venerdì, aprile 06, 2012

Tradizioni siciliane (e non)

Ho letto poco fa questo articoletto  sul Fatto Quotidiano e ve lo giro. Credo che descriva perfettamente la malapolitica siciliana e i motivi che ne stanno alla base. Sarei curioso di sapere se la pensate così anche voi...

La Sicilia per tradizione è governata da mafiosi o da interlocutori di mafiosi, regolarmente eletti dal popolo siciliano. Il presidente attuale non poteva sottrarsi a tale tradizione.

Come sarà il prossimo presidente? Probabilmente analogo, perché:

- i mafiosi e i loro amici sono uniti e perfettamente organizzati, hanno un Sistema;

- gli antimafiosi sono divisi e squacquarati. Una volta avevano un partito che bene o male li teneva insieme, ora che il partito se lo dovrebbero fare loro non ci riescono perché sono tutti primedonne. Ogni quattro anni si accapigliano per decidere chi è più primadonna delle altre, col popolo a gridare felice (per una breve giornata) “viva” o “abbasso”.

Il problema della Sicilia è la mafia, non ce ne sono altri. Lavoro, felicità, economia dipendono tutti da qui. Ma si preferisce far finta di essere a Stoccolma, chiacchierare di cose alte e “politiche” come se fossimo tutti gente civile.

In queste condizioni le primarie a Palermo – per esempio – sono una cosa futile (e facilmente infiltrabile, del resto). Una volta i candidati si discutevano nelle sezioni, di là nelle federazioni provinciali, poi nei congressi di partito che si tenevano regolarmente con precisi diritti e doveri. I partecipanti erano dei militanti attivi e non dei signori che passano una volta ogni quattro anni. Questo ai tempi della repubblica, un secolo fa.

A Palermo, la destra non è mai stata divisa e perdente come adesso. Se dovesse vincere, la colpa non sarebbe dei mascalzoni ma di Crocetta, Alfano, Lumia, Borsellino, Ferrandelli, Orlando, Fava e degli altri (egocentrici) amici nostri.

E la Lega, la povera Lega? E’ una storia fascista, dall’inizio alla fine. L’adunata dei “puri e duri” a San Sepolcro, i camerati della prima ora, il Duce ha sempre ragione, ah se il Duce sapesse, la (malfidata) donna del Duce, i parenti della medesima (ieri il clan dei Petacci, ora il povero Trota)… Senza piazzale Loreto, per fortuna, e senza – ahimè – partigiani e Liberazione (Scalfari non è Parri, nè il governo un Cln…).



di Riccardo Orioles
FONTE: www.ilfattoquotidiano.it

1 commento:

michele cacciatore ha detto...

Questo articolo è una triste foto della realtà siciliana; c'è da dire però che la compattezza della mafia deriva da una democrazia al loro interno che si regge sulle minacce e sui colpi di fucile a canne mozze; per fortuna le antimafie in tutte le sue forme sono molto più democratiche, mi verrebbe da dire forse troppo democratiche da perdere di vista lo scopo della loro azione lasciandosi andare attraverso vari personaggi in protagonismi che fanno perdere la compattezza soprattutto culturale che serve per sconfiggere questo cancro della società civile.