lunedì, aprile 22, 2013

Castellammare del Golfo: La Loggia Enrico, abusivo “a sua insaputa”


Cala Dell’Ovo è una delle zone più belle della costa che divide Castellammare del Golfo da Scopello e dalla riserva naturale dello Zingaro. E’ la zona che parecchi anni addietro venne “salvata” dalla cementificazione selvaggia, e dalla speculazione edilizia che anche imprese vicine alla mafia avevano programmato di compiere. Quella marcia fece nascere la riserva naturale dello Zingaro, bloccò cantieri e ruspe che erano già in movimento, ciò che esisteva già non è stato toccato, nessuna demolizione, ma semmai i “paletti” posti dalle norme di tutela ambientale e paesaggistica impedirono che si potesse continuare con il costruire. Ma ovviamente ci fu chi tentò di continuare a realizzare insediamenti abitativi, villette, profittando di una norma sopravissuta a tante leggi di tutela che consente di ricostruire manufatti laddove ne esistevano altri purchè venisse rispettata volumetria e originario impatto ambientale. O anche di recuperare l’esistente quando parecchio degradato senza ricorrere alle demolizioni. Tra le pieghe di questa norma nel 2003 un personaggio eccellente della politica, l’ex presidente dei senatori di Forza Italia ed ex ministro degli Affari Regionali, il palermitano Enrico La Loggia, tentò, assieme alla moglie, comproprietaria di un immobile proprio affacciato sul mare di Scopello, di recuperare un’antica abitazione. La concessione prevedeva il recupero ma quando i forestali andarono a fare una ispezione si resero conto che l’immobile era stato demolito e se ne stava costruendo uno del tutto nuovo. Scattò il sequestro, La Loggia e consorte finirono indagati, l’allora ministro La Loggia si difese sostenendo che “a sua insaputa” si era demolito e si stava costruendo ex novo. La tesi di La Loggia venne accolta dal giudice che alla fine di quel processo condannò il solo progettista e direttore dei lavori, architetto Vittorio Giorgianni che si assunse ogni responsabilità, spiegando che in corso d’opera, durante i lavori di recupero, si era avuto un cedimento che inevitabilmente condusse alla demolizione del vecchio manufatto. In una nota poi il ministro La Loggia ricostruì i fatti, ricordando che sua moglie «affidò ad uno stimato professionista palermitano l’incarico di predisporre, in presenza di un grave pericolo di crollo, tutta la documentazione nonchè il progetto tecnico per la ristrutturazione dell’immobile in questione». Lo stesso immobile – ricordò La Loggia – era stato peraltro acquistato con allegata perizia del tribunale che ne comprovava la precarietà strutturale – ad una vendita giudiziaria. «Con una articolata memoria, i difensori – aggiunse La Loggia – avevano già dimostrato l’assoluta regolarità dei lavori». E concluse dicendo «sarò lieto che ci sarà una circostanza (il processo ndr) nella quale si chiarirà finalmente questa vicenda che, per me, ha veramente dell’incredibile». La Loggia e la moglie non furono condannati, l’arch. Giorgianni si, “un tecnico preparato – chiosò il pm Palmeri nell’appello presentato contro la sentenza (appello poi respinto) come il progettista ed un ministro della Repubblica – stigmatizzò il pm – non potevano non conoscere precisi e logici obblighi di legge”.
Capitolo chiuso? Niente affatto. L’oramai ex ministro La Loggia pare tenga così tanto a quel luogo che è tornato a chiedere autorizzazione edilizia per ricostruire. Pensando forse che nel frattempo l’oblio poteva avere cancellato ogni ombra che si era addensata su quel cantiere. Ma adesso è scattato un sequestro bis, perché pare che tutto sia attorniato dall’originaria illegittimità. Lo scorso 5 aprile i carabinieri hanno nuovamente sequestrato quel cantiere. Stessi indagati, ex ministro e consorte, progettista e direttore dei lavori, arch. Giorgianni, identica impresa. Iscritta nel registro degli indagati anche il dirigente dell’Utc del Comune di Castellammare del Golfo, ing. Francesca Usticano. Una incredibile serie di violazioni ma stavolta si sarebbe provato che la ricostruzione (semmai possa essere compiuta, per la Procura questa non può avvenire in modo così automatico con la sola restituzione della proprietà, così come fu deciso a conclusione di quel processo) stava avvenendo con la costruzione di una volumetria superiore a quella esistente.
Insomma altro sequestro, altro processo si profila all’orizzonte, e probabilmente l’ex ministro la Loggia si appresta a ripetere che tutto ciò stava avvenendo “a sua insaputa”.

Rino Giacalone su www.malitalia.it

2 commenti:

Nino Maniaci ha detto...

Più soldi hanno, meno ne vogliono spendere!!!

Anonimo ha detto...

Il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Quando si pensava di avere messo la parola fine su quell'abuso, ecco il solito colpo di scena, il responsabile dell'uffico tecnico ing. Usticano rilascia una nuova concessione per demolire e ricostruire un immobile che non esiste e che non è stato mai sanato.
Forse la legge non è uguale per tutti? Non si può terrorizzare una collettività quando si chiedono cose legittime e insignificanti e poi prdestarsi a queste porcherie dei potenti. Grazie alle forze dell'ordine. un cittadino onesto