Gli ultimi avvenimenti politici e giudiziari hanno ormai scosso l'intera nazione, che in questi giorni sembra più viva che mai. Gli italiani sanno ancora ragionare, criticare, indignarsi, protestare e chiedere che le cose si facciano in maniera diversa. Dalle manifestazioni contro il ddl intercettazioni, che coinvolgono un fronte molto eterogeneo, alle forme di protesta contro la riforma universitaria del ministro Gelmini, fino alle disperate manifestazioni dei terremotati aquilani, usati per farci credere che i miracoli li può fare chiunque quando in realtà ancora 50000 persone sono in attesa di una casa, dimostrano che in Italia la spinta vitale verso un cambiamento è ancora viva. Ci sono molte questioni controverse, è vero, ma questa voglia di fare e di cambiare sembra promettente e fa sperare in una reale "rivoluzione", magari un pò chiassona, ma sicuramente pacifica e che fa delle sue armi la Costituzione e la moralità.
In questo quadro, mi ha molto colpito un articolo di Fabio Granata, deputato del Pdl, uno dei pochi galantuomini rimasti in quella bolgia che usualmente chiamiamo Parlamento. Il pensiero di Granata ci dimostra, se mai ce ne fosse bisogno, che la legalità, l'equità sociale e la giustizia, l'etica pubblica e il vivere civile non hanno alcun colore politico, ma sono - o dovrebbero essere - patrimonio di tutti gli italiani. Di seguito l'articolo.
Vincenzo Desiderio
Gli arresti di Flavio Carboni e compagnia bella sembrano confermare con un ulteriore gravissimo tassello l’esistenza di una ciclopica questione morale che attraversa la politica italiana e il partito nel quale abbiamo fatto confluire la storia antica, nobile e trasparente della destra italiana.
Logge coperte, intrighi, collegamenti mafiosi, personaggi che ritornano dalle pagine buie della Repubblica, ci hanno catapultato in uno scenario, un po’ vintage, da Romanzo Criminale.
Leggi l'articolo completo su http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/07/11/pdl-tra-bella-politica-e-romanzo-criminale/38858/
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