, per nessuno. La politica non può essere più dei soli potenti, è dei cittadini, che hanno il diritto ed il dovere di riappropriarsene. Di partecipare e di chiedere il conto. L’alternativa è lasciare che le cose continuino così. Ne va dell’integrità dei nostri negozi, delle nostre case; ne va della sicurezza dei nostri figli. Ora basta, la misura è colma!

Trapani, 23 settembre 2009

Il Referente dell'Associazione Un'Altra Storia

Area Metropolitana di Trapani

Rino Marino

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